Archivio: aprile, 2010
Splendido! Lo voglio! Una specie di orologio che calcola in tempo reale il costo della riunione in base ad un importo orario e al numero dei partecipanti.
Odio sprecare le cose, ed in particolare il tempo. Lo so, talvolta sono troppo brusco e diretto nello stimolare i miei colleghi ad arrivare al sodo, ma il tempo è una risorsa finita e disperderlo è un vero peccato ed una mancanza nei confronti di tutti, compreso chi ci regala ogni giorno le nostre 24 ore senza chiedere nulla in cambio.
Secondo Morgan Stanley nel 2013 gli utenti internet mobile supereranno quelli desktop (via gigaom; presentazione in parte già nota da novembre).
Mi pongo però alcune domande:
- Nel 2013 cosa chiameremo mobile e cosa desktop? Sarà solo piccolo e trasportabile vs. ampio e statico? Non credo. E con internet of things come la mettiamo?
- Se per mobile continueremo ad intendere device con schermo al di sotto dei 4 pollici, forse le previsioni di Morgan Stanley sono un po’ esagerate. A meno che venga sviluppata qualche killer application che riesca a impattare a livello sociale.
Che ne dite?
Condivido quasi tutte le conclusioni dello stimolante intervento di Enrico Pedemonte allo IAB Seminar di giovedì scorso su social media e editoria online (scaricabile insieme agli altri atti su www.iabseminar.it).
Cruciale è uno dei punti all’origine della crisi dell’editoria tradizionale: “Si è rotto il contratto sociale tra provider e utenti”, così come stimolante è la riflessione sulle cose da salvare (sempre dalle chart di Pedemonte):
- Controllo del potere: Giornalismo investigativo, Inchieste
- Giornale crocevia delle comunità: Centro dinamico delle comunità locali, Creazione e conservazione delle identità
Come via d’uscita, l’ipotesi dell’ipergiornale; ma per ridare centralità sociale ai giornali occorre che diventino (o tornino ad essere):
- Esperti competenti
- Mediatori culturali
- Gestori di Database
- Interpreti dei bisogni collettivi/di nicchia
Un intervento schietto e realista, forse solo un po’ troppo lungo, ma che ha arricchito parecchio uno IAB Seminar tra i più riusciti.
Condivido quasi tutte le conclusioni dello stimolante intervento di Enrico Pedemonte allo IAB Seminar di giovedì scorso su social media e editoria online (scaricabile insieme agli altri atti su www.iabseminar.it).
Cruciale è uno dei punti all’origine della crisi dell’editoria tradizionale: “Si è rotto il contratto sociale tra provider e utenti”, così come stimolante è la riflessione sulle cose da salvare (sempre dalle chart di Pedemonte):
- Controllo del potere: Giornalismo investigativo, Inchieste
- Giornale crocevia delle comunità: Centro dinamico delle comunità locali, Creazione e conservazione delle identità
Come via d’uscita, l’ipotesi dell’ipergiornale; ma per ridare centralità sociale ai giornali occorre che diventino (o tornino ad essere):
- Esperti competenti
- Mediatori culturali
- Gestori di Database
- Interpreti dei bisogni collettivi/di nicchia
Un intervento schietto e realista, forse solo un po’ troppo lungo, ma che ha arricchito parecchio uno IAB Seminar tra i più riusciti.
Interessante riflessione sul blog dell’Harvard Business Review: Are All Employees Knowledge Workers? Beh, sembrerebbe di si e condivido abbastanza questa impostazione.
Diversi i riferimenti a ricerche e libri recenti, oltre ad una chiosa stimolante che prende spunto da un pensiero di Bill Joy:
"There are always more smart people outside your company than within it." If we are serious about developing our own talent, we must find more ways to connect with and collaborate with all of those smart people outside our organization.
Su Il Mondo di questa settimana c’è la news del mio ingresso in Ammiro. Probabilmente confondendo l’anno di nascita con l’età mi vengono attribuiti 61 anni. La foto però è quella giusta: se non altro qualcuno potrà dire che me li porto bene bene gli anni!
Buona Pasqua!
Ultimi commenti