Archivio: “Motori di ricerca”
La faccenda è quella di FIEG che ritiene dominante la posizione di Google per cui ha fatto intervenire l'Antitrust e la Guardia di Finanza. Ci sono parecchi angoli di osservazione della vicenda; qui ne riporto alcuni.
Parto da un commento ad un post di Luca De Biase che riprende un brano di un pezzo di Armando Torno su corriere.it, il quale fotografa lo scenario generale del valore dei contenuti: “la retri
Dedico ai SEO che non sono in vacanza questa ironica chart di Randifish. Negli anni il tempo dedicato a “convincere gli inesperti sull’importanza del SEO” è diminuito, ma rimane ancora un task cruciale.
In realtà ce ne sono altre di chart interessanti nel post di Randifish, tra cui una che posiziona le tattiche SEO su due assi: White Hat vs. Black Hat e Low Value vs. High Value.
Questa sera alle 23.15 sul canale di SkyTG24 interverrò per parlare dello storico accordo siglato tra Yahoo! e Microsoft riguardo ai motori di ricerca.
A più tardi
Sono sempre diffidente rispetto alle indagini di mercato quando realizzate attraverso domande sulle iniziative future degli intervistati. Nel settore della comunicazione, ad esempio, è frequente imbattersi in survey in cui si chiede agli investitori pubblicitari a proposito delle loro prossime scelte di pianificazione e sull’entità delle stesse. Il rischio è che le risposte siano più che altro degli auspici che non sempre vengono poi confermati.
Le indicazioni di tali ricerche sono comunque utili, specie se i dati sono confermati da più fronti e, quantomeno a livello relativo, offrono degli utili parametri per capire cosa probabilmente avverrà nel medio/breve periodo. È il caso di due indagini appena pubblicate relative a come le aziende andranno ad orientare i loro investimenti relativi ad internet.
La prima ricerca riguarda il Regno Unito ed è condotta annualmente da Guava e Econsultancy. In questo caso, il 45% dei marketers hanno dichiarato che incrementeranno i loro investimenti in paid search (solo l’11% invece li ridurrà), mentre il display advertising vedrà budget incrementati nel 24% dei casi (il 16% li taglierà). Da sottolineare che ben il 55% delle aziende conta di aumentare le risorse per la visibilità nei risultati standard dei motori di ricerca (SEO), contro un 6% che le diminuirà.
L’altra ricerca è quella di EIAA e concerne diversi paesi europei tra cui l’Italia. In questo caso, ben 7 aziende su 10 dichiarano che incrementeranno i loro budget in pubblicità online. Risorse che verranno detratte dalla TV (nel 37% dei casi), quotidiani (32%), riviste (46%). Indagando su quale strumento online verrà accresciuto maggiormente, spicca il paid search (64% degli intervistati).
Speriamo non siano solo auspici!
Sono sempre diffidente rispetto alle indagini di mercato quando realizzate attraverso domande sulle iniziative future degli intervistati. Nel settore della comunicazione, ad esempio, è frequente imbattersi in survey in cui si chiede agli investitori pubblicitari a proposito delle loro prossime scelte di pianificazione e sull’entità delle stesse. Il rischio è che le risposte siano più che altro degli auspici che non sempre vengono poi confermati.
Le indicazioni di tali ricerche sono comunque utili, specie se i dati sono confermati da più fronti e, quantomeno a livello relativo, offrono degli utili parametri per capire cosa probabilmente avverrà nel medio/breve periodo. È il caso di due indagini appena pubblicate relative a come le aziende andranno ad orientare i loro investimenti relativi ad internet.
La prima ricerca riguarda il Regno Unito ed è condotta annualmente da Guava e Econsultancy. In questo caso, il 45% dei marketers hanno dichiarato che incrementeranno i loro investimenti in paid search (solo l’11% invece li ridurrà), mentre il display advertising vedrà budget incrementati nel 24% dei casi (il 16% li taglierà). Da sottolineare che ben il 55% delle aziende conta di aumentare le risorse per la visibilità nei risultati standard dei motori di ricerca (SEO), contro un 6% che le diminuirà.
L’altra ricerca è quella di EIAA e concerne diversi paesi europei tra cui l’Italia. In questo caso, ben 7 aziende su 10 dichiarano che incrementeranno i loro budget in pubblicità online. Risorse che verranno detratte dalla TV (nel 37% dei casi), quotidiani (32%), riviste (46%). Indagando su quale strumento online verrà accresciuto maggiormente, spicca il paid search (64% degli intervistati).
Speriamo non siano solo auspici!
MediaPost segnala l’edizione 2009 di “Search Marketing Trends”, il periodico report monografico realizzato da eMarketer, che evidenzia (e in gran parte conferma) dati molto interessanti sugli investimenti in visibilità e pubblicità sui motori di ricerca, seppur riferiti al mercato nord americano.
Le tabelle complessive (che riporto più avanti) fotografano bene la situazione:
- I servizi SEO aumenteranno più del Paid search (tra 4 anni potrebbero crescere ad un ritmo doppio)
- La quota destinata al SEO passerà dal 13% al 16% del totale del budget di search marketing
Naturalmente un’indagine che oggi cerca di stimare cosa succederà nei prossimi cinque anni va presa con le molle. Però è un dato che mi sento di condividere, nella misura in cui la valorizzazione dei contenuti digitali prodotti dalle aziende (sia quelli inerenti al sito o diffusi altrove) diventa sempre di più rilevante ed efficace.
I numeri confermano peraltro l’indicazione che spesso ci sentiamo di dare alle aziende in merito alla distribuzione del budget pubblicitario sui diversi canali e strumenti di comunicazione, per cui porre il SEO al 10-15% del totale destinato al search è un parametro normalmente adeguato.
Il vero problema è la percentuale assegnata ad internet rispetto al totale degli investimenti pubblicitari e alzare quel fatidico 5-6% a cifre doppie o triple come avviene in quasi tutta Europa.
Durante circa quaranta minuti di ieri, per Google tutti i siti del web avrebbero potuto danneggiare i computer se fossero stati aperti. Naturalmente alla base c’è stato un errore umano, che inizialmente sembrava dovuto a StopBadware, l’organizzazione che collabora con Google per identificare i siti dannosi, e invece è stato uno sbaglio a casa di Google. Praticamente nella lista de siti cattivi, è finito anche un semplice e apparentemente innocuo carattere, ossia la barra di divisione (“/”), che però in lingua informatica significa “tutti i siti”.
Magari qualcuno azzarderà che l’errore è una specie di lapsus freudiano perché purtroppo c’è chi pensa davvero che il web faccia male…
Durante circa quaranta minuti di ieri, per Google tutti i siti del web avrebbero potuto danneggiare i computer se fossero stati aperti. Naturalmente alla base c’è stato un errore umano, che inizialmente sembrava dovuto a StopBadware, l’organizzazione che collabora con Google per identificare i siti dannosi, e invece è stato uno sbaglio a casa di Google. Praticamente nella lista de siti cattivi, è finito anche un semplice e apparentemente innocuo carattere, ossia la barra di divisione (“/”), che però in lingua informatica significa “tutti i siti”.
Magari qualcuno azzarderà che l’errore è una specie di lapsus freudiano perché purtroppo c’è chi pensa davvero che il web faccia male…
Come già segnalato, lunedì scorso ho partecipato ad una interessante conferenza sull’Enterprice Search organizzata da Microsoft. La maggior parte dei partecipanti sono stati responsabili IT di di aziende di dimensioni medio-grandi.
Ho notato con favore la consapevolezza che il web deve necessariamente affiancare le reti aziendali interne, sia riprendendo alcune logiche dei motori di ricerca generalisti, sia (e forse soprattutto) acquisire le esperienze dei social network. Mi ha invece sorpreso che solo un terzo dei partecipanti ha alzato la mano quando ho chiesto chi usasse i Feed RSS.
Probabilmente nei prossimi giorni verranno messe online tutte le presentazioni, compresi degli estratti audio, Intanto qui le mie chart:
Tags: microsoft – enterprice search – mauro lupi
Come già segnalato, lunedì scorso ho partecipato ad una interessante conferenza sull’Enterprice Search organizzata da Microsoft. La maggior parte dei partecipanti sono stati responsabili IT di di aziende di dimensioni medio-grandi.
Ho notato con favore la consapevolezza che il web deve necessariamente affiancare le reti aziendali interne, sia riprendendo alcune logiche dei motori di ricerca generalisti, sia (e forse soprattutto) acquisire le esperienze dei social network. Mi ha invece sorpreso che solo un terzo dei partecipanti ha alzato la mano quando ho chiesto chi usasse i Feed RSS.
Probabilmente nei prossimi giorni verranno messe online tutte le presentazioni, compresi degli estratti audio, Intanto qui le mie chart:
Tags: microsoft – enterprice search – mauro lupi
Bella soddisfazione per SEMPO, l’associazione di aziende e professionisti del search marketing (di cui sono stato nel board per qualche anno) essere chiamata ad aprire le contrattazione al Nasdaq il prossimo primo dicembre. Sull’area Facebook di SEMPO ci sono tutti i dettagli.
Una cosa che trovo curiosa: nella pagina del Nasdaq in cui si presenta il momento dell’Opening Bell, c’è attualmente una foto con Jerry Yang e Terry Semel, ex capi di Yahoo! Non ne potevano scegliere un’altra?
A proposito di SEMPO, segnalo che la prossima settimana durante l’ExpoComm alla Nuova Fiera di Roma, verrà tenuta uno specifico workshop sul search marketing.
E visto che si parla di ExpoComm, segnalo che anche che parteciperò alla sessione “Web 2.0 e opportunità delle reti di nuove generazione: binomio vincente per il business?” che si terrà mercoledì 3 dicembre dalle ore 12:30 alle14:30 nella sala Domizia. Se passate, fate un fischio
Tags: sempo – nasdaq – expocomm
Più tardi se ho un secondo metto online le chart dell’Enterprice Search Conference di Microsoft, evento in cui ho potuto scambiare interessanti opinioni con IT manager e affini. In casa Microsoft oggi però si parlava di Kumo, che dovrebbe essere il nome che prenderà “Live Search”. Sarà che l’oriente è cool (Kumo pare significhi ragno o nuvola in giapponese), ma a me non convince.
Ora scappo a sentire Don Tapscott (Wikinomics), poi vi dico. Di seguito faccio un salto al Media Key Award.
I vecchiotti della Rete (come il sottoscritto) sono tutti mediamente affezionati a Yahoo!. Penso abbia rappresentato meglio di chiunque altro lo spirito informale e innovatore che ha animato la prima parte della storia di internet vissuta finora.
Incontrai velocemente Jerry Yang a Milano dieci anni fa. Era il periodo in cui questi neo-miliardari in pieno “periodo dot.com” esaltavano un look sbarazzino in mezzo a tanti incravattati che cercavano di capire che stava succedendo. Marco Ottolini fa un interessante flashback su Yang, arricchito pure da una suggestiva ipotesi su come andarono le cose.
Adesso che il leader di Yahoo! esce di scena, spero che l’’azienda riesca a riprendersi da un momento oggettivamente complicato. Magari finalmente confluire dentro Microsoft, alla quale penso non farebbe male un po’ del colorito viola di Sunnyvale.
Purtroppo molte figure chiave hanno lasciato l’azienda: ancora non posso credere che si siano persi per strada gli ideatori di cose come Flickr, Delicious, ecc. Eppure dentro Yahoo! ci sono ancora tante potenzialità, tanta passione, e ne ho avuto conferma un paio di settimane fa durante una piacevole cena a cui ha partecipato anche uno dei manager europei. Certo, l’entusiasmo non basta a tenere in piedi un business. Ora serve una strategia chiara (Gianluca, fai qualcosa!). E penso possa tornare utile all’intero mercato.
Tags: yahoo! – yahoo – marco ottolini – gianluca carrera
Leggevo (via Search Engine Land) del progetto di ricerca Microsoft chiamato U Rank. In pratica stanno studiando un’applicazione per agire sui risultati di una ricerca facendo salire un determinato sito in graduatoria, eliminarlo o aggiungergli una nota. L’idea non è male e anche Google pare che già dall’anno scorso ha sperimentato un tool simile. Chissà se e quando li vedremo realizzati; in ogni caso il potere che sta arrivando nelle nostre mani (anzi nelle nostre tastiere: io lo chiamo power to the keyboards) è sempre maggiore.
Mi è tornato in mente un articolo che scrissi due anni fa circa (collegato ad un convegno sul web semantico di cui riporto qui a fianco una slide), in cui iniziai a ragionare su quanto i singoli individui stiano caratterizzando, in un modo o nell’altro, anche gli stessi motori di ricerca.
Tags: u rank – microsoft – google – mauro lupi
Cerco sempre di pensarci due volte prima di aggiungere un’altro feed all’aggregatore (mi ero imposto un numero massinmo di 200 feed; e sono a 226), ma per Alessandro Bonzi non ci sono regole che tengano e l’ho aggregato subito. Per capire chi è Alessandro, vado a parafrasare un detto: è nato prima Alessandro o i motori di ricerca?
Nel nel post di apertura, tra le domande che si pone sul tema “bloggare o non bloggare” si chieda se anche il mio blog fosse brutto all’inizio: mah, esteticamente non è che sia migliorato tantissimo, anzi, mi sa che nella letterina a Babbo Natale quest’anno chiederò anche un po’ di tempo extra per fare un restyling…
Comunque, Ale, spero ci regalarai un po’ delle tue informazioni e delle tue visioni. Grazie.
Tags: alessandro bonzi
Qui la tabella con i consuntivi 2006/2007 e le previsioni per il 2008 del fatturato della pubblicità onlne in Italia, elaborati da IAB Italia.
Sul sito IAB il comunicato stampa.
Tags: iab – iab italia
Qui la tabella con i consuntivi 2006/2007 e le previsioni per il 2008 del fatturato della pubblicità onlne in Italia, elaborati da IAB Italia.
Sul sito IAB il comunicato stampa.
Tags: iab – iab italia
Sapevate che Yahoo! fu uno dei primi finanziatori di Google? Poi rivendettero (e bene) le quote che detenevano, restando comunque decisivi per il lancio di Google che implementarono come funzione di ricerca in quella che allora era solo una directory. Cose di 6 anni fa circa. L’ultimo accordo (Google esporrà i suo inserzionisti nei risultati di ricerca di Yahoo!) è l’ennesimo favore, seppur ben pagato.
Google nel frattempo ha dimostrato di saper monetizzare le ricerche meglio di chiunque altro, ed ora Yahoo! cerca di valorizzare il search con questo accordo perché da soli hanno inanellato solo una lista di errori: ricordate l’inclusion? ricordate Panama? ricordate 360? E pensare che avevano in casa chi ha inventato il keyword advertising (Overture). Vabbè è andata. In un intervista ad Affari Italiani parlo di resa di Yahoo!: ovviamente mi riferisco al search, perché spero davvero che l’azienda possa rilanciarsi su tutto il resto: e lo dico per i dipendenti di Yahoo!, per il business legato ad internet e per gli utenti della Rete.
Su cosa significa per la Rete in generale questo accordo, ci pensa Vittorio Zambardino a fare una perfetta e giustamente allarmata disamina.
Tags: google – yahoo! – yahoo – vittorio zambardino – panama – overture
Pare che per il 43% dei manager delle industrie IT nel mondo, l’internet marketing è posizionato al primo posto per “best value for the money” superando tutti gli altri strumenti di comunicazione. Il 79% ritiene fondamentale l’impostanza del search marketing. Il 28% delle aziende ha un blog ed il 16% conta di aprirlo nel corso del 2008.
Queste ed altri interesanti dati arrivano dall’annuale ricerca condotta da Eurocom Worldwide. Disponibile anche un powerpoint.
Tags: eurocom – eurocom worldwide
Quando nei giorni scorsi Yahoo! aveva iniziato a fare dei test implementando il sistema pubblicitario di Google, ho capito che la trattativa di acquisizione di Yahoo! da parte di Microsoft sarebbe saltata. Microsoft non ha proceduto nel sui “bid ostile” ma Yahoo! ha fatto di tutto per ostentare sicurezza e orgoglio. Non ultimo il fatto che alla lettera di Steve Ballmer a Jerry Yang, abbia risposto Roy Bostock (chairman di Yahoo!) anziché Yang stesso.
Ora si tratta di vedere come Microsoft riuscirà a perseguire la sua strategia senza l’accellerazione che avrebbe portato il deal con Yahoo!. Incontrando Ballmer dieci giorni fa ho percepito come i piani di Redmond siano piuttosto chiari, ribaditi nella lettera che il CEO di Microsoft ha scritto ai dipendenti dell’azienda.
Sull’altro fronte, va capito come farà Yahoo! a non rimanere schiacciata tra i due big, specie se mollerà il search a Google (cosa peraltro molto complicata in termini di antitrust). Val la pena ricordare che anni fa fu proprio Yahoo! che applicando la tecnologia di Google all’interno della sua directory, lanciò di fatto l’azienda che conosciamo adesso. Farlo una seconda volta vorrebbe dire alzare bandiera bianca sul fronte search e mollare definitivamente il loro progetto Panama.
Tags: microsoft – yahoo! – steve ballmer – jerry yang – google
Ogni tanto è bene ricordarlo: la quantità maggiore vendite online sono generate dai motori di ricerca, in primis attraverso il keyword advertising e poi mediante i risultati standard. In termini di ROI, i servizi di ottimizzazione (SEO) sono più convenienti del 100%. Punto.
L’articolo che riprende ed elabora una recente ricerca Forrester è su Ebaystrategies.
In considerazione del fatto che Google gestisce ormai oltre il 70% delle esposizioni pubblicitarie online (almeno secondo le stime di Attributor che considera anche la quota di Doubleclick), all’azienda di Mountain View non basta più questo nostro piccolo pianeta e punta a inserdiarsi su Marte!
Ora: la prima notizia è vera, la seconda è ovviamente un pesce d’aprile.
Tags: google – attributor – doubleclick – marte
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