13 commenti per “La tassa di circolazione dei siti web”
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Comunicazione e marketing, su internet e non solo, passando per blog e social network
L’ho definita proprio così: la tassa di circolazione che ogni sito web dovrebbe sostenere per poter andare online, specie se si tratta di un sito della pubblica amministrazione. Mi riferisco alle attività di ottimizzazione per figurare in modo adeguato sui motori di ricerca, comunemente identificate con l’acronimo SEO.
Ne ho scritto in un articolo uscito oggi per Punto Informatico, nel quale riprendo i dati di una ricerca Censis/Formez che ha analizzato i siti delle Regioni e delle Provincie italiane verificando pure la loro link popularity.
Lo so che il discorso può sembrare interessato per il fatto che la mia azienda si occupa proprio di queste attività. Diciamo pure che dopo dieci anni che facciamo questo lavoro non è che ci serva un articolo per promuovere tali servizi: è solo che… ci crediamo davvero!
Tags: punto informatico – formez – censis – ad maiora – seo – ottimizzazione
30 marzo 2007, 10:40 |
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Commenti (13)
Categorie: Ad Maiora, Documenti, Motori di ricerca, Numeri
Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.
Questo sito/blog è la mia casa digitale in cui, generalmente, tratto di comunicazione, marketing e tecnologia (ossia ciò di cui mi occupo da oltre 30 anni). Buona lettura!
Mauro Lupi
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Mauro io invece sostengo che contenuti piu’ curati e layout semplici e leggibili invoglino a linkare e di conseguenza aumentino il ranking.
Per questo i blog aziendali giocano un ruolo decisivo, se hanno contenuti interessanti e aggiornati anche il problema delle keywords si risolve da solo.
Posted on 30 mar 2007 alle 12:37.
Io proporrei invece un albo per i SEO e comunque per tutte le attività legate al web marketing. Almeno 3 anni di praticantato presso primaria società di SEO mkg indicata da tabelle governative ed apposito esame di stato difficilissimo per poi poter esercitare. Un altro albo mi sembra proprio l’ideale per dare una scossa a quest’italia che si sta complessivamente impoverendo
La cosa si potrebbe estendere a chiunque metta su un qualsiasi blog o sito…. le idee non mancano. Che ne dite? I certificanti dovrebbero a loro volta avere superato apposito esame ed essere iscritti ad apposito albo…..altro milione di posti di lavoro dalla new economy?
Posted on 31 mar 2007 alle 16:34.
Oddio Rob, un Albo proprio no! Addito proprio al corporativismo di qualsiasi natura uno dei mali della nostra economia.
Parli di esame difficilissimo: io credo che di questi tempi è il mercato che da’ i veri voti alle aziende. Magari non nel breve periodo, ma se i clienti chiedessero di più le referenze concrete dei loro fornitori anziché fidarsi di parente o delle presentazioni con effetti speciali…
Posted on 01 apr 2007 alle 11:28.
Sembra corretto quanto dice Mauro: se i clienti vagliassero i fornitori in base ai loro successi e non in base alla simpatia degli account, stringere un accordo con un’agenzia SEM/SEO sarebbe semplice (ed efficace).
Posted on 02 apr 2007 alle 14:01.
Sembra corretto quanto dice Mauro: se i clienti vagliassero i fornitori in base ai loro successi e non in base alla simpatia degli account, stringere un accordo con un’agenzia SEM/SEO sarebbe semplice (ed efficace).
Posted on 02 apr 2007 alle 14:06.
Non sono d’accordo alle associazioni di categoria e credo si difficile far percepire risultati positivi ottenuti alle aziende.
, è diffondere cultura presso gli imprenditori nostrani sempre molto critici e diffidenti nei confronti dei servizi di web marketing o posizionamento.
Tutti sappiamo quanto determinate aziende non vogliano divulgare all’esterno che si avvalgono di una consulenza SEO/SEM e per le altre che non hanno problemi a dichiararlo diventa difficile far esporre loro bilanci, consuntivi o documenti che indichino numeri e fatturato derivanti dall’attività di promozione on-line.
L’unica strada come sempre sostengo, e qualcuno dirà anche F@bri basta l’hai ripetuto 1000 volte
Posted on 02 apr 2007 alle 16:14.
Sono in forte disaccordo e ho scritto Qui come la penso.
Posted on 02 apr 2007 alle 17:43.
Abbiamo la TV privata in polemica con quella pubblica che fa pagare e dovremmo mettere restrizioni alla comunicazione privata, scrivere e’ come parlare come diritto costituzionale, il mezzo e’ solo un ausilio al diritto costituzionale
Posted on 06 dic 2007 alle 12:22.
Il corporativismo- sub 1.4.07- e’ quello delle lobby e non quello da inserire nella Costituzione- parte economica- in luogo del federalismo che conduce al mercato atomizzato e dispersivo con o senza albo
Posted on 17 set 2008 alle 22:32.
Liberalizzazioni non vuol dire deregulation: le prime sono semplificazioni, le seconde lobby a ruotalibera
Posted on 12 ott 2008 alle 22:07.
Liberalizzazioni non vuol dire deregulation: le prime sono semplificazioni, le seconde lobby a ruotalibera
Posted on 12 ott 2008 alle 22:09.
Le corporazioni sciolte sono lobby, ma inserite nella Costituzione al posto di ” comunita’ di utenti ” , cioe’ istituzionalzzate per il governo corporativo significa concerto delle attivita’ economiche volte allo sviluppo del paese col pieno impiego delle risorse materiali ed umane
Posted on 24 nov 2008 alle 23:58.
Governo delle corporazioni significa sviluppo integrale ed integrato; col federalismo, al piu’ puoi avere quello integrale di dimensione territoriale ridotta: Integrale attiene ai settori, integrato, al territorio nel senso che il petrolio della basilicata andrebbe inteso come riduzione dell’approvvigionamento del fabbisogno del paese!
Posted on 11 gen 2009 alle 23:29.