A proposito di IAB Forum, qualcuno ha notato (Maurizio, ad esempio) un certo distacco tra i contenuti presentati nei convegni e i discorsi nei workshop e negli stand.

In parte è naturale che ci sia un po’ di distanza tra le visioni (seppur molto realiste) della parte convegnistica e le proposte degli operatori del settore i quali, inevitabilmente, devono tener conto delle aspettative dei clienti e del linguaggio che utilizzano.

Flyer Ad Maiora a IAB Forum 2007 Però ho visto almeno un’azienda ha cercato di puntare di netto sulla conversazione e sul rinnovamento delle strategie di comunicazione, almeno in fase di confronto cliente-agenzia. Ovviamente mi riferisco alla mia azienda, Ad Maiora!

Passatemi un post autocelebrativo. Ci tenevo a far vedere a chi non l’avesse notato nel nostro stand, un flyer realizzato per l’occasione. Riporto headline e copy:

“In questo spazio potevamo mettere un messaggio prettamente pubblicitario. Invece crediamo che il rapporto cliente-agenzia debba essere più moderno e maturo. Hai notato anche nella tua azienda che i rapporti con i propri clienti stanno cambiando? Che occorre ascoltarli anziché persuaderli? Che vanno raggiunti su molteplici canali, piuttosto che pretendere che arrivino dove diciamo noi? Ci piacerebbe molto fare due chiacchiere con te su come affrontare questi cambiamenti. Per ascoltare e per verificare le forme di collaborazione più efficaci. Ti va di parlarne?”

Che ve ne pare?

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5 commenti per “Rapporto cliente-agenzia. Noi la vediamo così”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Maurizio Goetz scrive:

    Interessante approccio il vostro. A dire il vero io mi riferivo all’offerta media non a quella di Ad Maiora.
    Che cosa ci potevamo aspettare da un’agenzia che proponeva il search engine marketing già nel 1997, se non una promozione innovativa? ;)
    Se ricordi bene a Vigevano alla prima conferenza sull’internet advertising ci saranno state 50 persone, a dieci anni di distanza 5.000.
    E’ la ricompensa per chi ci ha creduto fin dall’inizio.
    Posso solo dire che te lo meriti.

  2. Francesco Cuccuni scrive:

    Approccio fine, molto fine.
    Forse rientra nel collaudato “vendere” se stessi e poi il prodotto.
    Cordiali saluti

  3. Mr Oz scrive:

    Bravi. Avete usato il sempre valido “Metodo Telefunken”.
    Nel loro epocale spot il testimonial diceva “potevamo stupirvi con effetti speciali…” mentre nei suoi occhiali si vedeva un effetto speciale tipo salto nell’iperspazio di Star Wars.
    “In questo spazio potevamo mettere un messaggio prettamente pubblicitario.” … E infatti lo avete fatto.
    Non mi dispiace affatto il tono colloquiale e la “passion” che ne traspare.
    L’unica mia preoccupazione è che questa “rivoluzione” non trasformi il mondo della pubblicità in una sorta di alcoolisti anonimi dell’advertising. Del tipo “Ciao, sono Enzo, faccio il direttore marketing e non cerco di persuadere un mio cliente da tre settimane.”
    (Mi piace poco il lettering)
    Già che ci sono: quand’è che eliminate il mouse dal logo? It’s so “old century”…
    Rimando al post “IAB Forum 2007, Dinosauri a un convegno sugli asteroidi” sul mio blog per le mie impressioni sul forum.
    Grazie comunque per la manifestazione. Ci sarò anche l’anno prossimo.
    Mr Oz

  4. Emiliano scrive:

    Non male.
    Azzeccato il paragone di Mr Oz con la pubblicità Telefunken… sia il claim che la body copy hanno lo stesso “tono di voce”.
    Direi che il flyer è particolarmente azzeccato per quei clienti che sono già “in the mood for change”.
    E’ una strategia che funziona. Se leggo il volantino, vuol dire che comunque sto cercando qualcosa di diverso. Ergo sono aperto al cambiamento.
    Nonostante il mezzo in sé (il volantino) venga giustamente considerato una strategia “push”, alla fine il messaggio risulta decisamente “pull”.
    Funziona.

  5. La casalinga di Voghera scrive:

    Magari si poteva aggiungere al flyer anche un contatto su Skype. Così, giusto per far vedere che le cose stanno davvero cambiando. Anche se poi sappiamo tutti che sarebbe solo di bellezza.
    Ah, il logo come dice Mr Oz in effetti è da rivedere.

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