Archivio: gennaio, 2004

Prove tecniche di comunicazioneIl libro di Igor Righetti è scritto da un comunicatore. Te ne accorgi dalla copertina, essenziale ma intrigante, e anche dalla quarta con una foto dell’autore un po’ alla Gruber e con il riassunto che sembra rendere il libro adatto praticamente a tutti quelli che hanno a che fare con la comunicazione.

In realtà il libro è un buon Bignami per gli studenti di laurea in Scienze della Comunicazione (per i più giovani: i Bignami erano delle guide tascabili su argomenti specifici, ottimi da nascondere sotto il banco per copiare durante i compiti in classe).

Il libro è essenzialmente la raccolta di circa 50 testimonianze di personaggi che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la comunicazione. Dai responsabili di uffici stampa aziendali, ai docenti universitari, da giornalisti a consulenti d’impresa. Ed è questa aggregazione che rende il lavoro di Righetti interessante, a patto di accettare l’inevitabile disordine e contrasto generati da tale impostazione. Così, accanto a testimonianze didattiche e argomentative, si passa a semplici (a volte stucchevoli) racconti della propria esperienza personale nel settore della comunicazione.

I contenuti che fanno da collante ai contributi esterni, non più del 20% del libro, affrontano in modo generale argomenti diversi: come parlare in pubblico, come scrivere su internet, ecc. Una carrellata di spunti e suggerimenti che può essere utile ai più giovani che stanno cercando di capire verso che direzione della comunicazione orientare la propria professione.


Orkut è un nome che suona proprio male. Però ha alle spalle Google e allora due parole bisogna dedicargliele. Praticamente si tratta di un sito su cui conoscere gente, che in inglese viene indentificato con social network, settore che sta incontrando un enorme successo in tutto il mondo. L’ennesima versione di Friendster (che pare Google abbia cercato di acquistare l’anno scorso), Meetic o il nostrano Incontri.

Un bell’articolo su Orkut e su cosa aspettarsi da Google in futuro, l’ha appena pubblicato Alessio Balbi su Repubblica.it (c’è anche una mio commento).

Mi piace l’iniziativa di Google che permette ai suoi collaboratori di dedicare un giorno alla settimana ai propri progetti personali, in cambio di un’opzione sul progetto stesso. Anche Google News è nato così ed ora è il turno di Orkut. A volte penso che gli Usa rimangano ancora una land of opportunities…


Information overloadMi hanno segnalato (thanks Franci) un articolo della Prof. Mandelli su MyMarketingNet sul tema “Giornalismo e cittadini in Rete”. Trovo molto interessante l’apertura dell’articolo:

Michael Schudson, uno degli studiosi più autorevoli dei fenomeni legati alla comunicazione di massa, ha sostenuto negli ultimi anni un’idea dissacrante di come il cittadino deve considerare se stesso, nel mondo dell’information overload.
Occorre superare, Schudson dice, l’ideale astratto del “cittadino informato”, cioè del cittadino che deve essere informato su tutto per poter partecipare con razionalità alla vita pubblica. Il cittadino può limitarsi, in questo nostro mondo pieno zeppo di informazioni, ad essere monitorante (monitorial citizen). Deve, cioè, fare scanning dell’ambiente che lo circonda, in modalità a basso consumo cognitivo, ed essere pronto a diventare attivo, solo quando il suo intervento sia rilevante.

(continua…)


Un weekend sulla stampa all’insegna della pubblicità on-line e dei motori di ricerca. E non sarà l’ultimo! Ci aspettano mesi effervescenti, il Nasdaq che riprende fiato e, naturalmente, qualche distorsione tipica dei fenomeni che si evolvono rapidamente. Ma andiamo con ordine.

Sabato sul Corriere della Sera la solita striscia di Carlini, ennesima dimostrazione di grande sintesi ed equilibio. Questa volta, a proposito della pubblicità on-line, Carlini contrappone l’invasività dell’advertising grafico vecchia maniera alle inserzioni sui motori di ricerca che definisce una modalità “leggera e contestualizzata che prende atto che il tempo del web rigonfio e clamoroso è davvero finito”, sottolinenando peraltro la capacità del settore di generare utili.

La “guerra dei motori” tiene banco anche oggi su Affari & Finanza con un pezzo di Stefano Carli incentrato su Yahoo! e un altro articolo di Massimo Canevari sugli outsider del settore. Su questo tema c’è anche una mia dichiarazione che, a dirla tutta, riprende solo la parte più superficiale della mia chiacchierata col giornalista. Ok, sarà per un’altra volta, sperando magari che il nome della società non venisse sbagliato e che fosse riportato l’indirizzo del sito giusto…

Italia Oggi intervista Layla Pavone (IAB Italia) a proposito degli spot interattivi, della crescita di questo mercato e dei vantaggi della pubblicità on-line. Ho solo qualche perplessità sull’enfasi che il pezzo di Gaia Giorgio Fedi pone sulla possibilità di fare una campagna con soli 10 mila euro. Non vorrei che ritornassimo alle false aspettative di poter “investire due lire in internet e conquistare il mondo”, luogo comune che ha già fatto troppi danni in passato.

Su Il Sole 24Ore c’è invece un’intervista che Enrico Netti fa a Fidelio Perchinelli, neo presidente di Audiweb che candidatemente afferma: “mancano fonti ufficiali sugli investimenti pubblicitari sul Web”. Peccato che IAB fa proprio questo in tutto il mondo da diversi anni con la certificazione di Price Waterhouse Cooper. In Italia per di più, i dati vengono rilevati dal 2003 con cadenza mensile.


Un weekend sulla stampa all’insegna della pubblicità on-line e dei motori di ricerca. E non sarà l’ultimo! Ci aspettano mesi effervescenti, il Nasdaq che riprende fiato e, naturalmente, qualche distorsione tipica dei fenomeni che si evolvono rapidamente. Ma andiamo con ordine.

Sabato sul Corriere della Sera la solita striscia di Carlini, ennesima dimostrazione di grande sintesi ed equilibio. Questa volta, a proposito della pubblicità on-line, Carlini contrappone l’invasività dell’advertising grafico vecchia maniera alle inserzioni sui motori di ricerca che definisce una modalità “leggera e contestualizzata che prende atto che il tempo del web rigonfio e clamoroso è davvero finito”, sottolinenando peraltro la capacità del settore di generare utili.

La “guerra dei motori” tiene banco anche oggi su Affari & Finanza con un pezzo di Stefano Carli incentrato su Yahoo! e un altro articolo di Massimo Canevari sugli outsider del settore. Su questo tema c’è anche una mia dichiarazione che, a dirla tutta, riprende solo la parte più superficiale della mia chiacchierata col giornalista. Ok, sarà per un’altra volta, sperando magari che il nome della società non venisse sbagliato e che fosse riportato l’indirizzo del sito giusto…

Italia Oggi intervista Layla Pavone (IAB Italia) a proposito degli spot interattivi, della crescita di questo mercato e dei vantaggi della pubblicità on-line. Ho solo qualche perplessità sull’enfasi che il pezzo di Gaia Giorgio Fedi pone sulla possibilità di fare una campagna con soli 10 mila euro. Non vorrei che ritornassimo alle false aspettative di poter “investire due lire in internet e conquistare il mondo”, luogo comune che ha già fatto troppi danni in passato.

Su Il Sole 24Ore c’è invece un’intervista che Enrico Netti fa a Fidelio Perchinelli, neo presidente di Audiweb che candidatemente afferma: “mancano fonti ufficiali sugli investimenti pubblicitari sul Web”. Peccato che IAB fa proprio questo in tutto il mondo da diversi anni con la certificazione di Price Waterhouse Cooper. In Italia per di più, i dati vengono rilevati dal 2003 con cadenza mensile.


Un paio di giorni fa, leggevo una ricerca di Forrester secondo la quale, per gli utenti USA, le più importanti fonti di informazione sulle automobili sono nell’ordine:

  • Consumer Reports (74%)
  • Non-car company Web sites (68%)
  • Advice from friends (61%)
  • Car company Web sites (59%)
  • Auto dealership personnel (57%)

Prendo ad esempio questa interessante graduatoria e traduco questa lista di influenzatori d’acquisto in una metrica più descrittiva e aggiornata ai tempi:

(continua…)


Un portale dedicato al free software da parte dell’Unesco: secondo me un’importante testimonianza del valore sociale che va attribuita al software gratuito libero ed in generale al movimento Open Source.

Update (14/1/03): giustamente digitaldivide mi suggerisce di correggere “gratuito” con “libero”. Il titolo però lo lascio così per non fare troppe patch.


Un portale dedicato al free software da parte dell’Unesco: secondo me un’importante testimonianza del valore sociale che va attribuita al software gratuito libero ed in generale al movimento Open Source.

Update (14/1/03): giustamente digitaldivide mi suggerisce di correggere “gratuito” con “libero”. Il titolo però lo lascio così per non fare troppe patch.


Come primo post del 2004 volevo scrivere qualcosa di diverso dal solito; così ho preso il file dove raccolgo delle idee vaganti e indefinite che, un giorno, potrebbero diventare dei post. Proprio non pensavo di scrivere di motori di ricerca: in questo blog non se ne può più. Invece mi chiama Radio Rai per un intervista (dovrebbe andare in onda durante il GR2 delle 7.30 di domani) sulla “guerra dei motori”, innescata dalla recenti dichiarazioni del CEO di Yahoo! sulla competizione con Google.

Questo mi ha fatto ricordare quanto i search engine siano davvero cruciali per l’intero universo della Rete e come i prossimi mesi saranno fondamentali per l’evoluzione (speriamo positiva) di tutta internet. La quotazione di Google, il lancio del motore di ricerca di Microsoft, il consolidamento di Yahoo!, il boom del keyword advertising, ecc. Tutti fenomeni che scriveranno la prossima storia di internet e che passano per i motori di ricerca.

Così, quando mi è rimbalzata sul browser l’agenzia di Adnkronos che riportava (in modo comico, come poi vedremo) del posizionamento al primo posto su Google della biografia di Berlusconi a fronte della ricerca “fallimento”, non ho resistito. Per cui, anche questo 2004 si apre parlando di motori di ricerca.

(continua…)