Archivio: giugno, 2011
Mercoledì sono andato al concerto di Vasco allo stadio Meazza, per via di una bella iniziativa interna di SKY guidata da Carlo Rossanigo, alla quale mi sono impunemente aggregato.
Vasco non rientra nei miei artisti favoriti, ma una bella dose di rock ad un concertone come questo, non fa certo male. Oddio, l’ultima volta che ho visto un concerto qui al Meazza fu nel 2003 per il leggendario concerto di Springsteen sotto il diluvio universale (curioso anche che questo post arriva subito dopo quello dedicato a Clarence), ma è meglio lasciare stare i paragoni.
Non mi soffermo sul concerto perché non conosco così bene Vasco da poter giudicare adeguatamente. Sarei curioso solo di sapere se è normale che ad ogni fine canzone sparisce dietro le quinte per diversi minuti, o se è consuetudine il mettersi a fare sermoni biascicati ed incomprensibili tanto che ad un certo punto la band ha attaccato il pezzo successivo come per dire a Vasco di rimettersi a cantare.
Due curiosità tecnologiche. Ai lati del palco c’erano due enormi qrcode da usare con gli smartphone. Poi ho notato come rispetto a pochi anni fa in cui guardando il pubblico si notavano i continui flash delle macchine digitali, oggi sono invece prevalenti le luci fisse degli smartphone usati come telecamere: video rules!
Penso sarebbe produttivo che in eventi del genere, oltre al qrcode, si pubblicizzi anche l’hashtag ufficiale: Anzi, lo farei scrivere proprio sul biglietto!
Certo è che se poi uno come il sottoscritto arriva al concerto con le batterie dell’iPhone praticamente scariche, riesce solo a capire quanto la tecnologia abbia ancora un limite enorme sul fronte alimentazione. Alla fine, ho scattato un paio di foto venute anche malino e nient’altro.
Quasi 26 anni fa esatti (21.6.85) fu “il concerto”. Lui nella seconda parte dello show per onorare il primo concerto in Italia per Bruce e per la E-Street Band, esibì calzoni rossi, camicia bianca, berretto e polsini verdi. Un ricordo che va ad incastrarsi dentro un concerto unico, di quelli che ti segnano l’anima.
Sarà sempre lui Big Man, “the biggest man you’re ever seen, king of the world, master of the universe”. Ogni concerto di Bruce ha potuto contare sulla tua gioia, sul tuo sorriso vero, sull’emozione. Ti ho visto pure commuoverti una volta, ed è meglio che mi fermo qua sennò lo faccio anch’io. Least but not least, grazie Clarence !
Non ho visto molti commenti in giro riguardo a Schema.org ed invece penso sia un’iniziativa importante. Si tratta della definizione di uno standard per segnalare ai motori di ricerca alcune caratteristiche strutturali dei contenuti delle propri pagine web, in modo che nei risultati di ricerca venga esposto non solo titolo, link e descrizione delle pagine, ma anche informazioni di dettaglio in funzione della richiesta.
Lo spiego meglio con un esempio (che riprendo da Searchengineland) a proposito di una ricerca relativa ad una ricetta, a fronte della quale è possibile selezionare i risultati in funzione degli ingredienti, del tempo di cottura, delle calorie, ecc. Sempre che, naturalmente, le pagine riportino i rispettivi valori strutturati in modo omogeneo.
Ora Schema.org nasce per sistematizzare i codici che permettono di catalogare i contenuti delle pagine in formati standard, secondo codici riconosciuti dai principali motori di ricerca: qui i link degli annunci contemporanei di Bing, Google e Yahoo! (in ordine alfabetico!).
Questi sono invece alcuni dei formati disponibili:
- Creative works: CreativeWork, Book, Movie, MusicRecording, Recipe, TVSeries …
- Embedded non-text objects: AudioObject, ImageObject, VideoObject
- Event
- Organization
- Person
- Place, LocalBusiness, Restaurant …
- Product, Offer, AggregateOffer
- Review, AggregateRating
Sicuramente si tratta di lavoro aggiuntivo per webmaster e publisher online, ma se l’obiettivo è quello di risultare maggiormente rilevanti e pertinenti ai motori di ricerca, lo sforzo potrebbe essere ampiamente premiato.
È altresì evidente che tale sistema accelera la direzione intrapresa dai motori di ricerca di passare da catalogatori di siti a fornitori di risposte. Esplicativa come non mai l’espressone “noi vogliamo i vostri dati”, seppur detta in modo scherzoso, pronunciata da Luca Forlin, Strategic Partnership EMEA di Google, all’ultimo IAB Seminar il 4 aprile scorso (qui il link al PDF del suo intervento).
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