Esatto, si, si, proprio te. Quest’anno l’uomo (o la donna) dell’anno per la rivista Time sei te. Congratulazioni!

Il sottotitolo contiene le motivazioni: You control the Information Age. Welcome to your world.

Quindi significa che ho vinto anch’io, giusto? Non è carino avere da ridire quando ti fannoun premio, però avrei eletto uomo dell’anno “Me”, non “You” oppure, ancora meglio, “We”. Questo “You” continua a creare una contrapposizione io/tu che penso vada oltre il semplice gioco linguistico su cui mi diletto in questa domenica mattina. “Me” significherebbe che ognuno, compresi i giornalisti del Time, possano sentirsi uomo dell’anno e sottolinierebbe la consapevolezza acquisita del singolo. “We”, ancor meglio, definirebbe il valore sociale e cumulativo di essere tutti “uomini dell’anno”.

In ogni caso, godiamoci questo premio. Non abbiamo vinto nulla, solo la conferma che i tempi, in questi ultimi anni, sono davvero cambiati.

Update/1 (19/12/06): il post è segnalato su Scene Digitali di Repubblica.it

Update/2 (9/1/07): anche Anil Dash di Six Apart la pensa come me.

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7 commenti per “Complimenti, sei l’uomo dell’anno!”

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  1. Marco scrive:

    E’ divertente anche che la pubblicità della Chrysler che precede l’annuncio dica “Anche se non sei l’uomo dell’anno, puoi guidare come uno”.
    E finisce proprio nell’unico modo in cui fa ridere: chiunque legga è l’uomo dell’anno.
    Perfettamente esemplificativo del contrasto tra un marketing preconfezionato e uno marketing dinamico.

  2. Smeerch scrive:

    Arguta considerazione sulla differenza tra “you”, “me” and “we”.

  3. Layla scrive:

    Caro Mauro, quante affinita’ ci accomunano. La cosa interessante e’ che partendo dalla stessa notizia abbiamo fatto due considerazioni diverse…io l’ho associata allo sciopero delle firme dei giornalisti italiani…della serie…e chisssenefrega vogliamo dirlo se i giornalisti tolgono la firma dai loro articoli…quali opere d’ingegno, se solo la liberta d’informazione fosse un punto d’onore per i giornalisti stessi…certo ci sono le eccezioni per fortuna, ma generalmente parlando se firmano o non firmano poco importa vista la qualita’ dell’informazione…mentre Time, i giornalisti di Time premiamo gli user generated content ed il citizen journalism ovvero “no signature”…ecco dove sta’ la differenza tra Italia e USA, ma anche UK

  4. paulo scrive:

    Sì però faccio il pignolo: la differenza tra “you”, “me” e “we” è anche grammaticale, dato che “you” è sia pronome soggettivo che oggettivo, “me” è oggettivo, “we” è soggettivo. Inoltre il titolo sarebbe potuto essere “We” considerando che era l’inizio della conseguente frase, ma forse anche “Us” dato messo da solo senza il resto poteva intendersi che era sottinteso il verbo essere, e allora nel colloquiale si usa da tempo immemorabile “it’s us”, it’s me” (e ovviamente “it’s you”), laddove formalmente dovrebbe usarsi “it is we”, “it is I” (e ovviamente “it is you”).
    Giocosamente.

  5. alauris scrive:

    sono d’accordo anche io sulla disquisizione semantica YOU/ME… penso pero’ abbiate trascurato un particolare fisico/materiale.
    Se si prende la copia cartacea si notera’ che lo schermo/pc della foto è una superficie riflettente tipo specchio.
    Per cui se si aggiunge questo particolare YOU puo andare bene perchè ME è implicito nello specchio che mi riflette…
    no?…cmq sono quisquiglie

  6. Dr.Tarr scrive:

    Divertente, non c’è che dire! Sembra quasi una farsa, giocherellando con le parole si potrebbe quasi dire “I pod in My space for You (tube)”. Per gli esperti di marketing significa solo una cosa: il futuro del web è imperniato tra he/she e them.
    Il giornalista del time, parlando di esperimento sociale massivo, ha evidenzianto come i servizi web 2.0, incentrati sul concetto di individuo parte di una colletività, siano comunque “dedicati” all’individualismo, anche se come personaggio dell’anno uno “YOU” giocato così, anonimamente, non rende bene l’idea…

  7. barcode scrive:

    Agency of the Year

    Visto che per Times luomo dellanno sei tu (o meglio noi come scrive Mauro), per Advertising Age tu/noi siamo anche The Agency of the Year (qui le motivazioni).
    Attenzione, non è effetto di una …

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