Archivio: “microsoft”

Puntuale come al solito, Robin Good apre un capitolo nuovo nel valutare le piattaforme per gestire e organizzare i siti web. Si tratta dei cosiddetti CMS (content management systems) che hanno un compito sensibilmente diverso rispetto a qualche anno fa.

imageOggi difatti, il compito delle moderne piattaforme non può essere focalizzato solo sul sito web, ma deve preoccuparsi di organizzare e gestire tutti gli asset e canali digitali (web, social, email, ecc.), tenendo conto peraltro dei differenti device (pc, smartphone, tablet, smart-TV, ecc.).

Le moderne piattaforme, come sottolinea Robin, curano elementi differenti e tutti rilevanti: dalla gestione di canali digitali multipli, al supporto della content curation; dal governo degli strumenti di monetizzazione, alla programmazione della pubblicazione dei contenuti.

Per quello che vedo io nelle organizzazioni più strutturate, dove il digital sta investendo tutti i dipartimenti, le aree funzionali più innovative (e che abitano nuovi modelli organizzativi) sono quelle che riguardano la collaborazione ed il controllo dei workflow. Quindi la gestione di calendari editoriali condivisi, dei ruoli e delle autorizzazioni legate alla pubblicazione, fino ad arrivare a sistemi di social networking pensati appositamente a supporto del content marketing.

Tonando all’articolo su MasterNewMedia, oltre alle numerose piattaforme segnalate, vorrei aggiungerne alcune più orientate a soluzioni enterprise e quindi di maggior complessità, ed in particolare Sprinklr (molto completa ma anche con pricing a partire da 70 mila dollari l’anno), Kapost (ottimo per la gestione dei calendari editoriali) e Falcon Social (una piattaforma tuttofare compreso un tool di listening delle conversazioni online).

Naturalmente anche i big player non stanno a guardare (penso in particolare a Microsoft, IBM e Oracle), molti dei quali stanno via via integrando un set di funzionalità e piattaforme per governare “il digital” a 360°.

Chiudo mettendo benzina su una discussione che genera fuoco ormai da tempo: la scelta e l’implementazione di queste piattaforme nelle organizzazioni, sono nel territorio del CMO o del CTO?


Domani alle 12 partecipo al webinar “Roundtable Digital Marketing: Esperienze, idee e strumenti per costruire una strategia di comunicazione digitale vincente” che sarà possibile seguire gratuitamente online.

Interverranno Cristina Papini, Responsabile di Nielsen Buzz Metrics, Roberta Cocco, Direttore Marketing Centrale Microsoft Italia,  e Sabrina Corti, Enterprise Marketing Manager Microsoft Italia.

Poi andrò a moderare la sessione pomeridiana del Web Marketing Evolution… dall’altra parte di Milano.


Il secondo dei quattro webinar organizzati da Microsoft a cui collaboro, sarà dedicato alla Pubblica Amministrazione e si terrà martedì prossimo dalle 12 alle 13.30. Si potrà partecipare online gratuitamente iscrivendosi preventivamente.

Questo il programma e i relatori:

Benvenuto
Sabrina Corti, Enterprise Marketing Manager, Microsoft Italia

Esperienze, Suggerimenti e Spunti dal mondo privato
Mauro Lupi, Responsabile area Digital, Ammiro Partners

Testimonianza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale
Daniele Lunetta, Dirigente direzione generale per l’innovazione tecnologica

Le tecnologie di Microsoft per attirare, coinvolgere e fidelizzare il cliente online
Riccardo Ciarlo, Microsoft Solutions Specialist Digital Marketing Lead, Microsoft Italia Alberto Masini, Business development manager, Microsoft Italia

Dibattito moderato da Mauro Lupi, Responsabile area Digital, Ammiro Partners


Ho il piacere di collaborare ad una iniziativa di Microsoft inerente quattro seminari online sul tema “La fidelizzazione del cliente attraverso l’esperienza online” che si svolgeranno dalle 12 alle 13.30 nei seguenti giorni (tra partentesi l’argomento di ciascun webinar):

  • 19 Ottobre (Industria)
    • 26 Ottobre (Banche e Assicurazioni)
      • 9 Novembre (Pubblica Amministrazione)
      • 16 Novembre (tutti i settori)

Agli eventi parteciperanno, tra gli altri, esponenti del mondo delle imprese. Io farò una breve introduzione e modererò la discussione. I webinar sono principalmente indirizzati ai professionisti del Marketing e dell’Information Technology che operano in azienda.

Il primo di questi eventi avrà come ospite Roberto Carreri, Responsabile Progettazione e Sviluppo Direzione Sistemi Informativi e Telecomunicazioni, Azienda Trasporti Milanesi. Qui il link per iscriversi gratuitamente al webinar.

Spargete pure la voce! :)


Martedì si è svolto l’incontro “Next Privacy: il futuro dei nostri dati nell’era digitale” per presentare l’omonimo libro curato dall’Istituto Italiano per la Privacy. C’erano due parlamentari del gruppo interparlamentare sull’argomento e anche lo stesso Francesco Pizzetti, Garante della Privacy (resoconto su 01net).

Nello spazio per le aziende, oltre ai responsabili dei rapporti istituzionali di Microsoft e Google e la co-founder della startup italo-americana Passpack, sono intervenuto brevemente anch’io. Nei dieci minuti ho cercato di dire alcune cose:

  • oltre a normare riguardo la privacy è fondamentale informare le persone in merito ad un uso responsabile e consapevole dei propri dati, specie quando ci riferiamo ai mezzi digitali
  • atteggiamenti di allarme massimo sulle violazioni della privacy tendono ad esagerare il problema, mentre nel contempo gli individui stanno sviluppando autonomamente delle capacità di auto-gestione
  • c’è comunque un cambiamento culturale rispetto a cosa significa un “dato personale”; ogni valutazione dovrebbe essere fatta seguendo le linee di pensiero dell’oggi e non quelle del passato
  • le aziende, piuttosto che partire alla ricerca di dati acquisiti in modo talvolta poco lecito, potrebbero invece iniziare ad ascoltare davvero le persone attraverso l’analisi delle discussioni sui social media che spesso dicono di più e meglio rispetto, ad esempio, a cercare cookies profile in qualche zona grigia del mercato

Una cosa che non ho detto per ragioni di tempo è che non penso ci si debba scandalizzare più di tanto se dopo il denaro e il tempo, anche i dati personali stanno diventando una delle unità di scambio economico. In fondo, da decenni lasciamo informazioni particolarmente sensibili ad istituzioni private (ad esempio le banche o le società che gestiscono carte di credito). Lo facciamo perché ci conviene e perché abbiamo fiducia che queste aziende (e i sistemi di controllo) ne inibiscano usi diversi da quelli leciti. Praticamente è la stessa cosa che facciamo quando lasciamo le nostre email a casa di aziende commerciali, fidandoci che i software che leggono e interpretano i nostri messaggi per mostrare pubblicità contestuale, non siano visti e utilizzati anche da umani. O no?


Torno a scrivere dopo bel po’ di latitanza (causa anche lo spostamento del blog) per segnalare una nuova iniziativa su Mclips, il blog di Microsoft Italia, o meglio, delle persone di Microsoft Italia.

Si tratta di un post di Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato dell’azienda, che auspica il confronto su un argomento (in questo caso le interfacce naturali) con tutti i lettori; in base ai feedback raccolti, si riprenderà l’argomento dopo un paio di settimane. L’invito quindi è “Parliamone!”.

Io sono un po’ di parte perché ho condiviso con Carlo e Andrea questa iniziativa, ma trovo sia da sottolineare ogni volta che un top manager di un’azienda partecipi attivamente alle conversazioni. Ed in questo Pietro è senz’altro da esempio.


Torno a scrivere dopo bel po’ di latitanza (causa anche lo spostamento del blog) per segnalare una nuova iniziativa su Mclips, il blog di Microsoft Italia, o meglio, delle persone di Microsoft Italia.

Si tratta di un post di Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato dell’azienda, che auspica il confronto su un argomento (in questo caso le interfacce naturali) con tutti i lettori; in base ai feedback raccolti, si riprenderà l’argomento dopo un paio di settimane. L’invito quindi è “Parliamone!”.

Io sono un po’ di parte perché ho condiviso con Carlo e Andrea questa iniziativa, ma trovo sia da sottolineare ogni volta che un top manager di un’azienda partecipi attivamente alle conversazioni. Ed in questo Pietro è senz’altro da esempio.


Oggi Google ha fatto un annuncio importante per il mondo della pubblicità, ossia DoubleClick Advertising Exchange, una piattaforma tecnologica per far incrociare l’offerta e la domanda di pubblicità online.

Il sistema, seppure ricco di funzionalità e modalità di fruizione (come dettagliato sul blog della stessa DoubleClick, la società acquistata da Google l’anno scorso per 3,2 miliardi di dollari), è praticamente una specie di marketplace in cui i publisher potranno offrire il loro inventory pubblicitario e i marketers (o le loro agenzie) potranno acquistare e pianificare le campagne. Naturalmente il tutto è collegato con AdWords e AdSense, ossia le attuali piattaforme pubblicitarie di Google.

Più di un anno fa, ebbi modo di presentare in anteprima per l’Italia un progetto equivalente di Microsoft, di cui riprendo uno schema qui sotto:

Microsoft Ad Exchange

Il progetto Microsoft era specificatamente votato ad implementare un sistema “aperto”. E qui non parlo solo di API ma di un’infrastruttura simile a quella delle borse valori le quali, pur in presenza di specifiche regole, permettono una negoziazione tra qualsiasi operatore sul mercato. Spero che anche Google applichi davvero una piattaforma di questo tipo perché altrimenti ci si ritroverebbe in situazioni come quelle di AdSense in cui i publisher mettono a disposizione le loro audience ma nulla sanno dei ricavi generati su questa da Google (anche se finalmente lo stesso Schmidt


Oggi Google ha fatto un annuncio importante per il mondo della pubblicità, ossia DoubleClick Advertising Exchange, una piattaforma tecnologica per far incrociare l’offerta e la domanda di pubblicità online.

Il sistema, seppure ricco di funzionalità e modalità di fruizione (come dettagliato sul blog della stessa DoubleClick, la società acquistata da Google l’anno scorso per 3,2 miliardi di dollari), è praticamente una specie di marketplace in cui i publisher potranno offrire il loro inventory pubblicitario e i marketers (o le loro agenzie) potranno acquistare e pianificare le campagne. Naturalmente il tutto è collegato con AdWords e AdSense, ossia le attuali piattaforme pubblicitarie di Google.

Più di un anno fa, ebbi modo di presentare in anteprima per l’Italia un progetto equivalente di Microsoft, di cui riprendo uno schema qui sotto:

Microsoft Ad Exchange

Il progetto Microsoft era specificatamente votato ad implementare un sistema “aperto”. E qui non parlo solo di API ma di un’infrastruttura simile a quella delle borse valori le quali, pur in presenza di specifiche regole, permettono una negoziazione tra qualsiasi operatore sul mercato. Spero che anche Google applichi davvero una piattaforma di questo tipo perché altrimenti ci si ritroverebbe in situazioni come quelle di AdSense in cui i publisher mettono a disposizione le loro audience ma nulla sanno dei ricavi generati su questa da Google (anche se finalmente lo stesso Schmidt


Un’estate 2009 calda per il mondo delle tecnologie digitali, fatta di accordi, fusioni e acquisizioni che lasceranno il segno. Tra i più rilevanti, senz’altro l’intesa tra Microsoft e Yahoo! per le ricerche online, l’acquisizione di FriendFeed da parte di Facebook e la più recente intesa tra Microsoft e Nokia sugli applicativi mobili. Come giustamente scrive oggi Luca Tremolada su IlSole24Ore, “si stringe l’assedio attorno a Google”.

Nell’area dei social network stanno avvenendo alcuni dei movimenti più significativi: da una parte il cosiddetto real-time, dall’altra la centralità che iniziano ad assumere le funzioni di ricerca sulle piattaforme emergenti, Twitter e Facebook su tutte. Come scrive Steve Rubel, questo potrebbe significare un cambiamento radicale nel modo in cui usiamo le informazioni, facendoci diventare “source agnostic”.

Sul tema del social search, si conclude anche l’articolo di Federico Ferrazza su L’Espresso in edicola oggi (per qualche giorno si può leggere qui), che approfondisce la varietà dei social network in relazione ad argomenti diversi, professionali e non. L’articolo, che raccoglie anche un paio di mie battute riguardo a Linkedin e al social search, segnala anche una ventina di social network verticali.