Puntuale come l’incalzare delle stagioni, ancora un articolo che mette in discussione l’efficacia della pubblicità online. Questa volta a firma di Giampaolo Fabris su Affari&Finanza di oggi (l’allegato di Repubblica).

Non sono riuscito a trovare un passaggio che sintetizzi l’articolo di Fabris, per cui provo a riassumerlo arbitrariamente io: la pubblicità sulla Rete è invasiva perchè entra sul PC delle persone e queste ne sottolineano la relativa insofferenza.

Faccio solo due considerazioni:

  • Ditemi una forma di pubblicità che sia apprezzata dai destinatari; ovvio che se chiedi a qualcuno “ma a te piace la pubblicità su internet”, la risposta sia “no”. Pensate invece che se lo chiedete a proposito di TV, radio o stampa le risposte siano “wow, certo! adoro lo spot che interrompe il film”, oppure “non vedo l’ora di sporcarmi le mani di colore su quei paginoni pubblicitari interni al quotidiano”? In sintesi: non esiste una pubblicità che funziona o meno in senso assoluto; dovrebbe essere sempre correlata con le alternative sugli altri mezzi oltre ad accettare il fatto che la pubblicità è invasiva per natura.
  • Continuo ad avere fiducia nelle capacità degli inserzionisti (anche attraverso il supporto delle agenzie) nello spendere in modo sensato i propri soldi. Internet cresce (e in Italia lo fa ancora poco) perché funziona. Punto.

Ok, confesso di aver scritto una bugia: in realtà io adoro la pubblicità che interrompe i film in TV; è il momento migliore per dare un’occhiata alle email o fare la pipì

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26 commenti per “Pubblicità online e efficacia”

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  1. Stefano scrive:

    ecco l’url a beneficio dei tuoi lettori ;)

  2. Giuseppe scrive:

    Quanto mi piacerebbe avere un’agenzia di pubblicità, così mi farei un pacco di soldi e spillerei per bene tutte quelle aziende così stupide che spendono soldi per una cosa morta, superata come la pubblicità. Specialmente sull’internet (e non Internet: non c’è il signor Internet!). Ormai non solo non fa più click nessuno sui banner ma Firefox, per esempio, ha messo una funzione attivabile con il tasto destro del mouse per bloccarli. Al limite c’è uno strumento come AdBlock Plus. Quando una cosa funziona non ha bisogno di pubblicità, ricordatevelo. Abbiamo tante meravigliose possibilità con i social network adesso… perché continuare a rompere le scatole?

  3. Stefano scrive:

    Io penso che dovresti farti curare, fare la pipì durante la pubblicità ok. Ma addirittura controllare la posta! Devi essere proprio internet addicted!!

  4. Giuseppe scrive:

    Ho riportato il tuo post Mauro in un mio altro post con due consigli che mi permetto di dare alle imprese.

  5. Massimiliano scrive:

    Sono d’accordo in tutto e per tutto con Mauro – ad eccezione delle mail durante i commercial… :O).
    E a supporto della sua tesi porto 2 semplici riflessioni:
    1. sul web si hanno in tempo reale i risultati di una campagna (in TV si leccherebbero i gomiti per poter conoscere precisamente questi dati, senza litigare tra AMR, GRP e via di seguito)
    2. In quanti sono andati in un negozio o sul sito di un negozio dopo aver visto uno spot TV o un 4×3 per la strada? E come valutare in fase di analisi il valore di ogni singolo spot per il realizzarsi di questa azione? Il CTR delle campagne web ci da questo dato immediatamente e sono sicuro non abbia nulla da invidiare agli altri media. Oltretutto con campagne sensate, originali, e targettizzate correttamente si raggiungono percentuali di grandissimo rispetto.
    Certo il social network è un’ottima soluzione, anche se difficile da realizzare e da valutare, da inserire nel media mix :)

  6. Paolo scrive:

    Mi colpisce che un articolo cosi’ banale e superficiale sia stato firmato da GPFabris, sino a pochi anni orsono unico sociologo cosi’ bravo da potersi permettere Ferrari e castello (disclaimer: il castello l’ho visto coi miei occhi, la ferrari no, me l’hanno raccontata).
    Speravo di leggere considerazioni sull’efficacia, come promesso dal titolo, e non divagazioni da Radio Zorro sui poveri utenti (anzi, sarebbe saggio chiamarli utonti) che vorrebbero leggere a scrocco senza banner che li disturbano. D’accordo con Mauro: chi e’ che ama la pubblicita’? Quantomeno su Internet la si vede per avere qualcosa in cambio, ma cosa abbiamo in cambio per avere la citta’ tappezzata dalle affissioni sanguinolente di Toscani?
    Nessuno ci vuole raccontare finalmente a cosa serve e quanto serve la “pubblicita’” (e non il DM, ne’ i motori di ricerca, che sono altra cosa) su Internet, e come lavora con quella degli altri mezzi? Se no si va avanti a luoghi comuni e a slogan IAB (scusa Mauro :-) )
    Dimenticavo
    @ Giuseppe: non e’ affatto vero che la gente non clicca piu’ sui banner. A me non risulta proprio.

  7. Antonio scrive:

    Ciao a tutti, è da poco che leggo queste pagine ma vorrei comunque dire la mia. A parte le considerazioni banali e superficiali di Fabris, credo che si stia valutando il problema da un punto di vista sbagliato. Secondo me la pubblicità va considerata sempre e solo in in relazione alla sua capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla campagna. Nella maggior parte dei casi i canali promozinali vanno visti nella loro capacità di integrazione, perchè hanno delle peculiarità/potenzialità nettamente differenti.
    Quanto volte si vedono pubblicità televisive che cercano di comunicare un sito web a cui poi collegarsi per approfondire?
    Il “problema” del web è che, poichè accessibile praticamente a tutti (e dico in termini di possibilità di pubblicare contenuti) finisce per aumentare i fenomeni di e-mail non gradite o banner di dubbio gusto o perggio ancora truffe vere e proprie (cosa più difficile ma non impossibile, ad esempio per il canale televisivo).
    Nel caso del web è semplicemente una questione di affidabilità e fiducia nel sito in cui navighiamo o nel mittente della e-mail che riceviamo… tutto qui.

  8. Alessandro Venturi scrive:

    #giuseppe
    la pubblicità non muore, si adatta all’ambiente…
    secondo te google come li fa gli affari ? con i social network ?
    quanto all’Internet, il maiuscolo è giusto perchè si tratta di nome proprio: la rete Inter, in attesa magari di una rete Milan (speriamo di no!)

  9. Alessandro Venturi scrive:

    Fabris è stato mio professore, comincia ad avere un’età ma penso che sia ancora lucido. Il fatto è che quando scrive sui giornali si adatta alla superficialità del mezzo. Nei libri è più preciso.
    Non per difenderlo, ma qui il granchio l’ha preso Lupi, perchè nell’articolo, pur sbrigativo e impreciso, Fabris fa riferimento più che altro a e-mail spam, popup, e megabanner decontestualizzati in homepage, effettivamente la parte più deteriore della rete (specialmente le prime due)

  10. Paolo scrive:

    Alessandro, molti di quegli strumenti che tu definisci “la parte piu’ deteriore della rete” (p.e. i megabanner in hp) rappresentano cio’ a cui gli utenti Internet rispondono meglio. A meno che non vogliamo difendere la pubblicita’ che non si vede, e trasformare le aziende in societa’ di beneficienza a fondo perduto.

  11. Massimiliano scrive:

    Credo che la pubblicità migliore sia quella tarata sulle esigenze di un particolare segmento di consumatori e solo a questi indirizzata, al di là se sia fatta on-line o off-line.
    Invece, se il consumatore che riceve passivamente il messaggio non è interessato al prodotto/servizio proposto, manifesterà insofferenza nei confronti del messaggio e della comunicazione stessa.
    Meglio sarebbe, quindi, destinare parte degli investimenti di marketing allo studio del consumatore ed alla segmentazione del mercato, per poter meglio veicolare (tra le tante altre cose) i messaggi pubblicitari.

  12. Alessandro Venturi scrive:

    #Paolo
    Guarda che non li deve vendere a me i megabanner in in Hewlett Packard ;-)
    Cmq se rileggi vedi che mi riferivo in modo particolare a email e popup

  13. Alessandro Venturi scrive:

    #massimiliano
    sottoscrivo in pieno
    sono cose che sembrano di buonsenso ma a quanto pare se tocca ripeterle non è così

  14. Michele Mader scrive:

    La pubblictà in TV agli occhi di chi lavora nel settore dà molte più informazioni interessanti.
    Tipo a chi si rivolge un prodotto, quali tecniche vengono usate ecc.
    E le stesse informazioni possono essere usate al contrario: se non mi riconosco nel target di una pubblicità so che probabilmente perderò tempo a cercare un determinato prodotto, che tanto mi lascerà insoddisfatto.

  15. Paolo scrive:

    @ Alessandro: allora
    “megabanner decontestualizzati in homepage”
    che cosa significa? :-)
    E, soprattutto, sei uno di quelli che credono ancora nella pubblicita’ contestualizzata? L’hai mai provata?

  16. Se Proprio Devo scrive:

    Ed ora Configli fer gli afquisti

    Scusate il titolo di costanziana memoria.
    Mauro Lupi segnala un articolo di Giampaolo Fabris apparso sull’inserto Affari e Finanza di Repubblica di questo lunedì

  17. Alessandro Venturi scrive:

    Beh lo dice la parola, almeno un milione di pixel :)
    Diciamo ad esempio quello di fineco oggi su libero.it che pubblicizza il trading
    Comunque se la fanno, o funziona oppure il loro reparto marketing non funziona.
    Ho provato la pubblicità contestualizzata, e devo dire che per fineco sembrava funzionare
    poi una volta arrivati sul sito non so come si comportavano i visitatori… vedo che continuano a fare anche questa, quindi…

  18. emanuele scrive:

    Quoto Giuseppe quando nel primo punto afferma la misurabilità del web che secondo me è il vero punto forte di internet, i media classici non possono essere misurati (ragazzi Auditel sarà pure un metodo di misurazione con una tradizione decennale, ma è pur sempre impreciso e creato da berlusca e sipra…e qui chiudo), internet offre invece una accurata e dettalgiata misurazione di ciò che gli utenti fanno, da ciò posso dire a Stefano che nonostante il blocco di molte pubblicità, moltissima gente clicca ancora la pubblictà sui portali ed attenzione, lo sai che un pop-up o un pop-under è più performante di un leaderboard in homepage??? non me l’aspettavo neanche io finchè non lo lessi…
    La misurazione che internet offre è inoltre un primo passo verso una evoluzione della pubblicità: grazie alla possibilità che c’è di seguire il percorso di un utente, un giorno si potrà tarare la pubblicità sugli interessi di ognuno, certo la pubblicità resterà invasiva ma sarà molto più utile che ora. Pensa alle adwords di google…in fondo google pubblica degli annunci su una keyword che tu stesso hai digitato per cui pubblica potenziali “risposte” ad una richiesta che tu stesso hai formulato…come può quindi infastdirti? ;-)

  19. massimiliano scrive:

    #emanuele
    in realtà sulla misurabilità ero io che ponevo l’accento :)
    Sull’auditel ho opinioni abbastanza vicine alle tue… o per lo meno sull’auditel per le TV satellitari, dove per alcuni cluster il panel è davvero numericamente ridicolo.
    Una grande alternativa potrebbe essere (ed in parte è già) la pubblicità interattiva su DTT e Satellite. E naturalmente la IPTV (dove si hanno sessioni, utenti unici, tempo di connessione, path di fruizione come per un qualsiasi sito!!!)
    Insomma la convergenza su narrowcast dovrebbe portare un po’ di solidità rispetto ad alcune proiezioni che vengono effettuate ora sul broadcast.

  20. Massimo Moruzzi scrive:

    Come, Mauro, ti devo dire una forma di pubblicità che sia apprezzata dai destinatari ?
    solo una ?
    -le pagine gialle
    -i giornali di piccoli annunci
    -le pubblicità sui periodici di moda o di arredamento
    (siamo seri, la gente compra ste riviste per la pubblicità!)
    sul web (io, almeno, le apprezzo) :
    -adwords
    -adsense quando fatta col cervello (tipo su GMail)

  21. Massimo Moruzzi scrive:

    più… (sempre web)
    ebay
    kelkoo
    craigslist

  22. Giuseppe Vitale scrive:

    Vedo con piacere che più di qualcuno ha cominciato a scrivere “internet” con la i minuscola… il prossimo passo è l’articolo determinativo davanti, come il buon Giancarlo Livraghi fa da tempo.
    Vedo anche con piacere che si parla di pubblicità contestualizzata che già è meno fastidiosa di quella generalista. Chi clicca sui mega banner in realtà vorrebbe giocare al tiro al bersaglio, vorrebbe distruggerli. Ma come fate a pensare ancora che l’efficacia di un sito si misura dal numero di visitatori? Ragazzi, una rete è fatta dalle connessioni tra i membri! Un buon social network come Neurona.it lo ha capito. Io l’ho conosciuto attraverso Infojobs, mentre guardavo gli annunci di lavoro e mi è sembrato una naturale evoluzione di quello che stavo facendo. Assecondate la natura e capite dove dovete fermarvi. Non forzate le cose. Ricordate il Tao? E’ la migliore lettura che anche un pubblicitario può fare. Non credete?

  23. Paolo scrive:

    Giuseppe, hai dati sulle conversioni di chi clicca sui megabanner?

  24. ildemansionato scrive:

    Sono d’accordo con Giuseppe.
    Le deviazioni del buon senso, che spesso portano ad un rifiuto del concetto che il marketing pubblicitario vuole proporre, sono spesso evidenti.
    Il “bannerone” è sempre indigesto e di cattivo gusto ed un social network che funziona, aiuta sempre a trovare quello che realmente stiamo cercando.
    Buon fine settimana a tutti

  25. Fabrizio scrive:

    Alla resa dei conti scopriremo che la pubblicità più efficace è quella che al tempo stesso disturba di più.
    In Internet siamo abituati al c.d. “permission marketing” ma mi sa tanto che la logica del gioco si materializzerà nel fastidio di uno spot pubblicitario nel mezzo di un bel film.
    Tanto per fare un esempio, durante la F1, dove mediamente ci sono 2 sorpassi a gara, gli spot durano 5 secondi.
    In Moto Gp, dove i sorpassi a giro sono mediamente 5, gli spot duranto una vita intera…

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