Archivio: “Comunicazione online”

Ci sono due Andrea-blogger tutti da leggere che vorrei segnalare:

  • Andrea Andreutti, che scrive già da diversi mesi ma che non avevo acora citato, mi pare. Tra le ultime cose, leggere il post dedicato a certi consulenti.
  • Andrea “Barcode”, che ha iniziato da sue settimane e tra poco ci supera tutti! ;-) (Andrea, ho preso spunto da tuo “so what?” per elaborare una proposta che conto di presentare al board di IAB la prossima settimana; poi ti racconto)

Battute a parte, è fondamentale che la conversazione coinvolga persone come Andrea & Andrea. Loro sono tra coloro che normalmente sono costretti a sorbirsi le chiacchiere di gente come il sottoscritto che parla di scenari, di servizi che, quarda caso, sono quelli che vende. Abbiamo tutti un grande bisogno di riascoltare le cose che raccontiamo quando parliamo di internet. Se poi c’è chi ascolta, rielabora e restituisce con sapiente giudizio critico, allora il confronto diventa realmente produttivo.


Quando inizia a diffondersi ogni nuovo strumento di comunicazione online, si parla di moda. Ci saranno pure aziende e agenzie così ottuse da pensare solo che “fa figo”, ma il punto è che è legittimo capire e cercare di utilizzare ogni nuova opportunità di comunicazione. E’ buffo che spesso si accusano aziende e agenzie di non stare al passo coi tempi e poi, quando si inizia a cercare di capire e di utilizzare gli strumenti più nuovi, si parli di moda.

Questo è parte di un commento al post No blog no party su MarketingArena. Lo riporto anche qui perché Cocomment ogni tanto fa le bizze e non lo ha ripreso nella barra qui a sinistra.


Tramite Debbie Weil, sono arrivato ad un’interessante intervista a Christopher Barger che a 38 anni è il responsabile delle iniziative di blogging di IBM.

Ci sono alcuni pensieri che vale la pena di quotare:

“There is a huge shift in the communications model. We [companies] are no longer informers; we are influencers”

Su questo non molto d’accordo. E’ vero che le informazioni sono più facilmente accessibili da chiunque, ritengo però che la comunicazione aziendale deve svolgere comunque una funzione informativa e di servizio. Ad esempio, suggerire utilizzi intelligenti e innovativi dei prorpi prodotti o servizi, piuttosto che lanciare solo messaggi istituzionali o pubblicitari. Il problema è che molti marketers pensano a modernizzare le loro strategie semplicemente sostituendo i canali tradizionali con YouTube o con i blog, mantenendo però l’impostazione “push”. E questo non funziona.

Condivido invece al 100% la risposta alla domanda “What benefits does IBM see in blogging?”

“We need to adopt new communications tactics to adjust to a new reality: we are seeing a shift in audience dynamics. The audience now controls your brand and how you’re perceived


Considerato l’oscar di Internet, il Webby Award è arrivato all’edizione numero 11. La bella novità di quest’anno è la presenza di due italiani nella giuria internazionale: si tratta di Alex Giordano e Mirko Pallera di NinjaMarketing. Complimenti!

I fondatori di NinjaMarketing, che loro stessi definiscono “il primo blog/osservatorio sul marketing non-convenzionale, situato in un “covo” nascosto alle porte della Costiera Amalfitana“, spiegano così le motivazioni della loro partecipazione:

[...] “i nostri amici di New York – avendo nostalgia delle sfogliatelle e mozzarelle che gli abbiamo portato a maggio -, hanno pensato di invitarci ad uno dei premi più prestigiosi della creatività digitale mondiale: i Webby Awards.”

Non meno importante il loro auspicio:

vi facciamo una promessa: quest’anno faremo di TUTTO per far vincere all’Italia almeno un premio! A buon inteditor..

In bocca a lupo ad Alex & Mirko e, ovviamente, a tutti quelli che si iscriveranno.

tags: , , ,


Interessante la riflessione di Robert Scoble sul valore dell’engagement, un nuovo parametro da considerare nella valutazione dei media, soprattutto quelli online. Engagement si può tradurre in diversi modi; a me viene “coinvolgimento” ma non rende del tutto il senso. Provo con uno degli esempi ciatati da Scoble, quello della conversazione con il grande Buzz Bruggeman di Active Words, il quale è finito sul popolare USA Today sviluppando però solo 32 download del suo software, mentre è bastato un link dal blog di Scoble per provocarne 400. Anche se molto popolare, il blog di Scoble non raggiunge certamente l’audience di USA Today, solo che interazione con esso è più coinvolgente, più orientata all’azione.

Anch’io posso segnalare casi del genere: mi capita di essere citato su quotidiani nazionali o altri media “popolari”. Ma nessuno ha mai sviluppato, ad esempio, le cento nuove visite che mi ha portato recentemente un semplice link su Hardware Upgrade. Così come un amico mi segnalò di aver ricevuto più iscrizioni ad un loro evento attraverso il mio blog piuttosto che dall’attività del loro media partner.

Si è parlato parecchio recentemente dell’influenza dei blog. Io credo che ogni valutazione in merito debba tener conto della differenza sostanziale di internet rispetto ai media tradizionali. I giornali si leggono, la radio si ascolta, la TV si guarda e si ascolta. Internet si usa. Ricordo anche una ricerca di Eurisko che chiedeva di esprimere un aggettivo riguardo ad interent e la maggiornanza rispose “utile”.

Ben venga quindi l’ultimo parametro messo in pista da QIX che rileva la quantità di link che ricevono i blog, analizzando però solo quelli presenti nei post e non considerando quelli nei blogroll. Sifry di Technorati mi disse che ci stavano lavorando e che prima o poi realizzeranno anche loro una funzione del genere. In realtà ne avevo suggerite anche altre, tra le quali un sistema che potesse pesare i link in ingresso in funzione dei parametri del sito originario.

Certo che elaborare dei modelli numerici su argomenti come l’influenza e il coinvolgimento di un blog è complicato e probabilmente senza una soluzione definitiva. Intanto possiamo lavorare su questo: come possiamo tradurre in italiano “engagement”?

tags: , , ,