Mercoledì alla Confindustria di Bergamo ho aperto il convegno con una domanda cruda ma, purtroppo reale: “Internet non serve?”. Pare che il 54% delle aziende con un numero di addetti tra 10 e 49 e che attualmente non usa internet, la pensi proprio così.

Motivazioni del non utilizzo di internet

Poi, insieme a Federico Pedrocchi di Radio24, Matteo Hoepli, Massimo Fubini, Alessio Semoli e Alberto Mucignat, abbiamo cercato di dimostrare non solo quanto serva internet (a pare ancora incredibile dover ripeterlo ancora), ma in che modo le aziende possono utilizzarlo. Alla fine tutti d’accordo che momenti come questi non cambieranno le cose dal giorno alla notte, ma servono e sicuramente li andremo a replicare sul territorio.

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4 commenti per “Internet non serve?”

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  1. Antonicelli Leonardo scrive:

    Ho riletto questo articolo https://www.maurolupi.com/connettere_le_aziende_con_le_persone.html .
    A distanza di due anni e considerando quest’ultimo tuo articolo non posso che trarre la conclusione che forse stiamo sbagliando qualcosa noi del settore….

  2. Federico scrive:

    Il titolo è da correggere… saluti F.

  3. Alessandro Giagnoli scrive:

    Se esiste una colpa è da individuare su più fronti, il digital divide, la semplicità che viene espressa nel fare le cose, il problema del cambiamento e tant’altro.
    Personalmente però, sono fiducioso. Sempre più aziende e professionisti si avvicinano al Web e ai suoi vari strumenti per entrane in relazione con il pubblico.
    Internet non serve? Si, ma lo sanno solo quelli che ci sono già.

  4. michele scrive:

    Questi dati confermano ciò che ho sentito ieri al convegno su enterprise 2.0 a Parma.

    L’introduzione del Direttore dell’Unione degli Industriali di Parma è stata, in parte questa:
    “Io sono ottocentesco, e questo genere di fenomeni mi è completamente estraneo. Mi rendo però conto che ormai il mondo va in questa direzione, e se il mondo va da una parte, tu impresa non puoi andare da un’altra. Se la tendenza è che ci siano sempre piu coglioni, toccherà prenderne atto, e regolarsi di conseguenza. Ovviamente noi industriali veniamo da una cultura diversa, in cui conta il fare, non il fingere di fare propagandando il lavoro di altri. Però, visto che questo tipo di realtà è ormai imperante, speriamo almeno di poterci avvalere di professionisti decenti, e non di venditori di tappeti. Do quindi la parola agli illustri relatori..”

    Come responsabile di un blog di una camera di commercio, posso capire la posizione visto il continuo contatto con le PMI.
    Crediamo però che l’uomo del fare, quello della piccola media azienda, non possa capire l’utilità del web 2.0 finchè si parla di mulino bianco e ninja marketing, con tutto l’ammirazione che possiamo avere per questo tipo di progetti. E’ su questo che dovremmo ragionare. Cosa ne pensate?

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