Archivio: agosto, 2003

In questi giorni ho aggiornato un documento che riassume i principali motivi per cui i motori di ricerca sono uno dei principali strumenti di web marketing e, probabilmente, uno dei più efficienti.

È un file PDF che fa parte della documentazione di Ad Maiora, ma c’è solo un piccolo riferimento all’attività commerciale dell’azienda. Sono invece riportate alcune delle più recenti ricerche di mercato che evidenziano come i motori di ricerca siano indispensabili per lo sviluppo della visibilità di un sito web.

Di questi tempi, il search engine marketing è uno degli agomenti più caldi. Se ne sono accorte anche le aziende che investono in pubblicità on-line e che spendono in posizionamento sui motori di ricerca quasi un quarto dei loro budget. Beh, in Italia un po’ meno, ma ci arriveremo presto!


Credete davvero che la telecamera piazzata nei supermercati serva (solo) a spiare il ladruncolo di passaggio? Ebbene, esiste una vera scienza nell’analisi sui comportamenti dei consumatori davanti agli scaffali, sviluppata anche attraverso l’esame dei filmati registrati nei supermercati. Attraverso questi studi è possibile verificare ciò che influenza la decisione d’acquisto: l’ubicazione dei prodotti, il colore delle confezioni, i cartellini del prezzo e delle offerte, la presenza di tanti o pochi pezzi dello stesso prodotto, ecc.

Al pari dei supermercati ogni sito web è dotato di una telecamera, la quale è in grado di registrare tutti i comportamenti di tutti i suoi visitatori. Purtroppo, moltissimi siti… la tengono spenta!

A livello tecnologico, le cose non sono poi così complesse o costose. Si tratta di istallare una procedura software (a volte va solo attivata) che analizza tutti gli accessi al sito e consente di capire la provenienza dei visitatori ed il loro comportamento nel sito: quante e quali pagine hanno visto, quanto tempo rimangono, quando abbandonano il sito ecc.

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A volte può essere utile acquisire i post di un blog per integrarli in una pagina web di un sito. Beh, questo programma gratuito lo fa automaticamente. Si può utilizzare come servizio oppure istallando il software su un proprio server.


Una delle funzioni che caratterizza maggiormente i weblog è il Trackback, un meccanismo attraverso il quale un un blog può riportare automaticamente le segnalazioni ad un determinato post avvenute su un’altro blog. In pratica si crea una vera rete di collegamenti attorno ad un argomento.

Maggiori dettagli ed alcuni esempi (anche originali) dell’utilizzo del Trackback si trovano qui (in inglese).


Una delle funzioni che caratterizza maggiormente i weblog è il Trackback, un meccanismo attraverso il quale un un blog può riportare automaticamente le segnalazioni ad un determinato post avvenute su un’altro blog. In pratica si crea una vera rete di collegamenti attorno ad un argomento.

Maggiori dettagli ed alcuni esempi (anche originali) dell’utilizzo del Trackback si trovano qui (in inglese).


Nell’unica giornata che ho avuto disponibile per fare shopping a San Francisco, ho avuto la fortuna di trovare di nuovo Build-a-Bear, l’ideale per i miei bambini. Si tratta di un negozio che vende peluche e che avevo intravisto per caso qualche anno fa ma non ci avevo capito molto: c’erano dei peluche esposti ma vuoti, che avevo preso per borsettine o contenitori. E poi c’era gente che faceva strani gesti, saltava, batteva le mani…

Sabato scorso ho invece avuto modo di dedicarci un po’ di tempo e finalmente ho capito: Build-a-Bear è il posto dove nascono i peluche! Un po’ americana come esperienza, ma la procedura che accompagna la nascita è seguita in modo serio e rigoroso dalle assistenti del negozio; in effetti sempre di una nascita si tratta!

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Ultime notizie. “Negli ultimi mesi sono nate centinaia di nuove aziende, studi associati, cantinari, consulenti-cugini-del-presidente, ecc., tutti diventati improvvisamente esperti in visibilità sui motori di ricerca. Tutto merito del PPC, il nuovo super ritrovato in fatto di know-how”.

Mi sembra di ricordare il periodo in cui le prime stampanti laser abbinate ai software di impaginazione avevano trasformato tutti in tipografi provetti.

Il PPC, acronimo che identifica i servizi “pay per click”, ed in particolare il posizionamento a pagamento sui motori di ricerca, permette di acquistare degli spazi pubblicitari in testa ai risultati delle ricerche. E’ veloce da implementare e dà risultati certi.

Ma attenzione: gli spazi pubblicitari acquistati in questo modo, raccolgono solo una parte dei click degli utenti (normalmente tra l’1% ed il 10%), mentre la scelta dei navigatori online si orienta in maggior misura verso i risultati standard.

Per cui il PPC, con i quali molte agenzie e molte aziende ritengono di poter risolvere tutti i problemi di visibilità sui motori di ricerca, rappresenta in realtà solo una parte delle attività necessarie. I maggiori risultati sono sviluppati attraverso il posizionamento all’interno dei normali risultati di ricerca, verso i quali peraltro l’utente è meglio disposto e che sul lungo periodo (6-12 mesi) sono in genere molto più convenienti.


E anche questo è finito! Quattro giorni pienissimi, tanti convegni, molti personaggi, svariate tecnologie. È incredibile come il settore dei motori di ricerca sia in uno dei momenti più convulsi della sua pur giovane storia. Sta succedendo di tutto: le società si fondono, attivano nuove tecnologie e nuovi modelli di business. Tutte le aziende del settore (i search engine ed portali, i SEO/SEM come Ad Maiora, i fornitori di tool di analisi, ecc.) sono in fermento: chi sta messo peggio cresce del 25% l’anno, ma la maggior parte sta raddoppiando la struttura ed i ricavi.

Durerà? Absolutely!

Spero di approfondire prossimamente alcuni degli argomenti più caldi; comunque, in estrema sintesi, i temi che mi sono sembrati più evidenti sono:

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La prima volta che andai ad un Search Engine Strategies (almeno quattro anni fa, mi pare), c’erano circa 80-90 persone ed il convegno durava un giorno. In questa edizione qui a San Francisco i giorni sono quattro e oggi c’erano almeno un migliaio di persone! Esempio evidente dell’entità della crescita del mercato dei motori di ricerca.

Come prima giornata, le sessioni hanno avuto principalmente un carattere introduttivo; da domani si fa sul serio. Direi nulla da segnalare di veramente particolare, a parte la fine serata che è terminata con la Google Dance: non si tratta dell’ennesima rotazione della graduatoria dei siti, ma di un party con panini e musica a tutto volume.


Ho “beccato” Bruce a San Francisco per puro caso. Sono qui per lavoro ma quando ho organizzato il viaggio questo concerto ancora non era stato annunciato. Poi, appena prima di partire, un mio collega mi ha trovato i biglietti e quindi mi sono trovato a smaltire il jetlag allo stadio dei San Francisco Giants.

E’ il primo concerto di Bruce che vedo negli Usa e, seppure preparato sul loro atteggiamento, mi ha comunque sorpreso vedere tanta gente distratta, che durante il concerto si alza tre, quattro volte, parla, telefona, se ne va prima della fine, ecc. Non suonava a San Francisco dal 78 e mi aspettavo un’accoglienza migliore!

L’analisi sul concerto merita una premessa: fino ad oggi avevo visto Bruce solo in Italia (Milano 85, Roma 87 e gli ultimi tre italiani: BO, FI e MI) e forse questo mi ha trovato spiazzato nel vedere un pubblico tranquillo tranquillo. Voglio pensare che sia stato questo a condizionare lo show, risultato più corto del solito, meno entusiasmante e senza particolari “perle” come quelle che aveva appena fatto tra New Jersey e Philadelphia.

lupi-boss.sfComunque il concerto è stato molto bello, senza sbavature, con delle versioni straordinarie di My City of Ruins, Something In The Night e No Surrender. Poi la perla Across the Border, mai suonata in questo tour, con Danny alla fisarmonica: bellissima! La foto qui accanto (grazie al cellulare di Emiliano) mi vede proprio con le mani nei capelli mentre partiva Across th Border.

Una curiosità: durante la presentazione della band ha iniziato il solito “and now last but not least” con il quale introduce Big Man prima di presentare Patti: insomma, se la stava per scordare! Non vorrei essere nei suoi panni una volta tornato a casa! :) Comunque si è ripreso ed ha cercato di farsi perdonare a modo suo, in ginocchio davanti a Patti, facendole un po’ di moine.

Beh, per la fortuna che ho avuto nel beccare in modo insperato questo concerto, sono sicuramente soddisfatto. Però ora non ho più dubbi: tra Bruce e l’Italia c’è un feeling tutto diverso. Sarà che da queste parti hanno maggiore facilità di vedere tanti artisti, sarà che “vivono” il concerto con minore partecipazione, ma vedere Bruce che incita a cantare e ballare e la gente distratta e quasi immobile, mi è sembrato davvero strano e surreale.

Per gli amanti di Springsteen, segnalo il gruppo bruce_it su Yahoo! dove ho anche inserito questo post.


Domani parto per San Francisco: great!
Adoro questa città. Mi fa sentire “a casa”; mi sembra di riuscire a capire le cose, la gente, i luoghi. È una strana sensazione che non ho provato in nessun’altra città fuori dall’Italia.
La prima volta che arrivai a San Francisco (circa quindici anni fa), c’era il boom dell’informatica e Silicon Valley era la mecca delle idee e… dei soldi. Eppure, anche in un momento di eccesso e di euforia, la città mi sembrò attutire i picchi di follia attraverso un ambiente più misurato, più ordinato ed elegante.
Ecco, San Francisco per me è così: rispecchia la modernità di un grande paese, senza evidenziare troppo gli eccessi e le contraddizioni degli USA. La gente è decisamente “open mind”, intellettualmente curiosa e stimolante.
Tornerò ancora a parlare di San Francisco, sia per ragioni professionali (la prox settimana c’è il Search Engine Strategies e senz’altro posterò qualcosa) ma anche perché… è una città che offre tanti spunti e che mi ispira.
Ora vado a fare le valigie.


È bastata qualche giornata di mare (ma quando finisce l’estate?) ed ho terminato il libro “Romanzi per i manager” di Francesco Varanini (Marsilio Editore).

Si tratta di brevi estratti di famosi romanzi (pubblicati in passato sulla rivista “Sviluppo & Organizzazione”) ripresi per evidenziare come, molte indicazioni di marketing ed organizzazione aziendale, siano già state fornite da autorevoli scrittori molti anni fa, peraltro con un elevato livello di profondità e realismo.

Il libro di Varanini viaggia su fasi alterne, chiaramente condizionato dal testo che va a commentare. Splendidi i commenti ai passaggi di Simenon (Maigret e il sergente maggiore), Campanile (Un’impresa colossale) e Hrabal (Ho servito il Re d’Inghilterra). Ricordo, tra gli altri, gli interessanti estratti da opere di Willian Gibson, Joseph Conrad e P.D. James.


Sull’Espresso di oggi c’è un’articolo di Federico Ferrazza su motori di ricerca, o meglio sulla serrata competizione tra le galassie rimaste in gioco: Yahoo! (di cui fanno parte Inktomi, Altavista, Overture e Fast), Google e Microsoft.

La guerra tra i motori di ricerca è un tema ricorrente di questi tempi, come testimonia anche un altro articolo sull’argomento uscito su Sette, il supplemento del Corriere della Sera, la settimana scorsa.

Il pezzo dell’Espresso (è giusto specificare che viene riportato anche un mio intervento), sottolinea la forte concentrazione del settore e l’efficacia dei motori di ricerca come strumento di pubblicità on-line.

Con i naturali limiti di approfondimento di un settimanale, l’argomento è affrontato un po’ velocemente ma comunque in modo più che adeguato, considerando peraltro l’oggettiva complessità del settore che vede collaborazioni intrecciate e logiche economiche del tutto nuove.

Pertinente è l’intervento di un manager di Tiscali che rivendica la necessità di un motore di ricerca europeo per arginare le aziende americane che dominano il settore; si tratta di un tema già sollevato da Soru alcuni mesi fa e che ripropone con insistenza.

Il pezzo dell’Espresso si conclude ipotizzando un futuro delle ricerche online indirizzato verso il cosiddetto “web semantico”. È questo un’argomento su cui ritornerò prima o poi.

Siccome sono un po’ pignolo, devo fare una tirata d’orecchio all’impaginatore che ha inserito il logo errato di Overture. Vabbé, capita…


Ripensandoci, la scintilla che ha fatto nascere questo blog si chiama TypePad, un’applicazione online per la gestione completa di uno o più blog.

La realizzazione di TypePad si deve a Six Apart, un’azienda di San Francisco fondata da moglie e marito l’anno scorso e che già ha realizzato Movable Type, probabilmente la più nota piattaforma di blog attualmente disponibile.

TypePad è praticamente un elegante front-end alle sofisticate funzioni della piattaforma Movable Type.

Gestisce più blog, una semplice e funzionale personalizzazione dell’estetica e dei contenuti dei blog, delle complete funzioni di personalizzazione. E’ già incorporata la generazione dei feed XML e consente la pubblicazione di messaggi via email (così posso inoltrare post direttamente dal palmare, wow!)

L’applicazione è stata messa online il 4 agosto (io l’ho comprata il 7) e risente di essere una versione appena rilasciata. Funziona tutto, sia chiaro, ma l’help non è del tutto completo e qualcosa manca ancora. Però tra me e TypePad è stato amore a prima vista :)

POST COLLEGATI:
Applicazioni che funzionano: Urchin, ContactLab e TypePad


Quando ho iniziato ad interessarmi del fenomeno blog, ho cercato di trovare informazioni sul significato di quegli acronomini (XML, RSS, RDF, ecc.) mostrati, in genere, in bella evidenza in tutti i blog.

Non so perché, ma ero convinto che si trattasse di un sistema che permettesse l’inserimento di parti del documento in altri blog e questo mi ha portato fuori mano nelle ricerche; per cui ho impiegato un po’ per raggiungere le informazioni giuste.

Invece, la cosa è più facile di quanto credessi: si tratta di un semplice file, disponibile sulla maggior parte dei blog, che si può dare in pasto ad uno specifico software (o ad un servizio online) chiamato in gergo blog aggregator o feed aggregator. Questo tipo di programma penserà poi a consultare i singoli blog, mostrando automaticamente tutti i nuovi messaggi (post) ogni qual volta vengono pubblicati.

In pratica è un modo per seguire anche decine di blog attraverso un’interfaccia unica. Semplice no?

Io uso FeedReader per Windows. È facile, freeware e si installa in un minuto Bloglines: si usa dal web, è in italiano ed è gratuito (ne ho parlato qui)

A proposito: l’XML feed di questo blog è http://feeds.feedburner.com/maurolupi ed è questo l’indirizzo da segnalare al software scelto come blog aggregator.

Altre informazioni, tools e riflessioni sul mondo dei blog, sono raggruppati nella categoria Blogging


Quando ho iniziato ad interessarmi del fenomeno blog, ho cercato di trovare informazioni sul significato di quegli acronomini (XML, RSS, RDF, ecc.) mostrati, in genere, in bella evidenza in tutti i blog.

Non so perché, ma ero convinto che si trattasse di un sistema che permettesse l’inserimento di parti del documento in altri blog e questo mi ha portato fuori mano nelle ricerche; per cui ho impiegato un po’ per raggiungere le informazioni giuste.

Invece, la cosa è più facile di quanto credessi: si tratta di un semplice file, disponibile sulla maggior parte dei blog, che si può dare in pasto ad uno specifico software (o ad un servizio online) chiamato in gergo blog aggregator o feed aggregator. Questo tipo di programma penserà poi a consultare i singoli blog, mostrando automaticamente tutti i nuovi messaggi (post) ogni qual volta vengono pubblicati.

In pratica è un modo per seguire anche decine di blog attraverso un’interfaccia unica. Semplice no?

Io uso FeedReader per Windows. È facile, freeware e si installa in un minuto Bloglines: si usa dal web, è in italiano ed è gratuito (ne ho parlato qui)

A proposito: l’XML feed di questo blog è http://feeds.feedburner.com/maurolupi ed è questo l’indirizzo da segnalare al software scelto come blog aggregator.

Altre informazioni, tools e riflessioni sul mondo dei blog, sono raggruppati nella categoria Blogging


Sembra che in uno dei tanti centri di ricerca IBM stiano elaborando una nuova tecnologia per le ricerche online ma… non è questa la prima volta.

Nel 1998 IBM mise in piedi un progetto chiamato Clever (è ancora attivo il link, incredibile!), con l’obiettivo di sviluppare un vero e proprio motore di ricerca. Ricordo che incontrai uno dei responsabili del team di ricerca a Boston, durante l’annuale conferenza sulle tecnologie di ricerca organizzata da Infonortics. La cosa che mi stupì fu che l’intero staff del progetto era di sole sei persone e, probabilmente, questo spiega anche il rapido accantonamento del progetto.

È interessante notare che Clever era una tecnologia che, per prima, pensò a classificare i siti in base ad i link che ricevono da altre pagine sul web. In pratica il concetto di popularity che poi farà il successo di Google.


Ho appena finito di leggere questo interessante libro di Malcom Gladwell (Rizzoli), bello sin dall’inizio anche perchè mi arrivato in regalo da un amico che lavora in Yahoo!

L’autore riporta numerosi studi e ricerche con l’obiettivo di capire come e perchè alcuni fenomeni si sviluppano, da un certo punto in poi, con la massima velocità. Dalla nascita di una moda, allo sviluppo di un’epidemia, al successo di un programma televisivo. Quali sono i fattori che portano una situazione al suo punto critico?

(continua…)


Alla fine di ogni post ci sono alcune indicazioni e dei link:

  • Posted at xx:xx indica l’ora di pubblicazione; il giorno è riportato in alto a destra del post.
  • Permalink è il link permanente al post; dato che la home page del blog cambia costantemene con l’aggiungersi di nuovi post, il Permalink è il riferimento statico della pagina web specifica ove è riportato l’intero brano e tuti i relativi commenti.
  • Comments (n) è il link ai commenti relativi al post; (n) indica il numero totale di commenti inseriti fino a quel momento. Da questo link è possibile leggere tutti i commenti e aggiungerne un proprio.
  • TrackBack (n) è il link alla sezione che riporta le citazioni di questo post su altri blog, nonché il codice TrackBack per segnalare la citazione di questo post sul proprio blog.
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  • Segnala consente di inviare velocemente una e-mail segnalando al destinario il link a questo post.
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  • Inizio riporta all’inizio della pagina corrente.
  • Help è il link a questa pagina.
  • Categorie: … riporta le categorie a cui è associato il post.

Su alcuni post è inoltre indicato il link “Continue reading” seguito dal titolo del post (ad esempio “Continue reading "La scelta di un fornitore internet"”). Questo riguarda i post più lunghi, che sono riportati solo in parte nella home page del blog e che attraverso il link “Continue reading…” possono essere letti per intero.


Non ho resistito! Per giorni mi sono domandato in merito all’utilità e alla necessità di mettere su un mio blog; alla fine ho deciso di partire.

Non sto a proclamare gli obiettivi di questo spazio. Di idee ne ho molte, ma non so quante e quali riuscirò a concretizzare. Ritengo però necessario sperimentare ed imparare sul campo, anche perchè mi interessa moltissimo capire i risvolti professionali della blogosphera, sia come utente, sia come manager di un’azienda che opera su Internet.

Di carattere sono piuttosto riservato, quindi non c’è da aspettarsi molte storie private e personali. Però non voglio neanche fare un blog serioso e monotono.

L’apertura di questo blog mi ricorda una splendida esperienza di tanto tempo fa (fine anni ’70) quando mi ritrovai a trasmettere in radio. L’ambiente delle cosiddette “radio libere” era decisamente stimolante e molti giovani (come lo ero io allora) hanno trovato terreno fertile per comunicare, confrontarsi, scoprire. Sarà così anche questa volta?