Archivio: “new york times”

HashtagTwitter secret handshake è un articolo del New York Times che va ad incrociare alcuni pensieri che ho in testa in questo periodo riguardo ai nuovi strumenti di potere delle persone in fatto di catalogazione delle informazioni. Per certi aspetti anche Schema.org di cui scrivevo, consente di aggiungere valore di contesto ai contenuti generati attraverso il web.

L’articolo del NYT mette invece in evidenza l’evoluzione dell’utilizzo dell’hashtag il quale, da segno utilizzato su Twitter per classificare l’argomento dei twit, sta trasformandosi in elemento descrittivo di situazioni e contenuti in molteplici ambiti, sia online che non.

Ricordando che l’utilizzo del “cancelletto” è nato spontaneamente dagli utenti Twitter, le stesse persone lo stanno impiegando ora per descrivere momenti di ogni tipo, quasi trasformandolo in un simbolo che ben rappresenta i nostri tempi:

“If Twitter is a compression of ideas and a compression of expression, then hashtags are just an extension of that, so of course it bleeds over into other forms of communication, because our time is compressed, our thoughts are compressed and our space is compressed,”

O ancora entra nel nostro linguaggio:

“The other funny thing that’s been happening is that people around the office have started to talk in hashtags — ‘Hashtag sorry I’m late,’ or ‘Hashtag bad day.’ ”

Mi prendo la libertà di una licenza, ossia quella di considerare per un attimo il nostro caro cancelletto l’equivalente del diesis. Lo so, sono due cose diverse: l’hashtag è un simbolo di punteggiatura, mentre il diesis è una notazione musicale. In comune hanno però la caratteristica di accrescere ciò a cui si riferiscono: il diesis alza una nota di un semitono, l’hashtag trasforma una parola in un significato descrittivo e genera contesto al paragrafo in cui è incluso.

Ora che ci penso, una valanga di anni fa avevo un’azienda che si chiamava Diesys (si, con la “y” lì)… Si faceva formazione e sviluppo software cercando di “dare qualcosa in più”.