Un mese fa cercavamo un SEO da inserire in Ad Maiora (a proposito: l’abbiamo trovato!) e, tanto per confermare l’utilità dei business blog, mi sono pervenuti 14 curriculum di cui più della metà decisamente in linea con il profilo richiesto.

Curriculumongoogle Tra tutte le candidature, la più originale è stata quella di Alessandro che ha posizionato il suo curriculum su Google e nello screenshot si vede il risultato personalizzato per me! Ottimo lavoro!

Ecco, Alessandro mi ha sollecitato a scrivere in merito alla qualità medio-bassa della maggior parte dei curriculm che ci arrivano. Si badi, non parlo delle competenze e dei meriti professionali. Parlo del modo di presentarsi alle aziende, cosa che sembra sfuggire ai più.

In molti casi l’atteggiamento dei giovani candidati è questo: “vorrei venire a lavorare da voi perché così faccio esperienza, potrò crescere, imparerò nuove cose, ecc.”. A volte ho la tentazione di rispondergli chiedendo se vogliono essere loro a pagare… Mi spiego: capisco bene le difficoltà dei giovani e la scarsa conoscenza del mondo del lavoro, ma ritengo che l’atteggiamento opportuno sia innanzitutto quello di essere disponibili a dare per poi ricevere. Ed il comprensibile imbarazzo di alcuni che hanno un curriculum scarsino, non è quello di rappresentare ciò per cui verrebbero ad imparare, ma ciò che possono (devono ?) mettere sul tavolo: entusiasmo, passione, voglia di mettersi in discussione, ecc. Questo si può fare anche scrivendo (brevemente) di quelle che sono le attuali passioni; se suonate la chitarra o fate uno sport, ok, scrivete perché vi prendono, raccontate il vostro entusiasmo. Alle aziende, almeno alla mia, serve questo alla base di tutto!

Poi ci sono quelli che industrializzano i curriculum, che ti mandano la mail o la lettera scrivendo “Egregia Ditta”. E non regge la scusa “devo mandare mille curriculum”. A volte si dimentica che le aziende sono fatte di persone e che guardano chi si rivolge “a loro” e non ad altre migliaia di aziende indistintamente. E poi, specie nei settori verticali, sarebbe opportuno conoscere qualcosa dell’azienda a cui si scrive (con internet è facile), magari personalizzando la propria presentazione in funzione del tipo del destinatario.

Mi fermo qui perché sennò divento acido. Ribadisco: capisco l’inesperienza e, a volte, l’ingenuità. E sono convinto che la scuola e l’università potrebbero dare delle indicazioni a riguardo. Però sembra davvero che ci siano ragazzi che cercano lavoro ma solo alcuni vogliono davvero trovarlo.

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23 commenti per “Chi cerca lavoro e chi vuole trovarlo”

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  1. Dr.Zoiberg scrive:

    Bel post, molto utile.
    Purtroppo è vero che l’università non ha molto a che vedere con il mondo del lavoro: il vero valore all’università è il voto, non ciò che sai, ancor meno ciò che sai fare.
    Dubito che Alessandro abbia imparato le tecniche di SEO in un corso universitario…
    Si sarà rimboccato le maniche, avrà fatto le sue ricerche, ed alla fine ha imparato come far spuntare il suo curriculum su Google quando tu l’hai cercato.
    Per fortuna su internet le risorse per documentarsi non mancano.

  2. Carlo Odello scrive:

    Caro Mauro,
    non sono solo molti giovani laureati a non volere trovare lavoro, ma anche gente che già lavora, non è contenta, viene a fare colloqui, chiede subito stipendi sopra la media dei colleghi più anziani. Ma non ha esperienza nel settore.

  3. Enrico Bianchessi scrive:

    …certo che con un freeware e la pazienza di farsi un piccolo database (anche un Excel va più che bene) si può fare un invio almeno personalizzato per referente e azienda… ma tant’è, ci sono fior di comunicatori e agenzie che proclamano il loro status di “consulenti per la comunicazione online” e poi mandano i comunicati stampa in blindcopy… se gli esperti sono così, figurati uno che deve ancora cominciare… Quello che stupisce è che per una attività così “critica” come la ricerca di un lavoro l’attenzione alla qualità sia così bassa e si possa credere che il “volume” paghi più della qualità. Sconfortante.

  4. Vit scrive:

    Il post è, come sempre, interessantissimo ed io sono d’accordo quasi su tutto. Ad eccezione dell’ultima frase! Magari fosse davvero così. I giovani vogliono trovare il lavoro, non solo cercarlo…Si fa presto ad individuare l’università “cattiva maestra” come responsabile del fallimento. E ciò in parte è vero. Ma mi sembra giusto sottolineare come società di selezione e aziende strutturate non spingano di certo nella direzione suggerita nel post…Anzi, forse è l’omogeneità ciò che si cerca a monte. Pochi selezionatori, in fase di colloquio, concedono spazio a passioni e hobbies, credendo, forse, che la macchina perfetta, fredda e calcolatrice possa incepparsi di fronte a sentimenti “umani”. Il carattere omologante dell’azienda si riversa sugli aspiranti professionisti ed essi (e noi), non fanno altro che scrivere, o dire, ciò che le risorse umane DICONO di cercare. E’ così che passioni, aspirazioni e sogni nel cassetto rimangono solo un triste segno su una tabella in un foglio word…

  5. Maurizio Goetz scrive:

    Bellissimo post, a completamento della saga io ho scritto a proposito dei tesisti d’assalto. Sicuramente saranno capitati anche a te.

  6. inga beretta scrive:

    sono d’accordo con te mauro, ma riuscire ad essere entusiasti e motivati per ogni CV che mandi è davvero difficile, specie in quel tremendo limbo che è il post laurea. io ho cercato di farlo, ma mi sono accorta che dopo il 600esimo cominci a mandarli x inerzia…

  7. Fradefra scrive:

    Ottimo, Mauro!
    Ho assunto molte persone, nella mia vita professionale. Viste centinaia di candidati e migliaia di curriculum.
    Un giorno scriverò un libro, sulla cosa. La linea, comunque, sarà molto simile a quanto da te indicato.
    Chi scrive il curriculum spesso dimentica che qualcuno deve leggerlo e quel qualcuno ne ha 500 da leggere per una sola posizione. A me, una volta, è successo di averne 800 per una sola figura cercata… non so se mi spiego.

  8. Francesco scrive:

    “In molti casi l’atteggiamento dei giovani candidati è questo: “vorrei venire a lavorare da voi perché così faccio esperienza, potrò crescere, imparerò nuove cose, ecc.”. ”
    Forse perché è questo che ci si aspetta che ci si aspetti. Spero di esser stato chiaro :)
    Se anche è vero che chi inoltra curricula deve tener presente che dall’altra parte c’è un essere umano che legge e valuta, la medesima circostanza può essere evidenziata a parti invertite.
    La natura stessa della ricerca/offerta di lavoro, sbilancia il rapporto in una direzione, in particolar modo a livello emotivo. Questo è valido sia per i curricula scritti che per i colloqui.
    Ragion per cui, forse dovrebbe essere maggiore l’indulgenza verso chi cerca, piuttosto che verso chi offre. Troppo facile, altrimenti.

  9. Fradefra scrive:

    @Francesco
    Hai ragione, sul fatto che chi valuta dovrebbe essere più indulgente. Non scordare, però, che non si ha veramente tempo. La cosa sarà cinica, però è così che funziona. Chi seleziona, tra i 100 selezionati, troverà uno da assumere. Chi sta cercando, se non si preoccupa di capire come scrivere un curriculum, seppur bravo, rischia di restar senza lavoro. A volte basterebbe chiedere, ma molti non vogliono fare neppure quello, perché sono convinti di saper far tutto, CV compreso. Invece, il primo grave errore lo fanno già lì. Con questo, però, non voglio dire che le aziende non sbaglino… ho visto selezioni da vergornarsi…

  10. ciro scrive:

    Diciamo anche che spesso chi valuta i resume spesso non ha le adeguate competenze e che spesso non si comprenda quali possano essere le ‘abilità’ qualificanti per un determinato tipo di lavoro. Parlando fuori dai denti nei ‘serizi’ (si chiamano ancora così?) si puo’ essere cani assunti e essere bravi disoccupati. Ho il sospetto che la forma mentale di chi vuole essere preparato e corretto sia incompatibile con le tecnichediricercadellavoro e purtroppo credo che chi debba assumere questo non lo pensi.

  11. Medo scrive:

    Volevo chiedere all’autore di questo post di come ha iniziato lui. O se adesso che è dall’altra parte si eccita nello schiacciare gli impacciati e nel giudicare usando lo scettro del “dare lavoro”.
    Lo fanno tutti una volta che diventano “padroncini”…

  12. Mauro Lupi scrive:

    @Medo: è chi vuole schiacciare nessuno? Dico che se uno non ci mette un po’ di cervello e volontà nello scrivere un curriculum, figuriamoci dopo…
    Come ho iniziato? Beh, nel mio primo lavoro (26 anni fa) ho avuro fortuna e mi hanno chiamato senza mandare curriculum. Poi ho avuto voglia di mettere su una mia azienda, cosa che poi ho rifatto più tardi con l’attuale. C’è stato un periodo, una dozzina di anni fa circa, dove comunque sono stato anche io dalla parte di chi manda curriculum: in quel caso, quello che non sopportavo è chi non leggeva cosa avevo scritto e non chi mi diceva di farlo meglio (è successo ed ho imparato)

  13. massj scrive:

    Mauro hai assolutamente ragione, anzi, siccome riscontro spesso il tuo stesso problema ti sono assolutamente solidale.
    Come te lavoro sul web, e quando ho iniziato non c’erano i mille corsi e master, ma c’era solo tasto destro – visualizza HTML.
    La formazione universitaria e post universitaria si è enormemente dettagliata e specializzata nei nomi dei corsi di laurea, ma non nei contenuti dei corsi che rimangono generici, e questo crea dei neolaureati per la maggior parte convinti di sapere già tutto ma che hanno solo una buona (non sempre) cultura generale sull’argomento.
    Quando gli fai il colloquio alcuni si concedono anche il lusso di spiegarti come dovresti fare il tuo lavoro e si propongono non per la posizione aperta, ma per sostituirti o per diventare il tuo capo.
    Peccato che nessuno abbia loro concesso il lusso di capire che a fine mese o fai quel fatturato o te ne vai a casa, e ancora che fare il fatturato con professionalità e soddisfazione personale è ancora più difficile.
    @Medo: non so come abbia iniziato Mauro, ti posso dire che io ho iniziato con molta umiltà, pochi soldi, un contratto di collaborazione occasionale e ho ricambiato la fiducia che mi è stata data con l’impegno e la passione anziché con l’arroganza o il menefreghismo. Non penso che sia una questione di essere impacciati. Penso per esempio, che uno che ha il titolo di Master in Pubblicità sul web non possa arrivare a un colloquio senza sapere cosa vuol dire CPM. Cattivi maestri ma a volta anche pessimi allievi.

  14. slawka scrive:

    Bel post, sono d’accordo.
    Quanto all’ipotesi di inviare un curriculum su misura di ciascun destinatario
    propongo anche un’alternativa forse meno dispendiosa dal punto di vista del tempo. Suddividere i destinatari in più gruppi e poi preparare la lettera di accompagnamento di conseguenza, su misura di ogni gruppo.
    PS se c’è una cosa che non sopporto io invece, sono quelli che postano negli annunci “offro” lavoro il loro profilo. Se non riescono neppure a capire che la loro è una domanda di lavoro, e non un’offerta, come faccio a pensare che sappiano lavorare bene?

  15. Rebuffering scrive:

    Il post è interessante. Sarebbe interessante però traslare ai neoassunti quello che in termini di business si chiama Lifetime Value.
    Nella mia breve esperienza di reclutato e (ora) anche reclutatore ho visto che è sempre piu’ praticato lo sport dell’infedeltà aziendale.
    9 dei 10 cv che ricevo non hanno (apparentemente) nessun motivo di essere mandati se non la frenetica ricerca di un lavoro piu’ appagante.
    Suonano più o meno così:
    Ho lavorato nella multinazionale X, nella società Y e ora nella società Z, dove ho ricoperto ruoli interessantissimi e fatto grandi cose. Ora però, dopo 9 mesi voglio fare le valigie.
    Mi domando: quanto durerà una persona di questo genere? Temo poco: tempo di assestarsi nella mia società e ricomincerà a mandare CV a tutto spiano?

  16. mari scrive:

    “In molti casi l’atteggiamento dei giovani candidati è questo: “vorrei venire a lavorare da voi perché così faccio esperienza, potrò crescere, imparerò nuove cose, ecc.”.
    - Non siate pessimisti. C’è anche chi pone l’accento su questo aspetto di self-motivation ma come aspettativa ha ‘di essere utile’perchè sa che è questo a farlo crescere professionalmente. Non sminuite l’impegno.
    “”Ribadisco: capisco l’inesperienza e, a volte, l’ingenuità. E sono convinto che la scuola e l’università potrebbero dare delle indicazioni a riguardo. Però sembra davvero che ci siano ragazzi che cercano lavoro ma solo alcuni vogliono davvero trovarlo.”"
    scusate la battuta: non è mica uno sport cercare lavoro… O sì , secondo voi?

  17. Sgrufoletta scrive:

    Il problema fondamentale in Italia e’ che c’e troppa richiesta di lavoro. Insomma lo dite anche voi che a volte vi arrivano 800 CV. Sicuri che li guardate tutti e 800? Dico spesso vi fermate ai primi che vi hanno colpito no? Non e’ lo scrivere il Cv nel modo migliore, e farlo nel modo piu creativo che vi interessa.( Una volta mi chiamarono perche avevo mandato il cv su carta oleata con sotto un immagine..-quando ancora non c’erano i pc- ed io non avevo mandato manco la presentazione in accompagnamento) Alla fine ci sono 8 miliardi di modi di fare un Cv. Quello Europeo, quello di word, fallo elegante, fallo stiloso, mettici la foto, non ce la mettere, ti mando la presentazione, scrivila cosi che funziona, quella e’ impersonale, quella e’ troppo personale. Cercare in Italia e sbattere contro un muro di gomma. Rimbalzare su presentazioni tramite amicizia, che ormai non sono neppure piu raccomandazioni. Sai conosco Pinco che cerca lavoro. Ah che lavoro cerca, io sto cercando un porta-alberi di natale. Oh toh…che caso lui e proprio specializzato in quello. E opla’. 400 Cv che erano stati mandati, verranno inseriti in un ipotetico Database che non verra’ mai piu consultato.
    Ho letto tutto. Ed ogni volta che si parla di lavoro mi sale il fuoco nello stomaco!

  18. Sebastiano Pagani scrive:

    propongo un pezzo di un post sul mio blog personale, sperando il copia/incolla non sia inopportuno. Caso volle che stavo scrivendo proprio di mondo del lavoro e ciò che ho scritto sembra riallacciarsi ad alcuni commenti sulla funzione dell’università.

  19. santo scrive:

    carissimi è la prima volta che visito questo sito e come tanti ragazzi della mia età sono in cerca di lavoro,non è facile purtroppo!! spero che mi potrete aiutare indirizzandomi in qualche modo.

  20. Mauro Lupi scrive:

    Caro Santo, prepara un curriculum sincero dove far trasparire le tue passioni e attitudini; invialo ad aziende selezionate cercando di personalizzare i messaggi. Ovviamente dipende poi da che lavoro cerchi: se è legato a internet, partecipa attivamente a forum e blog, investici il tuo tempo, dai prima qualcosa te, fatti notare. E non demordere.

  21. eliana scrive:

    ciao Mauro,
    lavoro da qualche anno e da un po’ il mio hobby è aiutare chi lo chiede e secondo me ne ha le motivazioni a cercare lavoro.
    La prima cosa che viene fatta è un colloquio di motivazioni, che solitamente si svolge a casa dopo cena (pancia piena fa cantare e mette di buon umore)
    o pranzo che sia.
    Segue mia fase di osservazione.
    Come ti comporti, quali passioni hai, cosa sai fare meglio e cosa fai volentieri e cosa dici di saper fare e cosa in realtà vuoi.
    La fase di osservazione dura un periodo variabile, da un paio di giorni a un paio di mesi con ragionevoli intervalli per la vita privata.
    Segue nuovo colloquio di motivazione e fase di studio del mercato (che cosa metti sul piatto e cosa potresti ricevere, proporzionando conoscenze e richieste economiche) e individuazione dei punti deboli.
    Segue stesura del cv, lettera di motivazioni motivata, una selezione dei lavori migliori e invio degli stessi ai selezionatori.
    E qui voglio difendere alcuni dei ‘voglio imparare e crescere’.
    Molti lo dicono perchè non hanno idee, si rompono le scatole a fare di meglio, per timidezza o perchè non saprebbero come altro dire quello che vorrebbero dire.
    E non mi riferisco solo ai diciottenni.
    Ci sono cinquantenni che non te lo scrivono, che vogliono imparare, ma dovrebbero scriverlo, perchè non sono al passo con il mercato.
    Ci sono diciottenni che preparano un cv orribile ma poi ti mostrano i loro lavori e resti a bocca aperta.
    Hai ragione, hai ragione a dire quello che dici, ma a volte e te lo dico a ragion veduta, è necessario andare più a fondo.
    A proposito, il mio metodo ha dato fin’ora il 100% di successi, anche perchè io sono una gran rompiballe.
    Invidio la tua carriera.
    Da grande vorrei essere come te, ma la sede dell’azienda la vorrei in campagna, davanti al mio orto, con il cane accucciato sui piedi, la tazza di cioccolata a fianco e il profumo dei gelsomini che entra dalla finestra.

  22. samuel scrive:

    trovo questo post troppo acido come dici tu.
    Non mi sembra che per invogliare le persone a cercare di presentarsi nella maniera più opportuna la strada giusta sia quella di puntare il dito contro di loro e accusare di avere scarsa voglia di trovare lavoro.
    Io ho iniziato a cercare lavoro 11 anni fa appena uscito da scuola e non ricordo ci fosse qualcuno a fare le cose per me o darmi un manuale su come ricerca il lavoro… purtroppo!
    Le persone fanno le cose per imitazione e per imitazione scrivono le lettere e i curriculum come si sono sempre fatti, come trovano su internet o sui modelli di word, nessuno ti insegna a scriverne uno se non in rari casi a scuola dove mi chiedo perché a dare indicazioni non mettano un responsabile del recruitment delle aziende o uno psicologo del lavoro.
    E’ giusto che si dispensino consigli, bravi avete fatto una cosa buona a scriverne voi e se avete avuto il bisogno di farlo è perché è una cosa che manca non perché la gente sia tonta o non voglia farlo.

  23. Laura scrive:

    cercasi ambosessi per occuparsi della presentazione degli articoli su catalogo cristianlay utilizzando il sistema degli appuntamenti prefissati.Si richiede una buona predisposizione ai rapporti interpersonali,grinta e determinazione.
    Per informazione:telefonare al numero-3395045703

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