Archivio: “Associazioni”

Aiutatemi a capire. Ieri AGCOM fa un comunicato stampa sulla valorizzazione del SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni), nel quale rileva per la pubblicità online un passaggio da 672 milioni nel 2011 a 1.503 milioni di Euro nel 2012.

Evidentemente il fatturato online NON è triplicato in un anno, per cui penso si applichi la nota (un po’ criptica in verità) che dovrebbe stare a significare che nel 2011 alcuni valori non erano stati considerati. Mi domando che senso abbia rappresentare dati così macroscopicamente incongruenti, ma pazienza.

SIC Sistema Integrato delle Comunicazioni 2012

 

Ciò che trovo strano è che l’anno scorso AGCOM pubblicò la prima edizione dell’Osservatorio sulla Pubblicità, in cui stimava per il 2011 tutt’altro valore, ossia 1.578 milioni di Euro (grafico di seguito).

 

AGCOM - Ricavi pubblicitari

 

Più recente invece il documento “Indagine conoscitiva sul settore dei servizi internet e sulla pubblicità online” sempre di AGCOM (dati di seguito), il quale presenta ancora altri numeri per il 2011 (1.408 milioni di Euro) mentre per il 2012 il dato di 1.503 milioni è quello dell’ultimo SIC (evviva!)

 

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Ripensavo al convegno di qualche giorno fa del Politecnico che ha annunciato una collaborazione con IAB per analizzare il valore del mercato della pubblicità online perché finora non si erano mai parlati…

E’ una storia vecchia: sembra che in Italia si faccia di tutto per tirare ad indovinare quando si tratta dei numeri di internet…


DigIT@lia for talentL’iniziativa “DigIT@lia for talent” di Fondazione Italiana Accenture e ideaTRE60 merita una segnalazione perché tra i numerosi progetti per stimolare idee innovative e startup, è una di quelle meglio finanziate. Ed il fattore denaro, mi si consenta, rimane un elemento cruciale.

Riprendo dal sito una breve descrizione del concorso che è “dedicato a tutti i giovani talenti con la passione per il digitale e a chiunque abbia nel cassetto un progetto sociale legato al mondo della tecnologia in grado di creare occupazione per i giovani

Attenzione però perché c’è tempo fino al 10 settembre per partecipare. Ulteriori info anche sul blog di idetaTRE60.


Torno sulla ricerca “Fattore Internet”, commissionata da Google e realizzata da The Boston Consulting, confermando la prima impressione: si tratta di una ricerca fondamentale per capire il vero impatto della Rete in termini economici e, se non erro, la prima del genere in Italia. Ho anche qualche riserva, ma ne parlo più avanti.

Lo studio rileva che internet vale attualmente 31,6 miliardi di Euro, ossia  il 2% sul PIL italiano, valore destinato a rappresentare tra il 3,3% e il 4,3% del PIL nel 2015. Questo per quanto riguarda l’impatto diretto di internet sull’economia, rappresentato da tre elementi principali:

  • Consumo, ossia l’acquisto di prodotti, servizi e contenuti online
  • Gli investimenti del settore privato, rappresentate principalmente dalla costruzione delle infrastrutture e dall’accesso alla Rete
  • La spesa istituzionale, composta dalle spese ICT legate ad internet sostenute dalla Pubblica Amministrazione

Ma oltre all’impatto diretto sul PIL, lo studio giustamente evidenzia anche l’entità di altre aree direttamente collegate ad internet, tra le quali l’e-Procurement (ossia i beni acquistati online dalla PA), l’infocommerce e la pubblicità online, che aggiungono complessivamente altri 25 miliardi di Euro di valore. Non mancano, correttamente, i riferimenti agli effetti positivi sulla produttività e sugli impatti sociali, la cui stima economica è oggettivamente complessa da definire.

Fattore Internet

Lo studio di carattere complessivo è affiancato da una ricerca verticale sulle PMI italiane, i cui risultati confermano l’impatto positivo della Rete sul loro business. Difatti, le aziende che che sono attive con iniziative online (ossia fanno e-commerce o marketing online) hanno mediamente aumentato i ricavi (le altre registrano trend negativi), assumono con maggior frequenza ed esportano di più.

Un aspetto che avrei messo più in evidenza è la numerosità degli addetti della filiera internet. Nel report si parla di “internet stack” che riporta un dato complessivo di ben 150 mila persone (pur non splittato numericamente per categoria). Penso che sia un parametro importante specie in chiave politico-istituzionale laddove, in luogo di valori economici assoluti, si guarda con favore il numero di “teste” coinvolte. Secondo me, cavalcare il numero degli addetti del settore internet, considerando la rilevanza di tale numero, stimola di più i tavoli governativi piuttosto che qualche miliardo di Euro di peso economico.

Ed è questo un mio pallino che ho cercato di portare avanti già all’interno di IAB relativamente ad una ricerca condotta da Accenture con cui si ambiva a mappare tutti i player del settore, ma che poi sembra aver presto direzioni differenti. I numeri dovrebbero stimolare IAB ad ambire a rappresentare qualcosa di più del miliardo di pubblicità online (che è solo lo 0,02% dell’impatto economico di internet), vista anche la difficoltà di altre organizzazioni a fungere da ombrello alla miriade di operatori e aziende coinvolte in questa industry.

Tornando a Fattore Internet, pur considerando che si tratta della prima edizione (e c’è da auspicare che assuma una periodicità costante), ritengo sia migliorabile in alcune parti. Innanzitutto sconta un’impostazione a tratti un po’ commerciale, facendo trasparire l’intento di “vendere” internet al di là dei dati oggettivi che espone. Lo so, ci scappa a tutti noi operatori del settore: siamo pieni di passione, siamo consapevoli del valore che la rete porta al business; soffriamo però della scarsa considerazione che se ne ha nel Paese e allora assumiamo costantemente le vesti degli evangelizzatori. Ma una ricerca di questa portata dovrebbe essere più asettica e realista, mostrando anche le principali criticità come, ad esempio, i numeri piccoli dell’ecommerce ancora sbilanciati sul fronte dei servizi.

La ricerca include anche delle case history di aziende di piccole-medie dimensioni. Indubbiamente le testimonianze aziendali sono utilissime: trattano casi concreti e aumentano la confidenza da parte dei meno informati. Non le avrei usate però a suffragio dei dati della ricerca (a tratti sembrano inserite per giustificare i valori esposti), ma isolate in un capitolo del tutto distinto.

Ho qualche perplessità infine sulle conclusioni della ricerca, quando riporta le priorità per lo sviluppo dell’Internet economy:

  • Le piccole e medie imprese devono spostarsi online
  • Il mobile offre delle opportunità alle imprese
  • L’educazione dei consumatori è un fondamento della crescita

Magari può non essere il focus dello studio, ma avrei apprezzato che l’enunciazione dei precedenti punti fosse accompagnata da qualche ipotesi di fattibilità e di intervento. Nel merito, il tema dell’educazione (inteso come divulgazione, informazione, ecc.) lo vedo prioritario a livello trasversale, non solo ai consumatori ma ancor prima alle aziende (compresi gli operatori del settore) e alle istituzioni.

Vediamo se sarà recepito da altre iniziative come Agenda Digitale che sta cercando (con fatica) di stimolare delle proposte dalle istituzioni, oppure dal neonato Lamiaimpresaonline.it che ha l’obiettivo di facilitare l’utilizzo del web da parte delle PMI.


Giustamente sollecitato da Riccardo, riprendo il discorso su IAB Forum. In effetti qualche cosa mi sono portato a casa dall’evento, su tutto i dieci statement di De Masi anche se alcuni dei trend che lui indica temo non si realizzeranno in modo compiuto (a partire dalla centralità dell’etica che, purtroppo e specie in questo Paese, la vedo cosa lontana).

Riguardo a IAB, come ho detto a Roberto Binaghi, spero che riescano a realizzare gli obiettivi prefissati, soprattutto riguardo alla formazione e all’education.

Chris Anderson è sembrato sfacciatamente un Apple man; giusta l’esaltazione dei tablet, ma è sembrato voler vendere questo concetto piuttosto che contestualizzarlo. Meglio Riccardo Luna il quale, anche a costo di sembrare Don Chisciotte, sta riuscendo a rompere qualche status quo.

Riguardo al mercato in generale, vendo una contraddizione: da una parte si vorrebbe considerare l’industria digitale nel suo complesso (ci proverà Enrico Gasperini con Audiweb e lo ha detto anche Diego Masi riguardo ai servizi di buzz marketing sui quali ora è coinvolto personalmente con Wikio); dall’altra quando si cerca di valutare i fatturati del settore, si scatenano posizioni inclusive o meno di player come Google o ora Facebook che aggiungono confusione al sistema.

Su questo, da sempre, ho un’idea chiara: è indispensabile valutare tutti i fatturati pubblicitari online, sia quelli delle concessionarie che dichiarano i dati, sia quelli delle organizzazioni che non lo fanno (o non lo possono fare per varie leggi anche di tipo sovranazionale). E’ così praticamente in tutto il mondo e solo in Italia ci nascondiamo dietro complessità formali che di fatto sottostimano il mercato. Di più. Ho sempre cercato in IAB di spingere verso una ricerca sull’intero comparto in termini di numero di addetti e di valutazione dell’intera filiera. L’osservatorio Accenture doveva servire a questo ma ho l’impressione che sia stato dirottato sull’elaborazione di metriche sulle audience e sui formati (seppure importanti), piuttosto che sul valutare il mercato digitale. Eppure dovrebbe saltare all’occhio che i 10 mila iscritti a IAB Forum (di cui 2/3 tipicamente operatori del settore) non possono far parte del solo comparto pubblicitario online; la stessa Accenture aveva mappato almeno una quindicina di tipologie di player che formano questo mercato. Ebbene io penso che misurarne complessivamente il peso economico sia strategico e probabilmente solo IAB., ad oggi, potrebbe farsene carico, sempre che voglia rappresentare il comparto nel suo insieme e non solo le principali concessionarie Occhiolino


Mi ci vorrà qualche giorno per decifrare tutti i segnali arrivati dallo IAB Forum di quest’anno. Comunque un’edizione interessante e, come al solito, molto ben organizzata. Finalmente una tempistica più rigorosa (il secondo giorno un po’ meno) ma risulta evidente la necessità di gestire meglio i workshop perché in molti sono rimasti fuori dalle aule.

Ho sentito diversi dubbi sull’esigenza di avere ancora un mega evento come questo, perché ormai l’industria è matura, perché sa di fiera, ecc. Io invece continuo a credere che IAB Forum serva come faro per l’intera industry (mi pare che Binaghi abbia usato le stesse parole ed è stato un mio “cavallo di battaglia” quando ero nel Consiglio), a patto che l’associazione sia effettivamente capace di rappresentare adeguatamente tutti gli operatori del settore e le differenti direzioni verso cui va la comunicazione online (e quindi non solo l’aspetto prettamente pubblicitario).

Sui trend e sulle novità che sono venute fuori da IAB Forum… ci devo pensare ancora un attimo Occhiolino


I numeri relativi all’audience di internet e dei fatturati dell’advertising presentati da Roberto Binaghi sono, purtroppo, come una fotografia già vista. Fatturati in aumento ma con la solita (e temo cronica) bassa significatività rispetto al numero di internauti  e al tempo che passano online. Salvatore Ippolito ha posto alcuni temi ma non mi pare che le tavole rotonde abbiano espresso né risposte, né scenari incoraggianti.

Questa volta il vice ministro Romani è intervenuto di persona, ma per segnalare che le fasce di popolazione più in età potrebbero avvicinarsi all’innovazione attraverso (udite, udite) il digitale terrestre che alla fine è propedeutico ad internet! E se abbiamo una legge assurda che regolamenta l’accesso Wifi pubblico (“come neanche in Cina”, ha detto l’onorevole Gentiloni), è colpa nientepopodimencoche della lobby delle TV locali e del rischio che potrebbero usarla i terroristi. Ok, abbiamo capito: l’attuale linea di governo al massimo muove qualcosa sulle infrastrutture (anche perché lì ci sono numeri interessanti e giochi di potere non male); il resto (education, informazione, servizi, contenuti) non li riguarda.

Tornando alla comunicazione interattiva ed in particolare ai suoi obiettivi, non mi ha entusiasmato il bipolarismo assoluto: brand o response. Se continuiamo ad analizzare la Rete con le metriche del passato, non riusciremo mai a farla usare come si deve. Comprendo il tentativo di assecondare ai GRPs anche l’advertising online ma, diciamocelo, serve per vendere e non perché è giusto! E’ il classico dilemma del professionista che deve decidere se dare un buon consiglio o strappare un contratto. Ok, la seconda soluzione fa fatturare, ma nel medio-lungo periodo no paga mai.

Mi sarebbe piaciuto un approfondimento sul concetto espresso da Carlotta Ventura di Telecom Italia, di non limitarci a considerare la pubblicità che compro ma anche le iniziative online nel loro complesso. Per un attimo ho pensato che arrivasse a parlare di earned media verso i paid media, ma è stata subito stoppata con l’invito a riferirsi solo alla pubblicità. Punto. E con ciò, a mio parere, si oscura uno dei lati più rilevanti ed efficaci che la Rete offre alle aziende.

Alla fine da questo IAB Forum mi porto a casa la conferma che l’internet italiano continua a viaggiare col freno a mano tirato. Mi sfugge però cosa si sono portati a casa i marketers che hanno partecipato (e a cui l’evento è tipicamente orientato): casi eccellenti? idee? creatività? Nulla di tutto questo, mi pare. Ah, si, in coda, Marco Montemagno ha fatto progettare al pubblico una campagna di comunicazione in dieci minuti. Tanto è così che si fa, no?

Su questi esperimenti, espressi a Marco parecchie perplessità già in un’altra occasione. E spero solo che l’auspicio di Layla Pavone alle istituzioni di fare di IAB uno strumento di education sul territorio (che stracondivido, tanto da averlo proposto a più riprese nell’ambito del precedente Consiglio Direttivo), passi attraverso contenuti che non banalizzino la Rete e non bleffino sulla complessità.


Mercoledì alla Confindustria di Bergamo ho aperto il convegno con una domanda cruda ma, purtroppo reale: “Internet non serve?”. Pare che il 54% delle aziende con un numero di addetti tra 10 e 49 e che attualmente non usa internet, la pensi proprio così.

Motivazioni del non utilizzo di internet

Poi, insieme a Federico Pedrocchi di Radio24, Matteo Hoepli, Massimo Fubini, Alessio Semoli e Alberto Mucignat, abbiamo cercato di dimostrare non solo quanto serva internet (a pare ancora incredibile dover ripeterlo ancora), ma in che modo le aziende possono utilizzarlo. Alla fine tutti d’accordo che momenti come questi non cambieranno le cose dal giorno alla notte, ma servono e sicuramente li andremo a replicare sul territorio.


Alla fine di una giornata come questa, tra le sessioni del convegno di apertura di IAB Forum ed il pomeriggio di meeting e incontri concluso verso le 20, si realizza che purtroppo non c’è nessuno che legge, risponde e smista le tue email…

Prima di andare a ninna, cercherò di riordinare i concetti emersi nella mattinata perché domani farò un piccolo recup all’inizio dei lavori del secondo giorno di IAB Forum.

Intanto una news che merita di essere segnalata: da oggi il sito di IAB Italia è online in una completo restyling. Naturalmente mi fa piacere che in home ci sia finito anche il sottoscritto (l’immagine è del Forum dell’anno scorso) ma, ancor di più, mi fa piacere l’esito di questo rifacimento, sia nell’estetica che nella struttura dei contenuti.

IAB.it


Come anticipazione del prossimo IAB Forum (martedì e mercoledì prossimi a Milano), ho pubblicato il mio articolo sul pamphlet annuale dell’associazione. Mentre l’anno scorso avevo trattato di come la Rete sia lo strumento migliore per gestire il cambiamento nel rapporto azienda-consumatore, quest’anno sono tornato sul tema “Reparti aziendali e utilizzo di internet” su cui ragionavo qualche mese fa.

In questa occasione ho aggiornato uno schema che cerca di semplificare i principali utilizzi della Rete nelle aziende, soprattutto per quanto riguarda le relazioni con l’esterno. Naturalmente la sovrapposizione con i reparti aziendali è decisamente indicativo e ogni organizzazione deve necessariamente individuarne una propria. Ma è proprio questo l’esercizio che si cerca di auspicare, per non relegare internet a mero strumento tattico di pubblicità.

Qui di seguito riporto questo schema e in una pagina specifica l’intero articolo.
Ci si vede a IAB Forum!

IT: Internet Trasversale


Dopo la Settimana Internet (di cui ci sono tutti video e un po’ di interviste online su Codice Internet), tra poco più di due settimane torna a Roma IAB Forum di cui è stato appena divulgato il programma.

Sarà il momento per fare il punto sulle crescenti attività di IAB Italia (ci penserà Fabiano Lazzarini) e sullo stato del mercato (Layla Pavone).

La presenza istituzionale dell'Onorevole Paolo Romani sarà seguita dall’intervento “di scenario” di Gartner che penso risulterà molto interessante per i temi che abbiamo individuato, così come la ricerca “TV + internet: Better Together” che verrà presentata (per la prima volta in Italia, mi pare) da Guy Phillipson, CEO di IAB UK.

Io modererò una delle due tavole rotonde, quella dedicata al rapporto tra la TV e internet, insieme a investitori e concessionarie. L’altra tavola rotonda vedrà un inedito confronto tra centri media e concessionarie. La sorpresa della giornata sarà Enrico Bertolino, noto ai più come comico di Zelig, ma in realtà abile consulente di aziende e organizzazioni sui temi della comunicazione.

Le iscrizioni a IAB Forum Roma sono attive: ci vediamo il 15 luglio!


IAB Italia ha recepito e tradotto un bel documento elaborato da IAB US che definisce le metriche per i social media. Pur trattandosi di un argomento relativamente nuovo e quindi ancora tutto da definire, questo documento è una buona base di partenza.

Sul sito IAB si può scaricare direttamente il PDF.


Mentre preparavo la presentazione per il convegno di IAB durante l’Omnicom Expo tenutosi la settimana scorsa, ho predisposto uno schema sintetico che cerca di rispondere a una domanda complicata che mi sento porre spesso (seppur declinata in modo diverso): “cosa ci fa un’azienda con internet?”.

Il mio punto di vista, l’ho già espresso in un recente post a proposito del fatto che la Rete è utile (e talvolta indispensabile) in diversi contesti: l’importante è che li si utilizzi in modo selettivo seppur coordinato. Alla fine, la spiegazione scritta del mio pensiero non mi ha convinto del tutto e allora ho impostato il seguente schema.

IAB-Lupi-Omnicom09

Naturalmente la sovrapposizione dei diversi reparti aziendali rispetto alle classi di utilizzo, è da considerarsi come indicativa ma, spero, renda bene l’idea dell’orizzontalità della Rete nella struttura aziendale. Che ne pensate? Ho scordato qualcosa?

Per quanto riguarda le chart complete del convegno, sono già disponibili quelle del mio intervento (PDF) e a giorni ci saranno anche quelle degli altri relatori.


Mercoledì prossimo a Roma nell’ambito di Omnicom Expo abbiamo organizzato come IAB il convegno Comunicazione via internet: l'altra metà dei “mezzi”. L’obiettivo sarà quello di verificare come la Rete si va ad integrare con gli altri media e non solo ad affiancarli.

In realtà avevo pensato inizialmente ad un titolo più provocatorio o ironico, del tipo “Internet: la metà che manca agli altri mezzi”. Ma non volevo cadere nell’errore che facciamo talvolta noi del settore, di metterci a comparare i diversi strumenti di comunicazione cercando di promuoverne uno rispetto agli altri. La logica delle aziende è invece necessariamente quella dell’integrazione tra i mezzi ed è su questo terreno che cercheremo di sviluppare il convegno.

Ancora devo preparare le mie chart, ma pensavo di partire da un’osservazione generale su “a cosa serve internet in azienda” che dovrebbe far incrociare la Rete con i diversi settori delle organizzazioni e i differenti strumenti di comunicazione. Se avete argomenti da suggerire, sono tutt’orecchi :)

Insieme a me ci saranno Salvatore Ippolito di Microsoft, Gianluca Stazio di RaiNet, Serena Belloni di Neo@Ogilvy e Luca Bordin di Nielsen Online. Appuntamento quindi mercoledì 13 alle ore 10.


Mercoledì prossimo a Roma nell’ambito di Omnicom Expo abbiamo organizzato come IAB il convegno Comunicazione via internet: l'altra metà dei “mezzi”. L’obiettivo sarà quello di verificare come la Rete si va ad integrare con gli altri media e non solo ad affiancarli.

In realtà avevo pensato inizialmente ad un titolo più provocatorio o ironico, del tipo “Internet: la metà che manca agli altri mezzi”. Ma non volevo cadere nell’errore che facciamo talvolta noi del settore, di metterci a comparare i diversi strumenti di comunicazione cercando di promuoverne uno rispetto agli altri. La logica delle aziende è invece necessariamente quella dell’integrazione tra i mezzi ed è su questo terreno che cercheremo di sviluppare il convegno.

Ancora devo preparare le mie chart, ma pensavo di partire da un’osservazione generale su “a cosa serve internet in azienda” che dovrebbe far incrociare la Rete con i diversi settori delle organizzazioni e i differenti strumenti di comunicazione. Se avete argomenti da suggerire, sono tutt’orecchi :)

Insieme a me ci saranno Salvatore Ippolito di Microsoft, Gianluca Stazio di RaiNet, Serena Belloni di Neo@Ogilvy e Luca Bordin di Nielsen Online. Appuntamento quindi mercoledì 13 alle ore 10.


Santi giornalisti! Io capisco l’efficacia di fare un po’ di sconquasso però l’intervista che ho rilasciato a Pubblicità Italia va precisata meglio. Il tema è la misurabilità di internet e, tra i discorsi sul campo, c’è quello su Audiweb

Rispondendo alla domanda “Ma Audiweb farà aumentare gli investimenti online?” mi sono sentito di rispondere provocatoriamente che in teoria non dovrebbe essere Audiweb a rilanciare gli investimenti e se succede è solo per miopia degli investitori o di chi li assiste perché hanno bisogno di rassicurazioni formali mentre già oggi la Rete è stra-misurabile per lungo e largo.

Quindi ben venga Audiweb (e come fatto a più riprese, confermo la validità e anche l’innovazione con cui stanno procedendo Gasperini, Iannicelli & Co.), ma sono stanco di vedere attribuita a questa ricerca la veste di spartiacque decisivo nello shift verso il digitale. O meglio, come l’ho definito nell’intervista, sarebbe una bestemmia professionale il fatto che si stia aspettato Audiweb per prendere decisioni strategiche, senza badare invece alle tonnellate di dati quotidiani che indicano la strada già da anni. Insomma, basta alimentare l’alibi Audiweb anche perché, siccome la perfezione non è cosa umana, sono sicuro che anche su questa ricerca ci troveranno da ridire.

Per come la vedo io, non mi sento più di dimostrare quanto internet sia misurabile, ma semplicemente evidenzio quanto lo sia decisamente meno l’altro 94% dei soldi spesi in pubblicità. Intanto mercoledì prossimo ci sarà un’intero seminario dedicato alla misurabilità dei mezzi interattivi organizzato da IAB. Ci vediamo lì.

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Qui la tabella con i consuntivi 2006/2007 e le previsioni per il 2008 del fatturato della pubblicità onlne in Italia, elaborati da IAB Italia.

Pubblicità online in Italia - 2006-2008, IAB Italia

Sul sito IAB il comunicato stampa.

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Qui la tabella con i consuntivi 2006/2007 e le previsioni per il 2008 del fatturato della pubblicità onlne in Italia, elaborati da IAB Italia.

Pubblicità online in Italia - 2006-2008, IAB Italia

Sul sito IAB il comunicato stampa.

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Dell’assemblea annuale di UPA, l’associazione che rappresenta gli spender pubblicitari, che si è tenuta ieri a Milano, ho annotato alcune cose:

  • la parola probabilmemte ripetuta pià volte è stata “cambiamento”;
  • interessante, e speriamo davvero convinto, è stato il richiamo di Sassoli de Bianchi, Presidente di UPA, alla trasparenza del mercato pubblicitario; seppur non citata esplicitamente,  ha espresso una censura del meccanismo delle “over”, ciè quel meccanismo per cui i servizi di pianificazione pubblicitaria vengono praticamente pagati dagli editori e non dagli advertiser, fenomeno presente, anche se in misura meno evidente, anche nell’advertising online;
  • la testimonianza di FIAT è stata un po’ troppo lunga ma un caso di eccellenza del genere merita decisamente la ribalta, sia per le linee strategiche alla base del rilancio della casa torinese, sia per l’evidente uso intelligente della Rete nel straordinario caso della Fiat 500 (su Fiat  torno più avanti per altri pensieri correlati);
  • sono andato via durante lo stucchevole intervento di Jack Trout il quale, seppure meritevole di considerazione per aver inventato il termine “positioning” (ma ciò succedeva decine di anni fa), si è prodigato a perorare la differenziazione come leva strategica di comunicazione come se dovesse spiegarla ad un ragazzo di quindici anni; ho resistito dieci minuti e poi sono andato a sentire Fabris (di cui scriverò in un altro post).

Su Fiat, ed in particolare sulla campagna “500 wants you” sono già state dette molte cose e tutte positive. Ho avuto il piacere di tenere un paio di speech durante il Marketing Forum di fine maggio insieme a Carmen Momo e Matteo Righi di ARC/Leo Burnett. Una delle cose che hanno evidenziato relativamente alla loro collaborazione nel progetto con Fiat, è stata la relazione cliente/agenzia che si è sviluppata su una vera partnership su basi fiduciarie e collaborative, indispensabile per sviluppare il terreno su cui si è auspicata la relazione con gli utenti. Infine: durante l’assemblea UPA, Luca De Meo ha ricordato che ci sono oltre 20 università nel mondo che ne stanno facendo un caso di studio. Ottimo!

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Sono online le registrazioni e le presentazioni degli interventi di IAB Forum Roma. Buon ascolto!

Tra l’altro, in questi giorni abbiamo condotto un’indagine raccogliendo i pareri dei partecipanti (verrà emesso un comunicato a breve): giudizi positivi e, interessante sollotlinearlo, per più della metà di chi ha risposto al survey si è trattato del primo IAB Forum a cui hanno partecipato.

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IAB Forum è arrivato a Roma con il carico di responsabilità di essere “l’evento internet” in Italia già da qualche anno, con l’edizione milanese che nel 2007 ha ospitato oltre 3.000 persone e 55 espositori. Altra sfida era quella di valorizzare aziende e operatori dell’area romana e del centro-sud in generale.

Alla fine ho ascoltato impressioni principalmente positive, oltre 1000 i partecipanti e, per essere la prima edizione a Roma, abbiamo avuto una dozzina di espositori, tra cui Yahoo! che ha sponsorizzato un piacevole rinfresco a fine giornata. Insomma: la bilancia sembra pendere decisamente verso il positivo.

Mi sono sembrate evidenti due o tre cose, anche leggendo alcuni commenti online:

  • L’importanza di queste occasioni deriva anche dalla possibilità di fare networking e pochi come IAB riescono a fungere da aggregatori di questa portata. Ci hanno già chiesto di fare altri IAB Forum in giro per l’Italia, di organizzare meeting verticali per settore, e parecchie altre idee e proposte.
  • In un giorno non si poteva coprire tutto ciò che riguarda la pubblicità interattiva, però è mancato il search e si è notato. Una volta tanto però, varrebbe la pena prendersela con gli assenti piuttosto con chi crea il contenitore: o no?
  • Mi piacerebbe che in futuro ci sia più spazio per gli operatori dell’e-commerce, perché hanno ormai sviluppato una grande conoscenza del mercato e dei suoi meccanismi economici.
  • C’è chi ritiene che si sia parlato troppo di Web 2.0 e chi mi ha detto esattamente l’opposto. Bene, significa che c’è stato l’equilibrio di argomenti che volevamo! Sui numeri, non possiamo negare che il miliardo di euro di advertising online che si dovrebbe sfiorare quest’anno in Italia, è fatto da tante componenti ma non certo dal Web 2.0: quindi è giusto parlare del mercato che c’è e che cresce. Che poi a fianco (ribadisco: a fianco) della comunicazione pubblicitaria si debba sviluppare una comunicazione nuova e partecipativa, è ugualmente evidente a tutti ormai. Solo che passare ai fatti è complicato: numerose sono le richieste di supporto in tal senso, il che denota che in mosti si stanno muovendo.

Tante altre sarebbero le cose da ricordare: la “prima” a IAB Forum dell’apprezzato Professor Di Bari, la domanda di Stefano che non vuole essere amico di un’auto su Facebook (ricordata anche da Sante), un’organizzazione molto efficiente (lo sottolinea pure Alex), la qualità oltre che la quantità dei biglietti da visita raccolti dai miei colleghi in Ad Maiora, uno scanzonato dietro le quinte prima della tavola rotonda con i portali (prima o poi ve lo ranconto). In ogni caso, grazie Roma e grazie a tutti i visitatori e i colleghi che lo hanno reso possibile.

UPDATE (21/5): disponibili le registrazioni e le presentazioni.

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Il titolo può essere letto in due modi:

  • Consiglio come verbo e quindi l’invito a seguire (e magari iscriversi per le aziende del settore) a IAB Italia, l’associazione che rappresenta l’intero mondo della comunicazione interattiva. Non dimenticate il prossimo appuntamento il 7 maggio a Roma
  • Consiglio come nome proprio, nel senso di Consiglio Direttivo che proprio ieri è stato rinnovato per un mandato biennale. I consiglieri eletti sono:
    • Layla Pavone (Isobar), Presidente
    • Mauro Lupi (Ad Maiora), Vicepresidente
    • Monica Belgeri (IlSole24Ore), Tesoriere
    • Francesco Barbarani (MySpace)
    • Davide Mondo (Tiscali)
    • Andrea Da Venezia (ZenithOptimedia)
    • Nereo Sciutto (WebRanking)
    • Daniele Bologna (Ediforum)
    • Salvatore Ippolito (Microsoft Digital Advertising Solutions)
    • Paola Marazzini (Google)
    • Davide Corcione (Yahoo!)

Per quanto mi riguarda, sono ovviamente onorato di essere nel gruppo ancora una volta (entrai in IAB nel 2001, mi pare) anche se l’elezione di ieri mi ha fatto perdere due anni di vita (chi c’era sa :) ). Scherzi a parte, sono consapevole, come dice Nereo, che ci sarà mooolto da fare non solo a livello di Consiglio ma anche all’interno dei gruppi di lavoro che cercheremo di coinvolgere e stimolare.

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Si, è ufficiale. Il 7 Maggio prossimo si svolgerà l’edizione romana di IAB Forum, ormai diventato il più importante evento a proprosito di internet nel nostro paese. In questo modo, IAB Forum raddoppia e porterà in evidenza delle grandi realtà sia sul fronte degli operatori che sul lato degli spender pubblicitari che operano su Roma.

Programma e location saranno pubblici a breve. Comunque il format sarà simile a quello milanese, concentrato in un giorno. Quindi mattina con convegno (intro, keynote e tavola rotonda), pomeriggio di workshop e area espositiva in parallelo. Ingresso gratuito previa iscrizione online.

A proposito di IAB, ieri abbiamo partecipato al convegno Marketing 2.0 organizzato dal Club del Marketing e della Comunicazione. Sul blog di IAB saranno pubblicate le registrazioni degli interventi di LaylaPavone, Marco Montemagno, Francesco Barbarani e del mio. Appena ho un secondo metterò su Slideshare Disponibile la mia presentazione. Ma dato che in sala c’erano almeno una decina di blogger (almeno stando a quanti hanno alzato la mano quando l’ho chiesto), spero di vedere in rete un po’ di feedback o magari un po’ di commenti qui.

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Si, è ufficiale. Il 7 Maggio prossimo si svolgerà l’edizione romana di IAB Forum, ormai diventato il più importante evento a proprosito di internet nel nostro paese. In questo modo, IAB Forum raddoppia e porterà in evidenza delle grandi realtà sia sul fronte degli operatori che sul lato degli spender pubblicitari che operano su Roma.

Programma e location saranno pubblici a breve. Comunque il format sarà simile a quello milanese, concentrato in un giorno. Quindi mattina con convegno (intro, keynote e tavola rotonda), pomeriggio di workshop e area espositiva in parallelo. Ingresso gratuito previa iscrizione online.

A proposito di IAB, ieri abbiamo partecipato al convegno Marketing 2.0 organizzato dal Club del Marketing e della Comunicazione. Sul blog di IAB saranno pubblicate le registrazioni degli interventi di LaylaPavone, Marco Montemagno, Francesco Barbarani e del mio. Appena ho un secondo metterò su Slideshare Disponibile la mia presentazione. Ma dato che in sala c’erano almeno una decina di blogger (almeno stando a quanti hanno alzato la mano quando l’ho chiesto), spero di vedere in rete un po’ di feedback o magari un po’ di commenti qui.

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Ci sono un paio di importanti motivi alla base della riunione di questi giorni di IAB Europe: la prima è un’evoluzione della struttura organizzativa e della mission di IAB Europe, l’altra riguarda l’inizio dei lavori per mettere su Interact 2008, ossia IL convegno europero sull’e-makgeting che quest’anno si terrà proprio a Berlino (save the date: 2/3 Giugno).

Stimolante come sempre il confronto con gli altri colleghi IAB delle numerose nazioni presenti a cui si sono aggiunti alcuni manager europei di aziende del settore tra le quali Yahoo!, AdLink, Ebay, DoubleClick, e Microsoft.

Mi porto a casa un paio di pensieri in particolare:

  • Tra i nomi che si pensa di invitare a Interact, c’è un ministro tedesco, nella fattispecie il Federal Minister of Economy & Technology. Ho fatto un sogno: nel governo italiano che spunterà dopo prossime le elezioni, qualche incosciente e rivoluzionario cambia nome e missione del Ministero delle Attività Produttive che diventa Ministero dell’Economia e delle Tecnologie… 
  • Sempre a proposito di Interact, ci si è preoccupati di identificare sia il target dell’evento che i suoi contenuti, ritrovandosi sul voler rappresentare l’e-marketing e i media digitali. La riflessione che mi è scattata è che i media digitali non sono più solo il web o la Rete (TV e radio sono di fatto digitali da tempo), così come dietro il marketing elettronico c’è l’intero mondo della comunicazione in fase di sconquasso. Ho concluso che non vedo quale possa essere di questi tempi un settore miglore di internet in cui valga la pena di lavorare.

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Martedì 19 Febbraio alle ore 16.30, presso il Palazzo San Macuto, via del Seminario 76 a Roma, si terrà l’evento “Nuove Risorse per Crescere- Seed Capital, Venture Capital, Private Equity”, organizzato da BAIA, insieme a Decidere.net e Competere.

L’obiettivo è ambizioso: portare avanti delle proposte concrete, anche di tipo normativo, che favoriscano gli investimenti privati.

Ulteriori info e registrazione sul sito di Baia (associazione di cui faccio parte).

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