Archivio: “mirko pallera”

iulmSegnalo volentieri che nell’ambito del Corso di Laurea Magistrale in Marketing, consumi e comunicazione organizzato dallo IULM c’è un bel modulo di indirizzo in Digital Marketing Management che mi vede tra i docenti.

Tra qualche giorno sarà pubblicato l’elenco completo dei docenti ma intanto posso anticipare qualche nome: Gianluca Diegoli, Alex Giordano, Nazzareno Gorni, Marco Massara, Mirko Pallera e naturalmente il Prof. Guido Di Fraia.


Nel pomeriggio ho avuto il piacere di partecipare all’incontro “Is the Internet Changing People’s Engagement in Democracy?” tenutosi presso il Centro Studi Americano di Roma.

C’è stata prima una parte in cui Sam Graham-Felsen, il Chief Blogger della campagna elettorale del Presedente Obama, ha incontrato una decina di blogger tra i quali gli amici Mirko Pallera, Antonio Pavolini e Alessio Jacona (gli ultimi due catturati di spalle nella foto). La cosa che più o meno sapevo ma è stata confermata da Sam, è che la totalità dello staff di Obama dedicato alla Rete non aveva esperienza in campagne elettorali. Anzi, che una delle sfide che hanno vinto (probabilmente proprio per la composizione dello staff), è stata quella di coinvolgere moltissimi giovani che invece sono notoriamente “contro” l’establishment.

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Altri aspetti sottolineati sono la grande produttività dell’email come strumento di relazione e mobilitazione e la strategia fortemente orientata allo storytelling. Il mobile sarà uno dei trend che verrà cavalcato in chiave di geolocalizzazione, fino ad arrivare ad un’app che segnala le case a cui andare a bussare per fare proselitismo perché abitate da potenziali interessati.

Io ho posto una domanda riprendendo quanto affermato il giorno prima proprio al Centro Studi Americano dall’ambasciatore David Thorne, ossia che la sconfitta nelle elezioni del Mid-term è in parte dovuta al fatto che i Repubblicani stanno cavalcando anch’essi l’utilizzo spinto di internet e dei social media. Secondo Sam Graham-Felsen è senz’altro vero che la Palin & company hanno messo anche loro la Rete nelle priorità di comunicazione, ma continuano a farlo in maniera autoreferenziale ed in modo unidirezionale. Nella mia domanda ho posto anche il problema della spinta polarizzante di internet che sembra tendere a rafforzare la divisione tra schieramenti piuttosto che sviluppare consapevolezza e reale confronto (proprio Thorne ricordava come il Tea Party ha più fan su Facebook di quanti ne abbiano il partito democratico e quello repubblicano messi insieme). La visione di Sam Graham-Felsen è decisamente ottimista: secondo lui nel lungo periodo le persone utilizzeranno internet in maniera più equilibrata, formando la propria opinione cercando la verità senza schierarsi in modo assoluto. Io non ho la sua stessa speranza ma lui ha 25 anni meno di me e quindi sta a lui avere profonda questa aspettativa.

Poi c’è stata la sessione pubblica a cui ha partecipato anche Beppe Severgnini, piacevole come sempre, a partire dal suo esordio che è stato quello di meravigliarsi retoricamente che non ci fosse in sala nessun esponente di un partito ad ascoltare Sam Graham-Felsen. Quello che Severgnini lamenta è la mancanza cronica di passione da parte dei politici nostrani che, secondo lui, trascina all’indifferenza molta della popolazione italiana; sicuramente quella oltre “il club dei 5 milioni” che ritiene essere la soglia delle persone in grado di formarsi un’opinione consapevole. Apprezzamento invece per IlPost.it di Sofri e, soprattutto, per il lavoro “importante sotto molti aspetti” del programma “Vieni via con me” su Rai3 che proprio attraverso i video online ha rotto la barriera dei 5 milioni suindicata.


In Bocconi è stata scelta “Enterprise Generated Content” per definire i contenuti generati dalle aziende; a questi è dedicato uno specifico convegno che si terrà giovedì 24 Settembre a Milano.

Un paio di anni fa io li definii Company Generated Content, per poi passare a identificare il complesso strategico come Content Marketing. In giro ho visto altre definizioni: branded content, corporate generate content, ma il succo è lo stesso: le aziende stanno entrando nella schiera dei produttori di contenuti affiancando, in questo, sia i media tradizionali (talvolta bypassandoli del tutto), sia gli individui.

Al convegno in Bocconi (l’ingresso è gratuito previa registrazione online), verranno presentate alcune ricerche realizzate dall’Università insieme alle testimonianze di Barilla, Purina, Telethon, Intesa San Paolo, Replay Reply. Dal lato degli editori interverranno esponenti di Mondadori, Yahoo!, Time Warner e Corriere.it.

Io sarò nel panel “Dalla filiera alla rete: le nuove regole d’ingaggio nella comunicazione digitale” moderato da Giampaolo Colletti, insieme ai colleghi di Adobe, Università di Pavia, Lush e con Mirko di Ninjamarketing.