Archivio: agosto, 2004

Stacco la spina per un paio di settimane. Si riblogga a settembre (salvo crisi di astinenza e post via palmare). Bye.


callkeyUn paio di settimane fa negli Stati Uniti ho scoperto CallKey, una serie di strumenti di telecomunicazione innovativi e decisamente interessanti. Si tratta di una piattaforma tecnologica molto evoluta abbinata a servizi di fonia, che consente la gestione di telefonate da apparecchi fissi o mobili, sia per conversazioni singole che in audio-conferenza. Le tariffe internazionali sono molto convenienti, un po’ meno quelle locali.

CallKey racchiude molte funzioni, ma il suo utilizzo è semplice ed estremamente pratico, tanto che risulta più facile vederlo all’opera che spiegarlo. Comunque ci provo.

Sul pannello on-line del sistema, si indica il numero di telefono presso cui si è raggiungibili (sia esso fisso o mobile), quindi si digita il numero del destinatario con cui si vuole parlare. A questo punto il sistema chiama il proprio numero e, appena si risponde, avvia la connessione con il destinatario. In pratica si tratta dell’evoluzione del funzionamento delle calling card già operative da una decina d’anni, ma con una base tecnologica capace di sfruttare le moderne tecnologie e quindi di ampliarne la versatilità: vediamo in che modo.

CallKey permette di definire una chiamata (sempre col meccanismo per cui CallKey chiama il proprio telefono e mette in contatto con l’interlocutore desiderato) sia dal panello online, sia mandando una mail ad un indirizzo specifico, sia inoltrando un SMS che riporta il numero che ci interessa. Ad ogni destinatario (o ad un gruppo di nominativi) può inoltre essere abbinato un nickname in modo da velocizzare ulteriormente le operazioni. Ma non è finita: selezionando più destinatari, CallKey genera automaticamente un’audio-conferenza, chiamando tutti i rispettivi telefoni richiesti.

Interessante è anche un tool per Outlook che permette di inviare le email con una specifica icona che consente al destinatario del messaggio di cliccare sull’icona e avviare automaticamente una conversazione dal telefono che vuole; la telefonata sarà addebitata al mittente della mail. Una cosa simile è inseribile anche in un sito web.

Le tariffe applicate da CallKey sono molto convenienti per la maggior parte delle chiamate internazionali. Ad esempio, una chiamata dall’Italia negli USA tra telefoni fissi costa 5 centesimi di dollaro al minuto; da un cellulare italiano sempre verso gli USA (fisso o mobile) si pagano 30 centesimi, mentre per gli ulteriori utenti in audio-conferenza si pagano solo 6 centesimi al minuto.

Le chiamate nazionali non sono invece competitive. Da mobile a fisso costa 31 centesimi di dollaro al minuto (ma 7 centesimi per gli utenti aggiuntivi). Da mobile a mobile si arriva a 56.

Da notare che il sistema funziona sulle reti di telecomunicazioni standard (quindi non è un VOIP) che assicurano una qualità ottima. Inoltre, le tariffe non prevedono scatti alla risposta e sono indipendenti dall’orario della chiamata.

Questo è solo un breve overview di CallKey; mille sono le altre funzionalità del sistema e le possibilità di integrazione in contesti sia business che privati. Sono ormai diversi giorni che la uso di continuo e funziona perfettamente. Personalmente la scoperta di CallKey è stato una specie di flash back, dato che prima di fondare Ad Maiora nel 1997 mi occupavo proprio di servizi di fonia internazionale. E, da allora, non mi era mai capitato di imbattermi in una tecnologia di questo tipo così innovativa quanto semplice, conveniente e funzionale.

Disclaimer: non so se e come si evolveranno i rapporti con l’azienda che produce tale sistema, ma Ad Maiora potrebbe essere coinvolta in futuro nello sviluppo del business di CallKey in Europa.


La sessione “Web Feeds, Blogs & Search” era la conclusiva dell’ultimo giorno del Search Engine Strategies, eppure erano tutti la! Sala strapiena, almeno 200 persone sedute e diverse in piedi: sicuramente una delle sessioni più seguite della 4-giorni di San Jose. No voglio fare un reportage dei vari speech (a questo ci ha pensato il solito rustybrick), ma ho annotato alcuni aspetti rilevanti (oltre il già citato successo di pubblico che ha stupito un po’ tutti).

Scott Rafer di Feedster è stato perentorio: il materiale online in formato XML sta raggiungendo quello HTML in quanto a volumi e questo è uno dei motivi per cui, secondo lui, i motori di ricerca odiano i blog. La vision di Feedster è che presto la maggior parte dei contenuti digitali sarà syndacated e che gli RSS vedranno comparire inserzioni pubblicitarie.

Mi ha fatto piacere vedere il blog di Martina Zavagno citato da Amanda Watlington come esempio di weblog ben strutturato in chiave di search engine visibility.

Danny Sullivan, che moderava questa sessione, ha introdotto Jeremy Zawodny di Yahoo! dicendo che legge il suo blog quotidianamente, ed in effetti, ho potuto constatare che Jeremy è davvero un personaggio molto noto e influente. Sen’altro a lui si deve la spinta decisiva di Yahoo! verso i feed, anche se molte delle interessanti funzioni (soprattutto riguardo My Yahoo! e Yahoo! Search) presentate nella sessione sono disponibili solo nell’edizione USA del portale. Interessante il post dello stesso Zawodny a commentare questa sessione.

Un po’ commerciale la presentazione di Mark Fletcher di Bloglines, ma io continuo ad apprezzare moltissimo questo aggregatore che è la mia pagina di default del browser. Fletcher ha ripetuto più volte che i weblog rappresentano un’importante opportunità di generazione di ricavi al di là dello sfruttamento pubblicitario degli RSS.


A volte uso questo weblog come un bloc notes (quindi un blog notes, eh, eh). In questo caso voglio annotare alcune riflessioni sparse in merito al Search Engine Strategies terminato giovedì scorso.

SEO IS ALIVE
I servizi di ottimizzazione sono vivi più che mai. Lo ha ribadito Danny Sullivan nel suo Opening Keynote (ricordando comunque che lo aveva dato per spacciato un anno fa), ma anche il noto analista Safa Rashtchy che ha parlato espressamente di “free goldmine forgotten”, ossia la miniera d’oro dimenticata dei risultati standard.

massimo-speechLA PRIMA DELL’EUROPA
Ci abbiamo messo parecchi mesi, ma alla fine siamo riusciti (Massimo in particolare) a convincere Danny a organizzare una sessione sull’Europa. Per essere la prima volta, non è andata niente male: oltre 50 persone ad ascoltare, interventi tutti di spessore ed una bella sessione di domande/risposte. Una buona sintesi di “Reaching Out to Europe” si trova sul forum di SearchEngineWatch. La foto di Massimo non è gran che (sorry) ma non volevo disturbare la sua presentazione con una flashata in pieno volto.

PARTY A GOGO
google-danceIl rituale Google Dance party è stato organizzato all’esterno della sede di Google a Mountain View. Un sacco di cose simpatiche (giochi elettronici old style, campo da pallavolo, ecc.) e qualche gadget. Purtroppo la t-shirt ufficiale quest’anno è bruttissima. Un potente concerto di un gruppo funcky-rap per un paio d’ore e poi una bella partita a ping pong per smaltire le birre (ho stracciato un cinese che, abituato agli yankee, non si aspettava un europeo navigato anche di tennis table). Il party di Yahoo! si è tenuto al Tech Museum of Innovation, un posto ideale per i più curiosi con mille diavolerie tecnologiche applicate nella medicina, nella fisica, ecc. C’ero già stato due giorni prima ospite di Verizon/Superpages che sponsorizza SEMPO, ma al party di Yahoo!… si è mangiato meglio.

E I GADGET?
L’area espositiva del SES l’ho vista sempre piena di gente e, anche nel mio turno di volontariato allo stand SEMPO, ho parlato con molte persone. L’unico limite è stata… la scarsa disponibilità di gadget simpatici da portare ai miei colleghi in Italia. Pazienza, sarà per la prossima volta.


mauro-sempoIl SEMPO meeting di lunedì scorso al SES di San Jose, che ha visto partecipare almeno 200 persone, sarà ricordato come un vero e proprio turning point per SEMPO e, forse, anche per l’intera industria del search.

Preceduto da una settimana che, prendendo spunto un articolo di Mike Greham, ha visto emergere sui principali forum online molti commenti critici su SEMPO, il meeting era atteso come la chiave di volta dell’organizzazione.

Non per semplificare ma per dovere di sintesi, ritengo che il punto cruciale è che SEMPO abbia mancato in termini di comunicazione verso i suoi associati. Sono state fatte mille cose e l’associazione in un anno si è trovata a gestire 250 soci e circa 250.000 dollari di ricavi. Purtroppo, tutto ciò non è stato divulgato come si doveva e, come sempre, la mancanza di informazione crea scetticismo e solleva dubbi.

Naturalmente, accanto ad una critica costruttiva, è stato sollevato un gran polverone su altri aspetti, a volte con attacchi personali oppure del tutto fuori luogo o inconsistenti. Non a caso, il 99% di questi attacchi sono arrivati da non-soci e da non più di 5-6 persone che probabilmente passano il tempo sui forum.

In perfetta sintonia, il Board di SEMPO non ha ritenuto di dover rispondere direttamente a questi attacchi, ma ha scelto di evidenziare ai propri iscritti tutto il lavoro fatto e le attività previste per l’immediato futuro.

In tutta la vicenda, c’è un aspetto che mi riguarda direttamente. Tra le questioni sollevate, c’è quella del mio ingresso nel Board e della costituzione del Comitato Europeo senza partecipazione di aziende inglesi. Il punto è che si è sempre voluto realizzare un Comitato UK in aggiunta al Comitato Europeo (come annunciato a Londra a giugno), proprio per sottolineare la differente situazione e velocità del mercato inglese; purtroppo, la persona a cui era stato chiesto di guidare l’UK si è tirata indietro e, guarda caso, è la stessa da cui è partita tutta la storia. Inoltre, per quanto riguarda il mio ingresso nel Board, il consiglio direttivo di SEMPO ha fatto una scelta basata sulla professionalità (bontà loro); quindi nessun automatismo in funzione dell’incarico europeo.

A San Jose ho avuto modo di parlare con Mike Greham insieme a Barbara Coll, Dana Todd e Christine Churchill, anche per chiarire con lui alcuni attacchi personali che ci sono sembrati fuori luogo. In ogni caso, le differenti posizioni sono state ben riassunte su ClickZ.

Comunque abbiamo imparato la lezione: nell’area degli associati SEMPO è disponibile tutto il materiale presentato durante il meeting, compresa la presentazione di una interessante ricerca sul valore dell’intero mercato SEM commissionata da SEMPO. C’è anche tutto il piano d’azione per il futuro, compresa l’elezione di 3 nuovi membri del Board e la costituzione di nuovi comitati. E sembra proprio che questa nuova linea di comunicazione, oltreché le attività in pista, siano state molto apprezzate dagli associati.

A volte è solo un problema di maturità nel rapporto associativo. Troppo spesso ci si chiede solo “cosa fa per me l’organizzazione” piuttosto che domandarsi “come io possa contribuire”.


sf_006Giornata americana doc, con tanto di jogging sotto il Golden Gate che sbucava a malapena sotto la nebbia.

 


ses_sanjoseOvviamente il CEO di JupiterMedia gongola con migliaia di partecipanti al Search Engine Strategies di San Jose. L’evento, ormai di spessore internazionale, cresce con l’evoluzione del mercato dei motori di ricerca che corre ancora a ritmi sostenuti. Quattro giorni pieni di conferenze, articolate su quattro sessioni parallele, oltre 80 espositori, e qualche party la sera che non guasta.

Conto di scrivere qualche post specifico, ma sottolineo due cose che mi hanno colpito.

Innanzitutto la competizione che ha raggiunto livelli elevatissimi, non solo nel bid delle campagne ppc, ma anche nel livello e nel dettaglio dei servizi erogati dalle agenzie. Questo inevitabilmente genera una serie di problemi, non ultimo quello del click fraud, ove sembra che nei settori più competitivi (quelli da 2 dollari a click in su) almeno il 10-20% dei click sono generati artificialmente, tipicamente per generare un danno all’inserzionista.

Altro elemento interessante è la grande quantità di aziende presenti, molte alla ricerca di un’agenzia SEO/SEM. L’atteggiamento comune mi sembra orientato a “saperne di più” in modo da avere un rapporto più consapevole con l’agenzia. Una sessione su tutte, Inside The Searcher’s Mind (qui un overview) che non più di un anno fa avrebbe sucitato un labile interesse, ieri ha riempito una sala di almeno 250 persone.

In ogni caso, questo SES di San José verrà ricordato nel giro delle agenzie SEM (e non solo), soprattutto per il SEMPO meeting di lunedì, ma a questo ho dedicato un apposito post.

Ancora non è terminato il SES San Jose che già si pensa al prossimo; e allora, appuntamento a Stoccolma il 27 e 28 ottobre.