Ho sempre cercato di vivere i cambiamenti pensando a cosa si guadagna rispetto a cosa si perde, per cui ho letto con piacere il bel post di Giampaolo Fabris che ricorda come in lingua cinese il termine crisi (weiji) è composto da due due ideogrammi: pericolo ed opportunità.

E di opportunità, Fabris ne elenca alcune, tutte di largo respiro, tra le quali segnalo:

  • prendere le distanze dall’idolatria del PIL
  • ricostruire un rapporto sano tra economia finanziaria e produttiva
  • presa di distanza del gigantismo come paradigma da seguire
  • sottolineare che crescita deve essere sinonimo di benessere non di crescita economica fine a se stessa
  • cogliere la drammaticità dei problemi ambientali

Mi viene spontaneo affiancare il punto di vista di Fabris con quello di Robin Good (peraltro appena citato da Business Week come “voce dell’innovazione”) che invece tocca più la sfera personale. Ebbene Robin per Natale si è concesso il post Come Diventare Felici Senza Diventare Santi: 10 Cose Che Puoi Cambiare Per Riprendere il Controllo Della Tua Vita. Queste le “10 cose”:

  1. Smetti di Essere Dipendente Dai Vecchi Media
  2. Rendi il Tuo Spazio di Lavoro un Luogo Confortevole
  3. Abbandona i Falsi Amici
  4. Regala Qualcosa di Bello ai Bambini. Ogni Giorno.
  5. Ascolta
  6. Diventa un Talent Scout
  7. Non Incolpare te Stesso
  8. Non ti Arrendere
  9. Divertiti in Maniera Seria e Professionale
  10. Non ti Omologare

Tanti auguri per un 2009 e buon cambiamento a tutti!

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6 commenti per “Le opportunità dei cambiamenti”

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  1. Plinio scrive:

    Plinio
    Gentile Signor Lupi,
    sono pochi mesi che seguo i dibattiti, di voi esperti, a volte ho partecipato anch’io con qualche puntualizazzione personale.
    Ho notato che gira e rigira i temi, le risposte, puntualizazzioni, vertono più o meno sempre verso delle linee, abbastanza comuni.
    I modi di esprimerli sono differrenti, ma i temi sono spesso gli stessi, vuol dire che il pensiero comune generale è pressochè accettato.
    Avevo letto anch’io Robin Good i temi sono riportati in stile poetico,quelli del signor Fabris in modo prosaico.
    Vi è il bisogno di uscire da schemi superati, specialmente in un momento di insicurezza non la definisco crisi vi è il bisogno di trovare soluzioni e risposte nel semplice nell’umano alcune mie frasi di miei post che in modo più ruspante nascondono in parte queste tematiche: ( sono in generale rivolte al turismo, ma sono valide in molti campi):
    piccolo è bello ( non quello lì),MEDIAevo,umanesimo e rinascimento nel marketing turistico, nella diversità vi è crescita nell’omologazione vi è rassegnazione,una variabile che non si compra ma si vende: la reputazione ed altro,
    comunque le faccio gli auguri di Buon 2009 a lei e famiglia.
    a domani metto su un post simpatico se ha tempo butti un occhio
    Saluti Plinio

  2. Roberto scrive:

    Condivido i punti, ma la felicità è bella e deve essere irraggiungibile, così siamo sempre spinti dalla voglia di raggiungerla. Meglio quindi essergli sempre molto vicino… Auguri per un felice 2009 ricco di soddisfazioni e “felicità”! ;-)

  3. pippo ferrante scrive:

    Io alle 10 cose ne aggiungerei un’altra: Cerca di condividere il più possibile con gli altri.
    “Buon Cambiamento” anche a te.

  4. Francesco Cuccuini scrive:

    Tutti condivisibilissimi.
    Un po’ di attenzione al 7 che non sfoci nel “incolpa sempre gli altri”.
    Buon anno a tutti.

  5. Mirko Pallera scrive:

    Due Maestri come Fabris e Robin Good dovrebbero avere un’influenza che vada oltre quella enorme, culturale, che già hanno. Da tempo mi chiedo perchè in questo paese non riusciamo a far emergere i veri talenti, a incanalare la loro leadership in programmi e azioni politiche. Penso che sia arrivato il momento di prendere coscienza, di rimboccarsi le maniche e di sostituire questa classe dirigente con la saggezza e l’innovazione che viene dalla Rete.Non possiamo più aspettare Mauro che ne pensi?

  6. Mauro Lupi scrive:

    Ciao Mirko. In effetti Fabris di riconoscimenti (e di “seguaci”) ne ha avuti molti e da diverso tempo (anche perché è ormai “sul mercato” da alcune decadi); e da far suo ha anche provato a cimentarsi nella politica (nel PCI se non ricordo male). Penso che il suo Societing rappresenti bene l’impatto dirompente sui mercati del consumatore post-moderno: ora bisognerà vedere quanto risulterà davvero influente e se la classe dirigente, come dici te, è disposta ad affrontare tali cambiamenti oppure si girerà dall’altra parte.
    Robin Good rappresenta invece l’autonomia, l’avanguardia, il radar che guarda al futuro, per poi calarcisi dentro in prima persona. E’ un tipo di esempio diverso, quasi una linea di confine: se qualcosa si muove nel web, Robin lo sa. Quindi, seppur circoscritto alla Rete, il dettaglio è elevato.
    Però, rassegnati: la classe dirigente “non si sostituisce” semplicemente perché chi dovrebbe decidere ciò sono le stesse persone. E poi questo potrebbe riguardare le aziende pubbliche; quelle private sono invece libere naturalmente di scegliersi i dirigenti che vogliono: tanto poi le risposte gliele darà il mercato.
    Quindi? Per come la vedo io, possiamo solo continuare a far circolare le buone idee e la “saggezza e l’innovazione che viene dalla Rete”.

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