Riepiloghiamo alcune delle più recenti acquisizioni nell’ambito internet: Google ha comprato DoubleClick (ne ho scritto qui, qui e qui), Yahoo! più recentemente ha acquisito RightMedia mentre AOL ha preso Third Screen Media e AdTech. Si è mosso anche WPP, il più grande gruppo pubblicitario, acquistando 24/7. Microsoft ha invece scelto ScreenTonic e, soprattutto, aQuantive.
Praticamente adesso tutti i big player del mercato possiedono una tecnologia di ad serving, ossia per il caricamento e la gestione delle campagne pubblicitarie online.
Merita due parole in più il deal di Microsoft con aQuantive. Sia perché è costato quasi il doppio rispetto a quanto Google ha pagato DoubleClick (6 mld. di dollari, contro 3,1 mld.), sia per il differente mix di attività del guppo aQuantive. Difatti, mentre DoubleClick deve i suoi ricavi essenzialmente alla tecnologia di ad serving, aQuantive fa più della metà (58% nel Q1) dei suoi profitti dall’attività di agenzia (con AvenueA Razorfish come azienda di punta), mentre solo un quarto (27%) deriva dalla piattaforma pubblicitaria Atlas (dati raccolti via Nate Elliott, analista di JupiterResearch).
Insomma, semplificando al massimo, Google compra essenzialmente tecnologia e informazioni, Microsoft la capacità di generare servizi professionali e creativi. Interessante no?
Tags: microsoft – aquantive – atlas – avenuea razorfish
4 commenti per “L’agenzia pubblicitaria acquisita da Microsoft”
Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.
L.T. scrive:
Questa differenza nelle scelte di “shopping” fra Google e Microsoft mi fa porre una domanda: quale strategia sta dietro queste scelte per quanto riguarda questi due colossi?
Posted on 20 mag 2007 alle 19:35.
markingegno scrive:
Si tratta solo di strategie economiche e di scala, o secondo te stiamo per assistere a qualche interessante combiamento nel mondo della pubblicita’ online?
Eddai, Mauro, sbilanciati!
Posted on 21 mag 2007 alle 17:11.
Mauro Lupi scrive:
Devo dire che mi rimuginano in testa idee contrastanti. Da una parte i publisher che cercano di offrire “progetti pubblicitari” e non solo “spazi pubblicitari”, e quindi abbisognano di competenze da agenzia di comunicazione.
Le agenzie, a loro volta, si trovano a progettare dei piani di comunicazione che vanno molto oltre la pianificazione di spazi e devono (tornare a ) fare della creatività uno dei loro asset differenziale.
Non mi sento di “sbilanciarmi” solo perché non penso ci saranno vinti/vincitori. Di sicuro il confine tra publisher, pianificatori, creativi, ecc. si fa sempre più sfumato.
Posted on 21 mag 2007 alle 20:00.
Markingegno scrive:
Non posso che condividere l’analisi, anche dal mio remoto punto di osservazione.
Grazie
Posted on 21 mag 2007 alle 23:10.