Archivio: “Social networking”

Riprendo dal sito: “Raccontare chi siamo, la nostra storia, e i risultati raggiunti dal Master in Social Media Marketing & Web Communication della Scuola di Comunicazione IULM di Milano: questi gli obiettivi dell’infografica che illustra le caratteristiche distintive del Master”

Master in Social Media Makerting & Web Communication dello IULM

Orgoglioso di essere parte del comitato scientifico di questo master (oltre che docente) sin dalla sua prima edizione, insieme ad un vero e proprio dream team di colleghi.

In genere non mi sbilancio a suggerire attività nelle quali sono coinvolto, ma lo faccio in questo caso perché, a distanza di anni, i ragazzi che ho indirizzato verso questo master sono rimasti tutti soddisfatti.


#icedbucketchallengeNon faccio la doccia col ghiaccio e quando faccio donazioni non mi sembra opportuno raccontarlo. 

Quindi il mio contributo a Ice Bucket Challenge riguarda solo l’aspetto professionale dell’iniziativa, che ho espresso nell’articolo Capire i social attraverso un secchio di ghiaccio appena pubblicato su Tafter.

Si tratta di un sintetico esame dei motivi di successo dell’iniziativa, con alcuni spunti di riflessione per aziende e organizzazioni interessate a realizzare progetti simili. Buona lettura!


Solo per ricordare ancora l’imperdibile appuntamento del Social Business Forum che si terrà la prossima settimana (1 e 2 Luglio) a Milano. Ingresso gratuito per tutte le sessioni nei due giorni della plenaria; a pagamento per i track del pomeriggio. L’agenda è sicuramente interessante.

Per quanto mi riguarda ho preparato un intervento in cui proporrò il concetto “Marketing Multi-personalità”, come modello per guidare e gestire i processi di digital transformation. L’intervento è schedulato Mercoledì 2 Luglio alle 15.00 nella sessione plenaria.

Martedì 1 modererò invece il track nella sessione Premium dedicata alla Social Customer Experience dalle 14.30 alle 17.

Con l’occasione, segnalo una mia intervista appena uscita su Ninja Marketing (thanks to Alberto) dedicata ai temi del Social Business. Enjoy!


Linkedin ha commissionato a Millward Brown una ricerca riguardo ai contenuti più apprezzati dai professionisti sui social media. Ovviamente Linkedin è risultato molto rilevante, ma in linea generale mi ritrovo su molte delle considerazioni che emergono dall’analisi (anche se dovrebbe essere riferita solo agli Stati Uniti).

Riprendo una delle tabelle che compara i parametri che influenzano la fiducia riguardo a contenuti pubblicati sui principali social network:

Ricerca Millward Brown Digital / Linkedin


Mi piacciono le metafore e apprezzo le infografiche quando sono pensate per rappresentare bene dati e concetti (e non per sparare grafici a caso). Quindi segnalo volentieri questa infografica che riprende alcune regole del customer service e le propone come soluzioni anche per il social media marketing.

Tanto è questione di qualche anno ancora e social media e customer care coincideranno…

10 Lessons That Social Can Learn From Traditional Customer Service


Appena pubblicata la settima edizione della ricerca Wave realizzata da Universal McCann (qui il PDF), che analizza gli Active Internet User (ossia chi usa internet tutti i giorni) di ben 65 nazioni.

In questa Wave 7, denominata “Cracking the social code”, sono stati individuati in particolare cinque fattori chiave che caratterizzano i bisogni delle persone nella relazione con le aziende: Relationship, Diversion, Learning, Progression, e Recognition.

Mi piace sottolineare una frase presa dall’executive summary riguardo alle nuove forme di baratto tra aziende e consumatori:

Consumers are entering into a ‘value exchange’ with brands that meet these needs, they are happy to disclose personal data if it means they receive a better online experience.

Che poi è alla base sulle riflessioni in merito alla fidelizzazione che si facevano a casa di Gianluca.

Tornando alla ricerca di UM, ho notato il dato riguardante l’uso di Twitter, dal quale emerge raddoppiato il numero di utenti italiani rispetto all’anno scorso (superando anche Francia e Germania). Non mi quadra però il dato USA con solo il 32% di utenti Twitter tra quelli online.

image


Social selling e la metafora dei partyVendere attraverso i social? Perché no, ma non come obiettivo primario ma come naturale effetto di una partecipazione coerente e ben organizzata: “social first, selling second”. Questo è in sintesi l’approccio che si suggerisce da tempo e su cui torna Martin Kihn, un analista di Gartner, con il post The Social Science of Social Selling.

Prendendo spunto dalle analisi di Gartner, vengono suggerite quattro implicazioni:

  1. People are more likely to buy (convert) if they’re already part of the community
  2. They’re more likely to join a community if they believe a friend or peer is already a member
  3. Anticipate that any sale will happen after a period (perhaps a long period) of simply getting comfortable with the community
  4. Communities need an identity — they can’t be generic

La metafora del party è quella da cui parte il post di Gartner:

Since we’re comparing digital life to a dance party — and why not? — by now it’s clear that most marketers know:

  • They need to attend the party (social presence)
  • It’s polite to respond when spoken to (community management)
  • It’s neighborly to invite people into conversation on topics they might find interesting (social marketing)

Questo mi permette di ricordare che ne scrissi anni fa identificando proprio nel blog (nel 2006 non c’erano ancora Facebook e Twitter) l’equivalente delle “feste in città”. Scrivevo una cosa del genere (ancora attuale per chi, rispetto ai social, è ancora ad una fase di studio):

Ok, care aziende, credo proprio che i passi da fare saranno:

  • informarsi sui party: chi li organizza, di che si parla e, molto importante, se e come si parla della propria azienda – tradotto: capire il fenomeno dei blog, seguire le discussioni, analizzare le citazioni sul proprio brand e sui prodotti dell’azienda
  • farsi invitare alle feste: iniziare a partecipare ai party più interessanti, conoscere i padroni di casa, ascoltare e conversare – tradotto: intervenire nei blog, commentare e rispondere
  • organizzare un party: guidare la festa, esporsi e ricevere regali, scegliere il tema della festa – tradotto: avviare un blog


Solo per segnalare il workshop “La comunicazione social funziona?” che si terrà Martedì 26 Novembre alle ore 11 nel corso del Matching 2.0 alla Fiera di Milano a Rho.

Oltre al sottoscritto, relatore dell’incontro sarà Francesco Minelli, Business Advisor Clessidra. Modera: Stefano Storti, Ad e Vice Presidente Ammiro Y2K.


Avevo dimenticato di segnalare che gran parte delle presentazioni (video e chart) del Social Business Forum 2013 sono online.

Si può partire dall’agenda degli interventi accanto ai quali ci sono le icone di Slideshare e Vimeo, oppure andare direttamente sul canale Slideshare o sul canale Vimeo. Poi ci sono un po’ di foto su Flickr.

Io poi ho scoperto un bel tool per abbinare video e chart e vi ho caricato la mia presentazione dedicata all’importanza della Social Strategy.


Anche quest’anno il Social Business Forum si preannuncia ricco di contenuti di livello internazionale. Organizzato come sempre da OpenKnowledge, si terrà al Marriot di  Milano il 12 e 13 Giugno 2013.

Dopo aver partecipando diverse volte (anche come relatore un paio di anni fa), questa volta vivrò l’evento più da vicino, facendo parte della squadra OpenKnowledge dall’anno scorso. Ci sono già conferme da parte di speaker di grande livello, per cui penso che anche nel 2013 il Social Business Forum si confermerà essere il più importante evento europeo del settore.


Anche quest’anno il Social Business Forum si preannuncia ricco di contenuti di livello internazionale. Organizzato come sempre da OpenKnowledge, si terrà al Marriot di  Milano il 12 e 13 Giugno 2013.

Dopo aver partecipando diverse volte (anche come relatore un paio di anni fa), questa volta vivrò l’evento più da vicino, facendo parte della squadra OpenKnowledge dall’anno scorso. Ci sono già conferme da parte di speaker di grande livello, per cui penso che anche nel 2013 il Social Business Forum si confermerà essere il più importante evento europeo del settore.


Social Business ForumArrivato alla quinta edizione, il Social Business Forum di quest’anno si preannuncia ancora più ricco di contenuti e con speaker di spessore.

Organizzato da Open Knowledge, prevede sessioni gratuite ed altre a pagamento, per quello che è diventato sicuramente uno dei momenti di riferimento italiani (e non solo) in ambito marketing online, enterprise 2.0, social media, collaborazione online, ecc.

Appuntamento quindi a Milano il 4 e 5 giugno.


Confesso: sono soddisfatto dei panel degli eventi che ho coordinato per la Social Media Week. Naturalmente poi il risultato lo vedremo “sul campo, ma intanto queste sono le formazioni:

Tutto quello che avreste voluto sapere sui social media e che prima o poi dovrete affrontare – Martedì 20/9 dalle 10 alle 12

  • MAURO LUPI, Responsabile area Digital, Ammiro Partners
  • STEFANO EPIFANI, Università La Sapienza di Roma
  • MATTEO FLORA, The Fool
  • STEFANO VENTURA, Responsabile Socialnetworking, RTI Interactive Media – Mediaset
  • ELISABETTA DE GRIMANI, Ferrovie dello Stato
  • ANDREA FERRI, Head of online Community, Vodafone Italia

Star della ReteMercoledì 21/9 dalle 14.30 alle 16.30

  • PAOLA MARINONE, Co-founder BuzzMyVideos
  • LUCA CONTI, Blogger, giornalista, amministratore di Web & Media Life
  • DEBORAH NANIA, Giallo Zafferano
  • PAOLO ATTIVISSIMO, www.attivissimo.net
  • FRANK MATANO, Comico

Location, iscrizione e altri dettagli nei link ai titoli degli eventi. Vi aspetto!


Confesso: sono soddisfatto dei panel degli eventi che ho coordinato per la Social Media Week. Naturalmente poi il risultato lo vedremo “sul campo, ma intanto queste sono le formazioni:

Tutto quello che avreste voluto sapere sui social media e che prima o poi dovrete affrontare – Martedì 20/9 dalle 10 alle 12

  • MAURO LUPI, Responsabile area Digital, Ammiro Partners
  • STEFANO EPIFANI, Università La Sapienza di Roma
  • MATTEO FLORA, The Fool
  • STEFANO VENTURA, Responsabile Socialnetworking, RTI Interactive Media – Mediaset
  • ELISABETTA DE GRIMANI, Ferrovie dello Stato
  • ANDREA FERRI, Head of online Community, Vodafone Italia

Star della ReteMercoledì 21/9 dalle 14.30 alle 16.30

  • PAOLA MARINONE, Co-founder BuzzMyVideos
  • LUCA CONTI, Blogger, giornalista, amministratore di Web & Media Life
  • DEBORAH NANIA, Giallo Zafferano
  • PAOLO ATTIVISSIMO, www.attivissimo.net
  • FRANK MATANO, Comico

Location, iscrizione e altri dettagli nei link ai titoli degli eventi. Vi aspetto!


Sono stati fatti diversi studi su quale sia il numero massimo di relazioni che un individuo può intrattenere con altre persone. Studi correlati più volte alla quantità di “amici” con cui ci si interfaccia nei social network. Ora penso si debba anche iniziare a studiare qual è il numero massimo di social network che è un umano riesce a gestire.

Questi sono i giorni di Google+, il nuovo “ambiente sociale” che vista la portata dei suoi creatori, merita grande attenzione (pur ricordando che Google qualche passo falso l’ha compiuto proprio in questo ambito). Ed il nuovo network fa scattare una serie di inediti interrogativi con i quali ciascuno di noi deve fare i conti, non tanto legati alle funzionalità dello strumento, quanto alla portabilità (o meno) del proprio ambiente di relazioni (o di amicizie, se volete). E’ come se il miglior DJ venisse in città, ma non si sa se alla festa andrà qualcuno che conosci.

Interessante il fatto che l’etica che ciascuno di noi sta autonomamente sviluppando riguardo i social media, è ancora molto fluida e penso non ne verremo mai a capo in modo definitivo. C’è chi è ancora alla fase del collezionismo e che si pesa in funzione del numero di amici, c’è chi è arrivato allo stadio del riflusso ed è alle prese con un bel repulisti di connessioni su Facebook o addirittura riparte come un novello Lazzaro con un immacolato nuovo profilo. In mezzo ci sono quelli alle prese con lo stress da prestazioni, che sfidano le leggi del tempo e della resistenza per tentare di seguire centinaia di persone ed il relativo ciclopico flusso di post, twit, like, check-in, foto e video e così via.

E’ come per la gestione del tempo: esistono suggerimenti generali e regolette “base”, ma poi ogni sistema deve essere costruito sulla propria persona, sul proprio quotidiano, altrimenti non risulta efficiente. Quindi le seguenti indicazioni valgono per me, ma non è detto che siano quelle corrette per chiunque.

  • imageI miei amici su Facebook sono persone che conosco, che ho incontrato almeno una volta; tra loro ho una lista di circa 30 “amici-amici” di cui seguo periodicamente i profili. Due numeri: ho 719 amici e 586 richieste che non ho accettato (e che non accetterò).
  • Su Linkedin sono più “di bocca buona”, nel senso che accetto connessioni con persone che operano nella mio settore, trattandolo quindi come una specie di business directory piuttosto che un social network.
  • Twitter lo sto utilizzando in modo crescente, ed ho creato due gruppi di persone che seguo: uno ristretto (25-30) che effettivamente leggo, un altro più allargato su cui curioso nei momenti di serendipity (stessa sorte che è toccata a Friendfeed su cui capito sempre meno).
  • Altri social network per ora non ne uso, per cui le decine di richieste per Netlog, BranchOut (che noia tutti quegli inviti via Facebook!), Vimeo, ecc. le indirizzo velocemente verso il cestino.

In definitiva, ritengo che se non ci si impone un certo rigore, il rischio è quello di perdersi in meandri digitali che sottraggono tempo e che non sempre restituiscono valore. A proposito, avete un invito per Google+ da girarmi? Occhiolino


Al Web in  Tourism mi è scappata questa espressione: “Le aziende dovrebbero essere obbligate ad aprirsi una pagina Facebook ed allenarsi a gestire la conversazione con le persone”. Ormai i numeri di Facebook sono dirompenti e per almeno i prossimi due-tre anni, il business di chiunque ne dovrà tener conto.

Qualche altro spunto da un articolo sul Financial Times di venerdì.

Facebook pokes big brands into action


HashtagTwitter secret handshake è un articolo del New York Times che va ad incrociare alcuni pensieri che ho in testa in questo periodo riguardo ai nuovi strumenti di potere delle persone in fatto di catalogazione delle informazioni. Per certi aspetti anche Schema.org di cui scrivevo, consente di aggiungere valore di contesto ai contenuti generati attraverso il web.

L’articolo del NYT mette invece in evidenza l’evoluzione dell’utilizzo dell’hashtag il quale, da segno utilizzato su Twitter per classificare l’argomento dei twit, sta trasformandosi in elemento descrittivo di situazioni e contenuti in molteplici ambiti, sia online che non.

Ricordando che l’utilizzo del “cancelletto” è nato spontaneamente dagli utenti Twitter, le stesse persone lo stanno impiegando ora per descrivere momenti di ogni tipo, quasi trasformandolo in un simbolo che ben rappresenta i nostri tempi:

“If Twitter is a compression of ideas and a compression of expression, then hashtags are just an extension of that, so of course it bleeds over into other forms of communication, because our time is compressed, our thoughts are compressed and our space is compressed,”

O ancora entra nel nostro linguaggio:

“The other funny thing that’s been happening is that people around the office have started to talk in hashtags — ‘Hashtag sorry I’m late,’ or ‘Hashtag bad day.’ ”

Mi prendo la libertà di una licenza, ossia quella di considerare per un attimo il nostro caro cancelletto l’equivalente del diesis. Lo so, sono due cose diverse: l’hashtag è un simbolo di punteggiatura, mentre il diesis è una notazione musicale. In comune hanno però la caratteristica di accrescere ciò a cui si riferiscono: il diesis alza una nota di un semitono, l’hashtag trasforma una parola in un significato descrittivo e genera contesto al paragrafo in cui è incluso.

Ora che ci penso, una valanga di anni fa avevo un’azienda che si chiamava Diesys (si, con la “y” lì)… Si faceva formazione e sviluppo software cercando di “dare qualcosa in più”.


Giornata intensa mercoledì al Social Business Forum, zeppa di sessioni su Social CRM, Enterprise 2.0, Social Business e tutto quello che ruota attorno. Ghiotto il piatto di respiro internazionale fornito ad oltre 50 relatori.

Qui pesco alcune delle note twittate frettolosamente a riguardo degli speech che ho seguito e poi riprendo alcune riflessioni che sono emerse nella tavola rotonda a cui ho partecipato.

Il piatto clou, a mio parere, è stata la relazione di Bill Johnston, Director of Global Community di Dell. Quello che mi sono portato a casa è l’esempio di una delle più articolate e produttive applicazioni di social business (dopo l’intervento mi è sembrato di dover rimettere l’orologio sul fuso italiano e quindi indietro di un paio di anni). Tuttavia, va sottolineato che lo stesso Johnston ha rimarcato che sono arrivati a determinati risultati solo dopo cinque anni di “esperimenti ed esperienze”, testimoniando a mio modo di vedere, la necessità di guardare ad uno spettro temporale relativamente ampio per applicare compiutamente una strategia di social business per un’azienda di quelle dimensioni.

Ha twittato bene Roberto Venturini:

per le ns aziende il social è la ciliegina sulla torta, per loro è *la torta*. E funziona.

ma, ribadisco, ci hanno messo cinque anni e, aggiungo, vennero stimolati da una crisi di reputation in particolare sullo scarso livello di assistenza, che li stava buttando fuori dal mercato.

Altro elemento fondamentale, è che nel timeplan che riporta i principali momenti del loro piano di social business, come punto iniziale c’è uno specifico input di Michael Dell, tanto a ricordarci che il commitment e la sponsorship del management sono cruciali.

Veniamo alla tavola rotonda sul Social CRM nella quale ho espresso alcuni concetti anche in controtendenza con quanto sentito durante il convegno:

  • Il concetto di mettere al centro dell’attenzione il cliente, assunto ripetuto a più riprese durante le sessioni, deve essere adottato dall’azienda nel suo insieme. Non significa solo potenziare il customer care o fare engagement sui social media, ma uscire per strada (mentalmente, ma non solo) e capire cosa vogliono i nostri clienti.
  • Sempre sul “cliente al centro del business” ho ribadito la grande difficoltà delle organizzazioni nell’applicare strategie condivise tra i vari team. Occorrerebbe imparare proprio dalle persone che quando trovano le giuste motivazioni e una tecnologia abilitante, fanno cose incredibili (basti pensare a Wikipedia oppure a cosa sono diventati e cosa rappresentano Facebook e YouTube per via dei contenuti generati dagli utenti).
      • Interessante il discorso sul gap che c’è tra desiderio delle aziende di sviluppare una relazione e interessi dei clienti concentrati su aspetti economici e utilitaristici. Io penso che non ci sia nulla di cui sorprendersi, dato che le aziende per prime utilizzano da decenni un approccio simile, fatto di dichiarazioni di amore per i clienti (lavoriamo per voi, realizziamo prodotti sicuri, convenienti, affidabili) ma che nasconde interessi decisamente divergenti con quanto si afferma. Ora il consumatore rende la pariglia: ok, fa un like sula pagina Facebook dei brand, ma si scatena in particolare in presenza di sconti e facilitazioni concrete. Come dargli torto?
        • Nel contempo, partendo dal presupposto che se chiediamo ai clienti cosa vorrebbero dalle aziende, raramente sono in grado di fornire soluzioni innovative ma piuttosto evolutive, allo stesso modo lo sviluppo di una relazione effettiva con i clienti va conquistata con l’assoluta trasparenza e apertura; perché le persone non sono abituate a sentirsi “veramente” considerate e ascoltate dalle organizzazioni, per cui è legittimo aspettarsi che siano inizialmente tiepide. Poi sono le prime a meravigliarsi positivamente quando si sentono coccolate o, semplicemente, trattate da individui. Solito discorso: per guadagnarsi fiducia e considerazione, occorre meritarsele!
        • Poi c’è stato un confronto tra monitoring (delle discussioni online) rispetto a listening. I miei due cents si sono concentrati nell’aggiungere action come elemento cruciale, soprattutto perché è proprio dalle attività che si intende sviluppare a valle dell’analisi, che si può calibrare opportunamente il tipo di ricerca. Se si parte da tutte le metriche che è possibile estrapolare o, peggio, ci si basa sul tipo di tecnologia disponibile, ci si ritroverà solo sommersi da tonnellate di dati. Quindi il trittico completo deve comprendere una giusta piattaforma tecnologica per il monitoring, un adeguato apporto umano di un ricercatore per la parte di listening e poi le figure professionali (aziendali e non) deputate a gestire la fase di action.

Eppoi dicono che i convegni sono tempo perso: a me costringono a focalizzare alcuni concetti e a condividerli. E’ già un risultato, no? Occhiolino


socialbusinessforumAncora una volta l’evento Social Business Forum si dimostra uno dei momenti maggiormente rilevanti in Italia (e non solo) nell’ambito dei social media e dell’enterprice 2.0, soprattutto per la grande partecipazione di speaker stranieri che allarga ovviamente il potenziale di informazioni trasmesse.

Trovo intelligente anche la composizione dell’agenda, con un’ampia sezione gratuita e tre sessioni a pagamento (per chi è interessato ho un codice di sconto del 20%; mandatemi una mail). Il keynote sarà affidato a Bill Johnston (Director of Global Community di Dell) e a Andrew Gilboy (VP E2.0 EMEA di Oracle), ma gli interventi di rilievo sono davvero numerosi.

Io parteciperò alla tavola rotonda “Social CRM Panel” in chiusura della giornata e contavo di parlare, una volta tanto, di problemi. Sempre con un taglio costruttivo, vorrei evidenziare quelle criticità che inevitabilmente si devono affrontare ogni qual volta un’azienda apre i canali sui social media. Su alcuni temi basta fare una buona attività preparatoria, su altri invece occorre intervenire a livello strategico e interessare il management.

Appuntamento quindi l’8 Giugno all’Hotel Marriott a Milano.


Nel 2001 usciva il mio primo libro sui motori di ricerca (è ormai esaurito da tempo) e dopo dieci anni arriva Social Media Marketing in cui sono coautore con un sacco di gente in gamba. (Ora che ci penso, partecipai anche a Linguaggi digitali per il turismo curato da Giuseppe Granieri per Apogeo).

Social Media MarketingTornando a Social Media Marketing (sottotitolo: Manuale di comunicazione aziendale 2.0): è un testo curato da Guido Di Fraia dello IULM che ha avuto la tenacia e la pazienza di metter insieme un bel gruppo di autori: Miriam Bertoli, Andrea Genovese, Gianluca Diegoli, Nazzareno Gorni, Paolo Iabichino, Mirko Lalli, Michele Marzan, Marco Massara, Sacha Monotti, Luca Schibuola, Alessio Semoli, Andrea Serravezza ed il sottoscritto.

L’editore è Hoepli che fino al 28 Aprile consente di acquistare il libro col 25% di sconto. Forse per qualche copia tra le dieci (yes, dieci) a disposizione degli autori, si organizzerà un’asta online come propone Gianluca.

In ogni caso, per chi avrà modo di leggerlo, sarei davvero lieto di ricevere un commento.


Nel 2001 usciva il mio primo libro sui motori di ricerca (è ormai esaurito da tempo) e dopo dieci anni arriva Social Media Marketing in cui sono coautore con un sacco di gente in gamba. (Ora che ci penso, partecipai anche a Linguaggi digitali per il turismo curato da Giuseppe Granieri per Apogeo).

Social Media MarketingTornando a Social Media Marketing (sottotitolo: Manuale di comunicazione aziendale 2.0): è un testo curato da Guido Di Fraia dello IULM che ha avuto la tenacia e la pazienza di metter insieme un bel gruppo di autori: Miriam Bertoli, Andrea Genovese, Gianluca Diegoli, Nazzareno Gorni, Paolo Iabichino, Mirko Lalli, Michele Marzan, Marco Massara, Sacha Monotti, Luca Schibuola, Alessio Semoli, Andrea Serravezza ed il sottoscritto.

L’editore è Hoepli che fino al 28 Aprile consente di acquistare il libro col 25% di sconto. Forse per qualche copia tra le dieci (yes, dieci) a disposizione degli autori, si organizzerà un’asta online come propone Gianluca.

In ogni caso, per chi avrà modo di leggerlo, sarei davvero lieto di ricevere un commento.


Una ricerca appena pubblicata (The Effect of Social Networks and the Mobile Web on Website Traffic and the Inevitable Rise of Facebook Commerce – PDF) realizzata da Adgregate Markets insieme a Webtrends evidenzia come le fanpage delle aziende su Facebook continuino a incrementare il loro traffico, mentre i siti corporate di molti comparti (specie quelli non legati all’ecommerce) riscontrano una diminuzione dei visitatori.

Alcune delle evidenze della ricerca:

Among the 44 companies, 18 companies (about 40%) exhibited extremely high traffic to their Facebook page compared to their websites.

Of the 22 categorized as ‘Non-Ecommerce’, 13 companies (about 65%) received more unique visits to their Facebook page compared to their website

Facebook commerce conversion rates ranging from 2% to 4% are on par with Commerce websites.


Una ricerca appena pubblicata (The Effect of Social Networks and the Mobile Web on Website Traffic and the Inevitable Rise of Facebook Commerce – PDF) realizzata da Adgregate Markets insieme a Webtrends evidenzia come le fanpage delle aziende su Facebook continuino a incrementare il loro traffico, mentre i siti corporate di molti comparti (specie quelli non legati all’ecommerce) riscontrano una diminuzione dei visitatori.

Alcune delle evidenze della ricerca:

Among the 44 companies, 18 companies (about 40%) exhibited extremely high traffic to their Facebook page compared to their websites.

Of the 22 categorized as ‘Non-Ecommerce’, 13 companies (about 65%) received more unique visits to their Facebook page compared to their website

Facebook commerce conversion rates ranging from 2% to 4% are on par with Commerce websites.


Seminario su Guerrilla, Viral e Social Media MarketingPenso che Fabio abbia messo su un bel gruppo per questo seminario che si terrà a Roma il 15 e 16 Aprile.

Può essere una buona occasione per sia per i neofiti, sia per chi ha a che fare con i social media nell’abito del proprio lavoro.

Sul post su bloguerrilla tutte le informazioni ed il programma dettagliato.


L’altro mio appuntamento alla Social Media Week (oltre a quello di domani) riguarda la collaborazione interna alle aziende. Ne parleranno:

  • Giacomo Mason , Consulente freelance su Intranet ed enterprise 2.0
  • Raffaele Cirullo , WEB Demand e Delivery – E-Business, ENEL
  • Manuela Arata e Anna Vaccarelli , Network Outreach & Knowledge, CNR
  • Emanuele Quintarelli , Partner & Social Business Strategist, Open Knowledge
  • Franco Dradi, Enterprise Sales Director RIM Italy

Appuntamento giovedì pomeriggio alle 15. Iscrizioni e altre info qui.

Vi aspetto!