Archivio: “Eventi”
Vedo annunci e conferenze stampa di servizi non ancora attivi. Leggo pagine pubblicitarie di agenzie dove trionfa il “noi”. Non ritengo interessante affondare su esempi negativi e allora preferisco segnalare iniziative ben fatte come il Luxury Summit organizzato da IlSole24Ore che si è tenuto la scorsa settimana a Milano.
Le premesse erano buone: un ricco programma, un hashtag finalmente dichiarato all’inizio e free wifi nelle sale. Non ho seguito tutte le sessioni ma la media dei contenuti a cui ho assistito è stata molto buona, a rappresentanza di tutta la filiera del luxury con l’apporto di punti di osservazione diversi.
Online sono già disponibili le chart degli interventi e, dulcis in fundo, stamattina su IlSole24Ore c’è un riquadro con i ringraziamenti ai partecipanti.
Insomma, un evento ben curato prima, durante e dopo. Ne vorrei vedere sempre di più di eventi così.
Volevo rimettere in odine alcuni pensieri a margine del Summit italiano sui media digitali che si è tenuto nella sala executive dello stadio San Siro martedì scorso. Vorrei partire proprio dallo stadio vuoto che ho fotografato in questa occasione, perché l’evento mi ha restituito una sensazione di vuoto di idee.
La lista delle difficoltà e dei problemi è arrivata puntuale e corposa: i big player internazionali sono favoriti, il sistema italiano non favorisce l’impresa perché burocratico e oneroso fiscalmente, e via cantando. Tutto giusto per carità, ma in particolare dai big player degli operatori industriali (telco, media e agenzie) mi aspettavo qualche spunto propositivo e innovativo piuttosto che una specie di caccia all’alibi.
Non condivo in particolare l’indice puntato su problemi globali che si vorrebbero risolvere con soluzioni locali (evidentemente senza riuscirci). E’ sempre la stessa storia. Quasi dieci anni fa Soru si lamentava che i motori di ricerca sono solo americani; dalla Francia (e dove sennò) parti il progetto Quaero che praticamente non è mai esistito. Molte delle problematiche digitali vanno affrontate a livello sovranazionale (interessante lo specifico approfondimento del libro La tempesta perfetta che sto leggendo), evitando solamente di lamentarsi di quei problemi che all’estero cercano di risolvere o semplicemente affrontano innovando.
Sintomatico che dalle web company è arrivato il messaggio semplice di dover comunque prendere atto del sistema attuale e di generare valore con questo sistema. Senza aspettare, senza proteggere le posizioni guadagnate fino a ieri.
La relazione iniziale del Summit di Enrico Gasperini di Digital Magics ha colto alcuni di questi aspetti propositivi auspicando, tra l’altro, la nascita di sistemi di filiera; l’unica mia considerazione è che tali sistemi funzionano se hanno una componente di innovazione all’interno e non solo una logica di industrializzazione di piattaforme tecnologiche.
Chiudo con la solita metafora dell’onda che sta arrivando, verso la quale non serve alzare barriere o scappare: occorre fare surf e quindi usare una buona tavola, conoscere il mare, prendersi dei rischi. In parallelo si può anche pensare agli argini e alla canalizzazione dell’acqua (government e regole). Meglio organizzare corsi su come fare surf, aiutando chi sa nuotare e chi no (alfabetizzazione, education continuativa). L’unica certezza è che l’onda sta arrivando.
Mercoledì sono andato al concerto di Vasco allo stadio Meazza, per via di una bella iniziativa interna di SKY guidata da Carlo Rossanigo, alla quale mi sono impunemente aggregato.
Vasco non rientra nei miei artisti favoriti, ma una bella dose di rock ad un concertone come questo, non fa certo male. Oddio, l’ultima volta che ho visto un concerto qui al Meazza fu nel 2003 per il leggendario concerto di Springsteen sotto il diluvio universale (curioso anche che questo post arriva subito dopo quello dedicato a Clarence), ma è meglio lasciare stare i paragoni.
Non mi soffermo sul concerto perché non conosco così bene Vasco da poter giudicare adeguatamente. Sarei curioso solo di sapere se è normale che ad ogni fine canzone sparisce dietro le quinte per diversi minuti, o se è consuetudine il mettersi a fare sermoni biascicati ed incomprensibili tanto che ad un certo punto la band ha attaccato il pezzo successivo come per dire a Vasco di rimettersi a cantare.
Due curiosità tecnologiche. Ai lati del palco c’erano due enormi qrcode da usare con gli smartphone. Poi ho notato come rispetto a pochi anni fa in cui guardando il pubblico si notavano i continui flash delle macchine digitali, oggi sono invece prevalenti le luci fisse degli smartphone usati come telecamere: video rules!
Penso sarebbe produttivo che in eventi del genere, oltre al qrcode, si pubblicizzi anche l’hashtag ufficiale: Anzi, lo farei scrivere proprio sul biglietto!
Certo è che se poi uno come il sottoscritto arriva al concerto con le batterie dell’iPhone praticamente scariche, riesce solo a capire quanto la tecnologia abbia ancora un limite enorme sul fronte alimentazione. Alla fine, ho scattato un paio di foto venute anche malino e nient’altro.
Sabato scorso ho avuto l’onore e di piacere di intervenire alla cerimonia di premiazione del Premio di Studio Giulia Maramotti organizzato dall’omonima fondazione e dal Soroptimist International. Si tratta di un premio per i ragazzi di due istituti superiori di Reggio Emilia che quest’anno ha avuto come tema lo studio di due immagini vetrina per la nuova stagione Autunno Inverno 2010.
Un’iniziativa che unisce elementi importanti: dalla stimolazione della creatività dei giovani ed il relativo riconoscimento, alla relazione (ormai straconsolidata) di una delle più belle aziende italiane, Max Mara, con il suo territorio.
Nell’articolo Giovani stilisti crescono si sottolinea giustamente sia l’allestimento dell’aula magna dell’Università, trasformata per una mattina in un atelier, sia l’intervento di Luigi Maramotti che ha esortato gli studenti a concentrarsi su impegno e creatività.
La prima testimonianza è stata quella di Laura Milani che ha raccontato la sua esperienza professionale, dallo studio legale in cui ha iniziato a lavorare fino all’attuale incarico in Facebook.
Anch’io ho riportato qualche esperienza professionale, partendo però da un fatto personale che ho raccontato per la prima volta in pubblico (con un po’ di imbarazzo, lo ammetto), ossia del mio casuale esordio come dj in radio che ha trasformato un sedicenne decisamente timido e riservato, in una persona più sicura e consapevole di poter coltivare le proprie passioni.
Parecchie le domande dagli studenti per me e per Laura, per poi arrivare al momento esaltante delle premiazioni dei ragazzi e delle insegnanti. Ho visto anche che il prossimo concorso riguarderà la relazione dei blog nel mondo fashion: insomma, lo sguardo è ben concentrato sul connubio tra capacità, creatività e attualità.
Notazione finale: è la prima volta che faccio un intervento con la presenza in sala di una traduttrice per non udenti. Una di quelle piccole cose che sono grandissime per i soggetti interessati.
Domani alle 12 partecipo al webinar “Roundtable Digital Marketing: Esperienze, idee e strumenti per costruire una strategia di comunicazione digitale vincente” che sarà possibile seguire gratuitamente online.
Interverranno Cristina Papini, Responsabile di Nielsen Buzz Metrics, Roberta Cocco, Direttore Marketing Centrale Microsoft Italia, e Sabrina Corti, Enterprise Marketing Manager Microsoft Italia.
Poi andrò a moderare la sessione pomeridiana del Web Marketing Evolution… dall’altra parte di Milano.
Volevo raccontare di un interessante incontro con Rand Fishkin di SEOmoz.org, che ha organizzato la scorsa settimana l’Ambasciata Americana e BAIA presso la LUISS a Roma.
Ho ascoltato Rand svariate volte durante il Search Egine Strategies negli Stati Uniti, la prima penso nel 2004, per cui ne ho potuto osservare i vari passaggi professionali che poi ci ha illustrato nell’incontro italiano. L’elemento che mi ha sempre colpito di più di lui e del suo modo di fare business, è la trasparenza ed il modo diretto di raccontarsi. Un misto di onestà intellettuale, altruismo e sano egocentrismo con l’effetto di risultare addirittura buonista o perfino ingenuo.
Guardate le chart che ci ha mostrato l’altro giorno (le riporto anche qui di seguito): dettaglia non solo gli elementi strategici e tattici del suo business, ma entra nel merito dei numeri fino a graficizzare il trend del suo debito in banca. Una trasparenza tipica della cultura anglosassone che mi colpisce (positivamente) ogni volta; così come l’usuale approccio in cui un imprenditore americano parte dal raccontarti dei suoi fallimenti prima che dei successi.
Oggi Seomoz è un’azienda di 32 persone che ha chiuso il 2010 con 5,7 $US di fatturato e l’83% di gross margin. Il 40% del business è al di fuori degli Stati Uniti, e arriva principalmente dall’Europa. Interessante la strategia di comunicazione decisamente multicanale che Rand non solo teorizza chiamandola Inbound Marketing, ma di cui ne descrive la concreta applicazione nella sua azienda dimostrandone i relativi vantaggi, primo fra tutti l’assenza totale di un reparto commerciale. Anche se evidentemente si tratta di una strategia che ha senso su mercati globali, è indubbiamente un’impostazione da cui pescare svariati insegnamenti.
Giustamente sollecitato da Riccardo, riprendo il discorso su IAB Forum. In effetti qualche cosa mi sono portato a casa dall’evento, su tutto i dieci statement di De Masi anche se alcuni dei trend che lui indica temo non si realizzeranno in modo compiuto (a partire dalla centralità dell’etica che, purtroppo e specie in questo Paese, la vedo cosa lontana).
Riguardo a IAB, come ho detto a Roberto Binaghi, spero che riescano a realizzare gli obiettivi prefissati, soprattutto riguardo alla formazione e all’education.
Chris Anderson è sembrato sfacciatamente un Apple man; giusta l’esaltazione dei tablet, ma è sembrato voler vendere questo concetto piuttosto che contestualizzarlo. Meglio Riccardo Luna il quale, anche a costo di sembrare Don Chisciotte, sta riuscendo a rompere qualche status quo.
Riguardo al mercato in generale, vendo una contraddizione: da una parte si vorrebbe considerare l’industria digitale nel suo complesso (ci proverà Enrico Gasperini con Audiweb e lo ha detto anche Diego Masi riguardo ai servizi di buzz marketing sui quali ora è coinvolto personalmente con Wikio); dall’altra quando si cerca di valutare i fatturati del settore, si scatenano posizioni inclusive o meno di player come Google o ora Facebook che aggiungono confusione al sistema.
Su questo, da sempre, ho un’idea chiara: è indispensabile valutare tutti i fatturati pubblicitari online, sia quelli delle concessionarie che dichiarano i dati, sia quelli delle organizzazioni che non lo fanno (o non lo possono fare per varie leggi anche di tipo sovranazionale). E’ così praticamente in tutto il mondo e solo in Italia ci nascondiamo dietro complessità formali che di fatto sottostimano il mercato. Di più. Ho sempre cercato in IAB di spingere verso una ricerca sull’intero comparto in termini di numero di addetti e di valutazione dell’intera filiera. L’osservatorio Accenture doveva servire a questo ma ho l’impressione che sia stato dirottato sull’elaborazione di metriche sulle audience e sui formati (seppure importanti), piuttosto che sul valutare il mercato digitale. Eppure dovrebbe saltare all’occhio che i 10 mila iscritti a IAB Forum (di cui 2/3 tipicamente operatori del settore) non possono far parte del solo comparto pubblicitario online; la stessa Accenture aveva mappato almeno una quindicina di tipologie di player che formano questo mercato. Ebbene io penso che misurarne complessivamente il peso economico sia strategico e probabilmente solo IAB., ad oggi, potrebbe farsene carico, sempre che voglia rappresentare il comparto nel suo insieme e non solo le principali concessionarie
Giovedì a Roma e lunedì prossimo a Milano viene presentato il libro “Le Cose Nuove” edito da Lupetti. Se passate da quelle parti ci vediamo là.
Il secondo dei quattro webinar organizzati da Microsoft a cui collaboro, sarà dedicato alla Pubblica Amministrazione e si terrà martedì prossimo dalle 12 alle 13.30. Si potrà partecipare online gratuitamente iscrivendosi preventivamente.
Questo il programma e i relatori:
Benvenuto
Sabrina Corti, Enterprise Marketing Manager, Microsoft Italia
Esperienze, Suggerimenti e Spunti dal mondo privato
Mauro Lupi, Responsabile area Digital, Ammiro Partners
Testimonianza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale
Daniele Lunetta, Dirigente direzione generale per l’innovazione tecnologica
Le tecnologie di Microsoft per attirare, coinvolgere e fidelizzare il cliente online
Riccardo Ciarlo, Microsoft Solutions Specialist Digital Marketing Lead, Microsoft Italia Alberto Masini, Business development manager, Microsoft Italia
Dibattito moderato da Mauro Lupi, Responsabile area Digital, Ammiro Partners
Mi ci vorrà qualche giorno per decifrare tutti i segnali arrivati dallo IAB Forum di quest’anno. Comunque un’edizione interessante e, come al solito, molto ben organizzata. Finalmente una tempistica più rigorosa (il secondo giorno un po’ meno) ma risulta evidente la necessità di gestire meglio i workshop perché in molti sono rimasti fuori dalle aule.
Ho sentito diversi dubbi sull’esigenza di avere ancora un mega evento come questo, perché ormai l’industria è matura, perché sa di fiera, ecc. Io invece continuo a credere che IAB Forum serva come faro per l’intera industry (mi pare che Binaghi abbia usato le stesse parole ed è stato un mio “cavallo di battaglia” quando ero nel Consiglio), a patto che l’associazione sia effettivamente capace di rappresentare adeguatamente tutti gli operatori del settore e le differenti direzioni verso cui va la comunicazione online (e quindi non solo l’aspetto prettamente pubblicitario).
Sui trend e sulle novità che sono venute fuori da IAB Forum… ci devo pensare ancora un attimo
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