Archivio: giugno, 2008

Partiamo dall’evento più vicino: il prossimo 8 luglio a Roma si terrà l’incontro Private Equity: innovazione e competitività. In occasione della presentazione della quarta edizione del libro di Anna Gervasoni e Fabio L. Sattin “Private Equity e Venture Capital: Manuale di investimento nel capitale a rischio”, BAIA insieme a Competere ospitano un convegno dove gli Autori si confronteranno con esponenti del mondo politico ed accademico italiano.

Il 16 luglio ma questa volta a Milano andra di scena “La misurabilità dei media digitali interattivi: parola ai numeri”, un seminario organizzato da IAB Italia che si terrà presso la sede de IlSol24Ore in via Monte Rosa 91. Il programma dettagliato sarà diffuso nei prossimi giorni.

Tags:


Questa sera c’è Bruce Springsteen al Meazza di Milano (io continuo a chiamarlo San Siro). È la terza volta che suona in questo stadio e nelle due occasioni precedenti (1985 e 2003) si trattò di serate epiche. Ovviamente io c’ero in entrambe le occasioni, e poterlo dire è una specie di Oscar del vero fan.

Per una serie di motivi questa volta lo salto. Vorrà dire che passero i prossimi giorni a scovare sui forum giusti l’immancabile bootleg (c’mon, roll your tapes!), anche se non sarà la stessa cosa.

Ho saputo di persone che sono da sabato fuori dallo stadio per poter entrare nel pit (ossia lo spazio sotto il palco per i fan più accaniti). Ho visto che tra i quattro siti nel blogroll di Fabio (che ha appena commentato da queste parti) c’è il sito del Boss. Ho letto lo speciale su Corriere.it e due brividi sono venuti. Mi ci vuole una dose di musica stasera.

Poi arriva l’sms di mio figlio Gianluca che ha appena terminato gli orali all’esame di terza media e allora penso che questa sera festeggerò comunque una cosa bellissima. Growing up…

Tags:


Osvaldo Adinolfi racconta una delle relazioni dell’ Edelman Summer School, in particolare quella di Rick Murray, presidente di Edelman Digital. Condivido i tre concetti espressi:

  • Continuità: la comunicazione digitale (e non solo quella, aggiungo io) va pensata per durare nel tempo e non strutturata come un flight pubblicitario)
  • Centralità dei contenuti prima che della creatività
  • Diffusione di una “cultura digitale” in luogo del “reparto digitale”

Che poi a dirlo è facile mentre applicarlo sulle realtà aziendali, specie quelle più grandi e complesse, è un’altra storia. E qui sta la vera sfida: non solo comprendere il cambiamento (che sarà sempre di più un’attività on-going), ma saperlo applicare.

Tags:


Osvaldo Adinolfi racconta una delle relazioni dell’ Edelman Summer School, in particolare quella di Rick Murray, presidente di Edelman Digital. Condivido i tre concetti espressi:

  • Continuità: la comunicazione digitale (e non solo quella, aggiungo io) va pensata per durare nel tempo e non strutturata come un flight pubblicitario)
  • Centralità dei contenuti prima che della creatività
  • Diffusione di una “cultura digitale” in luogo del “reparto digitale”

Che poi a dirlo è facile mentre applicarlo sulle realtà aziendali, specie quelle più grandi e complesse, è un’altra storia. E qui sta la vera sfida: non solo comprendere il cambiamento (che sarà sempre di più un’attività on-going), ma saperlo applicare.

Tags:


Anche se il numero di iscritti al feed oggi mi segnala un impietoso 1961, che poi è il mio anno di nascita…

Anche se ieri sono entrato in una community online e nell’accogliermi la moderatrice mi ha scritto: “Ciao, non rimanere deluso se siamo tutti piccini!” (non pensate male: mi sembra che il più giovane  faccia l’università!)…

Insomma, anche se il quotidiano non si risparmia a ricordarmi che il tempo passa (il titolo del post è una m3zza parafrasi di “spero di morire prima di diventare vecchio” che cantavano gli Who), adesso ho voglia di parlare di giovani.

  • Francesca Casadei (aka LaFra). Brava! Ha vinto il Young Lions media competition a Cannes. Servono casi di successo come il tuo. Servono esempi che testimoniano quanto sappiamo competere nel mondo.
  • Laura Premoli. Laura mi ha scritto per parlarmi del suo blog, ma qui voglio segnalare la sua presentazione in cui sembra trasparire una carica positiva ma equilibrata; tra l’altro scrive:

Sono una ragazza molto energica, sicura dei miei obiettivi, adoro la compagnia ma non rinnego i momenti di solitudine, adoro la lettura e non vivo senza musica, mi piacciono le sfide e non mi tiro mai indietro, sono molto ambiziosa anche se consapevole della mia giovane età.

Dateci sotto!

Tags:


Anche se il numero di iscritti al feed oggi mi segnala un impietoso 1961, che poi è il mio anno di nascita…

Anche se ieri sono entrato in una community online e nell’accogliermi la moderatrice mi ha scritto: “Ciao, non rimanere deluso se siamo tutti piccini!” (non pensate male: mi sembra che il più giovane  faccia l’università!)…

Insomma, anche se il quotidiano non si risparmia a ricordarmi che il tempo passa (il titolo del post è una m3zza parafrasi di “spero di morire prima di diventare vecchio” che cantavano gli Who), adesso ho voglia di parlare di giovani.

  • Francesca Casadei (aka LaFra). Brava! Ha vinto il Young Lions media competition a Cannes. Servono casi di successo come il tuo. Servono esempi che testimoniano quanto sappiamo competere nel mondo.
  • Laura Premoli. Laura mi ha scritto per parlarmi del suo blog, ma qui voglio segnalare la sua presentazione in cui sembra trasparire una carica positiva ma equilibrata; tra l’altro scrive:

Sono una ragazza molto energica, sicura dei miei obiettivi, adoro la compagnia ma non rinnego i momenti di solitudine, adoro la lettura e non vivo senza musica, mi piacciono le sfide e non mi tiro mai indietro, sono molto ambiziosa anche se consapevole della mia giovane età.

Dateci sotto!

Tags:


Qui la tabella con i consuntivi 2006/2007 e le previsioni per il 2008 del fatturato della pubblicità onlne in Italia, elaborati da IAB Italia.

Pubblicità online in Italia - 2006-2008, IAB Italia

Sul sito IAB il comunicato stampa.

Tags:


Qui la tabella con i consuntivi 2006/2007 e le previsioni per il 2008 del fatturato della pubblicità onlne in Italia, elaborati da IAB Italia.

Pubblicità online in Italia - 2006-2008, IAB Italia

Sul sito IAB il comunicato stampa.

Tags:


Duemila iscritti al feed Però: 2.000 iscritti al feed di questo blog!

Hey, grazie a tutti per la fedeltà e la pazienza di continuare a leggermi :)


Purtroppo non sono riuscito a passare all’incontro con Kotlker organizzato dal Politecnico. Non sono state le parole di Fabris ad influenzarmi, che qualche giorno fa ha additato Kotler come quello che di vecchio è rimasto del marketing.

In verità sono andato lungo con un incontro molto stimolante con un cliente, peraltro dall’altra parte di Milano. Per fortuna che c’è la sessione live che funzione perfettamente (powered by Connexia).

Tags:


Post da weekend: in un momento di serendipity ho scovato uno spassoso show interattivo di Paolo Migone, di cui adoro il tipo di comicità. Bravissimo lui e chi ha realizzato il mini spettacolo, che ha dei momenti davvero geniali, modernissimi oltre che divertenti.

Tags:


Sapevate che Yahoo! fu uno dei primi finanziatori di Google? Poi rivendettero (e bene) le quote che detenevano, restando comunque decisivi per il lancio di Google che implementarono come funzione di ricerca in quella che allora era solo una directory. Cose di 6 anni fa circa. L’ultimo accordo (Google esporrà i suo inserzionisti nei risultati di ricerca di Yahoo!) è l’ennesimo favore, seppur ben pagato.

image Google nel frattempo ha dimostrato di saper monetizzare le ricerche meglio di chiunque altro, ed ora Yahoo! cerca di valorizzare il search con questo accordo perché da soli hanno inanellato solo una lista di errori: ricordate l’inclusion? ricordate Panama? ricordate 360? E pensare che avevano in casa chi ha inventato il keyword advertising (Overture). Vabbè è andata. In un intervista ad Affari Italiani parlo di resa di Yahoo!: ovviamente mi riferisco al search, perché spero davvero che l’azienda possa rilanciarsi su tutto il resto: e lo dico per i dipendenti di Yahoo!, per il business legato ad internet e per gli utenti della Rete.

Su cosa significa per la Rete in generale questo accordo, ci pensa Vittorio Zambardino a fare una perfetta e giustamente allarmata disamina.

Tags:


Sono disponibili gli atti di Interact, il convegno annuale di IAB Europe, tra i quali segnalo:

  • Alcuni spunti interessanti dalle slide di Norm Johnston di Mindshare, buona parte concentrati sul tema dei Branded Contents (vicino peraltro al mio Company Generated Contents) che conclude con questo grafico titolato “The New Content Model”:image
  • Non male anche la chart di Andreas Wiele di Axel Springer (l’editore tra gli gli altri di Bild), piuttosto disincantate sull’evoluzione verso il digitale da parte di un publisher tradizionale. Forte il suggerimento nel digitalizzare tutta l’azienda e di formare conseguentemente tutti gli impiegati evitando il gap tra “digital winners and losers”.
  • Della presentazione di Michel Lambert, il direttore Interactive di Procter & Gamble, ho segnato la “sindrome del website”, ossia l’ostinazione a infilare tutto nel sito mentre si va verso una diffusione dei contenuti in più sedi e device ed il suggerimento a trasformare i pre-test in post-optimization. Interessanti i dieci punti finali “Where you can help” rivolti alle agenzie.

Tags:


Si chiama My Italian start-up ed è un’iniziativa di Stefano per raccogliere in un solo punto tutte le nuove iniziative imprenditoriali in Italia legate al web.

Tags:


Dell’assemblea annuale di UPA, l’associazione che rappresenta gli spender pubblicitari, che si è tenuta ieri a Milano, ho annotato alcune cose:

  • la parola probabilmemte ripetuta pià volte è stata “cambiamento”;
  • interessante, e speriamo davvero convinto, è stato il richiamo di Sassoli de Bianchi, Presidente di UPA, alla trasparenza del mercato pubblicitario; seppur non citata esplicitamente,  ha espresso una censura del meccanismo delle “over”, ciè quel meccanismo per cui i servizi di pianificazione pubblicitaria vengono praticamente pagati dagli editori e non dagli advertiser, fenomeno presente, anche se in misura meno evidente, anche nell’advertising online;
  • la testimonianza di FIAT è stata un po’ troppo lunga ma un caso di eccellenza del genere merita decisamente la ribalta, sia per le linee strategiche alla base del rilancio della casa torinese, sia per l’evidente uso intelligente della Rete nel straordinario caso della Fiat 500 (su Fiat  torno più avanti per altri pensieri correlati);
  • sono andato via durante lo stucchevole intervento di Jack Trout il quale, seppure meritevole di considerazione per aver inventato il termine “positioning” (ma ciò succedeva decine di anni fa), si è prodigato a perorare la differenziazione come leva strategica di comunicazione come se dovesse spiegarla ad un ragazzo di quindici anni; ho resistito dieci minuti e poi sono andato a sentire Fabris (di cui scriverò in un altro post).

Su Fiat, ed in particolare sulla campagna “500 wants you” sono già state dette molte cose e tutte positive. Ho avuto il piacere di tenere un paio di speech durante il Marketing Forum di fine maggio insieme a Carmen Momo e Matteo Righi di ARC/Leo Burnett. Una delle cose che hanno evidenziato relativamente alla loro collaborazione nel progetto con Fiat, è stata la relazione cliente/agenzia che si è sviluppata su una vera partnership su basi fiduciarie e collaborative, indispensabile per sviluppare il terreno su cui si è auspicata la relazione con gli utenti. Infine: durante l’assemblea UPA, Luca De Meo ha ricordato che ci sono oltre 20 università nel mondo che ne stanno facendo un caso di studio. Ottimo!

Tags:


Per chi si fosse perso l’antefatto: Sergio Sarnari racconta sul suo blog l’insoddisfazione per un acquisto di mobili e la Mosaico Arredamenti lo cita per danni, diffidando anche chiunque altro riprenda le critiche.

Ovviamente, quello che è successo è una mobilitazione generale di solidarietà con Sarnari e una forte critica per l’atteggiamento dell’azienda denunciataria che sfocia addirittura in una lezione di comunicazione sotto forma di lettera aperta.

No, non firmerò questa lettera (mi invitato anche Luca via mail); penso che chiunque sia libero di fare ciò che vuoile nell’ambito delle leggi, poi sarà un giudiche che prenderà le decisioni. Tra l’altro non ho avuto modo di leggere il post di Sarnari (dato che per prudenza l’ha rimosso) e, anche se non ho modo di dubitare che non sia stato realmente denigratorio, preferisco giudicare solo ciò che ho visto direttamente.

Non credo che serva una “lettera aperta dei blogger” (io peraltro non mi sento tale – solo solo una “persona che ha un blog”, che è diverso), o quantomeno non all’azienda. Tanto capiranno comunque l’errore di comunicaizone e, se non lo capissero, il peggio è loro! Meglio evidenziare le opportunità che sottolinea [mini]marketing che condivido in toto.

Semmai è fondamentale vigilare sul seguito di questi eventi, nel senso che se dovessero portare ad azioni d censura o, peggio ancora, di risarcimento, sarà giustro mobilitarsi ma nei confronti di chi fa le leggi e di chi le fa applicare.

Cinicamente ho salutato favorevolmente l’intera vicenda, nel senso che servono casi del genere per testimoniare alle aziende cosa succede in questi casi. Insomma, il caso Kryptonite è stato da esempio a chissà quante aziende che nel 2004 scoprirono come non relazionarsi con il mondo esterno. Bene, adesso abbiamo anche un caso italiano. Grazie Sergio, grazie Mosaico Arredamenti.

Tags:


Qualche ulteriore dettaglio sull’analisi dei fatturati pubblicitari online in Europa nel 2007, elaborati da IAB Europe di ci avevo già accennato qualcosa.

  • Il paid search vale in media il 46% del totale speso online (ossia 5 mld di Euro su un totale di 11,2), ma il 43% di tutta la spesa in pubblicità sui motori di ricerca in Europa è assorbito dal Regno Unito (dove pesa il 57% circa del totale).
  • L’Italia è il quinto paese per spesa pubblcitaria online (figura 1).
  • La crescita del del mercato 2007 vs. 2006 è stata del 40% circa in tutte le nazioni tranne che in Grecia (+91%) e Spagna (+55%).
  • Interessante il raffonto tra le categorie degli inserzionisti in dispaly advertising (figura 2) in cui ci sono parecchie differenze tra le nazioni.

The largest online spending countries - IAB Europe

Industry categories across display advertising - IAB Europe 2007

Avevo anche promesso un approfondimento sulla metodologia usata per elaborare i dati. La premessa è che ogni paese usa criteri diversi, per cui il lavoro fatto da IAB Europe è stato quello di normalizzare i valori su parametri omogenei. Chiaramente alcuni di questi parametri sono stati impostati in modo arbitrario, seppur condivisi tra i diversi player. Credo che il risultato sia abbastanza attendibile e che i dati “macro” siano rilevati in maniera adeguata.

Tags:


Qualche ulteriore dettaglio sull’analisi dei fatturati pubblicitari online in Europa nel 2007, elaborati da IAB Europe di ci avevo già accennato qualcosa.

  • Il paid search vale in media il 46% del totale speso online (ossia 5 mld di Euro su un totale di 11,2), ma il 43% di tutta la spesa in pubblicità sui motori di ricerca in Europa è assorbito dal Regno Unito (dove pesa il 57% circa del totale).
  • L’Italia è il quinto paese per spesa pubblcitaria online (figura 1).
  • La crescita del del mercato 2007 vs. 2006 è stata del 40% circa in tutte le nazioni tranne che in Grecia (+91%) e Spagna (+55%).
  • Interessante il raffonto tra le categorie degli inserzionisti in dispaly advertising (figura 2) in cui ci sono parecchie differenze tra le nazioni.

The largest online spending countries - IAB Europe

Industry categories across display advertising - IAB Europe 2007

Avevo anche promesso un approfondimento sulla metodologia usata per elaborare i dati. La premessa è che ogni paese usa criteri diversi, per cui il lavoro fatto da IAB Europe è stato quello di normalizzare i valori su parametri omogenei. Chiaramente alcuni di questi parametri sono stati impostati in modo arbitrario, seppur condivisi tra i diversi player. Credo che il risultato sia abbastanza attendibile e che i dati “macro” siano rilevati in maniera adeguata.

Tags:


Raggruppo qui alcune note sugli ultimi libri letti:

Economia della felicita, Luca De Biase Economia della felicità di Luca De Biase. Aprendo il libro credevo che avrei ritrovato le riflessioni che Luca aveva già anticipato da mesi sul suo blog. D’altronde il tema era quello: economia, crescita, felicità e blog. In realtà quello che è uscito per Feltrinelli è una rilettura più organica e scorrevole dell’economia del dono, specie quello relativo al tempo dedicato alle relazioni digitali. È l’economia e il denaro analizzati dal punto di osservazione di un cittadino della Rete, consapevole che la sua parte abitata potrebbe contribuire a migliorare questo mondo che invece sta andando verso una pericolosa monetizzazione di ogni cosa. Un libro buono per riflettere; pur con tutta la speranza che anima il testo, si scorgono le nevrosi che alimentano la società in cui viviamo. Ne usciremo?

Fare business con il web, Lonardo Bellini Fare business con il web di Leonardo Bellini. Quasi un romanzo che racconta una specie di start-up di un business online, affrontando tutti i passi necessari: dalla strategia alle tattiche, dalla pianificazione del business plan alla campagna di comunicazione, dal monitoraggio dei risultati al customer support. Il tutto raccontato attraverso i dialoghi, i confronti e le domande di Leo, Cri, Jacques, Pat e gli altri protagonisti di questo originale racconto. Dicevo a Lenoardo che il titolo del libro è limitativo, nel senso che sembrerebbe trattare solo di web, invece si affrontano anche argomenti legati ai modelli economici, alla customer retention, alla profilazione dei clienti, ecc. In definitiva, un testo leggibile e anche divertente, utile ad esempio a molte PMI che vogliono inserie il web tra i canali di vendita. Il libro ha anche il suo sito.

internet_pr Internet P.R. di Marco Massarotto. Tutto quello che avreste voluto sapere su come come cambia la comunicazione tra aziende e consumatori per via della Rete che (ancora) non avete avuto il coraggio di chiedere. È un libro ben fatto, chiaro ed essenziale, che non si perde in scenari rivoluzionari ma che affronta il quotidiano attraverso tutti i principali aspetti dei cambiamenti che ogni azienda si trova ad affrontare di questi tempi. Al centro dell’attenzione l’ascolto, i consumatori-persone con cui dialogare, l’apertura di canali digitali per rinnovare la relazione col mondo esterno. Per le case history l’autore rimanda al blog del libro, mentre ho notato diversi inviti ad affiancarsi a consulenti e aziende specializzate, pur con l’auspicio di maturare capacità interne per essere autonomi quanto prima. Anche se detto da da un professionista del settore (come me d’altronde) un approccio del genere può sembrare interessato, non posso che condividere: sono passaggi importanti che non riguardano solo l’utilizzo di una nuova tecnologia, ma che toccano i capisaldi della comunicazione aziendale. Non basta un fornitore di servizi tecnici, ma occorre supporto qualitativo, coaching, consulenza strategica. A leggere analiticamente il libro di Massarotto, ci si rende conto di quanti aspetti cruciali stia toccando la Rete nel business di moltissime aziende.

Tags:


Raggruppo qui alcune note sugli ultimi libri letti:

Economia della felicita, Luca De Biase Economia della felicità di Luca De Biase. Aprendo il libro credevo che avrei ritrovato le riflessioni che Luca aveva già anticipato da mesi sul suo blog. D’altronde il tema era quello: economia, crescita, felicità e blog. In realtà quello che è uscito per Feltrinelli è una rilettura più organica e scorrevole dell’economia del dono, specie quello relativo al tempo dedicato alle relazioni digitali. È l’economia e il denaro analizzati dal punto di osservazione di un cittadino della Rete, consapevole che la sua parte abitata potrebbe contribuire a migliorare questo mondo che invece sta andando verso una pericolosa monetizzazione di ogni cosa. Un libro buono per riflettere; pur con tutta la speranza che anima il testo, si scorgono le nevrosi che alimentano la società in cui viviamo. Ne usciremo?

Fare business con il web, Lonardo Bellini Fare business con il web di Leonardo Bellini. Quasi un romanzo che racconta una specie di start-up di un business online, affrontando tutti i passi necessari: dalla strategia alle tattiche, dalla pianificazione del business plan alla campagna di comunicazione, dal monitoraggio dei risultati al customer support. Il tutto raccontato attraverso i dialoghi, i confronti e le domande di Leo, Cri, Jacques, Pat e gli altri protagonisti di questo originale racconto. Dicevo a Lenoardo che il titolo del libro è limitativo, nel senso che sembrerebbe trattare solo di web, invece si affrontano anche argomenti legati ai modelli economici, alla customer retention, alla profilazione dei clienti, ecc. In definitiva, un testo leggibile e anche divertente, utile ad esempio a molte PMI che vogliono inserie il web tra i canali di vendita. Il libro ha anche il suo sito.

internet_pr Internet P.R. di Marco Massarotto. Tutto quello che avreste voluto sapere su come come cambia la comunicazione tra aziende e consumatori per via della Rete che (ancora) non avete avuto il coraggio di chiedere. È un libro ben fatto, chiaro ed essenziale, che non si perde in scenari rivoluzionari ma che affronta il quotidiano attraverso tutti i principali aspetti dei cambiamenti che ogni azienda si trova ad affrontare di questi tempi. Al centro dell’attenzione l’ascolto, i consumatori-persone con cui dialogare, l’apertura di canali digitali per rinnovare la relazione col mondo esterno. Per le case history l’autore rimanda al blog del libro, mentre ho notato diversi inviti ad affiancarsi a consulenti e aziende specializzate, pur con l’auspicio di maturare capacità interne per essere autonomi quanto prima. Anche se detto da da un professionista del settore (come me d’altronde) un approccio del genere può sembrare interessato, non posso che condividere: sono passaggi importanti che non riguardano solo l’utilizzo di una nuova tecnologia, ma che toccano i capisaldi della comunicazione aziendale. Non basta un fornitore di servizi tecnici, ma occorre supporto qualitativo, coaching, consulenza strategica. A leggere analiticamente il libro di Massarotto, ci si rende conto di quanti aspetti cruciali stia toccando la Rete nel business di moltissime aziende.

Tags:


Parliamo di spesa pubblicitaria su internet in Europa.

Devo verificare con un pò più di calma come sono stati elaborati i numeri appena pubblicati da IAB Europe sull’advertising online nel 2007 (qui il post sul blog di IAB Italia) dato che l’anno scorso fecero un po’ di macelli, ma credo che due chart spieghino benissimo la situazione-Italia:

  • La percentuale degli investimenti pubblicitari destinati ad internet rispetto al totale (6,67%) è tra le le più basse in Europa.
  • Non ci batte invece nessuno (è ironia, of course), sulla spesa pubblicitaria per utente internet che è la più bassa in assoluto: 36,9 Euro contro una media Europea di 80.6.
    • Come se gli utenti in Italia valessero meno (e non credo).
    • Come se gli spender italiani (o magari le loro agenzie e centri media) non sapessero valorizzare i risultati delle campagne (e questo mi sa che in parte è vero).
    • Come se occorresse una sveglia di quelle con la più fastidiosa delle suonerie per destare chi è in letargo o magari vorrebbe continuare a poltrire (questo aiuterebbe, ma dubito che succeda a brevissimo).

Online advertising spend as % of total advertising spend in Europe, 2007

Online advertising spend per user in Europe, 2007 

Update: ho visto solo adesso del post di Nereo sui dati di IAB Europe.

Tags:


Il tifo, e parliamo di quello sportivo, è una cosa fantastica, almeno a vedere quello che c’è in giro sulla Rete. Pensate alla fortuna che hanno i miei colleghi che stanno aiutando Samsung a scovare tifosi contagiosi!

Nei prossimi giorni e per tutta la durata dgli Europei di calcio, verranno infatti pubblicati sul blog di Samsung le cose più strampalate, divertenti o curiose che riguardano dei tifosi speciali. Naturalmente, per chi ha voglia di segnalare qualche perla scovata sulla rete, è pronta un’apposita pagina.

Contagiati dal tifo è un’iniziativa che accompagnerà l’Italian Supporter Style, un’idea tutta da ridere e da giocare che si svelerà piano piano, ma da oggi inizia a mostrarsi: no dico, ma come si fa a chiamare un sito Tifamus cum stile?

Tags:


Preparatevi: sta per arrivare il sequel di Bring the Love Back, l’arcinoto video del conftronto tra un pubblicitario ed una consumatrice. Si chiamerà “Inspiration Anyone” e, pare, entreranno in scena un CEO ed un creative director.

Intanto qualche link per prepararsi e ripassare:

Tags:


Una delle trasformazioni più evidenti nel mondo della comunicazione, sia che riguardi i media tradizionali che quelli digitali, concerne l’atteggiamento delle aziende nei confronti di quelli che una volta venivano chiamati esclusivamente “target” o “consumatori”. Finalmente ci si sta accorgendo che insistere sulla segmentazione dei mercati e sulle “mappe” che identificano le classi di consumo in modo netto, è riduttivo e soprattutto non coglie la pressante richiesta (espressa palesemente o solo ambita) da parte di questi “target” di essere trattati come persone. E oggi le persone tendono ad essere sempre più multi-target, riservando il loro tempo e la loro attenzione alle innumerevoli e crescenti destinazioni che la vita moderna offre loro. Nel contempo, passare a comunicare alle persone e non ai consumatori è solo un primo passo. Il successivo è quello di relazionarsi con queste persone attraverso le stesse persone dell’azienda e non più solamente mediante la pubblicità, i comunicati stampa e le altre attività di marketing tradizionali. Peraltro, si tratta di un processo già in atto testimoniato, ad esempio, dalle campagne di Barilla e, meglio ancora, della Banca San Paolo, le quali raccontano i prodotti delle rispettive aziende attraverso “la faccia” delle persone che vi lavorano.

Incontriamo le persone

Quelli che una volta erano visti semplicemente come “utenti” oppure “consumatori”, oggi sono parte attiva del rapporto con le aziende e, in generale, nella formazione delle decisioni di acquisto anche di altri soggetti. Sono senz’altro più informati, perché tramite internet accedono velocemente a notizie sui prodotti che li interessano, ma sono anche meno influenzabili dalla pubblicità emotiva e superficiale, perché sulla Rete si confrontano con altre individui che in modo disinteressato suggeriscono i prodotti e i servizi che ritengono più convenienti e affidabili. Per le aziende, un primo modo di incrociare i loro potenziali clienti è farsi trovare proprio quando vengono cercati gli argomenti di cui si occupa l’azienda e, non a caso, il “search marketing” rappresenta ormai poco meno della metà di tutta la spesa pubblicitaria su internet. È altresì fondamentale capire cosa e come gli utenti cercano le informazioni su internet. In Ad Maiora, ad esempio, realizziamo analisi di mercato proprio studiando le richieste inoltrate ai motori di ricerca, individuando le esigenze espresse e le caratteristiche linguistiche di queste interrogazioni, fornendo quindi uno strumento di osservazione unico ed efficace, una specie di focus group globale, con la garanzia della sincerità di tutte le risposte. Ma oltre a capire ciò che viene cercato online, è fondamentale seguire il fenomeno dei blog, ascoltando i milioni di persone nel mondo (in Italia se ne contano almeno 350.000 mila, il doppio rispetto a 6 mesi fa) che creano nuovi contenuti esprimendo le loro opinioni e diventando in molti casi estremamente influenti.

Quindi: ascoltiamo le persone, trattiamole come tali e facciamoci trovare quando ci cercano. Il passo successivo? Conversare con loro attraverso un blog aziendale, una scelta sicuramente impegnativa ma che, prima o poi, diventerà inevitabile.

Mauro Lupi

(c) ICT & Tech Solutions – IlSole24Ore, Giugno 2006


Leggevo sul Corriere le parole del prof. De Rita a proposito del discorso del Presidente Napolitano sulla “regressione civile”. Il grande sociologo dice:

“Bisognerebbe favorire al massimo tutto ciò che aggrega. Mi rendo conto che non è facile. Ma occorrerebbe rifare le associazioni, i sidacati, i partiti, le parrocchie, tutto ciò che può ricreare un’identità positiva. Un po’ alla volta sono venuti a cadere tutti i luoghi e tutte le forme che permettevano di fare qualcosa con gli altri.”

“Incapacità a connettersi” la chiama De Rita.

Proprio riprendendendo in mano La ricchezza della Rete e L’economia della felicità (quest’ultimo che recensirò a breve), ho la conferma che potrebbe essere proprio internet il facilitatore di queste connessioni. Noi che usiamo la Rete sappiamo quanto ci permetta di “fare qualcosa con gli altri”.

Solo che la Rete è una cosa che riguarda attualmente una parte esigua della popolazione italiana, da ricercare probabilmente proprio in quel 25% che lo stesso De Rita identificava a inizio d’anno come la fascia che sostiene il PIL nazionale. O come ragionavamo nei commenti ad un post precedente a proposito di info-commerce, la quantità di popolazione “connessa” va ricercata nei 16 milioni di individui identificati dall’Osservatorio sulla Multicanalità come Open minded e Reloaded. Il problema è che l’area degli “sconnessi” (che rende meglio rispetto ai “non-connessi”) è largamente preponderante rispetto al totale…

Tags: