Un weekend sulla stampa all’insegna della pubblicità on-line e dei motori di ricerca. E non sarà l’ultimo! Ci aspettano mesi effervescenti, il Nasdaq che riprende fiato e, naturalmente, qualche distorsione tipica dei fenomeni che si evolvono rapidamente. Ma andiamo con ordine.

Sabato sul Corriere della Sera la solita striscia di Carlini, ennesima dimostrazione di grande sintesi ed equilibio. Questa volta, a proposito della pubblicità on-line, Carlini contrappone l’invasività dell’advertising grafico vecchia maniera alle inserzioni sui motori di ricerca che definisce una modalità “leggera e contestualizzata che prende atto che il tempo del web rigonfio e clamoroso è davvero finito”, sottolinenando peraltro la capacità del settore di generare utili.

La “guerra dei motori” tiene banco anche oggi su Affari & Finanza con un pezzo di Stefano Carli incentrato su Yahoo! e un altro articolo di Massimo Canevari sugli outsider del settore. Su questo tema c’è anche una mia dichiarazione che, a dirla tutta, riprende solo la parte più superficiale della mia chiacchierata col giornalista. Ok, sarà per un’altra volta, sperando magari che il nome della società non venisse sbagliato e che fosse riportato l’indirizzo del sito giusto…

Italia Oggi intervista Layla Pavone (IAB Italia) a proposito degli spot interattivi, della crescita di questo mercato e dei vantaggi della pubblicità on-line. Ho solo qualche perplessità sull’enfasi che il pezzo di Gaia Giorgio Fedi pone sulla possibilità di fare una campagna con soli 10 mila euro. Non vorrei che ritornassimo alle false aspettative di poter “investire due lire in internet e conquistare il mondo”, luogo comune che ha già fatto troppi danni in passato.

Su Il Sole 24Ore c’è invece un’intervista che Enrico Netti fa a Fidelio Perchinelli, neo presidente di Audiweb che candidatemente afferma: “mancano fonti ufficiali sugli investimenti pubblicitari sul Web”. Peccato che IAB fa proprio questo in tutto il mondo da diversi anni con la certificazione di Price Waterhouse Cooper. In Italia per di più, i dati vengono rilevati dal 2003 con cadenza mensile.

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4 commenti per “Si (ri)scrive di pubblicità on-line”

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  1. Il Torchio scrive:

    Complimenti per la (difficilissima) semplicità dei tuoi post! Niente in contrario se ti linko?

  2. Mauro Lupi scrive:

    Linka, linka! :)

  3. gaia scrive:

    ciao, a ogni critica va concesso diritto di replica… non credo di aver usato alcuna “enfasi” nel mio articolo su italiaoggi sette, e in ogni caso il dato della campagna pubblicitaria con 10 mila euro non me lo sono inventato ma mi è stato riferito da diverse fonti. il pezzo si riferisce alla pubblicità interattiva a 360

  4. Mauro Lupi scrive:

    Gaia: Non ho capito se l’ultimo paragrafo del commento è riferito al mio post o all’articolo… ;-)
    Comunque: ho correto il link, sorry; cose che capitano, come daltronde sul suo pezzo era citato erroneamente IAB che non è “Internet advertising bureau” ma “Interactive advertising bureau”.
    In riferimento ai 10 mila euro (indicati anche nell’intestazione dell’articolo e che per questo ho considerato come enfatizzati): non ho certo detto che fosse una sua invenzione e sono consapevole che è un’affermazione sentita spesso. Il punto è proprio questo: emerge ancora un’immagine di internet come canale di comunicazione low-cost ma dove la convenienza non è intesa come valore del ROI ma come bassa soglia di ingresso. Il punto di osservazione dovrebbe essere invece la % del budget di comunicazione da destinare alla Rete, attualmente non più dello 0,5% in media in Italia. E questo stride con la percentuale di tempo passato online che nel nostro paese è arrivata al 9%.

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