Vittorio Zambardino dice la sua sull’annunciato servizio banner di Google (che chiama “asta dei banner”). Non mi ritrovo sul concetto di base, secondo il quale il sistema disintermedierà la pubblicità.


Ho inserito un mio commento sul blog di Vittorio che riporto comunque anche qui:


Vittorio, devo dissentire su un tuo assunto, quello secondo cui basta mettere in contatto un budget con un media e la pubblicità esce da sola.
In realtà, la pianificazione pubblicitaria necessiterà sempre e, probabilmente in modo crescente, delle agenzie specializzate nella pianificazione e nella creatività. E se per il keyword advertising che conosciamo, i piccoli budget possono anche essere gestiti autonomamente dagli advertiser, la comunicazione legata al brand scatena delle attività difficili da realizzare in-house.
Ciò vale per la la creatività, che presuppone delle competenze tipiche del mezzo e delle crescenti versatilità/complessità tecnologiche. Lo stesso modello di pricing variabile, obbligherà a valutazioni del ROI non sempre accessibili internamente alle aziende.

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Un commento per “L’asta dei banner (?)”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Andrea Pilotti - APm Consulting scrive:

    Sono pienamente d’accordo! Gestisco una 30ina di piccoli clienti in Abruzzo, e tutti hanno riconosciuto il valore dell’attività di consulenza. All’inizio molti vorrebbero far da soli! Ma nel breve termine capiscono quali sono le difficoltà tecniche e creative, e soprattutto i vantaggi competitivi che possono trarre dall’esperienza dei consulenti “preparati”.
    Saluti,
    Andrea Pilotti
    APm Consulting – Abruzzo
    info@apmconsulting.it
    http://www.apmconsulting.it

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