Credete davvero che la telecamera piazzata nei supermercati serva (solo) a spiare il ladruncolo di passaggio? Ebbene, esiste una vera scienza nell’analisi sui comportamenti dei consumatori davanti agli scaffali, sviluppata anche attraverso l’esame dei filmati registrati nei supermercati. Attraverso questi studi è possibile verificare ciò che influenza la decisione d’acquisto: l’ubicazione dei prodotti, il colore delle confezioni, i cartellini del prezzo e delle offerte, la presenza di tanti o pochi pezzi dello stesso prodotto, ecc.

Al pari dei supermercati ogni sito web è dotato di una telecamera, la quale è in grado di registrare tutti i comportamenti di tutti i suoi visitatori. Purtroppo, moltissimi siti… la tengono spenta!

A livello tecnologico, le cose non sono poi così complesse o costose. Si tratta di istallare una procedura software (a volte va solo attivata) che analizza tutti gli accessi al sito e consente di capire la provenienza dei visitatori ed il loro comportamento nel sito: quante e quali pagine hanno visto, quanto tempo rimangono, quando abbandonano il sito ecc.

Però attenzione! Questo controllo andrebbe inteso in modo strategico ed in chiave di analisi di marketing. Troppe volte infatti la verifica delle statistiche al sito viene intesa esclusivamente come quantificazione degli accessi, mentre è l’esame qualitativo quello che restituisce le informazioni più utili.

Ciò che può fornire una completa analisi delle visite al sito è un patrimonio informativo enorme, ma si tratta di attuare un approccio nei confronti di un progetto web ove le pagine del sito non servono solo per dare ma anche per ricevere ed imparare. Da come viene visitato il proprio sito web, ogni azienda può ottenere mille indicazioni sui suoi clienti, siano essi effettivi o potenziali, ed in modo pressoché gratuito.

Il sito ci può mostrare i principali percorsi di navigazione tra le pagine e questo rileva l’ordine nelle priorità nella testa dei nostri internauti. Ci può dire da quali siti provengono gli utenti che permangono di più e quelli che effettuano gli ordini on-line. Ci permette di capire quali sono le pagine deboli dalle quali gli utenti abbandonano il sito. Ci indica la frequenza con la quale gli utenti ritornano al sito ed il numero di visite che effettuano prima di inviare una mail o effettuare un acquisto. E queste sono solo alcune delle informazioni già belle e pronte che aspettano solo di essere lette ed interpretate.

Naturalmente, tali informazioni hanno senso se poi vengono elaborate e, soprattutto, se si attuano gli insegnamenti che ne derivano, secondo il principio che un progetto web inizia proprio quando il sito è completato. Da momento in cui va on-line, inizia la fase di apprendimento e di continuo miglioramento.

Ciò comporta un serio esame critico che evidenzierà, senza lasciar scampo, gli eventuali errori nelle fasi progettuali o nella comunicazione. Sono gli utenti che esprimeranno palesemente cosa funziona e cosa no. Evidentemente questo può spaventare il responsabile aziendale del sito o la web agency che ne cura lo sviluppo, consapevoli di venirsi a trovare così prepotentemente sotto osservazione. Bisognerebbe che adottassero il motto che usava Esther Dyson tanti anni fa nel firmare le sue email: “Spero di fare ogni giorno un errore diverso”.

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