Archivio: “Blogging”

Cerco sempre di pensarci due volte prima di aggiungere un’altro feed all’aggregatore (mi ero imposto un numero massinmo di 200 feed; e sono a 226), ma per Alessandro Bonzi non ci sono regole che tengano e l’ho aggregato subito. Per capire chi è Alessandro, vado a parafrasare un detto: è nato prima Alessandro o i motori di ricerca?

Nel nel post di apertura, tra le domande che si pone sul tema “bloggare o non bloggare” si chieda se anche il mio blog fosse brutto all’inizio: mah, esteticamente non è che sia migliorato tantissimo, anzi, mi sa che nella letterina a Babbo Natale quest’anno chiederò anche un po’ di tempo extra per fare un restyling…

Comunque, Ale, spero ci regalarai un po’ delle tue informazioni e delle tue visioni. Grazie.

Tags:


Anche se il numero di iscritti al feed oggi mi segnala un impietoso 1961, che poi è il mio anno di nascita…

Anche se ieri sono entrato in una community online e nell’accogliermi la moderatrice mi ha scritto: “Ciao, non rimanere deluso se siamo tutti piccini!” (non pensate male: mi sembra che il più giovane  faccia l’università!)…

Insomma, anche se il quotidiano non si risparmia a ricordarmi che il tempo passa (il titolo del post è una m3zza parafrasi di “spero di morire prima di diventare vecchio” che cantavano gli Who), adesso ho voglia di parlare di giovani.

  • Francesca Casadei (aka LaFra). Brava! Ha vinto il Young Lions media competition a Cannes. Servono casi di successo come il tuo. Servono esempi che testimoniano quanto sappiamo competere nel mondo.
  • Laura Premoli. Laura mi ha scritto per parlarmi del suo blog, ma qui voglio segnalare la sua presentazione in cui sembra trasparire una carica positiva ma equilibrata; tra l’altro scrive:

Sono una ragazza molto energica, sicura dei miei obiettivi, adoro la compagnia ma non rinnego i momenti di solitudine, adoro la lettura e non vivo senza musica, mi piacciono le sfide e non mi tiro mai indietro, sono molto ambiziosa anche se consapevole della mia giovane età.

Dateci sotto!

Tags:


Anche se il numero di iscritti al feed oggi mi segnala un impietoso 1961, che poi è il mio anno di nascita…

Anche se ieri sono entrato in una community online e nell’accogliermi la moderatrice mi ha scritto: “Ciao, non rimanere deluso se siamo tutti piccini!” (non pensate male: mi sembra che il più giovane  faccia l’università!)…

Insomma, anche se il quotidiano non si risparmia a ricordarmi che il tempo passa (il titolo del post è una m3zza parafrasi di “spero di morire prima di diventare vecchio” che cantavano gli Who), adesso ho voglia di parlare di giovani.

  • Francesca Casadei (aka LaFra). Brava! Ha vinto il Young Lions media competition a Cannes. Servono casi di successo come il tuo. Servono esempi che testimoniano quanto sappiamo competere nel mondo.
  • Laura Premoli. Laura mi ha scritto per parlarmi del suo blog, ma qui voglio segnalare la sua presentazione in cui sembra trasparire una carica positiva ma equilibrata; tra l’altro scrive:

Sono una ragazza molto energica, sicura dei miei obiettivi, adoro la compagnia ma non rinnego i momenti di solitudine, adoro la lettura e non vivo senza musica, mi piacciono le sfide e non mi tiro mai indietro, sono molto ambiziosa anche se consapevole della mia giovane età.

Dateci sotto!

Tags:


Per chi si fosse perso l’antefatto: Sergio Sarnari racconta sul suo blog l’insoddisfazione per un acquisto di mobili e la Mosaico Arredamenti lo cita per danni, diffidando anche chiunque altro riprenda le critiche.

Ovviamente, quello che è successo è una mobilitazione generale di solidarietà con Sarnari e una forte critica per l’atteggiamento dell’azienda denunciataria che sfocia addirittura in una lezione di comunicazione sotto forma di lettera aperta.

No, non firmerò questa lettera (mi invitato anche Luca via mail); penso che chiunque sia libero di fare ciò che vuoile nell’ambito delle leggi, poi sarà un giudiche che prenderà le decisioni. Tra l’altro non ho avuto modo di leggere il post di Sarnari (dato che per prudenza l’ha rimosso) e, anche se non ho modo di dubitare che non sia stato realmente denigratorio, preferisco giudicare solo ciò che ho visto direttamente.

Non credo che serva una “lettera aperta dei blogger” (io peraltro non mi sento tale – solo solo una “persona che ha un blog”, che è diverso), o quantomeno non all’azienda. Tanto capiranno comunque l’errore di comunicaizone e, se non lo capissero, il peggio è loro! Meglio evidenziare le opportunità che sottolinea [mini]marketing che condivido in toto.

Semmai è fondamentale vigilare sul seguito di questi eventi, nel senso che se dovessero portare ad azioni d censura o, peggio ancora, di risarcimento, sarà giustro mobilitarsi ma nei confronti di chi fa le leggi e di chi le fa applicare.

Cinicamente ho salutato favorevolmente l’intera vicenda, nel senso che servono casi del genere per testimoniare alle aziende cosa succede in questi casi. Insomma, il caso Kryptonite è stato da esempio a chissà quante aziende che nel 2004 scoprirono come non relazionarsi con il mondo esterno. Bene, adesso abbiamo anche un caso italiano. Grazie Sergio, grazie Mosaico Arredamenti.

Tags:


Raggruppo qui alcune note sugli ultimi libri letti:

Economia della felicita, Luca De Biase Economia della felicità di Luca De Biase. Aprendo il libro credevo che avrei ritrovato le riflessioni che Luca aveva già anticipato da mesi sul suo blog. D’altronde il tema era quello: economia, crescita, felicità e blog. In realtà quello che è uscito per Feltrinelli è una rilettura più organica e scorrevole dell’economia del dono, specie quello relativo al tempo dedicato alle relazioni digitali. È l’economia e il denaro analizzati dal punto di osservazione di un cittadino della Rete, consapevole che la sua parte abitata potrebbe contribuire a migliorare questo mondo che invece sta andando verso una pericolosa monetizzazione di ogni cosa. Un libro buono per riflettere; pur con tutta la speranza che anima il testo, si scorgono le nevrosi che alimentano la società in cui viviamo. Ne usciremo?

Fare business con il web, Lonardo Bellini Fare business con il web di Leonardo Bellini. Quasi un romanzo che racconta una specie di start-up di un business online, affrontando tutti i passi necessari: dalla strategia alle tattiche, dalla pianificazione del business plan alla campagna di comunicazione, dal monitoraggio dei risultati al customer support. Il tutto raccontato attraverso i dialoghi, i confronti e le domande di Leo, Cri, Jacques, Pat e gli altri protagonisti di questo originale racconto. Dicevo a Lenoardo che il titolo del libro è limitativo, nel senso che sembrerebbe trattare solo di web, invece si affrontano anche argomenti legati ai modelli economici, alla customer retention, alla profilazione dei clienti, ecc. In definitiva, un testo leggibile e anche divertente, utile ad esempio a molte PMI che vogliono inserie il web tra i canali di vendita. Il libro ha anche il suo sito.

internet_pr Internet P.R. di Marco Massarotto. Tutto quello che avreste voluto sapere su come come cambia la comunicazione tra aziende e consumatori per via della Rete che (ancora) non avete avuto il coraggio di chiedere. È un libro ben fatto, chiaro ed essenziale, che non si perde in scenari rivoluzionari ma che affronta il quotidiano attraverso tutti i principali aspetti dei cambiamenti che ogni azienda si trova ad affrontare di questi tempi. Al centro dell’attenzione l’ascolto, i consumatori-persone con cui dialogare, l’apertura di canali digitali per rinnovare la relazione col mondo esterno. Per le case history l’autore rimanda al blog del libro, mentre ho notato diversi inviti ad affiancarsi a consulenti e aziende specializzate, pur con l’auspicio di maturare capacità interne per essere autonomi quanto prima. Anche se detto da da un professionista del settore (come me d’altronde) un approccio del genere può sembrare interessato, non posso che condividere: sono passaggi importanti che non riguardano solo l’utilizzo di una nuova tecnologia, ma che toccano i capisaldi della comunicazione aziendale. Non basta un fornitore di servizi tecnici, ma occorre supporto qualitativo, coaching, consulenza strategica. A leggere analiticamente il libro di Massarotto, ci si rende conto di quanti aspetti cruciali stia toccando la Rete nel business di moltissime aziende.

Tags:


Raggruppo qui alcune note sugli ultimi libri letti:

Economia della felicita, Luca De Biase Economia della felicità di Luca De Biase. Aprendo il libro credevo che avrei ritrovato le riflessioni che Luca aveva già anticipato da mesi sul suo blog. D’altronde il tema era quello: economia, crescita, felicità e blog. In realtà quello che è uscito per Feltrinelli è una rilettura più organica e scorrevole dell’economia del dono, specie quello relativo al tempo dedicato alle relazioni digitali. È l’economia e il denaro analizzati dal punto di osservazione di un cittadino della Rete, consapevole che la sua parte abitata potrebbe contribuire a migliorare questo mondo che invece sta andando verso una pericolosa monetizzazione di ogni cosa. Un libro buono per riflettere; pur con tutta la speranza che anima il testo, si scorgono le nevrosi che alimentano la società in cui viviamo. Ne usciremo?

Fare business con il web, Lonardo Bellini Fare business con il web di Leonardo Bellini. Quasi un romanzo che racconta una specie di start-up di un business online, affrontando tutti i passi necessari: dalla strategia alle tattiche, dalla pianificazione del business plan alla campagna di comunicazione, dal monitoraggio dei risultati al customer support. Il tutto raccontato attraverso i dialoghi, i confronti e le domande di Leo, Cri, Jacques, Pat e gli altri protagonisti di questo originale racconto. Dicevo a Lenoardo che il titolo del libro è limitativo, nel senso che sembrerebbe trattare solo di web, invece si affrontano anche argomenti legati ai modelli economici, alla customer retention, alla profilazione dei clienti, ecc. In definitiva, un testo leggibile e anche divertente, utile ad esempio a molte PMI che vogliono inserie il web tra i canali di vendita. Il libro ha anche il suo sito.

internet_pr Internet P.R. di Marco Massarotto. Tutto quello che avreste voluto sapere su come come cambia la comunicazione tra aziende e consumatori per via della Rete che (ancora) non avete avuto il coraggio di chiedere. È un libro ben fatto, chiaro ed essenziale, che non si perde in scenari rivoluzionari ma che affronta il quotidiano attraverso tutti i principali aspetti dei cambiamenti che ogni azienda si trova ad affrontare di questi tempi. Al centro dell’attenzione l’ascolto, i consumatori-persone con cui dialogare, l’apertura di canali digitali per rinnovare la relazione col mondo esterno. Per le case history l’autore rimanda al blog del libro, mentre ho notato diversi inviti ad affiancarsi a consulenti e aziende specializzate, pur con l’auspicio di maturare capacità interne per essere autonomi quanto prima. Anche se detto da da un professionista del settore (come me d’altronde) un approccio del genere può sembrare interessato, non posso che condividere: sono passaggi importanti che non riguardano solo l’utilizzo di una nuova tecnologia, ma che toccano i capisaldi della comunicazione aziendale. Non basta un fornitore di servizi tecnici, ma occorre supporto qualitativo, coaching, consulenza strategica. A leggere analiticamente il libro di Massarotto, ci si rende conto di quanti aspetti cruciali stia toccando la Rete nel business di moltissime aziende.

Tags:


Il tifo, e parliamo di quello sportivo, è una cosa fantastica, almeno a vedere quello che c’è in giro sulla Rete. Pensate alla fortuna che hanno i miei colleghi che stanno aiutando Samsung a scovare tifosi contagiosi!

Nei prossimi giorni e per tutta la durata dgli Europei di calcio, verranno infatti pubblicati sul blog di Samsung le cose più strampalate, divertenti o curiose che riguardano dei tifosi speciali. Naturalmente, per chi ha voglia di segnalare qualche perla scovata sulla rete, è pronta un’apposita pagina.

Contagiati dal tifo è un’iniziativa che accompagnerà l’Italian Supporter Style, un’idea tutta da ridere e da giocare che si svelerà piano piano, ma da oggi inizia a mostrarsi: no dico, ma come si fa a chiamare un sito Tifamus cum stile?

Tags:


Global VoicesAvevo letto qualcosa riguardo a Global Voices tra i link del blog di Luca De Biase. Ora tramite Diego scopro che Bernardo Parrella ne ha appena avviato la versione in italiano.

Credo sia un progetto che merita tutto il sostegno, compresa la diffusione del logo!

Tags:


La sala era molto grande, solo che era piena per metà. Simbolicamente è questa il semtiment che ha caratterizzato il convegno L’innovazione di Internet- il Web 2.0 di ieri al Forum PA. Quindi grandi spazi e opportunità ma un’interesse e applicazioni concrete ancora limitati. Fondamentale quindi parlarne e proporre casi ed esempi pratici come successo ieri.

Credo che le slide dei relatori (e forse anche le registrazioni) verranno messe online prima o poi. Gigi Cogo già l’ha fatto così come Mimmo Pennone; di seguito riporto le mie. Segnalo anche il blog di Ernesto Belisario anche lui tra i relatori.

Mi è piaciuto poter far introdurre l’argomento “Web 2.0 e PA” a Cecilia Dominici, studentessa universitaria di Roma La Sapienza (di solito gli studenti stanno sempre dall’altra parte), così come è stato tenerissimo vedere il figlio di Mimmo (credo di 10 anni) che non solo ha curato il caricamento della presentazione del papà sul PC della sala, ma ha anche diligentemente curato la parte fotografica.

Riguardo al mio intervento, segnalo solo che lo spirito era quello di contaminare il mondo delle PA con alcuni degli stimoli e delle tendenze che arrivano dalle aziende.

Tags:


Come le ciliege, una tira l’altra. Così, dopo la ricerca di Universal McCann e quella di Forrester, arrivano altre conferme sulla rilevanza dei numeri relativi alla blogosfera italiana, in particlare su lettori e numero di blog:

  • Andrea Boaretto, nell’ambito dell’Osservatorio sulla Multicanalità (uno dei più autorevoli studi sull’uso della Rete in Italia), ricorda come anche a loro risultino oltre 13,5 milioni di persone che leggono forum e blog e più di 6 milioni partecipano alle relative discussioni. E questo nella rilevazione pubblicata lo scorso novembre.
  • Il LaRiCa dell’Istituto di Comunicazione e Spettacolo della Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino “Carlo Bo” ha pubblicato i risultati di una ricerca quantitativa che campiona la popolazione italiana con più di 18 anni da cui risultano, tra l’altro, poco meno di 3 milioni di blog attivi (aggiornati almeno una volta la settimana nel 57% dei casi).
  • Ricordo anche la recente ricerca di DigitalPR da cui emerge che più della metà degli utenti internet è influenzato (molto o abbastanza) dai blog nelle decisioni d’acquisto.

Massimo continua ad essere scettico ma credo sia il concetto di “blog attivo” su cui il suo parere si discosta da tutte le ricerche. La miglior risposta, a mio parere, arriva rpoprio da una delle indicazioni che accompagnano lo studio del LaRiCa:

La blogosfera italiana è dunque molto più vasta e diversifica di quanto comunemente non si pensi ed il nucleo di blogger più noti ed attivi rappresentano solo la punta di un iceberg che come tale non può essere considerato rappresentativo del fenomeno nel suo complesso.

Tags:


capri La foto dovrebbe spiegare perché non ho potuto partecipare all’incontro con Al Gore. Prossimamente altri dettagli. Hey, sto lavorando eh!

Comunque mi fa piacere che sia stata posta la mia video-domanda ad Al Gore sull’uso di Current.tv da parte delle aziende. Leggendo Giovy e poi dal resoconto che mi ha mandato Andrea, ha risposto:

credo che le aziende hanno già modo di parlare adeguatamente con i propri utenti. Potrebbe essere utile come strumento per le piccole e medie imprese. In ogni modo è un aspetto interessante, il coinvolgere le aziende in questo tipo di comunicazione. Lo voglio approfondire e mi riprometto di valutare le implicazioni di Current TV come strumento per le aziende

Da quello che ho capito, è stato forse l’evento con più blogger italiani coinvolti. Grande Marco!

Tags:


Anche per Forrester ci sono in Italia circa 10 milioni di lettori di blog e social network (definiti Spectators), 4,6 milioni che partecipano e commentano e quasi 3 milioni di Creators, ossia chi produce social contents (tiene un blog o carica video, musica o testo sui social network).

Secondo me siamo allineati (nel senso che le diverse metodologie di analisi non permetteranno mai una confronto esatto) con lo studio di Universal McCann di cui ho scritto giorni or sono. Il fatto che numeri così alti suscitino perplessità, dipende da due fattori: a) perchè in Italia si tende a diffidare “a prescindere”; b) più seriamente, perché la polverizzazione dell’attenzione tende a non creare l’impatto delle “audience di massa” a cui siamo abituati con gli altri mezzi tradizionali, con tutti gli effetti di influenza sull’agenda che conosciamo. È la differenza tra 10 milioni di ascoltatori che guardano 100 canali oppure che si distribuiscono su 3 milioni di canali.

Tornando alla ricerca di Forrester, i dati li ho estratti utilizzando un loro tool online col quale si può analizzare il peso di sei profili di interazione con i social media (qui la descrizione dei profili) in diverse nazioni nel mondo, distinguendo altresì per sesso e fascia d’età. Di seguito lo screenshot dei numeri italiani (i valori in rosso li ho messi io, considerando i 24,5 milioni di utenti internet secondo Nielsen).

image

Data from Forrester Research Technographics® surveys, 2007


web20 Non cosa sia stato più stimolante nel leggere il libro del Professor Di Bari: senz’altro i contenuti ricchi e diversificati, ma anche il fatto che tra gli autori coinvolti nel testo ci sono cari amici (Stefano Maruzzi, Layla Pavone) e parecchie persone che conosco più o meno bene (Antonio Allegra, Patrizia Cianetti, Sebastian Kuester, Emanuele Quintarelli, Stefano Quintarelli, Stefano Stravato) e tanti altri che ho avuto modo di apprezzare, leggere o ascoltare in momenti diversi (Alberto Abruzzese, Artuto Artom, Carlo Alberto Carnevale Maffè, Andrea Granelli, Howard Rheingold).

In verità mi sono letto “Web 2.0” tenendo a mente la domanda postami da Di Bari nella dedica che mi ha riservato, e ciò se il libro fosse Lupi-compatibile. Direi decisamente di si e lo posso anche misurare constatando le numerose pieghe (le orecchie) fatte alle pagine in cui ho trovato spunti interessanti e che mi son  ripromesso di segnalare. Eccone alcuni.

Dell’introduzione al Web 2.0 di Di Bari mi ha divertito l’associazione della relativa terminologia ad una scena a Via Montenapoleone in cui una ragazza guarda le vetrine (page views), entra in un negozio (click through) e guarda gli scaffali che sembrano più gettonati (digging) mentre ascolta dalla sua amica i suggerimenti sul negozio (folksonomy); poi va in camerino (deep linking), prova un vestito e accoglie i commenti della sua amica (social networking) e mette da parte gli abiti che le piacciono di più (tagging). Il discorso diventa più articolato quando Di Bari argomenta l’opinione in base alla quale, per analizzare compiutamente il Web 2.0 sia opportuno affidarsi alla scienza della complessità data l’impossibilità di ricondurne i fenomeni e gli effetti a valutazioni già ingegnerizzate.

Una frase di Stefano Quintarelli sull’evoluzione dei blog rispetto alla società:

“Il passaggio più delicato è l’adattamento di una società nella quale le avanguardie corrono sempre più velocemente e le retroguardie fanno sempre più fatica anche solo a rilevare i segnali di questi mutamenti.”

Molto efficace Granelli a proposito del lato oscuro della tecnologia, che va affrontato con responsabilità e non lasciato “ai demonizzatori e ai catastrofisti”. E a proposito dell’information overload:

“Questa moltiplicazione delle informazioni sta diffondendo sia l’anoressia informativa sia il suo speculare, l’obesità; in entrambi i casi, il crescente proliferare dell’informazione riduce la capacità dell’uomo di assimilare in maniera sana nuova conoscenza, spingendo i giovani a riempirsi in maniera ossessiva di informaizoni “non nutrienti””.

Collegato c’è un pensiero di Michael Wesch a proposito dell’istruzione:

“Oggi il vero problema è come trovare, selezionare, valutare criticare, organizzare e infine creare informazioni. Sono queste le competenze di cui dobbiamo dotarci per essere insegnanti e il modo migliore per trasmetrerle agli studenti è chiedere loro di fare, in prima persona, esattamente quelle cose”.

Massimo Giordani tocca poi l’argomento a me caro dei contenuti generati dalle aziende, invitando ad una visione olistica della comunicazione, superando il concetto di visibilità conquistata solo attraverso la pubblicità, mediante la pubblicazione e la condivisione di contenuti: progetti, disegni, fotografie, filmati, che spesso rimangono sepolti nei loro archivi. Sempre sullo stesso concetto, Jamie Cason (BBC) afferma:

“Il Web 2.0 valorizza tutte quelle persone della vostra azienda che da anni si occupano di ricerche di mercato, contatti con l’esterno, progetti nelle comunità e interfaccia col pubblico. (…)  Le aziende devono cominciare a recitare come personaggi verosimili, anziché rappresentarsi artificiosamente come entità sovrumane e infallibili”.

L’intero capitolo “Fare business con il Web 2.0” è esemplare in quanto a fotografare il vantaggio competitivo a disposizione delle imprese attraverso il Web 2.0 e l’Enterprise 2.0. Gran finale con Di Bari che coraggiosamente traccia quello che potrebbe essere il Web nel 2015 e poi nel 2020 (pubblicato anche sull’Harvard Business Review e disponibile in PDF), teorizzando i concetti della Longer Tail e della Longest Tail che poi saranno la traccia del suo intervento al prossimo IAB Forum a Roma.

Tags:


Come ha segnalato Andrea in un commento ad un precedente post, Universal McCann ha realizzato la terza edizione della ricerca sui social network chiamata Social Media Tracker (formato PDF) che avevo già segnalato in un articolo su Punto Informatico l’anno scorso.

La ricerca si è concentrata su un panel di persone tra i 16 e i 54 anni che utilizzano internet almeno una volta ogni due giorni (active users), intervistando complessivamente 17 mila individui in 29 nazioni. È un campione che trovo significativo in quanto esamina chi la Rete la usa davvero e che riguarda 10,2 milioni di italiani.

Molti sono i numeri che vale la pena evidenziare, in particolare sulla quantità di lettori di blog (8 milioni) e sui blogger (3,4 milioni), area in cui l’Italia si posiziona ai vertici continentali. Rispetto agli altri paesi europei, abbiamo la maggiore percentuale di lettori di blog (79%) sul totale degli active users, e siamo anche primi in quanto a persone che li leggono ogni giorno (37%).

Per razionalizzare i principali numeri riguardo il mondo dei blog in Italia, ho realizzato alcune chart elaborando i risultati della ricerca.

Tags:


Sabato sera c’è stato un piacevole incontro nel temporary store di Alixir a Roma nel quale Barilla ha voluto incontrare un po’ di blogger. Organizzato da Alex e Mirko di Ninjamarketing, è stato un modo per incontrare amici che con vedevo da tempo (Mafe, Caterina, Lele, Paolo, Luca, Stefano) e dare un volto a persone che conoscevo solo virtualmente (Camillo, Stefano e Marco di Due Spaghi, Gabriele di Spotanatomy).

Facendo l’opportuno disclaimer (Barilla è un nostro cliente), credo che anche questo gruppo sia indirizzato verso l’apertura di un trasparente canale di comunicazione con le persone. Il punto che spesso sfugge agli esperti,ai puristi e a molti operatori del settore, è che si tratta di un processo complesso e delicato, che necessariamente richede tempo e step intermendi.

Proprio in questi giorni ho scambiato delle email con Maurizio che se la prende con i pubblicitari: per me invece è stimolante questa sfida nel saper attualizzare gli importanti cambiamenti nel mondo della comunicazione a casa delle aziende complesse, specie se operano (per scelta o necessità) con strategie a breve/medio termine e con focus sull’Italia. Quindi ben vengano incontri come quello di Alixir nel quale si possono trovare senz’altro delle aree di miglioramento, ma non può non essere colto l’avviamento di una nuova relazione col mondo esterno.

Durante la presentazione, alla domanda “perché non aprite un blog” il padrone di casa Eugenio Perrier di Barilla ha risposto: “semplicemente perché non lo sappiamo fare”. Credo proprio che a fine serata il suo pensiero possa essersi modificato. Si perché dialogando tra persone, sono emerse informazioni utili sul packaging, sul prezzo, sui componenti attivi, ecc. che non solo hanno evidenziato la quantità di contenuti che potrebbe aver senso raccontare (e non vendere), a cui aggiungere l’evidente credibilità che scaturisce delle testimonianze de visu dei manager dell’azienda.

Gli altri post, foto e video dell’evento su Technorati.

Tags:


Due anni e mezzo fa la popolare rivista di economia Forbes additava ai blog come un grosso pericolo per le aziende ed il business in generale. Oggi annunciano l’apertura di un network di oltre 400 blog accuratamente selezionati. Interessante, no?

Tags:


Ieri avevo parlato da poco con un cliente che mi chiedeva se potevamo infiltrarci nei blog per fare commenti positivi sulla sua azienda, che mi ha chiamato Andrea Secchi di Italia Oggi per un articolo (oggi in edicola) a proposito della reputazione on-line. È evidente che l’argomento è caldo ma c’è tanto da fare in termini di divulgazione delle informazioni corrette.

A proposito dei commenti fittizzi, nell’intervista li ho semplicemente definiti “bombe ad orologeria”. Eppure brand anche molto noti, hanno deciso di utilizzare tattiche del genere: non si rendo conto di essere seduti su delle polveriere…


blog-in-azienda Con la tipica impostazione pragmatica e diretta degli autori americani, con pochi tecnicismi e divagazioni, questo “Blog in azienda” mi è piaciuto. Il libro è scritto bene, in modo scorrevole e, a tratti, pure divertente.

Debbie Weil è da sempre una delle voci più ascoltate sul business blogging (suo è BlogWriteforCEOs) e qui non si smentisce. L’approccio è quello della consulente che si interfaccia con l’azienda sull’argomento “bloggare o non bloggare?”, compreso un apposito capitolo chiamato “Trucchi per far digerire la quiestione blog al capo”. In questo senso, c’è un po’ di overselling sulle opportunità che derivano dall’aprire un blog aziendale, ma sempre entro limiti di realismo.

Tra i libri che ho letto a proposito diblog aziendali, questo è uno di quelli che consiglio senz’altro. Ben fatta anche la localizzazione in italiano di Leonardo Bellini che mi fa l’onore di citarmi nella postfazione dedicata all’Italia.

Tags:


Continua a succedere, ed è così da almeno due mesi. Ogni volta che conto di riservarmi una mezzoretta per scrivere qualcosa di sensato per il blog, arriva una priorità di quelle che occorre seguire subito. Alcune di queste priorità riguardano comunque attività stimolanti e produttive, solo che va sempre a finire che metto il blog in coda a tutto.

Proprio qualche giorno fa in un training da un cliente, auspicavo di tenere una regolare frequenza di pubblicazione di un blog… e poi sono io il primo a predicare bene e razzolare male.

Eppure di cose da dire ne avrei molte: ho finito un paio di bei libri, la pubblicità online quest’anno dovrebbe sfiorare il miliardo di Euro, occorrerebbe fare un po’ di chiarezza sulla recente disposizione del Garante sul trattamento dei dati delle sessioni internet, stiamo preparando IAB Forum a Roma e il SES a Milano, ecc. Poi c’è la discussione di grande spessore sviluppata da Luca De Biase in merito all’influenza dell’agenda in relazione al “medium delle persone”.

Insomma: sembro un po’ assente, ma cerco di seguire tutto. Manca solo il reporting. Abbiate pazienza.


BlogLab Mi fa piacere che ilcomunicatore, il blog di Luca Taddei, sia nella top10 dei blog messi in evidenza dal progetto BlogLab. Purtroppo non ho potuto partecipare all’incontro conclusivo, ma ho cercato di dare qualche indicazione a Luca che ha messo su un progetto interessante.

I professori Epifani e Sofi hanno sviluppato un bel lavoro. Tra i primi dieci blog ce ne sono alcuni di grande spessore: dateci un’occhiata.

Tags:


Raggruppo un po’ di segnalazioni per una bella navigata domenicale:

  • Alberto mi segnala Kindo, un social network dedicato alla famiglia appena uscito dalla beta, sviluppato da italiani che lavorano a Londra. In bocca al lupo!
  • Gianandrea Giacoma è un ricercatore in PKM360 nel Dip. di Psicologia dell’Univ. Cattolica di Milano che insieme a Davide Casali sta portando avanti “una raccolta delle principali teorie, competenze e conoscenze necessarie a sviluppare e/o analizzare un Social Network”, il tutto coordinato attraverso un wiki.
  • Per gli appassionati di musica, Ivana mi segnala Downlovers. In pratica, musica da scaricare gratuitamente (e legalmente) in cambio di qualche secondo di pubblicità.
  • Marco mi segnala invece di aver tradotto una raccolta di link per il monitoraggio del buzz marketing, a suo tempo postata da Andy Beal.
  • Merita un’occhiata ilcomunicatore, il blog di Luca Taddei che ho conosciuto tramite il progetto Bloglab e che si occupa di “pensare comunicazione per fare comunicazione”.
  • Infine: ricordo che è ancora aperta la votazione… sulla mia faccia :)

Tags:


Alcuni appuntamenti di ottobre in cui sono coinvolto:

  • 19 ottobre: Corso di aggiornamento sui Business blog, organizzato da IlSole24Ore Formazione, Roma (ci sarà anche un’edizione a Milano il 16 novembre).
  • 24 ottobre: SKIM, la prima conferenza sul search marketing che si tiene in Slovenia. Il tilo del mio intervento sarà “Iskalniki in marketin


Proprio qualche giorno fa scrivevo di “contenuti generati dalle aziende” ed in particolare:

materiale non prettamente pubblicitario ma informativo, divulgativo, servizi digitali, ecc. prodotti con l’obiettivo di contribuire a diffondere la conoscenza e, se possibile, l’awareness delle aziende.

Nel weekend ho scambiato due pensieri sull’argomento con un amico che mi aveva chiesto cosa intendessi esattamente. Ecco, un esempio potrebbe essere BiZona Canà, un blog a supporto del prossimo film di Lino Banfi che ripropone il suo vecchio successo “L’allenatore nel pallone”.

In realtà non si tratta solo un sito scherzoso e dissacrante: è anche un prodotto editoriale disponibile sul portale wap di TIM. Il tutto collegato con delle iniziative off-line, ossia le Oronzo Girls che vanno a caccia di interviste negli stati di calcio.

Chiaramente anche BiZona Canà ha dei margioni di miglioramento (lo so, sono perfezionista), ma lo trovo utile e coerente come iniziativa a supporto del film. Mi sembra anche interessante che sia il personaggio Oronzo Canà a trasformarsi in blogger, mettendosi in gioco senza prendersi sul serio, cercando solo di incuriosire e divertire  gli appassionati del genere.

Non ho seguito direttamente questo progetto, ma avendo collaborato al successo del lancio del blog ufficiale di Lino Banfi, posso solo constatare che… ci ha preso gusto!

Tags:


Ho risposto volentieri a qualche domanda a casa di Vincos. Si parte da “il blog è morto?”


Il fatto che non sia possibile rappresentare i blog in modo netto, perché espressione di tante differenti singole individualità, è una delle cose che fa impazzire chi non li conosce/usa. Quindi non c’è un “blogger-tipo”, così come non ci sono dei veri e propri “top blogger”.

Hanno ragione Catepol e Gigicoco a sottolineare come qualcuno ritiene di appartenere ad una casta solo perché ha un sacco di link su Technorati. Però vanno compresi sia loro che gli altri che cercano una leadership a tutti i costi. In fondo, si è sempre fatto così: dato un argomento o una situazione, si cerca il primato, l’elemento più rappresentativo e distintivo, anche solo con l’obiettivo di sintetizzarne la rappresentazione.

Solo che l’umanità che scrive (hey, ci pensate che da quest’anno ci sono più blog che siti web?!) non è – per fortuna – circoscrivibile in una classifica.