L’abbiamo capito: siamo dentro la recessione. Probabilmente sarà molto complicata e durerà almeno per tutto questo 2009. Alla parola “recessione” ne associo altre quattro, che condividono l’iniziale “R” e che sono pensate per reagire (altra parola con “R”) alla crisi, per delineare la strategia più adatta e, perché no, per cogliere l’occasione di rinnovarsi davvero. Penso quindi a Riflessione, Reset, Rilancio, Risultati, da considerare più o meno con questa cronologia.
- Riflessione. Vanno ripensate le strategie di comunicazione. Non è più sufficiente proseguire le comode logiche di adattamento, perché sono ormai troppe le fratture con il passato (anche quello più recente) per continuare ad evolversi sulle basi del vissuto.
- Reset. Come per gli apparecchi elettronici che se vanno in tilt possono tornare a funzionare spegnendoli e accendendoli di nuovo, occorre rinnovare il modo di utilizzare gli strumenti di comunicazione, rompendo con coraggio e realismo alcuni status quo e l’inerzia decisionale.
- Rilancio. È il momento di promuovere nuovi valori, concreti, che parlano la lingua delle persone e non quella della persuasione. Vanno esaltate le professionalità individuali delle aziende, la loro capacità di rappresentare i brand e di esternare le passioni che li motivano, così da aprire realmente la conversazione con i mercati. E anche se è naturale durante crisi come questa di essere tentati da atteggiamenti difensivi e conservativi, è indispensabile enfatizzare gli asset reali e promuoverli adeguatamente.
- Risultati. Mi auguro che la contingenza economica farà emergere il fatto che la comunicazione digitale è quella che offre i parametri di misurabilità più flessibili e precisi. Ed è anche quella che consente di pianificare consapevolmente gli investimenti monitorandone in tempo reale gli effetti. Comprese le attività più orientate al branding e allo sviluppo della relazione.
Quindi internet. Che per taluni sembra ancora così complicata e tecnologica. Il punto è che internet è complessa per chi cerca un altro “semplice” media, per chi si aspetta di pianificare con i GRP; per chi ama pontificare ma non ascolta i mercati. Per molti altri, invece, è piena di opportunità e di produttività. E a voi da che parte vi interessa stare?
Articolo pubblicato sul numero 3/2009 di Pubblicità Italia.
9 commenti per “Le 4 R per vincere la crisi”
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Luca Taddei scrive:
Ottimo post! Sottoscrivo appieno le quattro R che vengono proposte! E a queste aggiungerei un’altra R, quella di Responsabilità, che spesso è mancata nel mondo della comunicazione e che è fondamentale sia per promuovere nuovi valori che per arrivare a un “reset”.
Un caro saluto,
L.T.
Posted on 02 feb 2009 alle 17:27.
Mauro Lupi scrive:
Grazie Luca, si, hai ragione Responsabilità (e quindi Etica) è una delle parole “vere” che dovrebbe permeare il rinnovamento della comunicazione (e non solo di quella…)
Posted on 02 feb 2009 alle 17:59.
riflessioni di un commercialista scrive:
molto bello. complimenti.
un 2009 ricco di grandi sfide. una su tutte ridisegnare la strategia di impresa.
le 4R non valgono solo per la comunicazione.
fai riflettere
Posted on 03 feb 2009 alle 10:48.
Plinio scrive:
Buongiorno signor Lupi, intervengo nel mio piccolo spesso anche a sproposito ma da buon romagnolo non ce la faccio a tenere la bocca chiusa. La situazione è chiara, la crisi era ampliamente prevedibile da 2 anni orsono, buona la missione di Rifondazione, però ci vuole più cattiveria.Cattiveria nel senso di aggressività nel raggiungere scopi, voglia di fare.
Ascoltavo ieri su Robin Good un’incontro tra manager americani della silicon valley, praticamente prendevano per i fondelli noi europei, loro che con la facilità liberista ci hanno portato a questa situazione( non loro come manager che saranno bravi sicuramente) loro americani. Di una cosa avevano spudoratamente ragione quì da noi puoi avere la migliore idea del mondo,per metterla in atto deve passare tanto di quel tempo e senza aiuto alle idee specialmente dei giovani ,siamo ingessati.Noi di ogni piccola cosa ne facciamo un romanzo, e così perdiamo tempo che adesso è ancora più prezioso.Tutto questo è valido in tutti i campi e sicuramente nella comunicazione, che ha avuto una svolta a 360
Posted on 03 feb 2009 alle 11:08.
michele scrive:
Aggiungerei reputazione altrimenti il gatto si morderà la coda.
Posted on 03 feb 2009 alle 12:15.
Plinio scrive:
x Michele :la reputazione in internet è stata già ampliamente discussa e già si vedono i primi risultati, la reputation è bene che venga rivista nella vita quotidiana ed in quella politica, Non esistono più i puri: il meno sporco ha la rogna, Internet si pulisce da solo.Plinio
Posted on 03 feb 2009 alle 17:04.
Mauro Lupi scrive:
Caro Plinio, sapessi quanto mi fa inc…re vedere i giovani che hanno di rado quella “voglia di fare” che auspiche te. Ok, discorsi di chi ha un età…
Per la foto: hai ragione, me lo dicono tutti. E’ che veramente non ne ho una che reputo migliore. Ne avrei una al mare che faccio le smorfie “alla Tarzan” ma non mi sembra il caso…
Posted on 03 feb 2009 alle 21:45.
Claudio Lippi scrive:
Per quanto riguarda il discorso della “reputazione” concordo pienamente col Sig. Plinio.
C’è da dire che anche il precedente intervento di Plinio ha il suo bel fondamento di verità: le ragioni di questa chiusura all’iniziativa imprenditoriale, soprattutto quella della piccola e media impresa, sono lontane e si trovano ormai solo nei libri di storia.
Culturalmente nascono probabilmente con la Vanoni (la legge, non la cantante…): di fatto ormai in Italia (ed in parte anche nel resto d’Europa, ma con delle eccezioni) la libera impresa viene frenata, sia per quanto riguarda l’investimento interno, sia per quanto riguarda la ricerca di capitali esterni.
Le quattro “R” proposte nel post e le due aggiunte nei commenti sono uno sprone a fare in autonomia, da soli, e con i mezzi a disposizione: in una situazione come questa, sono il consiglio migliore trovato fin’ora. Ad attendere l’aiuto dal Cielo si muore di fame.
In questo si trova ragione nel concetto tutto sassone che il successo nel lavoro è sintomo della Grazia di Dio: quindi più si lavora, più si ha successo nell’impresa (anche economico), più si è sotto la luce del Signore. Diamoci da fare!
Posted on 05 feb 2009 alle 19:01.
Plinio scrive:
Grazie Claudio, quello che dico è solo frutto di esperienza condita da un pò di cultura.
Facilmente posso cadere nel dire stupidate, ma è anche facile che colga le problematiche celate dietro discorsi e faccate inutili. Il pragmatismo nasce dall’avere sempre lavorato per me stesso e dall’insegnamento degli anziani che raramente sbagliavano nel vedere il futuro. Ottimo l’esempio all’idea Protestante della Religione, io sono Cattolico di Cattolica, ma la nostra religione è stato il freno più grosso allo sviluppo economico, forse è stata d’aiuto allo sviluppo della cultura.
Ciao Plinio
Posted on 06 feb 2009 alle 09:34.