Sta succedendo. Internet collega persone e cose da oltre 15 anni, ma ormai non è più solo comunicazione: è un flusso continuo di dati e informazioni. È un contenitore di materiale vivo, che si trasforma, che si adatta e che modifica il suo stesso contenitore. Twit, feed, stream, post: atomi di contenuti incrociati senza governo.

Prendo nota di qualche punto di luce, recente o meno, in questo magma di segnali sparsi tipici dei nostri tempi liquidi:

  • “Streams vs. pages” sottolinea il lungo articolo di John Borthwick (via Stefano Quintarelli): media chiaramente non finiti, in costante evoluzione.
  • “Epoca della sovrascrittura”, come la definì Gianluca Nicoletti in un convegno lo scorso anno, in cui i contenuti si sovrappongono l’un l’altro, fino a sviluppare mashup che si appropriano del concetto di arte (citofonare Maurizio Goetz che ne è un collezionista; l’ultimo? Beat it + Viva la Vida).
  • Sarà poi il turno di Google Wave: quando sarà disponibile, probabilmente contribuirà a scrivere la nuova geografia del real-time, come giustamente sottolinea Alberto D’Ottavi.
  • E le aziende? Beh, possono prendere spunto dalla strategia Foreverism, sintetizzata nel consueto accattivante modo dai consulenti di Trendwatching, sapendo comunque che non basta un account Twitter per entrare nell’era dei touch-point di nuova generazione.

Già nel 2003 Joe Ito riprendeva dal libro Beyond Culture (scritto nel

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6 commenti per “Immersi o persi nel real-time”

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  1. Beppe Bravi aka BraGiu scrive:

    Venire sopraffatti dai bit oppure assecondare … “the wave” e godersi il bel mare?

  2. cosimo accoto scrive:

    “Will we have the courage not to substitute an unknown expression for a well-known one?” … Bruno Latour wrote…..riusciremo a resistere all’idea e alla prassi della nominazione l’attuale con la lingua dell’inattuale (e qui è Gilles Deleuze)…ciaoo cosimo

  3. howard scrive:

    Non credo che i nativi perdono il contesto come risultato del vivere in polychronic time. Per definizione sono ancora giovani. Ci vuole un po’ di esperienza, qualche fallimento, qualche successo, qualche perdità e qualche vittoria per essere poi nelle condizioni di vedere oltre le superficie. Tutto lì.
    Non preoccuparti, Mauro, in questo post hai mostrato bene il tuo essere posizionato bene fra i poli :-)

  4. Fabrizio Napoli scrive:

    Credo che il real-time web stia ponendo anzitutto una sfida ai motori di ricerca. Google & C. sono poco “conversazionali”, sono ancora legati ad un modello di archiviazione, di indicizzazione dei contenuti che è, per sua natura, diacronico e monocronico.
    Ho accennato qualcosa su un post
    http://www.fabrizionapoli.it/internet/i-motori-di-ricerca-sono-conversazioni/
    Con Wave Google arriva (anzi arriverà “later this year”) tardi, quando probabilmente il real-time web avrà raggiunto altre forme. Insomma a Mountain View sembrano incapaci di comprendere il flusso (sempre lui) degli eventi. IL CEO Google Eric Schmidt ha definito twitter un “poor man’s email system”.
    Ricorda tanto Steve Ballmer quando diceva che l’iPhone non avrebbe sfondato perché non aveva una tastiera…

  5. Mauro Lupi's blog scrive:

    Quando il social network cerca

    Un’estate 2009 calda per il mondo delle tecnologie digitali, fatta di accordi, fusioni e acquisizioni che lasceranno il segno. Tra i più rilevanti, senz’altro l’intesa tra Microsoft e Yahoo! per le ricerche online, l’acquisizione di FriendFeed da parte…

  6. Plinio scrive:

    io sono solo un profano sono pochi anni che uso internet più che altro per motivi lavorativi . Io penso che per voi tecnici , teorici esperti è chiaro che vogliate andare avanti, è giusto e vi ringrazio, è per questo che seguo sempre il signor Lupi. A me ( ho un hotel) è che internet mi dia un ritorno prima di tutto economico poi culturale.
    Cercherò di utilizzare al momento quello che mi darà i maggiori risultati. Grazie e saluti

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