Archivio: febbraio, 2007

Interessante ricerca condotta in Olanda da De Vos & Jansen e Checkit su come gli utenti usano i motori di ricerca, in particolare su come interagiscono con i risultati di ricerca, dove guardano e per quanto tempo.

Alcuni valori confermano quelli emersi da altre analisi effettuate negli ultimi anni. In questo caso si è differenziato il rapporto tra chi cerca specificatamente informazioni, e chi invece è in procinto di fare una transazione, situazione che sviluppa un differente approccio al motore di ricerca come mostrato nelle due seguenti immagini:

Ricerca per informazioni Ricerca per transazioni

Tra i dati che emergono nella ricerca (qui il PDF completo), va sottolineato che il tempo medio dedicato a leggere la pagina dei risultato di ricerca è di 10,4 secondi, mentre si riserva solo 1,1 secondo per ogni singolo risultato. Ciò conferma l’indicazione generale per cui l’attenzione online delle persone è sempre più parcellizzata e che il il tempo disponibile per farsi notare diminuisce costantemente.

Inutile dire che anche questo studio conferma che i risultati organici sono quelli più visti (98% degli utenti), seguiti dai risultati sponsorizzati evidenziati in alto (95%). Gli sponsored link mostrati sulla destra attirano solo il 31% delle persone.

Non sembrano emergere grandi differenze nell’uso dei differenti motori di ricerca analizzati, mentre sono interessanti le indicazioni a proposito dei motivi che spingono a cliccare un risultato:

  • la familiarità con il brand del sito
  • una posizione rilevante nel listing
  • la presenza della keyword cercata nel risultato
  • la presenza di commenti degli utenti o di comparazione di prodotti
  • le informazioni (indirette) sui prezzi, come “low cost”
  • l’affermazione che il sito propone una vasta gamma di prodotti
  • l’assenza di pubblicità troppo aggressiva come, ad esempio, parole scritte tutte in maiuscolo o punti esclamativi ripetuti

Va precisato che la ricerca è stata condotta su un panel di utenti internet assidui nella fascia di età 17-24.

Una notazione finale personale: conosco bene le persone di Checkit e con loro avevamo condiviso diverse volte la necessità degli operatori del settore di contribuire a studiare il mercato. Ricerche come questa sono chiaramente un valore per tutti. (Il complimento è anche un modo per sdebitarmi parzialmente di un ottimo tris di vini – francesi – di cui mi fecero dono qualche tempo fa ).


Una delle più note banche d’affari americane, la Piper Jaffray, ha pubblicato un poderoso report dal titolo “The user revolution” di cui ritengo interessante riprendere i punti essenziali.

Ho sempre un momento di incertezza quando qualcuno parla di rivoluzione a proposito della Rete, ma in questo caso ci sono oltre 400 pagine di report a supporto (e che spero di raccontare gradadamente nei prossimi giorni). Intanto, ecco i 12 punti riassuntivi (traduzione, corsivi e note sono miei) che confermano senza mezzi termini l’entità dei cambiamenti in atto:

  1. I ricavi mondiali dell’advertising online raggiungeranno 81.1 miliardi di dollari nel 2011.
  2. Communitainment: Internet è diventato il principale medium per le community, la comunicazione e l’entertainment – tre aree la cui crescita si rafforza a vicenda – generando un nuovo tipo di attività, il communitainment, che sta sostituendo il consumo degli altri tipi tradizionali di contenuto online.
  3. Usites - L’aumento delle popolari categorie di siti generati dagli utenti, che noi chiamiamo Usites, sta togliendo traffico a tutte le altre destinazioni online e pone una sfida agli advertiser ed ai publisher.
  4. Internet è adesso un mainstream medium: il web è il principale medium sul lavoro e il secondo medium a casa dopo la televisione.
  5. Il modo di usare internet sta cambiando a favore degli Usites, dei siti di communitainment  e del search, allontanandosi dai portali tradizionali.
  6. User Generated Brands. I consumatori stanno prendendo il controllo del consumo dei contenuti e del branding.
  7. Media Fragmentation: gli advertisers dovranno sempre di più acquistare maggior inventory, da molteplici tipi di media, specialmente su Internet, per ottenere l’impatto desiderato.
  8. The Golden Search: search è diventato il nuovo portale.
  9. Il dominio di Google sembra poter aumentare, in parte per merito della grande varietà di prodotti non-search che creano un ciclo virtuoso di affinità col brand Google.
  10. La pubblicità sui video sarà il driver della prossima maggior crescita del brand advertising e prenderà budget dai media tradizionali per destinarli online.
  11. I network pubblicitari stanno constatando un aumento della domanda dovuto all’incremento della frammentazione di Internet, al desiderio di inventory più targettizzato, al maggior utilizzo dei network ai fini di branding, all’incremento della visibilità dei siti.
  12. Le agenzie si stanno rapidamente trasformando in entità più sofisticate ed esperte tecnologicamente, combinando un’offerta di servizi molto ampia.

Già da diversi anni Piper Jaffray si occupa insistentemente del business della comunicazione online. Il loro “Golden Search” (2003) è stato di fatto il punto di svolta nell’analisi del search marketing con previsioni in gran parte confermate. Mi piace sottolineare come Safa Rashtchy, il loro analista di punta riguardo ad internet, sia nell’Advisory Board di Sempo.

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Per chi non lo sapesse, Panama è il nome del nuovo sistema di keyword advertising (e non solo) di Yahoo!

Annunciato da parecchio, attivo negli Stati Uniti da poco, ora sta arrivando anche in Italia: diciamo… maggio ;-)

Intanto il team italiano ha il suo da fare con tutti i training del caso. L’immaginè l’ho rubata un paio di giorni fa nella (bella) nuova sede milanese di Yahoo! ed è la copertina del manualone ad uso interno.

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Anche oggi mi è capitato di confessare ad una persona il fatto che quando torno da una trasferta di business negli Stati Uniti, mi servono due-tre settimane di disintossicazione per rimettere in ordine il fuso orario mentale. Si, perché il rischio è quello di rimanere vittima delle grandezze e delle oppurtinità di un mercato che qui da noi, almeno in quelle forme, non arriverà mai. Punto.

Allora la disintossicazione, come la chiamo io, serve a fasarsi di nuovo sulle economie e sulle consuetudini della nostra cara Italia. Cosi da non metterersi a “fare l’americano” nel paese sbagliato.

Certo, non riesco sempre a calmierare il disagio dovuto all’evidente arretramento del nostro paese rispetto al resto del mondo idustrializzato. Però neanche sono uno che sputa nel piatto dove mangia.

Peter Hirchberg - Technorati Per fortuna, ogni tanto arriva qualche ventata di freschezza: un cliente che vuole sperimentare, un collega con un’idea propositiva e/o innovativa e, non ultimo, l’appuntamento del giovedì con Nòva, anche oggi tutto  da leggere.

Anch’io ci ho messo lo zampino con un’intervista esclusiva a Peter Hirchberg, il Chairman di Technorati, col quale abbiamo discusso di blog in modo allargato e, per certi aspetti, soprendente.

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Anche oggi mi è capitato di confessare ad una persona il fatto che quando torno da una trasferta di business negli Stati Uniti, mi servono due-tre settimane di disintossicazione per rimettere in ordine il fuso orario mentale. Si, perché il rischio è quello di rimanere vittima delle grandezze e delle oppurtinità di un mercato che qui da noi, almeno in quelle forme, non arriverà mai. Punto.

Allora la disintossicazione, come la chiamo io, serve a fasarsi di nuovo sulle economie e sulle consuetudini della nostra cara Italia. Cosi da non metterersi a “fare l’americano” nel paese sbagliato.

Certo, non riesco sempre a calmierare il disagio dovuto all’evidente arretramento del nostro paese rispetto al resto del mondo idustrializzato. Però neanche sono uno che sputa nel piatto dove mangia.

Peter Hirchberg - Technorati Per fortuna, ogni tanto arriva qualche ventata di freschezza: un cliente che vuole sperimentare, un collega con un’idea propositiva e/o innovativa e, non ultimo, l’appuntamento del giovedì con Nòva, anche oggi tutto  da leggere.

Anch’io ci ho messo lo zampino con un’intervista esclusiva a Peter Hirchberg, il Chairman di Technorati, col quale abbiamo discusso di blog in modo allargato e, per certi aspetti, soprendente.

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PS3 Dome Alla fine mi sono fatto prendere anch’io e, con la scusa di portare mio figlio Gianluca a provare in anteprima la PS3 (thanks Sony & Maurizio), mi sono avventurato con il gamepad. Poi, per fortuna, arrivava Gianluca a risollevare le sorti della mia perenne ultima posizione…

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Mentre per San Valentino Google ha perso la elle, il keynote qui al Search Engine Strategies di Londra è stato di quelli ghiotti: Matt Cutts in persona, praticamente il portavoce tecnico di Google. Come era praticamente ovvio, nessun segreto particolare è stato svelato, ma l’incontro è stato piacevole ed interessante in ogni caso.

Matt ha affermato che l’algoritmo di ranking di Google viene praticamente aggiornato continuamente. Quindi niente più “Google Dance”, ossia radicali cambiamenti ai criteri di ordinamento che prima venivano introdotti tutti insieme periodicamente. È stata poi sottolineata la funzione di “data pushes” (che invece viene aggiornata settimanalmente), attraverso la quale alcuni siti sono elencati nei risultati di ricerca con più link, il tutto gestito automaticamente.

Matt ha anche annunciato che Google Webmaster, l’area dedicata agli sviluppatori di siti web, è uscita dalla beta e, udite udite, il relativo blog è il primo di Google ad avere attivati i commenti. Tutte le news sono introdotte da Vanessa Fox (presente in sala qui al SES) proprio nell’Official Google Webmaster Central Blog.

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Trovo irresistibile fare le foto al Golden Gate, specie quando c’è un po’ di sole come ieri. Ne ho selezionate solo alcune delle decine che ho fatto, più altre raccolte tra Pier 39 e Marina. Non sono immagini particolarmente originali, lo so, ma lo scatto parte comunque. Enjoy.

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Parlare di blog e marketing  San Francisco è come ballare il valzer a Vienna. Franco su blog di BAIA scrive che l’evento è riuscito bene per via di un mix di ingredienti ben combinati (lui parla di “risotto alla milanese” ): troppo buono… (sia il tuo giudizio che il risotto!).

Da parte mia ho aperto l’incontro con una presentazione che riprende quella che avevo fatto a SMAU ma con parecchie revisioni, nuove ricerche, due case history che seguiamo e, ovviamente, è in inglese. Aspetto un attimo a metterla online perché forse l’intero incontro verrà pubblicato su YouTube. Intanto, per i più curiosi, ci sono un po’ di foto su Flickr.

Molto piacevole la conoscenza con gli altri relatori, Marissa Levinson, Mary Trigiani, and Peter Thoeny, così come interessante è stato l’incontro con alcuni dei partecipanti, tra cui Bruce Lowry che è responsabile PR di Novell che ha avviato da tempo strategia sui blog che coinvolge anche alcuni top manager (qui la lista dei blog Novell). Bruce ha poi battuto tutti sul tempo a bloggare a proposito dell’evento BAIA: grazie!


Non faccio mai caso alle monete che mi danno di resto (anzi, meno sono e meglio è) ma oggi mi è caduto l’occhio su un "quarter" sospetto che in effetti erano invece 10 pence. Ho chiesto lumi, ed la tipa con un bel sorriso mi ha detto: "It’s perfect for MUNI!" (MUNI è il servizio bus di San Francisco).

Aveva ragione… ;-)


Il volo da Londra a San Francisco impiega più dieci ore. E dato che non riesco mai a dormire all’andata, per un po’ lavoro e poi mi preparo tante cose da leggere e tanta musica da ascoltare. Questa volta invece non ho toccato il mio player MP3 perché le selezioni musicali predisposte da British Airways sono state fantastiche:

  • Uno speciale dedicato a Heroes, il disco di David Bowie del 1977, pietra miliare per il genere elettronico-rock. Il programma, condotto da Deborah Harry (ve la ricordate coi Blondies?), ha scavato sui dietro le quinte del disco, lo studio di Berlino dove è stato registrato, l’origine del titolo (Bowie che vede due che si baciano dalla finestra dello studio di registrazione). Interessanti pure le interviste a Tony Visconti (il tecnico della registrazione), Brian Eno e Iggy Pop. Curioso il fatto che Robert Fripp, che partecipò all’incisione, arrivò con un volo dagli Stati Uniti e andò direttamente negli studi registrando subito il suo contributo a Heroes senza mai averla sentita prima.
  • Nel canale BBC Live, due splendidi concerti registrati entrambi dal festival di Glanstorbury: Mobi del 2000 e i Portishead del 1998.
  • Nella sezione country, un piacevole disco della giovanissima Taylor Swift.
  • Nel canale dell’opera, nientepopodimenoche la Madama Butterfly di Puccini nell’edizione storica del 1964 con l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta da John Barbirolli, con Renata Scotto come Madame Butterfly. Proprio al Teatro dell’Opera vidi Madame Butterfly quando avevo si e no dieci anni: memorabile.

Si capisce che sono abbastanza onnivoro quando si tratta di buona musica, vero?

Lo scherzetto invece è avvenuto all’arrivo: siamo stati mezz’ora ad aspettare che aggiustassero il finger. Poi ci hanno rinunciato e ci hanno fatto scendere da una scaletta approssimativa. Mai successo con un 747.


Prendono spunto dal New York Times due articoli a proposito di motori di ricerca:

  • Raffaele Mastrolonardo su Corriere.it riflette su come cambia l’impostazione dei titoli di un giornale online. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere a proposito di questo argomento. Trovo interessante il fatto di considerare i motori di ricerca come un destinatario della comunicazione, seppure virtuale, di cui tener conto.
  • Carola Frediani si VisionBlog riprende un pezzo del NYT che sottolinea l’importanza delle ricerche fatte online per capire “i desideri e le aspettative degli utenti”. Anche questo è un tema che mi è caro e che professionalmente seguo in Ad Maiora: le ricerche e gli studi che facciamo per i nostri clienti sono sempre più interessanti. Mi piace anche il fatto che, a differenza dei sondaggi e dei focus group realizati con le tecniche classiche, il nostro panel è praticamente “l’universo degli utenti” e non… rompiamo le scatole a nessuno. Semplicemente osserviamo.

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Praticamente questo post l’ho scritto via istant messenger utilizzando imified (http://www.imified.com)

Può essere utile per dei post “al volo”. L’interfaccia ricorda il caro vecchio telnet o i server FTP quando si interrogavano con le linee di comando…


Questo tipo di humor mi piace molto: Scott Grieder, un manager di Ask.com, ha avuto un serio problema con un prodotto di Google… Addirittura Matt Cutts sembra averlo aiutato a risolverlo…


Su Punto Informatico di oggi ho scritto un pezzo su una ampia ricerca sul Web 2.0 condotta da Universal McCann, in particolare approfondendo l’analisi dei blog.

Il link alla ricerca non funziona (ho già segnalato la cosa): in ogni caso, è possibile scaricalo da qui (pdf, 7,4 mb).

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Se Google cerca di risolvere il Googlebombing, Technorati alza le barriere contro le catene di S.Antonio via blog, che a volte si presentano col badge “meme”. Luca ha già ripreso il post di Technorati: io segnalo un’altra frase che mi sembra importante:

“join us and use these links” memes such as 2000 Bloggers is really a disservice to rank measurement systems

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Da oggi sono aperte le votazioni per eleggere il nuovo board di SEMPO, l’associazione internazionale delle agenzie di search marketing.

Ho avuto l’onore ed il piacere di far parte del consiglio sin dal 2004, coordinando in particolare le attività del gruppo di lavoro europeo. Quest’anno però ho deciso di non candidarmi, essenzialmente perché non credo che sarei riuscito a dedicare all’organizzazione il tempo che richiede e che merita.

Il naturale turnover del consiglio vede uscire qualche altro collega (come diligentemente riportato da SearchEngineWatch) mentre sono più di 30 le candidature per il board (qui la lista).

Per quanto mi riguarda, conto di continuare a seguire il gruppo europeo, possibilmente cercando di creare una sezione italiana “come si deve”. Mai come adesso ritengo che sia necessaria un’organizzazione che supporti i cambiamenti in atto nel settore, sia perchè stanno modificando i motori di ricerca, sia perché le figure professionali di questo comparto (siano esse agenzie specializzate, centri media o risorse interne alle aziende) stanno attraversando un’evoluzione non da poco.

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L’avevo scritto due anni fa: il Googlebombig, a mio avviso, dimostrava solo un problema nell’algoritmo del ranking da parte di Google.

Adesso, dicono, non succederà più. A me pare semplicemente una patch. Non capisco perché anche la correzione ad un evidente situazione che permetteva di fare giochini con i link, venga passata come una feature. Non è come quando si rimprovera (giustamente) a Microsoft di spacciare la semplie correzione di bug e falle come “nuove funzioni di sicurezza”?

In ogni caso, forse è mglio prenderla a ridere: irresistibile “Hanno ucciso il Googlebombing“ di quel birbante di Matt (ma tu guarda se dovevo finire dentro il testo di una canzone…)

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L’avevo scritto due anni fa: il Googlebombig, a mio avviso, dimostrava solo un problema nell’algoritmo del ranking da parte di Google.

Adesso, dicono, non succederà più. A me pare semplicemente una patch. Non capisco perché anche la correzione ad un evidente situazione che permetteva di fare giochini con i link, venga passata come una feature. Non è come quando si rimprovera (giustamente) a Microsoft di spacciare la semplie correzione di bug e falle come “nuove funzioni di sicurezza”?

In ogni caso, forse è mglio prenderla a ridere: irresistibile “Hanno ucciso il Googlebombing“ di quel birbante di Matt (ma tu guarda se dovevo finire dentro il testo di una canzone…)

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Quelo Ho concluso un post recente scrivendo “Tu come la vedi?”, citazione del grande Quelo, spettacolare personaggio uscito dal genio di Corrado Guzzanti.

Ecco, ho realizzato che mi sento orfano di Guzzanti, anzi, dei Guzzanti considerando anche le bravissime sorelle. Bisognerebbe fargli una televizione o un teatro apposta per loro. Mi mancano.

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Ci sono cose mi irritano: una di queste riguarda i trucchetti e gli artifici inventati dai pubblicitari sui media tradizionali. Non so voi, ma io mi sento preso per i fondelli a leggere scritte che scorrono velocissime sotto uno spot TV, oppure frasi accellerate dette in coda ad un jingle in radio che suonano buffe quanto ridicole. A volte si intuisce un “leggere attentamente…” ma poi si perde tutto il resto, oppure si percepisce un vago “non somministrare…ecc.ecc.” letto da un marziano o evidentemente accellerato artificialmente. Per non parlare del mitico “autminconc” in coda agli spot che prevedono un concorso: l’avete mai sentito?

Il punto è che ci sono degli obblighi normativi che impongono determinate indicazioni e disclaimer. Ma gestiti in questo modo sono solo una presa in giro. Punto. Purtroppo c’è la solita consuetudine di legiferare e basta e non di verificare l’applicabilità e l’efficacia dei provvedimenti.

Ricordiamo inoltre che da mesi si parla di vietare l’assurda pratica di alzare il volume degli spot in TV. Saranno pure mass-media, ma sarebbe ora che queste masse siano trattate non come un branco di deficienti. E se lo dice uno che, alla fine, si occupa (anche) di pubblicità…

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Ci sono cose mi irritano: una di queste riguarda i trucchetti e gli artifici inventati dai pubblicitari sui media tradizionali. Non so voi, ma io mi sento preso per i fondelli a leggere scritte che scorrono velocissime sotto uno spot TV, oppure frasi accellerate dette in coda ad un jingle in radio che suonano buffe quanto ridicole. A volte si intuisce un “leggere attentamente…” ma poi si perde tutto il resto, oppure si percepisce un vago “non somministrare…ecc.ecc.” letto da un marziano o evidentemente accellerato artificialmente. Per non parlare del mitico “autminconc” in coda agli spot che prevedono un concorso: l’avete mai sentito?

Il punto è che ci sono degli obblighi normativi che impongono determinate indicazioni e disclaimer. Ma gestiti in questo modo sono solo una presa in giro. Punto. Purtroppo c’è la solita consuetudine di legiferare e basta e non di verificare l’applicabilità e l’efficacia dei provvedimenti.

Ricordiamo inoltre che da mesi si parla di vietare l’assurda pratica di alzare il volume degli spot in TV. Saranno pure mass-media, ma sarebbe ora che queste masse siano trattate non come un branco di deficienti. E se lo dice uno che, alla fine, si occupa (anche) di pubblicità…

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Franco mi ha segnalato un articolo mooolto interessante: “When Being a Verb is Not Enough: Google wants to be YOUR Internet”: si parla dei data center di Google che un domanipotrebbero essere l’unica base tecnologica in grado di sostenere internet.

Gli fa il paio una serie di segnalazioni di Tiziano su Motoricerca che, tra l’altro, propone l’intrigante video Google Master Plan realizzato da una università tedesca.

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Chiamatela pure autoreferenzialità (ammesso che si riesca a dire velocemente senza sbagliare, dai, riprova a-u-t-o-r-e-f-e-r-e-n-z-i-a-l-i-t-à), però il modo col quale si muove la blogosfera mi piace proprio.

Mi piacciono i suoi ritmi: veloci, costruttivi (in genere), spontanei. Come un grande lago in cui ogni sasso che butti, grande o piccolo che sia, crea i cerchi concentrici che però sono in grado di collegarsi con i cerchi creati dagli altri sassi. Di più: ogni onda che si crea, trova pronte ad uscire dall’acqua altre creature, subito reattive ed in grado di contribuire a loro volta al gioco magico dei sassi e dei cerchi.

Vabbè, è un’immagine che ho in testa e che mi piacerebbe rappresentare se avessi un minimo di doti pittoriche. Dati che  scarseggiano, accontentatevi delle parole scritte più o meno d’istinto.

Era solo per motivare il piacere che mi fa essere qualche volta nei loop fatti da un post che commenta un’altro, il cui autore risponde dopo pochi minuti e aggiorna e approfondisce il giro a suon di trackback e link che contagia altri siti, altri blog. Succede velocemente, spontaneamente, come le reazioni naturali dei fiori che si schiudono al primo raggio del sole. Uno dopo l’altro.

Tuttavia, qualche volta il gioco dei sassi e dei cerchi appare forzato o, peggio, sembra provocato scientemente. Qualche post fa ho parlato di “assedio dai meme”: sono catene simpatiche e spesso utili, a patto che non diventino impositive. Voglio dire: a me piacerebbe ascoltare su mille cose il parere di alcune persone: una volta glielo chiedo per favore, la seconda gli propongo un caffè o un pranzo, alla terza… probabilmente rompo le scatole. O no?

Sarà che mi ritrovo a reagire come diceva una vecchia canzone di Springsteen: “When they say sit down, I stand up!” (quando mi dicono di sedermi, io mi alzo in piedi!).

Meglio quando le cose succedono da sole, anche perché… succedono!
Tu come la vedi?


M'illumino di meno Interessante l’iniziativa M’illumino di meno portata avanti da Caterpillar di Radio2: la Giornata Internazionale del Risparmio Energetico fissata per il 16 febbraio. In questo giorno alle 18, si invita a spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili. Quest’anno l’iniziativa è patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero delle Politiche Agricole con la collaborazione di Eni.

Se ieri da Vegetalia si è parlato di fonti rinnovabili, “M’illumino di meno” punta al risparmio energetico, che ritengo comunque il punto di partenza fondamentale per una seria politica di salvaguardia ambientale. Non a caso, il primo “pilastro” indicato da Rifkin è proprio la riduzione del 20% dei consumi energetici nelle abitazioni e nelle aziende. Lavorare sul tema del risparmio energetico è fondamentale anche perché, in linea di principio, mette d’accordo ecologisti e produttori (vedi intervista a Paolo Scaroni pubblicata su IlSole24Ore).

Update (16.00): Alessandro Ronchi ha fatto aderire all’iniziativa il Comune di Forlì di cui è consigliere. Approfondiscono l’argomento tra gli altri: Setfocus, Fulvia Leopardi (che ha sempre uno dei blog più belli ), Ecoblog, InvisibleVoice, Catepol (che ha scovato anche un bel video su YouTube).

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