Archivio: “Content marketing”

Green Liquida

“E' nato Green Liquida, il magazine "verde" scritto da alcuni dei blogger italiani più competenti di ecologia, natura e futuro dell'ambiente. Progetto sostenuto da IBM”

Anche questo secondo me, rientra nel concetto content marketing. Guadagnare visibilità anziché acquistarla; o quantomeno acquistarla in modo diverso (mi riferisco a IBM naturalmente).

Salgo solo per un momento da un punto d’osservazione più in alto: e se una parte del web vivesse come oggi vivono molti musei e gallerie d’arte, ossia con il sostegno delle imprese? Si tratterebbe sempre di comunicazione pubblicitaria ma con la possibilità di declinare meglio i possibili coinvolgimenti sui contenuti. Ora che ci penso, inizio a vedere queste forme di “sponsorizzazioni 2.0”.

Come la vedete?


In Bocconi è stata scelta “Enterprise Generated Content” per definire i contenuti generati dalle aziende; a questi è dedicato uno specifico convegno che si terrà giovedì 24 Settembre a Milano.

Un paio di anni fa io li definii Company Generated Content, per poi passare a identificare il complesso strategico come Content Marketing. In giro ho visto altre definizioni: branded content, corporate generate content, ma il succo è lo stesso: le aziende stanno entrando nella schiera dei produttori di contenuti affiancando, in questo, sia i media tradizionali (talvolta bypassandoli del tutto), sia gli individui.

Al convegno in Bocconi (l’ingresso è gratuito previa registrazione online), verranno presentate alcune ricerche realizzate dall’Università insieme alle testimonianze di Barilla, Purina, Telethon, Intesa San Paolo, Replay Reply. Dal lato degli editori interverranno esponenti di Mondadori, Yahoo!, Time Warner e Corriere.it.

Io sarò nel panel “Dalla filiera alla rete: le nuove regole d’ingaggio nella comunicazione digitale” moderato da Giampaolo Colletti, insieme ai colleghi di Adobe, Università di Pavia, Lush e con Mirko di Ninjamarketing.


Leggevo la bella intervista ad Alberto Alessi rilasciata al The McKinsey Quarterly a proposito di come l’omonima azienda “coltiva” l’innovazione. Qui solo un passaggio:

“The destiny of a company like Alessi is to live as close as possible to the borderline, where you are able to really explore a completely unknown area of products. The problem is that the borderline is not clearly drawn. You cannot see with your eyes where it is. You can only sense these qualities.”

Mi sono tornati in mente i recenti appunti di Luca De Biase sullo storytelling a margine dell’evento Venice Sessions. Luca scrive a proposito delle storie delle aziende:

“Non sono i giornalisti che devono raccontare le storie. Il loro imprinting professionale è quello della spersonalizzazione. Forse questo è in via di correzione. I blog lo insegnano. Ma intanto i giornalisti possono mettersi al servizio di coloro che sono protagonisti di storie importanti per aiutarli a raccontarle se occorre. Sono i protagonisti che devono volerle raccontare. Sperando che credano fino in fondo che sono importanti [...]. In realtà, il racconto di ciascuno costruisce networking e abilita l'emergere di un discorso comune nell'epoca della complessità.”

È un argomento che ritengo fondamentale nell’evidente necessità di rinnovare il modo di comunicare da parte delle aziende e delle organizzazioni. Giustamente Maurizio scrive:

“Se i Social Media e i Social Network, stanno entrando lentamente nelle priorità delle aziende, altrettanto non accade per le strategie per i contenuti per il web. Si sono mai chieste le imprese se i contenuti che immettono in rete sono realmente utili, divertenti o comunque graditi ai loro diversi interlocutori?”

Io continuo a ritenere che lavorare su un blog aziendale sia uno dei modi più razionali per avviare il processo di cambiamento, senza particolari rischi e con la possibilità  di allenarsi con gradualità al confronto e al dialogo.

Buone storie a tutti.


C’è più di un elemento che lega i seguenti tre articoli e post:

  • Diminuisce il valore della “reach”, intesa come audience raggiunta da un media, a cui si contrappone al crescente valore dei contenuti di repertorio (Steve Rubel)
  • Michael Arrington mette in discussione (a sui modo) la consuetudine giornalistica dell’embargo (TechChrunch)
  • Ci sono diverse cose che i blogger possono imparare dai (bravi


Partendo dai “contenuti decentralizzati” a cui faceva riferimento Steve Rubel un anno fa, passando per il content marketing a cui recentemente mi riferisco spesso, si arriva ai contenuti intelligenti formalizzati dall’agenzia The Rockley Group (via Casaleggio Associati).

Roberto Cobianchi sintetizza le caratteristiche del “contenuto intelligente”:

  • ha una struttura
  • ha un significato semantico
  • è trovabile
  • è riusabile

Interessante è anche un apposito convegno organizzato sull’argomento a gennaio, tra cui la descrizione dell’intervento di Salim Ismail di Confabb sugli “Intelligent Content”:

There are several trends that are converging today with content on the internet:

  • increased structure (XML)
  • increased syndication
  • atomization
  • meta-data associations (e.g. tagging)
  • socialization

All of these combined provide an increasing amount of context for any piece of content. When you have enough context for a piece of information, essentially that content is now ‘intelligent’. In general, the more context you have, the more intelligence you have.

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Come annunciato su Facebook, sono disponibili le slide complete sul content marketing con una dozzina di chart in più rispetto a quelle presentate durante il workshop a IAB Forum.

A proposito di presentazioni, ho anche messo online le slide del mio intervento a Expocomm di mercoledì scorso dal titolo “Il web 2.0 esalta contenuti e persone”.

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Periodo di ritmi intensi e di priorità che scalciano guadagnarsi un posto in cima alla lista. Così alcuni dei libri che ho letto più o meno velocemente in questi ultimi mesi, dovranno condividere una recensione sintetica in questo unico post anziché averne uno per ciascuno.

Il mestiere di scrivere - Luisa Carrada Il mestiere di scrivere di Luisa Carrada. Piacevole e elegante, il libro di Luisa conferma lo stile e l’esperienza dimostrata da tanti anni sul campo anche mediante il suo sito e il suo blog. Imperdibile per chi vuole avere un quadro complessivo su forma e contenuti nell’epoca della comunicazione digitale. Davvero onoratissimo di essere citato in un paio di occasioni: grazie!

Get Content. Get Customers - Newt Barrett, Joe Pulizzi Get Content. Get Customers di Newt Barrett e Joe Pulizzi. Da quando ho iniziato ad interessarmi ai contenuti generati dalle aziende, ho potuto verificare che anche in terra d’America si sta sviluppando una linea di pensiero sul tema del content marketing. Questo è uno dei libri sull’argomento piuttosto ben fatto. Oltre la metà del testo raccoglie dei casi aziendali, diversi per tipo di progetto e segmento di mercato.

Community management - Emanuele Scotti, Rosario Sica Community management di Emanuele Scotti e Rosario Sica. Dice un po’ tutto il sottotitolo: “Processi informali, social networking e tecnologie Web 2.0 per la gestione della conoscenza nelle organizzazioni”. Dedicato a vuole avere una visione abbastanza pragmatica del “2.0” da un ottica interna alle organizzazioni, attraverso l’esperienza delle comunità di pratica.

Noi è meglio - Barry Libert, Jon Spector Noi è meglio di Barry Libert e Jon Spector. Inno alla collaborazione, alla mutualità, al networking, tutti elementi resi possibili dalle più recenti applicazioni in Rete. In verità il libro non mi ha entusiasmato, forse perché ruota eccessivamente attorno ad uno stesso concetto, seppur rilevante. Dalle numerose case history escono comunque idee e spunti di un certo interesse.

Email marketing, Roberto GhislandiEmail marketing di Roberto Ghislandi. Tutto quello che avreste voluto sapere sull’email marketing e che se anche aveste osato chiedere, pochi avrebbero risposto in questo modo. Si tratta di un libro completo e ricco di esempi che copre tutti i principali aspetti della comunicazione via posta elettronica. Un libro che in Italia mancava.

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BlendTec - Will it blend? Storia e dettagli di una delle più profittevoli case history nel settore dei contenuti generati dalle aziende, ossia quella della BlendTec, un produttore di frullatori che con i suoi divertenti video della serie “Will it blend?” ha moltiplicato il fatturato del 700% (esatto, sette volte).

Nell’articolo, interessante l’elenco dei rischi di campagne di questo tipo che inizia così: “The biggest risk is to not do it

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BlendTec - Will it blend? Storia e dettagli di una delle più profittevoli case history nel settore dei contenuti generati dalle aziende, ossia quella della BlendTec, un produttore di frullatori che con i suoi divertenti video della serie “Will it blend?” ha moltiplicato il fatturato del 700% (esatto, sette volte).

Nell’articolo, interessante l’elenco dei rischi di campagne di questo tipo che inizia così: “The biggest risk is to not do it

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Oltre ad un video-estratto disponibile sul blog di IAB, ho anche messo online le slide presentate oggi al workshop sul content marketing. Di seguito li trovate entrambi. Prossimamente altri approfondimenti. Adesso, dopo due giorni mooolto intensi, mi prendo qualche ora di risposo.

Enjoy :)

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Oltre ad un video-estratto disponibile sul blog di IAB, ho anche messo online le slide presentate oggi al workshop sul content marketing. Di seguito li trovate entrambi. Prossimamente altri approfondimenti. Adesso, dopo due giorni mooolto intensi, mi prendo qualche ora di risposo.

Enjoy :)

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Come già annunciato ai quattro venti, Ad Maiora parteciperà a IAB Forum oltre che nell’area espositiva anche attraverso un workshop che terrò io, esattamente giovedì 6 novembre alle 15.30, sala Blu. Per chi non l’avesse ancora fatto, ci si può iscrivere online indicando i le sessioni a cui pensa di partecipare.

Intanto la pagina del nostro workshop su Facebook ha 83 fan, mentre quella dell’evento ha 96 ospiti confermati e 142 in forse. Una prima anteprima dei contenuti del workshop su Slideshare è stata vista già 530 volte.

Presentazione con audio del workshop sul Content Marketing Da qualche minuto è disponibile anche una presentazione con audio, che spiega un po’ meglio i punti in agenda dell’intervento e accenna ad alcuni dei contenuti che verranno trattati. Come al solito sono benvenuti i feedback. Ci vediamo allo IAB!

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