Alla fine Eugenio Pintore (Biblioteche della Regione Piemonte), il cordiale coordinatore dell’incontro Web Semantico: gli agenti intelligenti al servizio della ricerca, ha chiesto: ma insomma, questo web semantico è una balla, o si tratta di un argomento di cui ha senso parlare e studiare?

Si, perché negli interventi di Derrick de Kerckhove, Massimo Marchiori e nel mio, l’argomento "web semantico" è stato affrontato solo di riflesso, ognuno proponendo un’angolazione diversa. Derrick ha riproposto qualche slide del suo intervento allo IAB Forum ed ha fornito altri spunti tra i quali ho annotato:

  • Le persone sono dentro l’informazione e non più solo davanti
  • Un fenomeno importante è che si iniziato a "taggare" le cose e non solo i contenuti
  • Per chi si occupa di catalogare le informazioni, è necessario riconoscere e capire i cambiamenti nel rapporto che queste hanno con gli utenti (quest’ultimo passo, a proposito della sua esperienza di un anno alla Library of Congress)

Massimo, da eclettico ricercatore scientifico, ci ha dato la sua visione di come l’innovazione dovrebbe partire dall’attenzione verso… le zie, utilizzando questa immagine per ribadire la necessità di arrivare al pensiero e alle concrete esigenze dell’uomo della strada. Di Massimo avevo scritto mesi fa a proposito di un suo intervento TV riguardo Google.

Il più aderente al tema del convegno non poteva che essere Gino Roncaglia, il quale ha evidenziato due punti che trovo illuminanti:

  • Le persone si sono impadronte del web semantico, definendo tag e criteri di classificazione "dal basso", svilupando il fenomeno della folksonomy.
  • Il valore della classificazione fatta dagli utenti, assume importanza nel momento in cui diventa "sociale".

Io ho parlato di motori di ricerca, in particolare di come le persone li usano non più solo come filtro alle informazioni, ma in modo tattico e "mordi e fuggi" per ricevere risposte dirette (ad esempio sfruttando il "forse cercavi…" di Google come dizionario). Mi sono divertito anche a segnalare la crescente sproporzione tra la quantità di nuovi contenuti digitali rintracciabili dai motori di ricerca e, per contro, il punto di selezione da parte degli utenti che rimane sempre e solo la lista dei "top10 blue links".

Infine, ho affermato che tutti noi siamo (o stiamo diventando) motori di ricerca. Quest’ultima cosa mi piacerebbe spiegarla in modo più dettagliato. Prima o poi lo farò. L’ho fatto in articolo per Punto Informatico.

In definitiva un incontro interessante, 60-70 partecipanti, il piacere di aver salutato Giuseppe Granieri che non sentivo da un po’, ed una divertente cena con organizzatori e relatori guidata da Augusta "Popi" Giovannoli, con Derrick che si conferma terribilmente simpatico.

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4 commenti per “Appunti sul web semantico da Torino”

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  1. il blog del figlio del presidente scrive:

    Come utilizzate Google?

    Ma voi come utilizzate Google?
    Sembra una domanda un po banalealla fine Google è un motore di ricercaper cosa vuoi che lo utilizzi? per cercare!, mi direte voi; invece, osservando le mie abitudini, ho visto che utili…

  2. bruna scrive:

    grazie del consiglio

  3. claudio scrive:

    condivido…

  4. Mauro Lupi's blog scrive:

    1st Microsoft Enterprise Search Conference

    Lunedì prossimo parteciperò ad un interessante incontro organizzato da Microsoft con la partecipazione di alcune aziende partner tra le quali Expert System e Ad Maiora. Si tratta della prima edizione della conferenza sull’Enterprise Search che tratterà…

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