E’ la prima volta che mi trovo a riflettere su un fatto: nella lettura dei giornali o comunque guardando le news, io salto a piè pari le pagine o le sezioni della cronaca quotidiana. Rapine, stupri, omicidi passionali o malavitosi, incidenti stradali, non toccano particolarmente nessuna leva del mio interesse.

Non credo sia menefreghismo; penso invece che sia un dovuto a ragioni diverse. Senz’altro una profonda discrezione che ho verso tutto quello che riguarda il privato altrui. Odio invadere la privacy di qualcun altro e mi sembra di farlo solo leggendo i paragrafi che dettagliano i particolari, a volte macabri, dei fatti di cronaca. Lo scippo all’anziana o il pestaggio di una prostituta mi rattristano, ovviamente, ma approfondirne i particolari non mi va, non mi piace. Sarà perché da questo tipo di disgrazie umane sento di non imparare nulla, oppure per via di un perbenismo borghese di cui non mi rendo conto, o forse solo per la consapevolezza di non poter fare nulla per migliorare le cose. Trovo inoltre aberrante la superficialità con la quale si raccontano le storie della cronaca: si gira il coltello in piaghe generalmente molto dolorose senza inquadrarne il contesto, mandando al quel paese la verità, il buon senso, l’equilibrio.

Peraltro, mi rendo conto di quanto invece attiri il grosso pubblico proprio questo tipo di informazione: si vuole vedere il sangue, si brama di poter esclamare “Terribile!”, si cerca il pianto dirotto del malcapitato di turno.

E nella ricerca esasperata di tali scoop, i giganti dell’informazione hanno pensato bene di cavalcare il “giornalismo dal basso”, quel citizen journalism che fa gridare all’innovazione e che invece, sospetto, possa avere la finalità di moltiplicare ed approfondire ulteriormente le notizie di cronaca. E’ come attaccare un amplificatore ai segnali già sparati a volume alto. Gli effetti? Beh, già in passato si sono sentite raccontare delle situazioni in cui nel bel mezzo di una disgrazia, che so, un incidente stradale, c’e chi si è messo a soccorrere i feriti e chi invece a scattare le foto sperando di rivenderle alle agenzie stampa. Ed ora, cosa ci dicono i media? Aiutateci a costruire i giornali, inviateci i vostri contributi! Brutalmente ci vedo principalmente un tentativo di pagare meno i reportage, aizzando per contro gli individui alla caccia al sangue.

Anche perché non mi pare che le esortazioni siano a produrre contenuti di approfondimento o indagini giornalistiche. Eh no, per quelle ci sono i professionisti! Ad esempio, qualcuno fuori dalla Rete ha ripreso il servizio di Paolo Picazio ripresto da Dario Salvelli sui rifiuti a Caserta? Non mi pare proprio (eccetto Reporter Diffuso su SkyTG24).

Naturalmente ognuno è libero di trovare interesse di approfondire, ad esempio, i particolari un incidente in metropolitana come l’ultimo avvenuto a Roma. Bene ha fatto Andrea Signori a scrivere di De informationibus, così come Paolo Valdemarin sente l’esagerazione che avanza. Temo che siano solo le prime avvisaglie di un trend in cui l’offerta di opportunità di protagonismo per chiunque mostrerà di cosa è capace l’umana  natura.

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9 commenti per “Io salto le pagine della cronaca”

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  1. leoaruta scrive:

    Ormai succede anche a me di saltare la cronaca nera, oltretutto vivendo a Napoli, quando leggo la cronaca locale, più che altro, mi sembra un bollettino di guerra. Credo, però, che nel mio caso si tratti più di assuefazione.
    Ho fatto anch’io una riflessione simile Mauro, mi sa che più che giornalismo dal basso, si tratti di vouajeurismo basso….
    Leo

  2. Zetavu scrive:

    Ciao Mauro,
    quando noi s’era ragazzini, anni ’70, la cronaca locale era guardata con disprezzo: non aderiva ai canoni delle ideologie magniloquenti che coltivavamo.
    Pensa che adesso le leggo con piacere, perche’ mi pare che sia l’unica forma di giornalismo che riesce a incontrare, qualche volta, la vita.
    Certo nei giornali c’è una vasta aneddotica sulla disumanità del cronista di nera, era consueto sentir dire al giovane cronista una volta “e fatti dare una foto del bambino morto”. Intendendo che la richiesta andava rivolta a un genitore che aveva appena perso un figlio, “appena” nel senso delle due tre ore.
    Ma la vita in quelle righe io ce la trovo. Piu’ che in un op ed.

  3. Vincent scrive:

    La domanda mi sorge spontanea: ma non è che questo blog, sia una stategia SEO per ottenere rumor, creare relazioni, e ottenere il massimo potenziale offerto da esso per dare più visibilità alla tua azienda?
    Altrimenti, se così non fosse, perchè non l’hai aperto sui vari provider che si trovano in giro? :)

  4. Mauro Lupi scrive:

    gli obiettivi sono dichiaati sin dal primo post di oltre 3 anni fa
    la piattaforma è proprio “una di quelle che si trova in giro” (typepad)
    in ogni caso… non ho capito lo scopo della domanda ;-)

  5. Riccardo Perrone scrive:

    Da anni mi chiedo… perchè non mi interessa la cronaca ?
    Perchè provo imbarazzo di fronte all’altrui disgrazia….
    e mi scontro contro questa bramosia diffusa della cronaca nera come del resto di quella rosa.
    Ma sono fenomeni che vendono e tanto e che generano passioni.
    Bisogna soddisfare la domanda.
    Il fenomeno a parte i giudizi andrebbe ricercato molto lontano nella natura umana e nella trasposizione dell’io.
    Il punto è la superficialità diffusa con cui si consuma la cronaca
    come un boccone preconfezionato da ingurgitare senza pensare di cosa sia fatto, spesso arricchito di particolari surreali che accendono la fantasia umana…. che anche di questo si nutre.
    Già poter approfondire il fenomeno è più interessante che ingurgitare i fatti singoli.
    Saluti

  6. Gianluca scrive:

    Sono perfettamente in accordo sulla valutazione che fai relativamente alla deriva mediatica di spettacolarizzazione del tragico e delle morbose attenzioni per particolari che dovrebbero rimanere inclusi in una sfera privata. Porrei inoltre l’attenzione sul vocabolario che viene utilizzato nel proporre notizie di cronaca, senza volersi addentrare in una analisi approfondita, non so se qualcuno si è mai reso conto che sono scompari i testimoni, le avverse condizioni meteo, il delitto… questa terminologia è ormai stata soppiantata dal “super testimone”, dalla pioggia “assassina” o dal “macabro omicidio”.
    Si ha ovunque la sensazione, non solo nella cronaca ma anche nei programmi cosi detti di intrattenimento, che l’ordinario sia ormai roba d’altri tempi, come se il concetto di blasé simmeliano pervadesse ormai tutta la nostra cultura. Poche cose riescono a scalfire l’apatia creata da una iperstimolazione imputabile ad un overflow di informazioni gettate senza criterio sul pubblico, ecco quindi che l’apparato mediatico aumenta la soglia, proprio come si farebbe con un farmaco al quale siamo assuefatti.
    Questa pseudo analisi aumenta a mio avviso la preoccupazione verso gli effetti del protagonismo di cui fai cenno in chiosa al tuo post.

  7. SIDOLI.ORG scrive:

    Sinceramente cerco di trovare nei giornali news più importanti.

  8. Dario scrive:

    Ringrazio Mauro per il suggest. Così come il minore uso della Tv,come media,anche quello della carta stampata sta subendo l’influenza della rete: sempre più frequentemente assistiamo ad un certo “citizen journalism”,termine abusato e a mio avviso non corretto,ed al boom invece della figura del freelance,che fa questo per professione. Premetto che non sono un divoratore di quotidiani,leggo spesso le news online anche per motivi di convenienza e compro magazine di Tecnologia, ma non vedo che ci sia di male a diffondere una notizia “dal basso”,se priva di pretese quali scoop e protagonismo,dannosi anche nel giornalismo classico. Nel caso in esame,il video è stato girato da due studenti per documentare la situazione critica di una città: è stato poi diffuso da me e segnalato al buon Montemagno che l’ha prontamente portato in Tv nella sua trasmissione,se non altro come caso di video “virale,citizen”,definitelo come volete. Ben facciano anche le Tv generaliste e i media professionali online ad iniziare a utilizzare queste fonti,in maniera adeguata e precisa però (link esterni,approfondimenti).

  9. Massimo Neri, ingegnere scrive:

    Anchio salto le pagine della cronaca.

    Nella lettura quotidiana dei blog dai quali cerco di imparare (sono un novizio) sono incappato in un post assai stimolante Io salto le pagine della cronaca nel quale lAutore, Mario Lupi, considera che è la prima volta che si trova a riflettere…

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