Sostengo da anni che farsi trovare su internet sia non solo un’opportunità, ma un servizio che occorre fornire ai propri clienti (o potenziali tali). Per cui qualsiasi azienda o organizzazione dovrebbe fre di tutto per facilitare il reperimento del proprio sito. Per i siti della PA dovrebbe addirittura essere obbligatorio.

Oltre alle attività di posizionamento sui motori di ricerca e quelle più propriamente pubblicitarie, suggerisco un paio di accorgimenti semplici ed economici che possono migliorare la rintracciabilità dei siti:

  • Fare in modo che il sito sia raggiungibile anche omettendo il “www.” iniziale. Anni fa mi dissero che questo non è in linea con le guidelines formali dell’ICANN (l’ente che coordina i nomi a dominio), ma sembra che oggi non ci siano problemi di sorta.
  • Attivare le estensioni ww.dominio.xx e wwww.dominio.xx, ossia dei cosiddetti “terzi livelli” di due e quattro “w”, in modo da intercettare gli utenti che digitano erroneamente l’indirizzo. Questa idea mi è venuta per merito di Virgilio.it che ha attive le estensioni di cui sopra; manca “w.virgilio.it” forse perché fino a qualche tempo fa non gli andava di affermare “viva Virgilio”… Scherzo ovviamente ma, ad esempio w.google.it e w.libero.it portano ai siti giusti (anche se google preceduto da 4 “w” non funziona).
  • Verificare se il nome dell’azienda o dei propri brand si presta ad errori di digitazione, i cosiddetti mispelling. In questo caso, sarebbe opportuno registrare anche i relativi domini e/o puntare a essere visibili nei motori di ricerca anche nei confronti di chi sbaglia a digitare il nome dell’azienda.

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15 commenti per “Anche chi sbaglia ti deve trovare online”

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  1. Simone Carletti scrive:

    In realtà dal 2005 ICANN ha bandito l’uso del WWW, nonostante si continui a configurare i domini con questo prefisso nella maggior parte dei casi. :)
    http://blog.html.it/archivi/2007/09/28/ti-piace-con-o-senza-www.php

  2. Mauro Lupi scrive:

    Per “anni fa” mi riferivo a cose tipo 1997/98 :)

  3. MAX scrive:

    Questa idea mi è venuta per merito di Virgilio.it che ha attive le estensioni di cui sopra; manca “w.virgilio.it” forse perché fino a qualche tempo fa non gli andava di affermare “viva Virgilio”…
    ——————————-
    Io ancora mi ricordo quando digitavo:
    virgilio.it
    ed avevo come risposta: “Spiacente la pagina cercata è assente”
    e quelli ERANO gli anni D’ORO della rete…
    per tutto il resto, per quanto mi riguarda, l’ho già applicato, circa 8 anni fà ;-)

  4. Mauro scrive:

    Il punto 1 l’avevo già applicato. Al punto 3 ci ho (momentaneamente?) rinunciato perchè è un casino trovare tutti i mispelling possibili. Però mi sa che adesso andrò a registrare il wwwdominio.it, così alemno quello lo proteggo ;)
    Il punto 2 invece mi era sempre sfuggito (e sì che è di una banalità sconcertante) ed ho già provveduto.
    Grazie per la dritta, Mauro ;)
    Uhm… ma posso darti del tu solo perchè abbiamo lo stesso nome di battesimo, lavoro col web marketing, leggo il tuo blog e ti vedo ogni anno dalla platea di IABForum? :)

  5. Mauro Lupi scrive:

    Mauro, che mi puoi dare del tu in ogni caso! :)
    Grazie anche per la dritta di registrare anche wwwdominio.est (quindi senza il punto)

  6. Michal scrive:

    Avendo esperienza in bakeca.it (che si puo scrivere in tantissimi modi vari bacheca, bakeka, bakeca etc.) ho affrontato tutti questi discorsi, un articolo cmq interesante. Per caso provavo se con il “w.dominio.it” il sito funziona, e per fortuna avuto un riscontro positivo. Grazie per Tutte

  7. Stefano Gorgoni scrive:

    per quanto riguarda il punto 2, mi spingo oltre.
    sul dns attivare il record *.domain.tld che punti al default host.
    in questo modo, qualsiasi cosa scritta prima di .domain.tld e non già definita da un diverso record punterà ad un host che permetterà di non perdere la visita anche di chi scrive, ragionando al limite, qqq.domain.tld
    p.s. non tutti i pannelli di gestione dns permettono di impostare la wild card, però.

  8. Daniela Trifone scrive:

    Ciao Mauro,
    il tema del rispetto nei confronti degli utenti frettolosi, sbatati o stranieri “trapiantati” nel belpaese personalmente mi sta molto a cuore ma molte aziende stentano ancora a comprendere quanto questo tema sia importante, grazie quindi di averlo sollevato :)
    Non scordiamoci che i misstyping avvengono anche per parole ben più generiche rispetto ai brand; ad esempio secondo voi quanti utenti non sanno digitare in maniera esatta il nome della capitale della Danimarca? Potreste rimanere stupiti dalla risposta ;)

  9. Fabio Sutto scrive:

    Per fortuna o per sfortuna molti utenti usano Google come se fosse la location bar del browser, e Google è fenomenale nel sopperire ai typo

  10. Dario Salvelli scrive:

    Interessante post: a tal proposito ti segnalo questo mio post sul Typosquatting.

  11. carloV scrive:

    su google reader i tuoi articoli mi arrivano senza una buona codifica quindi tutti i caratteri speciali arrivano come punti interrogativi… solo il tuo blog però. se qualcosa risp via mail

  12. Dan scrive:

    La mia e’ una domanda, non un commento.
    Ho un blog e lo leggono e mi scrivono persone
    lontane dalla mia mentalita’, il pubblico che cerco non mi scrive…io scrivo di Israele in cerca di pace e mi scrivono ebrei di destra che vogliono “menar le mani”…esiste un modo per farsi conoscere dal pubblico giusto?
    Grazie Dan

  13. Mauro Lupi scrive:

    Ciao Dan,
    il problema non è, a mio avviso, riuscire ad arrivare al pubblico giusto, per il fatto che non puoi sceglierti i lettori. Aprire un blog significa implicitamente accettare la partecipazione di tutti. Certo, puoi stabilire le regole, ma non puoi chiudere la porta ad alcuni in particolare.
    Capisco che non condividi alcune posizioni espresse sul tuo blog e che vorresti orientare la conversazione altrove. Però si tratta di un lavoro da fare gradualmente, portando avanti le proprie idee, magari cercando altri blogger che la pensino come te con cui condividere la conversazione.

  14. Agenzia di pubblicità Sidoli scrive:

    Forse l’algoritmo di Google che riesce sempre a correggere gli errori di digitazione sarebbe un grande aiuto per un redirect al proprio sito?

  15. tommi scrive:

    sono pienamente d’accordo ed in effetti questa idea è già seguita da alcuni; ad esempio ho comprato un dominio per il mio blog e non solo l’account presso cui l’ho attivato riconduce da me senza www ma anche attraverso l’indirizzo vecchio che aveva 2 estensioni.
    tommi.
    http://www.bloginternazionale.com
    oppure tommids.blogspot.com :)

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