Nòva di giovedì scorso è incentrato sulla relazione tra le aziende ed i social network. In prima pagina l’ottima contestualizzazione del fenomeno da parte del Prof. Carnevale Maffè della Bocconi. Nel paginone centrale tanti esempi concreti e un articolo di David Browen di cui riporto un passo:

Ciò che le aziende ancora faticano a capire, tuttavia, è la natura non atomica, ma organica dei social network: essi non sono un mero aggregato di clienti, e tanto meno un mercato sul quale vendere i propri beni o servizi. I social network sono assimilabili ad un ecosistema, caratterizzato da logiche evolutive basate su meccanismi di feedback e risposta, dove si intrecciano processi economici di diverso tipo (…)
La contemporanea presenza di motivazioni individualistiche ed altruistiche, di leadership attiva e di identificazione e fruizione passiva, spiazza coloro che pensano di poter applicare le tecniche del marketing convenzionale.

C’è anche spazio per un mio articolo, in cui torno sul tema della qualità dei contenuti degli user generated content, dedicandomi a tre elementi in particolare:

  • Spazio ai non professionisti
  • La qualità è soggettiva
  • User filtered content
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8 commenti per “Aziende e social network”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Gaetano Anzisi scrive:

    Ho letto con molta attenzione Nòva di giovedì scorso (compreso l’articolo scritto da te relativo allo user generated content) e continuo a pormi una domanda: che tipo di rapporto può instaurarsi tra i social network e le imprese che intendono fare business sfruttando le community nate più o meno spontaneamente? Concordo con Browen e sul fatto che non è possibile applicare le tecniche convenzionali di marketing ma esistono comunque casi e modelli di business che hanno riscontrato enorme successo insinuandosi all’interno dei social network. E allora nasce una seconda domanda: fare impresa utilizzando il social network non è una violazione di tutti quei principi di libertà, pluralismo e partecipazione condivisa tipica del popolo della Rete?

  2. Matteo scrive:

    La natura non atomica ma organica dei social network.
    Ecco cosa mi mancava. Ora ho la chiave.

  3. Mauro Lupi scrive:

    @Gaetano: credo che il punto sia proprio tra il concetto di “sfruttare le community” come scrivi te e “dialogare con le persone delle community” come probabilmente sarebbe più opportuno. Non è solo una questione di termini, ma di approccio al consumatore. Finché le aziende continueranno a parlare di clienti come “target”, inteso nel senso letterale e cioè come bersaglio, difficilmente potranno utilizzare i social network in modo produttivo.
    Non credo a grandi possibilità di “violazione dei principi di libertà”: le persone non sono stupide e ormai sono in grado di riconoscere a miglia di distanza le aziende che “sfruttano le community”. La buona notizia, è che le stesse persone sono abbastanza pronte ad enfatizzare chi invece li tratta da individui, chi li ascolta, chi gli dà spazio.

  4. Gaetano Anzisi scrive:

    @Mauro:grazie per la risposta. Ho un piccolo problema etico-professionale in corso.
    Farò di tutto per progettare un modello editoriale basato sul “dialogo” e non sullo “sfruttamento” della community ;-)

  5. spiderpanoz scrive:

    nel mio caso confesso che chiedo aiuto alla community, chiedo pareri e consigli sulle nostre iniziative e servizi.
    e devo dire che l’aiuto che ne ricevo è molto interessante. Certo, non vendiamo nulla (e non è nostra intenzione farlo), ma intrecciamo relazioni molto utili ed acquisiamo sempre nuovi punti di vista.
    forse il segreto è semplicemente ascoltare.
    il resto verrà ;-)

  6. Leo Aruta scrive:

    Volevo rispondere anchio @Gaetano se mi è consentito…
    Da esploratore digitale ho maturato il convincimento che si possono fare dei buoni ed onesti affari con i social network a patto di essere chiari, leali e trasparenti sin dall’inizio ed a patto di essere professionali e competitivi.
    Sicuramente, da blogger, io mi fido molto di più di un’azienda che ha una “vision” 2.0 e che abbia implementato tutti gli strumenti del web 2.0 e che mi consenta di poter pagare magari con pay pall…
    Leo

  7. Gaetano Anzisi scrive:

    Grazie a tutti per i preziosi consigli.
    Riassumendo cercherò di ascoltare, dialogare e soprattuto rispettare il mondo delle community.
    @Mauro probabilmente sarò presente al Web in Tourism come spettatore

  8. Mrs Purple scrive:

    Si la trasparenza è fondamentale e i social network il futuro (e il presente) per un’azienda che vuole promuovere i propri prodotti.
    ciao
    Mrs Purple

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