Riepiloghiamo alcune delle più recenti acquisizioni nell’ambito internet: Google ha comprato DoubleClick (ne ho scritto qui, qui e qui), Yahoo! più recentemente ha acquisito RightMedia mentre AOL ha preso Third Screen Media e AdTech. Si è mosso anche WPP, il più grande gruppo pubblicitario,  acquistando 24/7. Microsoft ha invece scelto ScreenTonic e, soprattutto, aQuantive.

Praticamente adesso tutti i big player del mercato possiedono una tecnologia di ad serving, ossia per il caricamento e la gestione delle campagne pubblicitarie online.

Merita due parole in più il deal di Microsoft con aQuantive. Sia perché è costato quasi il doppio rispetto a quanto Google ha pagato DoubleClick (6 mld. di dollari, contro 3,1 mld.), sia per il differente mix di attività del guppo aQuantive. Difatti, mentre DoubleClick deve i suoi ricavi essenzialmente alla tecnologia di ad serving, aQuantive fa più della metà (58% nel Q1) dei suoi profitti dall’attività di agenzia (con AvenueA Razorfish come azienda di punta), mentre solo un quarto (27%) deriva dalla piattaforma pubblicitaria Atlas (dati raccolti via Nate Elliott, analista di JupiterResearch).

Insomma, semplificando al massimo, Google compra essenzialmente tecnologia e informazioni, Microsoft la capacità di generare servizi professionali e creativi. Interessante no?

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4 commenti per “L’agenzia pubblicitaria acquisita da Microsoft”

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  1. L.T. scrive:

    Questa differenza nelle scelte di “shopping” fra Google e Microsoft mi fa porre una domanda: quale strategia sta dietro queste scelte per quanto riguarda questi due colossi?

  2. markingegno scrive:

    Si tratta solo di strategie economiche e di scala, o secondo te stiamo per assistere a qualche interessante combiamento nel mondo della pubblicita’ online?
    Eddai, Mauro, sbilanciati! :-)

  3. Mauro Lupi scrive:

    Devo dire che mi rimuginano in testa idee contrastanti. Da una parte i publisher che cercano di offrire “progetti pubblicitari” e non solo “spazi pubblicitari”, e quindi abbisognano di competenze da agenzia di comunicazione.
    Le agenzie, a loro volta, si trovano a progettare dei piani di comunicazione che vanno molto oltre la pianificazione di spazi e devono (tornare a ) fare della creatività uno dei loro asset differenziale.
    Non mi sento di “sbilanciarmi” solo perché non penso ci saranno vinti/vincitori. Di sicuro il confine tra publisher, pianificatori, creativi, ecc. si fa sempre più sfumato.

  4. Markingegno scrive:

    Non posso che condividere l’analisi, anche dal mio remoto punto di osservazione.
    Grazie

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