Lele ha scatenato una bella discussione sul riciclaggio non autorizzato (il termine è mio) dei contenuti pubblicati sui blog, i quali sempre più spesso sono rimbalzati su siti civetta per ospitare inserzioni AdSense, su portali o su altri blog che vivono (o cercano di farlo) di pubblicità.

Il mio punto di vista è molto simile a quello che maggiormente diffuso tra i tanti commenti che girano in questi giorni: riprendere un post, anche integralmente, a patto di inserire il link originale, va bene. Sempre che l’autore utilizzi una policy di copyright aperta. E se l’aggregatore di turno guadagna due lire con AdSense… pazienza (poi su questo ci torno).

E’ vero, mi piacerebbe che chi riprende i miei post in modo continuativo me lo segnali. Ma questa è educazione ed etica, valori soggettivi e comunque su un piano diverso dalla legalità. Per cui, così come sopporto il cafone che sorpassa a destra per guadagnare 6 o 7 secondi, mi rassegno anche ai copia-incollatori. A uno di questi scrissi chiedendo di togliere le mie cose, ma solo perché finivano in mezzo ad un mucchio di disordinate schifezze (e sono diplomatico). Per il resto non me ne curo più di tanto, così come da molti anni non me la prendo più per le mail indesiderate: se proprio vogliamo puntare il dito sui contenuti “fake”, allora mi sembra più evidente l’imbarazzante spam che ancora trionfa nei risultati dei motori di ricerca, a cui si aggiungono i siti che fanno arbitraggio sul paid search.

Credo che la crescita esponenziale del numero di contenuti digitali disponibili produrrà diversi effetti collaterali, non tutti piacevoli, ma senz’altro inevitabili. Sappiamo che quantità e qualità non possono andare di pari passo, per cui mi aspetto una certa massificazione ed un crescente “rumore” che ci porteranno a considerare i contenuti come una commodity.

 E’ vero che “content is king”, ma qui ci troviamo a milioni di Re che si autoeleggono e che trovano dei volatili piccoli regni. Il problema è che molti di questi reucci sognano ricavi pubblicitari milionari (come scrive Andrea su Marketing Routes, solo alcuni trovano la gallina dalle uova d’oro) per poi invece scoprire (come si evince dal micro-survey su html.it) che non c’è e non ci sarà mai una sufficiente audience capace di valorizzare tutta questa onda di nuovi contenuti.

Sull’argomento “contenuti riaggregati” sono intervenuti anche Vittorio su Scene Digitali, Giuseppe, Massimo, e Mafe alla quale attribuisco il miglior titolo: “Aggregati questo!”.

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6 commenti per “Gli inevitabili copia-incollatori”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Maurizio Goetz scrive:

    Assolutamente d’accordo Mauro. Qualcuno fa finta di non capire, quando scrivo che ci si approfitta delle licenze CC. Talvolta gli “aggregatori selvaggi” operano perfettamente dentro la licenza, ma ciò non significa che il comportamento sia accettabile. Un conto è la libera informazione, ma un altro è lo sciacallaggio. Per un attimo sono stato tentato dallo scrivere “arridatece il copyright”, ma ritengo le licenze CC una grande innovazione e quindi non mi lascio andare.

  2. Giorgio scrive:

    Salve,
    trovo interessante il suo blog e gradevole il suo modo di scrivere.
    Assolutamente d’accordo sulla questione. L’utilizzo non autorizzato (e neanche segnalato) dei contenuti altrui la trovo sinceramente una “cafonata”, come dice lei.
    Ho solo un piccolo appunto da farle: quando il titolare di un’agenzia SEO “sparla” dello spam sui motori di ricerca mi sembra poco credibile.
    La sfido pubblicamente sul suo blog a negare che la sua agenzia abbia utilizzato (ed utilizzi ancora) tecniche di posizionamento dei siti che possono essere considerate allo stregua di spam.

  3. Mauro Lupi scrive:

    Ciao Giorgio, wow “la sfido pubblicamente”… ;-)
    Il mio punto di vista è stato sempre lo stesso da anni: per me “spam” sui motori di ricerca è un risultato non attinente alle keyword, oppure un risultato che porta su pagine zeppe di pubblicità senza esplicitarlo o che scanenano pop-up, virus, ecc. La mia agenzia, compe praticamente tutte fino a qualche anno fa, ha utilizzato delle pagine capaci di posizionarsi nei primi posti che reindirizzavano a pagine di contenuto sempre coerenti con le keyword. Tecnica peraltro non più efficace da molto tempo e quindi non più utilizzata.
    Come sono andato nella “sfida”? ;-)

  4. lucacicca scrive:

    Credo che il controllo di qualsiasi fenomeno che avvenga nella rete sia di difficile realizzazione, a causa delle dimensioni della rete stessa. Sono convinto che sia sempre più necessario creare gruppi di blog che si referenziano tra loro e che assicurano standard di qualità e di originalità.
    Mauro è quello che ti dicevo nella mail di qualche giorno fa nella quale ti parlavo di 9rules.
    L’esplosione dei blog ha spalancato una porta su un mondo tutto da scoprire e da inventare.

  5. alberto facchini scrive:

    Io vorrei semplicemente porre alla vostra attenzione questo community blog sul citizen journalism di mia ideazione (così ci metto anche la faccia):
    http://www.Lamianotizia.com
    Qui gli utenti pubblicano spontaneamente i loro personali contenuti (e senza alcuna richiesta di registrazione), che spesso pubblicano anche nei loro blog individuali.
    Lamianotizia sinceramente non ama per nulla il termine “aggregatore” (non si ritiene tale), perchè ha un sapore freddo e “senz’anima”, un mega minestrone dove finisce dentro di tutto e spesso senza che neanche ne siano a conoscenza gli autori degli articoli.
    Lamianotizia vuole essere altro, ossia un vero spazio aperto di condivisione volontaria dei propri personali contenuti, che comunque possono anche essere soggetti a moderazione se ritenuti non idonei.
    Per me sinceramente siti tipo Digg, Oknotizie, Wikio hanno lo stesso appeal di un palo arrugginito in quanto non mirano a sviluppare i contenuti, ma solo a metterli in vetrina in modo disordinato e confuso. In fondo tali famigerati aggregatori sono come una semplice evoluzione dei motori di ricerca (applicati alle notizie di vario genere), ma di certo (come dice Lucacicca) la qualità e l’originalità stanno altrove.
    Lamianotizia a sua volta fa parte di un piccolo network (Emotyblog) che a suo modo vuole mettere al centro di tutto le emozioni e le persone, in questo senso sì “aggregando”, ma dal punto di vista umano e non tecnico.

  6. Alberto Claudio Tremolada scrive:

    Sul copyright ognuno ha una visione differente e pretende giustamente che sia rispettata.
    Chiediamoci allora se tutto è copyright?
    Sono per il copyleft alla Richard Stallman, ma con le dovute limitazioni.
    Il problema sono i siti/blog, che senza esplicitarlo nella headline o con claim discutibili, contravvenendo all’essere “prossemici”, si utilizzano come medium per altro ( a.i.d.a dei bisogni/necessità, advertising mascherato, indagini/ricerche di mercato a basso costo ecc. )
    Il principio per il quale l’utente deve essere consapevole vale sempre.
    Se invece hai commentato su altri forum/blog, sei pienamente in diritto di riprenderli nel tuo blog/forum, essendo tuoi contenuti.
    Su questo dovremmo essere tutti d’accordo come utenti evoluti.
    Mauro ma i contenuti sono autopoietici ovvero nuovi, generati all’interno della propria struttura e poi condivisi al di fuori, o si riprendono anche contenuti/informazioni di altri assemblandoli con propri?
    Non è che qualcuno voglia difendere il proprio sistema autopoietico per gli stessi motivi di quelli che attacca?
    Blog non equivale a web-log ( diario ) o sbaglio?
    Perchè non si pone la stessa enfasi su quei siti/blog anche noti con contenuti altamente CUL-turali ( wallpaper da scaricare e dintorni )?
    Banalità non credo……………………..
    Saluti.
    Alberto Claudio Tremolada
    alberto@bloggeraus.com

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