Ho notato una cosa: l’ampiezza del contesto nel quale si inserisce un qualsiasi argomento è direttamente proporzionale all’età della persona che ne parla, o meglio, alla sua esperienza. Mi spiego con un esempio. Sto leggendo un libro che parla di blog di un autore americano credo over 50 o giù di lì; ebbene, nel momento di inserire il “fenomeno blog” nella giusta casella nell’evoluzione della comunicazione, lo scrittore va a recuperare addirittura Gutemberg e l’origine della scrittura. Viceversa, noto che agli autori più giovani viene generalmente meno naturale “allargare il contesto”. E questo a prescindere dall’argomento.


Mi permetto di ritenere la capacità di contestualizzare un vero e proprio indice di maturità. Chiaramente è un discorso fatto in senso generale, sapendo che a volte si tende ad esagerare anche con gli “scenari” e con improbabili ricorsi storici. Però lo sforzo di guardare #147;out of the box” ogni situazione aiuta terribilmente a definire meglio i contorni e ad intuire i possibili sviluppi.


Ad un seminario a cui ho assistito un paio di anni fa, ricordo molto bene l’esemplificazione della qualità di “alzare il livello” verificando lo sguardo di una persona. Se gli occhi sono orientati spesso verso l’alto, state pur sicuri che vi trovate di fronte un individuo in grado di guardare oltre il suo naso e, per tornare al tema iniziale, di inquadrare un argomento in funzione di un contesto allargato.

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6 commenti per “Il contesto misura la maturità”

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