Roma, “la città più bella del mondo“, parole di Bruce Springsteen nella serata che ha chiuso il suo ultimo tour italiano.

Non me la sento di fare una vera e propria recensione, altrimenti scrivo un poema :) , giusto qualche flash:

  • Questa tournee è naturalmente coerente col disco e con l’attuale band: quindi country & western a volontà fino a sconfinare su atmosfere di derivazione folk irlandese. Quindi non credo abbia senso fare un paragone con gli altri concerti del Boss, specie quelli con la legendary E-Street che rimarranno “non confrontabili” con niente di umano :)
  • Ci si diverte, si balla, si canta. E’ una festa, un party, condotto da una poderosa band di ben 17 elementi (la diciottesima è Patti Scialfa, moglie di Bruce, che è tornata dai figli una settimana fa). La sezione fiati è fantastica, i due violini moderni e precisi, eccellenti i vocalist.
  • Perccato che l’acustica è quella inevitabilmente rimbombante del Palaeur (si, non mi viene proprio chiamarlo Palalottomatica). Qui avrò visto almeno trenta concerti negli ultimi trenta anni e ne ho sentito giusto un paio con il suono come si deve.
  • Ma Bruce quando invecchia? Beh, non fa le scemate scenografiche dei tour con la E-Street, ma è comunque in gran forma. Voce fantastica, trascina come al solito.
  • In definitiva: uno spasso, due ore e mezza tutte di fila, divertimento puro. Anche i (pochi) brani del vecchio repertorio del Boss sono rivistati in chiave traditional. My City Of Ruins commuove, Atlantic City sembra nuova, The River la dedica a Roberto (forse Zaccagnini de Il Messaggero?), e poi la vecchissima Growin Up; ricordo che anni fa a Milano la presentò dicendo in italiano: “siamo cresciuti insieme!”. You’re right man.

 

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6 commenti per “Arrivederci Bruce”

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  1. leoaruta scrive:

    Insomma te la sei goduta alla grande e, scommetto, starai continuando ad ascoltare The Boss sul meraviglioso K5 vero?

  2. Lucia scrive:

    Io invece ero alla data di Udine, nelle parole di Bruce “famosa per la grappa”! :) Era a Codroipo per la precisione, a Villa Manin, bellissimo scenario. Bruce dal vivo si conferma il numero uno! Si sentiva bene e l’atmosfera sul palco e tra il pubblico era proprio simpatica, da festa di paese dei film western!!…

  3. massimiliano scrive:

    Bhè una soluzione all’acustica terribile del palachiasso c’era… andarlo a vedere da un’altra parte. ;)
    Come ti dicevo io ho visto Perugia (prato comodo, acustica ottima, gente non molta ma ordinata, organizzazione incredibile, pensa da dove ho parcheggiato ai 15 metri che mi separavano dal palco cio ho messo 20 minuti). Purtroppo non ho sentito dal vivo The river (la versione su you tube ha un sonoro scandaloso) nè Growin’up ma tre chicche le ha regalate anche a noi:
    Open All night in una versione blue grass davvero unica
    Factory abbastanza simile all’originale ma con molto trasporto
    Cadillac ranch irriconoscibilmente lenta e melodiosa
    Insomma un gran concerto.
    P.S.
    Pay me… pay me… pay me my money down… ;)

  4. Mauro Lupi scrive:

    Della serie “l’erba del vicino è sempre migliore”, ho sofferto come un matto quando ho saputo che a Verona ha suonato Fire…

  5. Zio Burp scrive:

    ops… ero convinto di aver commentato ma si deve esser perso via.
    Nulla di che: riraccontavo di quando mio fratello (18 concerti del boss in 17 anni di fansitudine) mi piomba in casa dopo i concerti del boss (stavolta Vr e To), imbraccia lo strumento e mi fa sentire la chicca. Questa volta era la nuova The river.
    Io il boss lo vidi solo con Amnesty a Torino. Poi in parte me en allontanai. Ma quest’ultimo disco è bellissimo. Fresco e antico insieme.

  6. Enrico scrive:

    cmq Zaccagnini de Il Messaggero si chiama Paolo non Roberto

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