Archivio: “Ad Maiora”

The Search - John BattelleIl sottotitolo di The Search ne spiega piuttosto bene il contenuto: “come Google e i suoi rivali hanno riscritto le regole del business e trasformato la nostra cultura”. Sembra un incipit enfatico e votato al sensazionale, ed invece c’è da concordare con Battelle: i motori di ricerca hanno mutato l’accesso alle informazioni e, di conseguenza, a tutto il business basato su di esse (cioè praticamente qualsiasi business). Il testo non segue un percorso schematico ma è senz’altro piacevole da leggere; non dimentichiamo che Battelle è stato l’editor di Wired ed il fondatore di The Industry Standard, e The Search conferma senz’altro che è uno che sa scrivere.


Un misto di soddisfazione e stupore mi ha colto leggendo The Database of Intentions, il capitolo col quale si apre il libro e nel quale Battelle descrive l’impressionante mole di informazioni che piovono sui motori di ricerca. Sono le “intenzioni” espresse dagli utenti ogni volta che fanno un’interrogazione; e ogni query rappresenta un bisogno, un interesse. Beh, realizzare analisi di mercato attraverso lo studio delle query, è una cosa che in Ad Maiora abbiamo iniziato a fare dal 2002 e che continuiamo a perfezionare. In questi anni mi sono sempre chiesto se ero matto io oppure se ero solo un po’ in anticipo sui tempi. Vedendo anche l’eco che iniziano a suscitare i vari Google Zeigeist e Yahoo! Buzz, opterei per la seconda ;-) E pensare che il precursore, Lycos 50, esiste da quasi sette anni e non se lo sono mai filato gran che. Però il 2006 è l’anno buono e vedrete che anche noi tireremo fuori qualcosa di “importante” nell’analisi del Database of Intentions. Ma torniamo al libro.


Oltre a descrivere i meccanismi che, usando le parole di Tim Armstrong di Google, hanno trasformato il search da un centro di costo ad un centro di profitto, Battelle prova ad immaginare le possibili applicazioni future di quello che oggi chiamiamo “search”, confermando l’opinione diffusa di un’evoluzione che supererà i confini del web e si sposterà su device e contesti diversi.


Interessante la riflessione secondo cui l’informazione (indipendentemente dal modo in cui vi si accede) inizia ad essere valida solo se condivisibile all’istante con altre persone. Il “link” diventa quindi un attributo che ne caratterizza l’accettazione e l’utilizzo. L’autore chiaramente segnala che questo sconvolge i meccanismi che attualmente regolano i media, e in particolare chi gestisce le “news”, ma daltronde sembra un processo irreversibile.


Da segnalare infine un esaustivo percorso cronologico della storia dei motori di ricerca, soprattutto dal momento in cui GoTo (oggi Overture/Yahoo!) inventò il mercato del keyword advertising. Un po’ di amarcord per chi quegli anni li ha vissuti intensamente.

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In genere non amo le segnalazioni mordi-e-fuggi, ma cerco di aggiungere i famosi 2 cents. Questa volta, faccio un’eccezione consapevole del fatto… che non avrò tempo per approfondire almeno fino… al prossimo anno ;-)


Luca riporta alcuni spunti dell’ultimo Nòva24. Va sottolineata, in particolare, la corretta indicazione di Caravita quando evidenzia che la pubblicità online è sottostimata, soprattutto per via del valore del keyword advertising che non viene (ancora) rilevato adeguatamente e che invece pesa sempre di più. È un problema che continuo a seguire anche dall’interno di IAB e di SEMPO e su cui spero di contribuire a far chiarezza in futuro.


Sul post di Luca, ho anche scoperto il blog di Fulvio Zendrini: un po’ chiacchieroso, ma piacevolissimo. Peccato che non ci sia il feed RSS. Però c’è la storia di far bloggare i nonni (e che avevo letto anche su un articolo di Claudio Cazzola su Prima Comunicazione) su cui ritornerò perché vicina ad un’altra idea.


Emiliano mi segnala un nuovo forum (anzi un ControForum) sui motori di ricerca. Certo che la concorrenza di Giorgio e di HTML è forte, ma in ogni caso… in bocca al lupo!


Secondo Marco, “Google ha in mano il mondo” e giustamente nei commenti si parla del “Database of Intentions” a cui è dedicato il primo capitolo di The Search, il libro di Battelle (a proposito: l’ho terminato e spero di scrivere la recensione la prox settimana). L’analisi delle query è un altro degli argomenti che mi eccita di più, e questo succede dal alcuni anni, esattamente dal 2002 quando abbiamo avviato un piccolo Centro di Ricerca dedicato a questo e abbiamo iniziato a fare i nostri studi. Nel 2006 faremo faville sul tema delle analisi di mercato, anche perché non c’è solo Google che “sa” ;-)


Eugenio mi segnala che il suo post su Menostato, ove controbatte alle affermazioni di Berlusconi a Porta a Porta con dati oggettivi, è stato ripreso da IlSole24Ore. Anche questo lo mettiamo sotto l’albero!


E con l’occasione, caro lettore, ti auguro un Natale sereno e un fantastico 2006. Auguri!


Admaiorasf Il SES di Chicago è terminato e adesso… mi metto a lavorare, tanto fuori nevica e fa troppo freddo per i miei gusti. Prima di tornare su relazioni e grafici, ho giocato un momento con lo splendido nuovo Windows Live Local, ancora in beta e limitato alle città americane. Però l’effetto è bellissimo perché oltre alle mappe e alle immagini dal satellite, adesso ci sono anche le foto aeree. Questa è quella dell’edificio a San Francisco dove ci sono gli uffici di Ad Maiora e dove arriverò domani. (Nota: il link porta alla mappa disegnata; la foto aerea si ottiene cliccando su "bird’s eye" in alto a sinistra)


Lo avevo già annunciato, ma ora c’è anche il nostro comunicato ufficiale del management buy out di Ad Maiora. L’operazione mi ha distratto non poco per quasi un anno, ma ora avercela alle spalle è una bella sensazione, specie in questo periodo quando si fanno i piani per l’anno che viene.


Un mese fa cercavamo un SEO da inserire in Ad Maiora (a proposito: l’abbiamo trovato!) e, tanto per confermare l’utilità dei business blog, mi sono pervenuti 14 curriculum di cui più della metà decisamente in linea con il profilo richiesto.

Curriculumongoogle Tra tutte le candidature, la più originale è stata quella di Alessandro che ha posizionato il suo curriculum su Google e nello screenshot si vede il risultato personalizzato per me! Ottimo lavoro!

Ecco, Alessandro mi ha sollecitato a scrivere in merito alla qualità medio-bassa della maggior parte dei curriculm che ci arrivano. Si badi, non parlo delle competenze e dei meriti professionali. Parlo del modo di presentarsi alle aziende, cosa che sembra sfuggire ai più.

In molti casi l’atteggiamento dei giovani candidati è questo: “vorrei venire a lavorare da voi perché così faccio esperienza, potrò crescere, imparerò nuove cose, ecc.”. A volte ho la tentazione di rispondergli chiedendo se vogliono essere loro a pagare… Mi spiego: capisco bene le difficoltà dei giovani e la scarsa conoscenza del mondo del lavoro, ma ritengo che l’atteggiamento opportuno sia innanzitutto quello di essere disponibili a dare per poi ricevere. Ed il comprensibile imbarazzo di alcuni che hanno un curriculum scarsino, non è quello di rappresentare ciò per cui verrebbero ad imparare, ma ciò che possono (devono ?) mettere sul tavolo: entusiasmo, passione, voglia di mettersi in discussione, ecc. Questo si può fare anche scrivendo (brevemente) di quelle che sono le attuali passioni; se suonate la chitarra o fate uno sport, ok, scrivete perché vi prendono, raccontate il vostro entusiasmo. Alle aziende, almeno alla mia, serve questo alla base di tutto!

Poi ci sono quelli che industrializzano i curriculum, che ti mandano la mail o la lettera scrivendo “Egregia Ditta”. E non regge la scusa “devo mandare mille curriculum”. A volte si dimentica che le aziende sono fatte di persone e che guardano chi si rivolge “a loro” e non ad altre migliaia di aziende indistintamente. E poi, specie nei settori verticali, sarebbe opportuno conoscere qualcosa dell’azienda a cui si scrive (con internet è facile), magari personalizzando la propria presentazione in funzione del tipo del destinatario.

Mi fermo qui perché sennò divento acido. Ribadisco: capisco l’inesperienza e, a volte, l’ingenuità. E sono convinto che la scuola e l’università potrebbero dare delle indicazioni a riguardo. Però sembra davvero che ci siano ragazzi che cercano lavoro ma solo alcuni vogliono davvero trovarlo.


Ieri Luca ha aggiunto un commento al primo post di questo blog che riporto integralmente (spero che l’autore non se ne dispiaccia; gli ho inviato una mail ma è tornata indietro) perché credo meriti un post tutto suo.

Ciao Mario,
parto dal tuo primo post così magari ti commuovi per la nostalgia e io ottengo quello di cui ho bisogno…;-)
Scherzo ma non troppo: ho visto dal tuo background che se stato fondatore di MotoriDiRicerca. Devo dedurre, dalla serietà e affidabilità del tuo blog, che ora non ci lavori più, visto che capitando lì alla ricerca di informazioni sul panorama dei motori italiani ho constatato che sulle loro tastiere giace qualche centimetro di polvere…In particolare stavo cercando di capire che fine avevano fatto quei poveri motori italiani, tipo Godado e Il Trovatore, che coraggiosamente stanno (stavano?) cercando di ritagliarsi una fettina della torta. Su MotoriDiRicerca gli aggornamenti si fermano a 3 (!!!)anni fa! Vale a dire un secolo fa. Allora sono andato direttamente sui siti in questione e la nebbia è salita: Godado che è powered by Il Trovatore e il Trovatore che esce con una versione beta (ti risulta?) senza link sponsor o altro.
Domanda: che è successo ai pionieri italiani? Vivono? Si sono evoluti? Che accordi ci sono tra loro? Vale la pena spenderci due lire?
Ho un piccolo birrificio e volevo fare una campagnetta, oltre che sui soliti google e yahoo, anche su altri motori più "locali" ( e spero meno costosi). Mi puoi aiutare? (prometto una bella evuta gratis, se ti piace la birra artigianale…)

luca

A parte il "ciao Mario" ;-) il commento di Luca più che suscitarmi nostalgia, mi riporta al dovere di pensare a MotoriDiRicerca.it che, come dice giustamente, ha un po’ di polvere addosso. In realtà, il sito vive attraverso la newsletter che continua ad essere realizzata con una certa regolarità (1 o 2 volte al mese) e che raggiunge circa 20 mila persone. Però qualcosa s’ha da fare, è vero. Potrei dire il solito “ci stiamo lavorando”, ma in effetti il piano di rilancio richiederà ancora un po’ di tempo.

Riguardo ai motori italiani: anni fa rischiammo (nel senso buono) di fare delle cose importanti insieme a Godado, poi non se ne fece nulla. Godado è stato il primo network “pay per click” in Europa però non riuscì mai a fare il salto che meritava il progetto in sé ed il suo management. Non a caso, due dei suoi manager di allora, ora sono dirigenti di rilievo in Overture.

De Il Trovatore non ho mai saputo moltissimo. Nel 2000 venne acquistata da Cairo Communication ma non so se il deal è ancora in piedi. Oggi il sito ha una pagina "chi siamo" vuota, anche se un loghetto COLT potrebbe indicare qualcosa…

Per la tua campagna, il suggerimento è di verificare innanzitutto sui network principali (Google, Overture e MIVA) se il traffico ed il costo a click per le keywords che ti interessano è adeguato alle tue esigenze; quindi optare per i cosiddetti "second tier" in un momentyo successivo, anche se più è specialistico il target che cerchi e meno traffico riescono a sviluppare.

Infine, ed è la cosa più importante: la birra artigianale mi piace moltissimo! :) )

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Il team SEO di Ad Maiora sta crescendo, nel senso che ci sono due pancioni che già creano qualche problemino di posizionamento. Scherzi a parte, dobbiamo inserire una persona nel team che si occupa di ottimizzazione sui motori di ricerca. Evito la richiesta dei requisiti di rito (capacità di lavorare in team, problem solving, bla bla), mentre mi concentrerei piuttosto su un paio di cosette: passione e competenza. Cerchiamo quindi una persona entusiasta, capace di mettersi in discussione pressoché quotidianamente e che possa dimostrarci un’esperienza concreta sul posizionamento. L’attività sarà quella di seguire direttamente dei progetti SEO, curandone tutte le fasi principali. Sede di lavoro Roma. Contratto a tempo indeterminato. Le altre cose le risparmierei (siamo simpatici, forti, seri, ecc.), ma ovviamente sono qui per ogni altra informazione. Curriculum al sottoscritto, grazie.


Il numero di oggi di DailyNet testimonia come il settore della comunicazione online sia in netto progresso. Non credo si tratti solo del tipico rush dell’ultimo quarter e nemmeno soltanto del mio solito ottimismo. Alcuni dei segnali che ho visto:

  • Siamo arrivati a 21 pagine; fino all’anno scorso, ricordo ancora numeri di DailyNet di 5-6 pagine
  • Ci sono diverse inserzioni di ricerca lavoro (a proposito, mi sa che ne inseriremo anche noi una a breve per una posizione di web planner; interessati?)
  • Si ritorna a parlare di quotazioni in borsa; questa volta è il turno di TradeDoubler
  • ZenithOptimedia rivede al rialzo le sue stime per il 2005 per quanto riguarda l’advertising online
  • E poi c’è forte attesa per l’evento clou dell’anno, e cioè IAB Forum che si terrà giovedì prossimo a Milano

A proposito di IAB Forum, il mio speech "Il nuovo ‘media’ chiamato azienda" è previsto alle ore 14.45 e poi di nuovo alle 16.15 15.30, entrambi alla Sala Rossa 1. Vi aspetto! ;-)

Tornando al DailyNet di oggi, da segnalare anche due pagine dedicate alla ricerca USER, un’osservatorio sull’uso dei motori di ricerca in Italia. La ricercha, condotta da QMark, è stata commissionata da alcune aziende del settore: Intarget.net, Overture, Popularity, Sems, Slash e, naturalmente, Ad Maiora! In giornata dovrebbe circolare l’abstract; appena ho il link lo inserisco.

Ma la cosa più importante del DailyNet odierno (scherzo, of course) è il mio esordio da "testimonial", in una campagna di Contactlab, una piattaforma per l’email advertising, promossa attraverso le testimonianze dei suoi utilizzatori. Il primo sono io! Anche questo è un segnale ;-)

Contactlab


Per confermare che una delle caratteristiche dei blog è l’autoreferenzialità (eh eh), segnalo che giovedì prossimo 27 ottobre su Digitalk interverrò ad una puntata dedicata ai business blog (intanto è disponibile online la registrazione della puntata sul search marketing).

L’argomento “business blog” inizia ad essere dibattuto sempre più frequentemente. Cerco di badare al rischioso fenomeno dell’attenzione unidirezionale che si ha, ad esempio, quando hai appena acquistato un determinato prodotto e cerchi la rassicurazione guardando tutto ciò che parla del prodotto stesso per trovare conferme sulla validità dell’acquisto. Però mi sembra evidente che l’attenzione sui blog ad uso aziendale sia alta e, finora, mi sembra circoscritta ad una sana ricerca delle opportunità professionali piuttosto che a proclami entusiatici di imminenti rivoluzioni. E mi auguro che si continui così.

Certo che negli Stati Uniti il corporate blogging sta dilagando e dai nostri uffici di San Francisco arrivano segnali fortissimi (con l’occasione segnalo un articolo sulla rinascita di SOMA, la zona di SF dove abbiamo la nostra sede americana). L’ultima indagine è stata presentata questa settimana durante l’evento newyorkese Blogon e riporta che una quota rilevante di aziende ha già in piedi un progetto di business blog o conta di avviarlo a breve.

Un’altro elemento significativo è la crecente attenzione al fenomento da parte delle agenzie di public relation anche in Italia: in passato ho avuto modo di segnalare iniziative e convegni di Digital PR, di Edelman, ed ora vedo che anche gli amici di Pleon tengono d’occhio il fenomeno.

Visto che ci sono, segnalo che proprio ai business blog saranno dedicati i miei interventi allo IAB Forum di Milano il prossimo 3 novembre, e nell’occasione lanceremo due nuovi gruppi di servizi Ad Maiora chiamati GlobalPR e GlobalResearch.

Intanto oggi terrò una lezione proprio sui business blog al master “Marketing, Comunicazione e Nuove Tecnologie ” de IlSole24Ore (sull’esperienza di insegnamento ritornerò sicuramente a breve)

In definitiva: l’utilizzo in azienda dei blog inizia ad essere un argomento caldo e per quanto riguarda Ad Maiora ci piace pensare di essere tra i first mover in Italia. Lo siamo stati nel search marketing e, tutto sommato, è andata piuttosto bene! ;-)


Io l’ho conosciuto come moderatore del forum sui motori di ricerca di HTML.it, poi ho scoperto che il suo nick, “weppos”, dà anche il nome ad un sito e ad un programma di statistiche in linguaggio ASP. Lui si chiama Simone Carletti, ovviamente ha un blog ed ultimamente gestisce RSS World, quello che probabilmente è il sito più completo in Italia per quanto riguarda il formato RSS.

So che Simone si occupa di altre mille cose, ma di una sono sicuro: ora fa parte del team Ad Maiora! Benvenuto a bordo!


Stiamo cercando uno o due giovani per uno stage in Ad Maiora di 3 mesi, nell’ambito dell’attività di ricerche di mercato attraverso l’analisi delle query sui motori di ricerca. E’ necessaria una conoscenza dei principali search engines e di Excel. Per quest’anno non prevediamo inserimenti per questa figura, ma potrebbero esserci delle prospettive nel 2006. E’ previsto un rimborso spese. Se conoscete qualche giovane volenterosa/o, fatemelo sapere. Grazie!

Update: mi sono dimenticato di indicare che lo stage sarà effettuato presso la nostra sede a Roma

Update II (7 ott.): Ho ricevuto una ventina di curriculm, grazie! Direi che posso dichiarare chiusa la ricerca.


Ok, ok, si voleva volare bassi in attesa della conclusione formale della cosa ma, una volta pubblicato un comunicato stampa, è come aver detto un segreto al TG delle 20, e alla decima e-mail ricevuta ho dovuto scrivere.

Che dire… mi sento più leggero e parlo del portafogli ovviamente; i chili, haimé, quelli restano, ma accompagnati dalla continua voglia di migliorare e fare un bel po’ di sano business in un mercato che si evolve alla velocità della luce.


Topseos Non ho esattamente chiaro come venga stilata la classifica di TopSEOs, che elenca ogni mese le prime 30 aziende SEO (Search Engine Optimization) al mondo, ma sta di fatto che da oltre un anno Ad Maiora è stabilmente nella lista. Nell’ultima revisione di settembre, siamo all’ottavo posto assoluto e siamo inoltre la prima azienda europea dietro ad altre agenzie americane del calibro di iProspect, SiteLab e Zunch. Quale miglior viatico per prepararci ad un fine-2005 di fuoco?

 


Icr1 Oggi c’è stata la conferenza Internet Cerca Roma, un evento promosso dalla Fondazione Roma Europea e relativo ad una ricerca fatta da Ad Maiora sugli argomenti cercati online riguardo la città di Roma, giunta ormai alla terza edizione.

Ha introdotto i lavori Cesare San Mauro, Vicepresidente della Fondazione Roma Europea. Poi è toccato a me presentare i risultati della ricerca. Quest’anno abbiamo approfondito non solo i temi più “gettonati” online ma anche il modo col quale vengono effettuate le ricerche, oltre ad un’indagine allargata anche su alcuni argomenti relativi all’e-government.

Giancarlo Vergori, Responsabile del portale Virgilio ha portato “la voce della Rete”, mostrando numeri di reach e audience che fanno riflettere sul “peso” di siti come Virgilio che ormai raggiungono milioni di persone ogni giorno.

Cesare Pambianchi, Presidente dell’Agenzia per il Turismo a Roma, si è soffermato sulle difficoltà da parte degli operatori di sfruttare al meglio la Rete, sottolinenando altresì l’inevitabile direzione online intrapresa dal settore turistico.

A rappresentare il Comune di Roma è intervenuta Mariella Gramaglia, Assessore per la comunicazione, che ha puntato il dito sul problema del digital divide che a livello comunale contano di affrontare con svariate iniziative di divulgaizone, non ultima una spinta alla conoscenza dei numerosi servizi disponibili sul sito del Comune.

Chiusura come d’uso al Prof. Giuseppe De Rita, Presidente della Fondazione Roma Europea (nonché del Censis) il quale, commentando le risultanze della ricerca, ha evidenziato in particolare il forte orientamento delle ricerche verso le isituzioni (che da sole rappresentano il 26% delle richieste).

Icr2 Anche se il sindaco Veltroni non è potuto venire (come invece ha fatto l’anno scorso), dalle opinioni raccolte mi sembra che anche questa edizione abbia riscontrato l’interesse del pubblico in sala. Di certo, studiare gli interessi degli utenti della Rete è una materia affascinante ed ho raccolto già numerosi spunti e suggerimenti per l’edizione del prossimo anno.

Informazioni ed un abstract della ricerca sono su InternetCercaRoma.it.


NetforumNetForum di aprile. All’interno 4 pagine sulla Ricerca appena pubblicata.

 

 

 

 


È con un pizzico di orgoglio che presentiamo oggi la prima Ricerca sulla visibilità su internet dei 100 top spender pubblicitari italiani.

Lo studio ha verificato l’ottimizzazione, la visibilità e la popolarità dei siti web, combinando tali parametri secondo una inedita metodologia che identifica un valore univoco dello “stato online” dei siti. Il risultato è rappresentato su una mappa dei livelli di presenza online delle aziende, raggruppate anche per settore economico.

I risultati della ricerca fanno emergere la scarsa attenzione che i grandi brand riservano al rapporto dei loro siti con i motori di ricerca. Solo un quarto dei siti esaminati ha un livello di ottimizzazione adeguato e, non a caso, riguarda aziende che risultano anche ben visibili e popolari online.

Comunicati e report completi sono disponibili ai link seguenti:

Sono benvenuti commenti e opinioni
Buona lettura!


È con un pizzico di orgoglio che presentiamo oggi la prima Ricerca sulla visibilità su internet dei 100 top spender pubblicitari italiani.

Lo studio ha verificato l’ottimizzazione, la visibilità e la popolarità dei siti web, combinando tali parametri secondo una inedita metodologia che identifica un valore univoco dello “stato online” dei siti. Il risultato è rappresentato su una mappa dei livelli di presenza online delle aziende, raggruppate anche per settore economico.

I risultati della ricerca fanno emergere la scarsa attenzione che i grandi brand riservano al rapporto dei loro siti con i motori di ricerca. Solo un quarto dei siti esaminati ha un livello di ottimizzazione adeguato e, non a caso, riguarda aziende che risultano anche ben visibili e popolari online.

Comunicati e report completi sono disponibili ai link seguenti:

Sono benvenuti commenti e opinioni
Buona lettura!


In Ad Maiora abbiamo avuto sempre un turnover molto basso. Le persone che in questi anni hanno lasciato l’azienda hanno quasi sempre capitalizzato l’esperienza maturata per sviluppare una forte crescita professionale. C’è chi ha messo su un’agenzia SEM, chi è in RAI, una stageur è in Irlanda da Google (Consuelo, tutto bene?) e poi c’è la coppia d’oro Pannese/Lorenzini.

Riporto un brano dell’articolo su DailyMedia del 24 marzo scorso:

Pannese e Lorenzini entrano in Saatchi & Saatchi
Una nuova coppia creativa approda in Saatchi & Saatchi. Si tratta di Luca Pannese (art) e Luca Lorenzini (copywriter), coppia affiatata dal 2000 dopo essersi conosciuti nella web agency romana Ad Maiora. Luca Pannese, dopo aver partecipato nel 2002 ad un worshop della D&AD e al Creative Circle Londra, è entrato nella sede londinese di McCann (…). Luca Lorenzini, dopo aver lavorato per un breve periodo in Roncaglia e Wijklander a Roma, ha lavorato per Young & Rubicam (…).

Non incoraggio certo i miei colleghi a lasciare l’azienda (e dove ne trovano un’altra così :) )) ), però mi fa molto piacere vedere giovani di talento che con serietà e capacità trovano una loro strada professionale. E, se proprio devo dirla tutta, ci metto anche un po’ di orgoglio personale nell’aver contribuito in parte a questo percorso.

In gamba ragazzi!


Molto interessante l’annuncio dell’acquisizione di Urchin da parte di Google. In Ad Maiora utilizziamo Urchin per i nostri clienti da almeno un paio di anni con grande soddisfazione. È un’applicazione molto funzionale, veloce e con un’interfaccia che si apprezza già dal primo uso. Conosco due persone del management di Urchin, Scott e Brett Crosby, molto in gamba e sempre disponibili, con il loro aspetto tipicamente californiano. Sono contento per questo loro deal (si parla di 30 milioni di dollari), bravi!

E adesso cosa ne farà Google di Urchin? Probabilmente lo integrerà nella piattaforma di analisi del traffico generato da AdWords. Anche Overture aveva acquisito Keylime Software nel 2003, una piccola società che produceva software per l’analisi del traffico dei siti web.

Questa acquisizione non fa che confermare l’importanza degli analytics per gli advertisers (ne avevo scritto l’anno scorso, con tanto di commento di un’analista di JupiterResearch), ma sottolinea anche la necessità dei search engines di fare loro da traino nello spingere le aziende ad analizzare in dettaglio i risultati delle loro campagne di search. Daltronde, la competizione e la complessità crescono, il click medio continua ad aumentare, per cui diventa indispensabile l’uso dei tool di analisi per gestire al meglio le azioni di advertising sui motori di ricerca.

Contemporaneamente all’annuncio dell’accordo Google/Urchin, passa di mano anche WebTrends, produttrice di uno dei tool più popolari nel settore degli analytics. Ad acquisirla è una società di investimenti, la Francisco Partners.

Sarà ora il turno di WebSideStory?


Ieri un collega mi ha fatto notare che su Google c’è un inserzionista AdWords sulle keywords “mauro lupi” e “admaiora”.

Non è la prima volta che qualcuno bidda (ossia compra il posizionamento a fronte di una certa keyword) termini legati alla mia azienda, ma ora addirittura il mio nome…

L’inserzionista in questione, Madri, fa corsi sulle tecniche di posizionamento e tiene dei workshop insieme a Sems, un’azienda specializzata nel search engine marketing. Mah…, spero solo che non siano questi i segreti e le tecniche oggetto dei loro corsi.

Di Madri non ne ho sentito parlar male, anzi mi è capitato di indirizzare più di qualcuno ai loro corsi perché spesso ci chiedono servizi di formazione sul posizionamento ma non è questo il mestiere di Ad Maiora.

Comunque non ho particolari problemi se qualcuno fa keyword advertising sul mio nome (il mio ego ha il suo attimo di gloria), ma trovo questo tipo di tattiche quantomeno non eleganti, caratteristica che ritengo essenziale anche negli affari.

Visto che c’erano potevano pure biddare “Mario Lupi” con il quale mi chiamano molto spesso, oppure “Maurizio Lupi” o addirittura “Mauri Lupi” (questi ultimi due freschi freschi su un DailyNet di un paio di giorni fa).

In ogni caso c’è la questione del copyright, specie per il nome dell’azienda che è un nostro marchio registrato. Certo, non mi metto a fare casini (grazie a Dio ho cose più interessanti a cui badare), però il tema della protezione dei marchi online aumenta di importanza ogni giorno che passa.


E mentre in Italia si riscontra l’ennesimo ridimensionamento di SMAU rispetto a come era ai vecchi tempi, io qui a Stoccolma insieme ad altri tre prodi colleghi (Francesca, Massimo ed Emiliano) ci siamo montati ben due booth: quello di Ad Maiora e quello di SEMPO.

A dire il vero, era quasi tutto pronto e ce la siamo cavata in poco più di un’ora. Comunque domani ci sarà da trottare. Sono previsti almeno 300 partecipanti e domani mattina Massimo fa anche uno speech. Come si suol dire… stay tuned!


Stavo raccogliendo le idee per un post riassuntivo sull’ultimo Search Engine Strategies di New York, quando ho notato su ClickZ che ci ha già pensato Rebecca Lieb, la quale, con la solita eleganza e lucidità, individua i punti chiave emersi dalla conferenza.

Permettetemi un pizzico di orgoglio nel riportare che Rebecca segnala anche E-SEMA, l’alleanza europea di aziende del settore, fondata da Ad Maiora insieme a 1ere Position, Metapeople e Atraczion.


Il problema è questo: il correttore ortografico di Word corregge automaticamente “Ad Maiora”1 in “Ad Malora”. Ed è un bel casino. Non solo per l’errore in se, ma perché la correzione in realtà converte il significato reale. Ad Maiora è un auspicio a cose migliori, Ad Malora… esattamente il contrario.

Ci si mette anche la facilità con la quale si confonde la “i” con la “l” e soprattutto la generale perdita dell’abitudine a rileggere quanto scritto. Sta di fatto che capita spesso che passiamo per Ad Malora e non è molto bello, specie quando si tratta di citazioni sulla stampa o su documenti ufficiali.

Chissà se è possibile chiamare Microsoft e ricordargli che esistono anche dei termini latini… Qualcuno ha detto che siamo noi di Ad Maiora che abbiamo un influsso particolare riguardo i nomi: io sono scambiato spesso per “Mario”, il mio socio ha collezionato una decina di varianti del suo cognome (quello giusto è Scalet), il nostro responsabile tecnico si chiama Eolo ed il cognome lo ometto per decenza, ecc.

Per chi non lo sapesse, Ad Maiora è il nome della società dove lavoro


Con i capelli bianchi ho imparato ad attenuare l’entusiasmo, o meglio, a dormirci su un paio di nottate. Così quando scopro qualcosa di esaltante, cerco di emettere giudizi positivi solo dopo aver approfondito un’esperienza diretta.

Oggi mi va di parlare di tre applicazioni legate ad internet che non esito a definire eccellenti. Le utilizzo io e la mia azienda da un po’ per cui sono state spremute come si deve. Va premesso che un paio di queste sono in qualche modo correlate ai servizi erogati da Ad Maiora, ma ritengo giusto evidenziarne le qualità oggettive.

Urchin
È un’applicazione per l’analisi del traffico dei siti web. Legge i dati dei log files, e poi li scrive su un database. È consistente, stabile, veloce, e completa. I report sono chiari, con tutte le informazioni necessarie, senza fronzoli o amenità, ma con tutto quello che serve.

ContactLab
Splendida soluzione per l’email marketing. L’applicazione web based gestisce tutto il processo: dalla gestione delle liste dei destinatari, all’impostazione e all’inoltro delle e-mail, compreso l’eccellente controllo sui risultati.

TypePad
Il risultato generato da TypePad ce l’hai davanti adesso: si tratta del sistema che utilizzo per la gestione di questo weblog. Economica ma professionale, è un’applicazione con la quale mi sono sentito subito a casa (ne ho parlato anche qui). Mi piace sottolineare anche il loro customer support: perfetto, disponibile e pure simpatico.

C’è una cosa che accomuna Urchin, ContactLab e TypePad: l’utilizzo della tecnologia come strumento e non come fine. Lo so, sono un po’ fissato con questo argomento, ma tali applicazioni dimostrano l’assoluta attenzione all’utilizzatore piuttosto che esprimere i vezzi del programmatore. E non è cosa comune.


Iprospect è una delle aziende più note nel settore del search engine marketing e, probabilmente, quella più focalizzata verso le grandi corporation. Importo medio dei suoi servizi: 20.000 dollari al mese (yes: al mese!). Frederick Marckini ne è il fondatore e presidente e da settembre scrive regolarmente su ClickZ.

L’ultimo suo articolo riguarda le modalità di selezione del fornitore a cui affidare la visibilità sui motori di ricerca della propria azienda. È un argomento su cui anch’io ho scritto qualcosa recentemente.

Secondo Marckini, le RFP (Request for proposal), il tradizionale sistema usato nella scelta dei fornitori, non è adeguato ai servizi di search engine marketing. Il principale motivo sarebbe la mancanza di competenze delle aziende di entrare nel merito dei servizi e quindi di non riuscire a compiere la scelta migliore comparando offerte standardizzate.

In gran parte sono d’accordo con Marckini. Omogeneizzare le caratteristiche di un servizio di questo tipo è praticamente impossibile. Purtroppo alcuni uffici acquisti tendono a richiedere le offerte secondo dei criteri uniformi e predefiniti: numero di keyword, quantità di posizionamenti garantiti, numero di pagine ottimizzate, ecc. Il fatto è che tali parametri quantitativi non dicono nulla in merito alla qualità dei servizi erogati, che invece sono normalmente dipendenti dall’esperienza e dalla competenza del fornitore; elementi questi, difficilmente rappresentabili in una offerta standardizzata.

Inevitabile quindi la necessità di approfondire non solo i dettagli tecnici delle proposte, ma soprattutto le caratteristiche delle singole aziende in termini di esperienza, qualità delle persone, referenze, storia, prospettive, ecc.

Non va però sottovalutata l’oggettiva difficoltà delle aziende nell’individuare i partner più adatti a gestire qualsiasi attività legata ad internet, compreso quindi il search engine marketing. A volte, dietro l’affermazione “le aziende non sono preparate”, si nasconde solo un evidente interesse a creare una barriera tra il fornitore super-esperto e il cliente (teoricamente) incompetente. Pur nel rispetto del ruolo e del valore professionale di tutti, le aziende vanno invece supportate proprio nell’aumentare le loro competenze, a patto che tale impegno sia riconosciuto e che contribuisca a sviluppare un rapporto cliente-fornitore davvero collaborativo.

Avere clienti preparati ed informati è sicuramente più impegnativo e non permette di barare. Però è un sano obiettivo che dovrebbe essere sempre perseguito. Non è bellissimo parlare di sé stessi, però un esempio concreto di questa strategia, riguarda proprio Ad Maiora, la mia azienda. Quando iniziammo nel 1997 ad erogare servizi di visibilità sui motori di ricerca, partì contestualmente un sito divulgativo (motoridiricerca.it) che è poi rimasto uno dei riferimenti del settore in Italia.

Sull’argomento “voglio clienti informati” ritornerò sicuramente in futuro.