Un vecchio detto suonava più o meno così:
Basta parlare di buoni propositi: eseguili e basta!
È così che vedo l’argomento “codice etico dei blog”, almeno per quanto riguarda questo blog. Non mi pongo delle regole aprioritaristiche, se non quelle del buon senso. E proprio perché frutto del buon senso, perché doverle enunciare? Ci sono quasi quattro anni di post che li esprimono.
Sarà che sono allergico verso gli atteggiamenti che cercano di normare e regolamentare tutto e tutti (lo so, l’ho già scritto altre volte), ed anche nell’esasperazione di sciorinare un manifesto per ogni occasione, per cui un codice per i blog mi sembrerebbe come invitare degli amici a casa anticipandogli come sarò vestito, che cibo verrà servito, quello di cui si parlerà e quello che sarà evitato, ecc. Tanto lo vedranno lo stesso, no? E solo in base all’esperienza diretta decideranno se tornare o meno. Così come proprio dalle loro facce annoiate o divertite, adeguerò il prossimo invito.
Certo, c’è il tema della responsabilità dei commenti che è più delicato. In questo blog ho messo due righe accanto al form in cui si inseriscono, specificando:
L’autore del commento si assume la responsabilità dei contenuti del commento stesso. I commenti ritenuti offensivi o non attinenti potranno essere cancellati.
Il che significa che cancello spam e bieca pubblicità. Fino ad oggi non sono dovuto mai intervenire in censure di contenuti offensivi o controversi, ma sento che sta a me intervenire per sedare eventuali risse verbali al fine di rimanere entro determinati confini di forma e sostanza. Ed in genere prediligo quei blog che curano la “pulizia degli ambienti” (tanto per rimanere nella metafora dell’invito degli amici a casa)
E quelli che lasciano i commenti a briglia sciolte? Quelli che se ci capita, per dire, mio figlio, permettono di farsi una completa cultura di ingiurie? Temo che ci tocca tenerseli, evitandoli o maturando la capacità di ignorare inpunemente la robaccia che vi incrociamo. Obbligo di identità dei commenti? Regole comportamentali? No, per favore.
I link ad altre discussioni online su questo argomento li riporta Luca.
3 commenti per “Codice etico dei blog: c’è ma non si vede”
Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.
Questo sito/blog è la mia casa digitale in cui, generalmente, tratto di comunicazione, marketing e tecnologia (ossia 


Mi piacerebbe pensare che il buon senso continui ad essere sufficiente nell’utilizzo dei blog, ma ad oggi ho seriamente paura questo incontri delle difficoltà. Allo stesso tempo una regolamentazione su cosa e come scrivere un “diario personale” è inquietante…E se si utilizzasse una regolamentazione ad adesione spontanea, in questo caso certificata, come avviene in campo aziendale per parte dell’ambito sociale?!
Posted on 12 apr 2007 alle 14:47.
Mauro,
condivido la tua opinione. L’etica, come il buon gusto, si pratica, non si enuncia. E infatti il tuo blog non ha certo bisogno di codici etici di autoregolamentazione.
Quanto al buon senso come regola aurea applicabile ai blog ho qualche dubbio (dubbi anoghi a quelli che ho per il codice etico di Tim O’Reilly).
Il tuo blog sta a dimostrare in modo concreto cosa buon senso significhi per te, ma non conterei troppo sul buonsenso di molti altri bloggers. Qualcuno disse:
Il buon senso e’ quanto di piu’ abbondante esista sulla terra. Ciascuno crede di averne piu’ che a sufficienza.
Franco
Posted on 12 apr 2007 alle 16:55.
Sono d’accordo con te Mauro: anch’io ho parlato di buon senso e di mettere direttamente in pratica alcune regole,indicandole esplicitamente sul blog.
Posted on 13 apr 2007 alle 12:22.