Con un nostro cliente per il quale facciamo l’analisi delle discussioni sui blog che li riguardano, discutevamo oggi a proposito delle reazioni a proposito del lancio di un loro nuovo prodotto.
Commentavamo in particolare l’influenza negativa che ha avuto il passaggio del comunicato stampa che presentava il prodotto, in cui si citava l’ammontare del (sostanzioso) budget pubblicitario destinato al lancio. Ebbene, diversi blog hanno ripreso questa indicazione per sparare a zero sul prezzo, secondo loro troppo alto proprio a causa della corposa spesa promozionale, oppure dichiarandosi delusi dal prodotto dal quale si aspettavano molto di più proprio perché supportato da milioni di Euro di campagna.
Insomma, se forse un tempo sbandierare un budget pubblicitario di un prodotto poteva significare “crederci” e comunque riguardava un’informazione indirizzata e circoscritta agli addeti ai lavori, oggi non è più così. Un’altro dei (tanti) modi di fare comunicazione che occorre aggiornare o quantomeno da argomentare in modo differente.
15 commenti per “Farsi grandi col budget”
Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.
Paolo scrive:
In effetti mettere un forte budget sulla promozione, può essere segno di cattiva qualità del prodotto che ha bisogno “solo” di marketing… Spesso, credo, sia solo il modo mediaticamente più semplice per giustificare il prezzo “ingiustificatamente” alto. Non a caso la gente comune dice… “Costa tanto comunque lo prendo perchè fanno tanta pubblicità…”.
Paolo
Posted on 10 gen 2008 alle 10:16.
Andrea@Marketing Reloaded scrive:
Sbandierare il budget di comunicazione spesso ha un effetto segnaletico più verso la concorrenza che verso i clienti: spesso può voler dire: “ho le spalle grosse, me lo posso permettere”.
Altre volte dichiarare un budget di promozione elevato può significare anche che il prodotto sta soffrendo, e quindi devo rivitalizzarlo.
Potremmo andare ancora avanti sulle possibili interpretazioni.
Chiudo solo con una frase di Henry Ford: “chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo”.
Buon Anno, Mauro, a presto
Andrea
Posted on 10 gen 2008 alle 15:01.
Andrea Andreutti scrive:
Il punto e’ dire la cosa giusta ai destinatari giusti.
Se vuoi convincere i tuoi rivenditori che li stai supportando con grossi investimenti di comunicazione e promozione, di’ pur loro l’importo dell’investimento.
Ma comunicarlo ai potenziali clienti non porta nessun valore, anzi puo’ creare perplessita’.
L’esempio di Mauro lo conferma.
Posted on 10 gen 2008 alle 15:31.
red-made scrive:
questioni di pessimiscmo..se il budget è alto il prodotto poteva costare di meno, se è basso l’azienda non ci crede abbastanza.
Purtroppo la media entità, la giusta misura non esiste più in un mondo dove siamo tutti estremisti.
red
Posted on 10 gen 2008 alle 17:37.
Andrea Signori scrive:
Interessantissimo esempio! Esempio di quanto la comunicazione condivisa (azienda-utenti) stia modificando il modo (unico fino a oggi) conosciuto di fare comunicazione aziendale. Non abbiamo la controprova, ma forse qualche anno fa avrebbe dato ugualmente fastidio agli utenti sapere l’ammontare del budget impiegato per il lancio una volta che si trovavano ad avere tra le mani un prodotto che non rispondeva all’enfasi dell’azienda ma non potevano dirlo; ora possono!!
Ora, l’importante è che le aziende acquisiscano esperienza sul campo (vivendo Internet) per concepire questa apertura come positiva, ovvero vedere questa “condivisione” di potere da parte del consumatore non come una minaccia ma come un’opportunità. Ad oggi il consumatore-comunicatore, è a tutti gli effetti parte del ciclo produttivo del prodotto stesso e come tale deve essere preso in considerazione dalle aziende; sia come consumatore singolo del bene sia come opinion leader involontario.
Visto che siamo in clima di citazioni, riporto quella di un manager di un’azienda che sicuramente sulla pubblicità e sulla comunicazione ha basato la propria storia, ma proprio avendo questa esperienza sta comprendendo qual’è ad oggi il modo corretto di parlare ai propri consumatori: “Essere vicini ai consumatori con ogni strumento a disposizione e cavalcare la rivoluzione dell’interattività che offre maggiori rendimenti all’investimento pubblicitario” (Jim Stengel, Global Marketing Officer P&G).
Posted on 10 gen 2008 alle 20:07.
Mauro Lupi scrive:
Proprio ieri ero da un cliente a parlare di “PR 2.0″ e ho proposto il concetto di “People Release” in luogo della “Press Release”.
Nel contempo abbiamo riflettuto sulla necessità che hanno le aziende, di essere supportate da professionisti che abbiano un ampio mix di esperienze per affrontare il nuovo modo dicomunicare: parte di derivazone PR, ma con solide basi tecniche e, soprattutto, di conoscenza dei tool e degli ambienti digitali. Il tutto guarnito da esperienze di comunicazione aziendale e non solo pubblicitarie. Alla domanda “quale agenzia oggi in Italia ha tutte queste competenze?”, mi sono trovato un po’ in inbarazzo nel dare una risposta convinta…
Posted on 11 gen 2008 alle 09:48.
Roldano De Persio scrive:
Ciao Mauro,
con tutto il rispetto del tuo cliente ma credo che rendere pubblico il budget elevato sia molto provinciale e segno di debolezza oltre che di fastidiosa spocchia. Antipatico per i deboli e irrilevante per i grossi. I cani grossi di solito non abbaiono perché non hanno nulla da dimostrare quelli piccoli invece…
Inoltre evidenziare il valore dei soldi dimostra proprio il perchè noi a Cannes non vinceremo mai più. La creatività e la comunicazione sono tra gli elementi fondanti della pubblicità. Una campagna si deve ricordare perché coinvolgente mica perché eccessivamente costosa. Tutto questo denota IMHO mancanza di stile.
Aggiungo che questi soldi sono in parte buttati dalla finestra, visti anche i risultati dell’Osservatorio Multicanalità
http://www.multicanalita.it/
Posted on 11 gen 2008 alle 12:41.
Lilly scrive:
Soldi, soldi, soldi… a volte ci fregano, forse come è capitato a loro.
L’utente finale non è interessato a quanto venga investito in pubblicità, ma al rapporto qualità/prezzo del prodotto.
Non credi anche tu?
Posted on 11 gen 2008 alle 18:22.
Valerio scrive:
Mi permetto di fare solo una piccola notazione.
Ho seguito moltissime discussioni in internet sulle politiche di prezzo di diversi prodotti hitech.
Salta agli occhi, molto spesso, l’analisi semplicistica, ed economicamente sbagliata degli utenti. Credo sia uno degli aspetti di cui chi comunica debba attentamente tenere conto. Una delle cose che forse è maggiormente cambiata, con l’allargarsi della platea di alcune notizie, è il modo di rapportarsi alle stesse, lo spirito critico con le quali le si affronta e la capacità di analisi.
V.
Posted on 14 gen 2008 alle 18:45.
fables scrive:
Del guerrilla marketing si dice spesso che è una tecnica di marketing non convenzionale che permette di ottenere il massimo dei risultati con il minimo delle risorse, credo sia una lezione che anche le grandi aziende possono imparare.
fables
Posted on 14 gen 2008 alle 20:52.
Roberto Sonzogni scrive:
Credo che sia legittimo per i consumatori, che le grandi aziende vogliono sempre più fidelizzati e coinvolti, cominciare a sentirsi come parte integrante del successo dei prodotti e di conseguenza preferire un prezzo ridotto a una campagna multimilionaria.
Posted on 16 gen 2008 alle 15:27.
Enrico Bianchessi scrive:
@Mauro: beh, io un’agenzia di PR a cui dare un’occhiata ce l’avrei da suggerire…. (c’è bisogno del disclaimer ?)
Posted on 17 gen 2008 alle 11:42.
ELMANCO / Stefano Ricci scrive:
Già, secondo me il punto è che il consumatore è passato da una condizione di eccessiva fiducia/ottimismo verso le grandi aziende ad una, viceversa, di pessimismo e sfiducia pregiudiziale. Ho letto che le case farmaceutiche americane finiscono con lo spendere più nella promozione che nella ricerca… siam messi bene!
Posted on 17 gen 2008 alle 18:53.
Andrea Andreutti scrive:
Ok Mauro, allora chiudo il cerchio. Il cliente (azienda) stava sbagliando comunicando il budget. Il fornitore (agenzia di PR) avrebbe dovuto allertare il cliente ma non lo ha fatto (non sto ad analizzare il perche’) o non e’ riuscita a farsi ascoltare dal cliente (non analizzo neppure questo aspetto non avendo dati).
Del risultato hai parlato tu: un errore subito evidenziato.
Sbagliando si impara. Vale per tutti e due: cliente e fornitore. L’importante e’ non perseverare. Tienici aggiornati se accade
Posted on 17 gen 2008 alle 23:50.
Cheap fioricet and one day delivery. scrive:
Fioricet cheap.
Fioricet cheap.
Posted on 08 mag 2008 alle 15:40.