Stamattina presto ho trovato un attimo di tempo per scrivere una testimonianza per un un libro sui web analytics che sta scrivendo un mio amico e che uscirà giugno (faccio il misterioso solo perché non so se la cosa sia ancora riservata o meno). Poi arrivato in ufficio, nel quarto d’ora dedicato all’aggregatore dei feed RSS, ho scorto un post di Fabris sui sondaggi di opinione che ho stampato e letto con calma solo adesso. Il j’accuse di Fabris riguarda l’uso spregiudicato dei sondaggi e l’approssimazione professionale dei sondaggisti.

Ho trovato questo post collegato al tema dei web analytics i quali, in fondo, sono sondaggi sull’utilizzo dei siti piuttosto che della fruizione delle campagne di advertising, svolti però analizzando dei dati oggettivi anziché svolgendo delle interviste. Continuo ad essere convinto non solo che la Rete sia il più grande focus group mai esistito, ma che gli strumenti ad uso delle ricerche di mercato, saranno sempre più orientati ad osservare e ascoltare le persone in base ai loro contenuti generati online, piuttosto che andarle a intervistare.

Magari in questo modo anche gli attuali sondaggi di opinione potrebbero risultare maggiormente verificabili…

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Un commento per “Quando i sondaggi saranno fatti osservando e non intervistando”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Matteo Cantamesse scrive:

    Salve,
    concordo appieno. Rilancio: la rete non è solo il più grande focus group mai esistito… è anche e soprattutto la più grande sala d’attesa di un istituto di ricerche di mercato. Non serve presentare alcuno storyboard, alcun pack o mockup: come dice lei, basta ascoltare. E subito si dischiude l’accesso all’esperienza concreta, genuina e quotidiana.

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