Oggi ho fatto un salto alla presentazione del 3

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4 commenti per “E-Content 2008”

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  1. Roldano De Persio scrive:

    Ciao Mauro nel tuo post scrivi:”l’intero settore dei contenuti digitali inizia a sentire forte l’impatto dei contenuti generati dagli utenti ed il loro ruolo sempre più attivo, lo stesso non si può dire delle aziende, dalle quali non arriva nessuna spinta particolare verso gli e-Content e che sembrano non cogliere affatto le opportunità ad essi connesse.”.
    Lo stesso non si può dire delle aziende. Dove sta il problema? Faranno la fine di Alitalia, Lehman Brothers e di tutti quei giornali o testate che ora implorano che Google non li distrugga definitivamente facendo l’accordo con Yahoo.
    Capolinea signori si scende.
    Per il bene del mercato le aziende che non si adeguano devono sparire per far posto ad altre meritevoli o più all’avanguardia.

  2. Albert Antonini Mangia scrive:

    Ciao Mauro,
    cosa ti stupisce veramente? Ovvero ritieni che il mercato dei mobile content abbia un valore troppo alto oppure che la pubblicità online in Italia abbia un valore troppo basso? E perchè?

  3. Mauro Lupi scrive:

    Un po’ mi stupisce la richiesta e quindi il valore generato da loghi e suonerie per cellulare. Ok, il mercato di riferimento è pressoché equivalente alla popolazione complessiva, però mi sembra comunque alto. L’altra cosa che mi lascia perplesso è che un’industria come quella della pubblicità online coinvolge centinaia di aziende; quella di loghi e suonerie è ridotta a pochissimi player, ma fattura la stessa cifra complessiva: evidentemente gli operatori hanno saputo cogliere migliori opportunità.

  4. Dario de Judicibus scrive:

    Come ho detto in un mio intervento all’Enterprise 2.0 forum, il motivo per cui molte aziende sono restie ad implementare il web 2.0 nelle intranet è che questo comporta fisiologicamente una diminuzione del CONTROLLO da parte delle aziende sui loro impiegati. `E un prezzo inevitabile da pagare e non tutte sono disposte o attrezzate a farlo. Per assurdo, quelle che hanno già attivato iniziative web 2.0 sottovalutando questo aspetto, rischiano di avere seri problemi al loro interno.

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