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Per chi ancora non l’avesse capito, il web semantico, ossia la catalogazione del web sulla base si elementi standard, rimarrà una chimera, almeno se si continua a sognare una serie di principi di classificazione condivisi universalmente. La buona notizia è che gli strumenti che usano le persone per creare e manipolare i contenuti digitali, iniziano a fornire alcune funzionalità elementari che forse creeranno di fatto una specie di web semantico creato dal basso – e magari questo funzionerà.

L’ultimo esempio è Twannotations, una funzionalità che dovrebbe essere implementata a breve su Twitter e che consente semplicemente di arricchire il proprio messaggio con riferimenti che ne classificano il contenuto. Una specie di tagging che magari creerà qualche standard di fatto nell’arco di qualche mese, un po’ come è già avvenuto con l’hashtag sempre su Twitter. Date un’occhiata alle chart qui sotto (via TechCrunch):


A guardare la rilevazione di ComScore dei siti web più visitati in Italia, in particolare confrontando la situazione di Giugno rispetto a quella di sei mesi prima, saltano all’occhio alcuni trend evidenti. Non solo lo scatto di Facebook, ma anche la comparsa di Live.come un certo ridimensionamento di portali nazionali come Libero e Leonardo. I due grafici di seguito si riferiscono rispettivamente a Dicembre 2008 e Giugno 2009.

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Questi schemi di ComScore fanno parte di una serie di chart che riguardano anche altri paesi (US, UK, Spagna e Francia) ed è disponibile su DocStoc ed è stata anche presentata su TechCrunch. A occhio, mi pare che rispetto alle rilevazioni di Nielsen (e quindi quelle di Audiweb) ci siano delle differenze significative, ma come valori relativi sono comunque dati interessanti.