Su Mediapost, John Tawadrosun scrive un provocatorio articolo: Le cinque ragioni per cui le agenzie di pubblicità odiano il search engine marketing.

Lo spunto è interessante e fa riflettere ancora sulle modifiche in atto delle professioni e dei ruoli nel settore della comunicazione online. Il search engine marketing non è che uno dei settori verticali che verso cui le agenzie tradizionali si trovano a dover compiere la scelta: sviluppare competenze interne o utilizzare delle strutture specializzate.

Beh, io sono di parte e naturalmente ritengo che sia opportuno che le agenzie deleghino all’esterno attività specialistiche e sempre più complesse come il search engine marketing, specie per quanto riguarda il posizionamento negli organic results. E questo, almeno fino al momento in cui il mercato dell Rete non rappresenterà dei numeri davvero significativi rispetto all’advertising nel suo complesso. Daltronde, chi ha i capelli bianchi, ha già visto passare le agenzie di pubblicità da strutture a network a conglomerati di società; come allora, il mercato è ancora prematuro per creare competenze di nicchia interne e, quando sarà il momento, converrà acquisire ed integrare le aziende specializzate.

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Un commento per “Le agenzie odiano il search engine marketing ?”

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  1. Massimo Moruzzi scrive:

    ci sono imho altre due ragioni per cui odiano il search engine marketing: in primis perché é direct mktg, non pubblicità, e in secondo luogo perché presuppone che si portino gli utenti a dei siti utili, non a delle ****** pubblicitarie come ad esempio il mitico onelikenoone.it di BMW…

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