Archivio: “Business blog”

Come al solito, raggruppo in un post alcuni link che vorrei suggerirvi:

  • Mario Mazzei di Uvet American Express mi chiede un parere su BizTravel Forum, un nuovo business blog sui viaggio d’affari. Lo trovo molto ben organizzato e con contenuti interessanti. Solo una cosa: mi sa che è sfuggita la pagina About (attualmente risulta da costruire) che invece è molto importante nei blog perché i visitatori vanno subito a cercare informazioni su cosa e chi stanno leggendo. Mario ha partecipato ad un mio corso presso IlSole24Ore: quindi se qualcosa non vi piace è anche un po’ colpa mia
  • Fabrica Ethica è un progetto ambizioso e anche complesso: rinnovare la relazione tra pubblica amministrazione e aziende sui temi della reponsabilità sociale. Un elemento distintivo del progetto guidato dalla Regione Toscana e dall’Assessorato alle Attività Produttive diretto da Ambrogio Brenna, è quello di aver  prodotto e realizzato un video divulgativo appositamente pensato per essere distribuito online.

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Mesi pieni di lavoro, di bei progetti, di cose stimolanti. Stavo dando un’occhiata agli ultimi comunicati stampa e vorrei sottolineare alcune delle recenti novità riguardanti Ad Maiora:

  • Andrea De Crescenzo è il nostro nuovo responsabile tecnico; come sottolineo nel comunicato ufficiale, abbiamo impiegato oltre un anno per trovare un manager adeguato, che fosse in grado di guidare il nostro team operativo, in particolare per i servizi SEO. Andrea arriva da Venere e si occupa di tecnologia e programmazione software da oltre 15 anni. Welcome on board!
    Nel comunicare l’inserimento di Andrea, abbiamo anche colto l’occasione per segnalare l’andamento positivo di Ad Maiora, con un fatturato più che raddoppiato (esattamente +117%) nel primo semestre 2008 rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso.
  • Un 2008 a tutto web per 6sicuro.it. L’annuncio è di un mese fa, ma continuano le attività di comunicazione online per 6Sicuro, tra cui un apposito blog dedicato alla RC Auto.
  • Recentemente abbiamo anche iniziato a collaborare con Samsung con l’iniziativa Contagiati dal tifo per il blog capitanato da Andrea. Certo, se l’Italia fosse andata meglio agli Europei saremmo stati tuttipiù felici… 
  • Trovo anche molto interessante CEPU Village, il progetto che abbiamo avviato per il gruppo CEPU che è “scesa in campo” attraverso un blog coordinato da un gruppo di… Sbloggàti!

Il conto alla rovescio dei giorni che mancano alle vacanze è iniziato, ma intanto ci sono così tante cose da fare…

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Raggruppo qui alcune note sugli ultimi libri letti:

Economia della felicita, Luca De Biase Economia della felicità di Luca De Biase. Aprendo il libro credevo che avrei ritrovato le riflessioni che Luca aveva già anticipato da mesi sul suo blog. D’altronde il tema era quello: economia, crescita, felicità e blog. In realtà quello che è uscito per Feltrinelli è una rilettura più organica e scorrevole dell’economia del dono, specie quello relativo al tempo dedicato alle relazioni digitali. È l’economia e il denaro analizzati dal punto di osservazione di un cittadino della Rete, consapevole che la sua parte abitata potrebbe contribuire a migliorare questo mondo che invece sta andando verso una pericolosa monetizzazione di ogni cosa. Un libro buono per riflettere; pur con tutta la speranza che anima il testo, si scorgono le nevrosi che alimentano la società in cui viviamo. Ne usciremo?

Fare business con il web, Lonardo Bellini Fare business con il web di Leonardo Bellini. Quasi un romanzo che racconta una specie di start-up di un business online, affrontando tutti i passi necessari: dalla strategia alle tattiche, dalla pianificazione del business plan alla campagna di comunicazione, dal monitoraggio dei risultati al customer support. Il tutto raccontato attraverso i dialoghi, i confronti e le domande di Leo, Cri, Jacques, Pat e gli altri protagonisti di questo originale racconto. Dicevo a Lenoardo che il titolo del libro è limitativo, nel senso che sembrerebbe trattare solo di web, invece si affrontano anche argomenti legati ai modelli economici, alla customer retention, alla profilazione dei clienti, ecc. In definitiva, un testo leggibile e anche divertente, utile ad esempio a molte PMI che vogliono inserie il web tra i canali di vendita. Il libro ha anche il suo sito.

internet_pr Internet P.R. di Marco Massarotto. Tutto quello che avreste voluto sapere su come come cambia la comunicazione tra aziende e consumatori per via della Rete che (ancora) non avete avuto il coraggio di chiedere. È un libro ben fatto, chiaro ed essenziale, che non si perde in scenari rivoluzionari ma che affronta il quotidiano attraverso tutti i principali aspetti dei cambiamenti che ogni azienda si trova ad affrontare di questi tempi. Al centro dell’attenzione l’ascolto, i consumatori-persone con cui dialogare, l’apertura di canali digitali per rinnovare la relazione col mondo esterno. Per le case history l’autore rimanda al blog del libro, mentre ho notato diversi inviti ad affiancarsi a consulenti e aziende specializzate, pur con l’auspicio di maturare capacità interne per essere autonomi quanto prima. Anche se detto da da un professionista del settore (come me d’altronde) un approccio del genere può sembrare interessato, non posso che condividere: sono passaggi importanti che non riguardano solo l’utilizzo di una nuova tecnologia, ma che toccano i capisaldi della comunicazione aziendale. Non basta un fornitore di servizi tecnici, ma occorre supporto qualitativo, coaching, consulenza strategica. A leggere analiticamente il libro di Massarotto, ci si rende conto di quanti aspetti cruciali stia toccando la Rete nel business di moltissime aziende.

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Raggruppo qui alcune note sugli ultimi libri letti:

Economia della felicita, Luca De Biase Economia della felicità di Luca De Biase. Aprendo il libro credevo che avrei ritrovato le riflessioni che Luca aveva già anticipato da mesi sul suo blog. D’altronde il tema era quello: economia, crescita, felicità e blog. In realtà quello che è uscito per Feltrinelli è una rilettura più organica e scorrevole dell’economia del dono, specie quello relativo al tempo dedicato alle relazioni digitali. È l’economia e il denaro analizzati dal punto di osservazione di un cittadino della Rete, consapevole che la sua parte abitata potrebbe contribuire a migliorare questo mondo che invece sta andando verso una pericolosa monetizzazione di ogni cosa. Un libro buono per riflettere; pur con tutta la speranza che anima il testo, si scorgono le nevrosi che alimentano la società in cui viviamo. Ne usciremo?

Fare business con il web, Lonardo Bellini Fare business con il web di Leonardo Bellini. Quasi un romanzo che racconta una specie di start-up di un business online, affrontando tutti i passi necessari: dalla strategia alle tattiche, dalla pianificazione del business plan alla campagna di comunicazione, dal monitoraggio dei risultati al customer support. Il tutto raccontato attraverso i dialoghi, i confronti e le domande di Leo, Cri, Jacques, Pat e gli altri protagonisti di questo originale racconto. Dicevo a Lenoardo che il titolo del libro è limitativo, nel senso che sembrerebbe trattare solo di web, invece si affrontano anche argomenti legati ai modelli economici, alla customer retention, alla profilazione dei clienti, ecc. In definitiva, un testo leggibile e anche divertente, utile ad esempio a molte PMI che vogliono inserie il web tra i canali di vendita. Il libro ha anche il suo sito.

internet_pr Internet P.R. di Marco Massarotto. Tutto quello che avreste voluto sapere su come come cambia la comunicazione tra aziende e consumatori per via della Rete che (ancora) non avete avuto il coraggio di chiedere. È un libro ben fatto, chiaro ed essenziale, che non si perde in scenari rivoluzionari ma che affronta il quotidiano attraverso tutti i principali aspetti dei cambiamenti che ogni azienda si trova ad affrontare di questi tempi. Al centro dell’attenzione l’ascolto, i consumatori-persone con cui dialogare, l’apertura di canali digitali per rinnovare la relazione col mondo esterno. Per le case history l’autore rimanda al blog del libro, mentre ho notato diversi inviti ad affiancarsi a consulenti e aziende specializzate, pur con l’auspicio di maturare capacità interne per essere autonomi quanto prima. Anche se detto da da un professionista del settore (come me d’altronde) un approccio del genere può sembrare interessato, non posso che condividere: sono passaggi importanti che non riguardano solo l’utilizzo di una nuova tecnologia, ma che toccano i capisaldi della comunicazione aziendale. Non basta un fornitore di servizi tecnici, ma occorre supporto qualitativo, coaching, consulenza strategica. A leggere analiticamente il libro di Massarotto, ci si rende conto di quanti aspetti cruciali stia toccando la Rete nel business di moltissime aziende.

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Pare che per il 43% dei manager delle industrie IT nel mondo, l’internet marketing è posizionato al primo posto per “best value for the money” superando tutti gli altri strumenti di comunicazione. Il 79% ritiene fondamentale l’impostanza del search marketing. Il 28% delle aziende ha un blog ed il 16% conta di aprirlo nel corso del 2008.

Queste ed altri interesanti dati arrivano dall’annuale ricerca condotta da Eurocom Worldwide. Disponibile anche un powerpoint.

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Segnalazioni in ordine sparso:

  • Gli appassionati dei numeri non possono perdersi le slide di Luca Colombo sull’Italian Digital Marketing.
  • Emanuele mi ricorda di Enterprise 2.0, il forum internazionale che si terrà a Varese il prossimo 25 giugno.
  • Rinnovato il blog di Fujitsu Siemens Computers dedicato ai temi dell’ottimizzazione delle infrastrutture IT e dei processi aziendali, della tutela ambientale e del risparmio energetico.

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Riunisco qui un paio di segnalazioni decisamente autoreferenziali (abbiate pazienza, ma da quando mi hanno paragonato a Padre Pio mi sono montato la testa… ):

  • La registrazione di una puntata di Job 24 su Radio24 (occorre RealMedia per ascoltarla o scaricarla) di qualche giorno fa, in cui sono intervenuto a proposito di blog aziendali. Nota personale: è stato bello ricevere una telefonata di un caro amico d’infanzia che mi ha chiamato dopo avermi sentito in radio (mi pare facemmo pure dei programmi insieme qualche secolo fa…).
  • Una breve video-intervista per Digithink, un progetto di William Spinetti dell’Università degli Studi di Cassino, registrata durante il recente IAB Forum di Roma. Qui l’argomento sono i contenuti generati dalle aziende; ecco il video:

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La sala era molto grande, solo che era piena per metà. Simbolicamente è questa il semtiment che ha caratterizzato il convegno L’innovazione di Internet- il Web 2.0 di ieri al Forum PA. Quindi grandi spazi e opportunità ma un’interesse e applicazioni concrete ancora limitati. Fondamentale quindi parlarne e proporre casi ed esempi pratici come successo ieri.

Credo che le slide dei relatori (e forse anche le registrazioni) verranno messe online prima o poi. Gigi Cogo già l’ha fatto così come Mimmo Pennone; di seguito riporto le mie. Segnalo anche il blog di Ernesto Belisario anche lui tra i relatori.

Mi è piaciuto poter far introdurre l’argomento “Web 2.0 e PA” a Cecilia Dominici, studentessa universitaria di Roma La Sapienza (di solito gli studenti stanno sempre dall’altra parte), così come è stato tenerissimo vedere il figlio di Mimmo (credo di 10 anni) che non solo ha curato il caricamento della presentazione del papà sul PC della sala, ma ha anche diligentemente curato la parte fotografica.

Riguardo al mio intervento, segnalo solo che lo spirito era quello di contaminare il mondo delle PA con alcuni degli stimoli e delle tendenze che arrivano dalle aziende.

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Ecco le slide che dettagliano l’articolo sui Company Generated Content

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web20 Non cosa sia stato più stimolante nel leggere il libro del Professor Di Bari: senz’altro i contenuti ricchi e diversificati, ma anche il fatto che tra gli autori coinvolti nel testo ci sono cari amici (Stefano Maruzzi, Layla Pavone) e parecchie persone che conosco più o meno bene (Antonio Allegra, Patrizia Cianetti, Sebastian Kuester, Emanuele Quintarelli, Stefano Quintarelli, Stefano Stravato) e tanti altri che ho avuto modo di apprezzare, leggere o ascoltare in momenti diversi (Alberto Abruzzese, Artuto Artom, Carlo Alberto Carnevale Maffè, Andrea Granelli, Howard Rheingold).

In verità mi sono letto “Web 2.0” tenendo a mente la domanda postami da Di Bari nella dedica che mi ha riservato, e ciò se il libro fosse Lupi-compatibile. Direi decisamente di si e lo posso anche misurare constatando le numerose pieghe (le orecchie) fatte alle pagine in cui ho trovato spunti interessanti e che mi son  ripromesso di segnalare. Eccone alcuni.

Dell’introduzione al Web 2.0 di Di Bari mi ha divertito l’associazione della relativa terminologia ad una scena a Via Montenapoleone in cui una ragazza guarda le vetrine (page views), entra in un negozio (click through) e guarda gli scaffali che sembrano più gettonati (digging) mentre ascolta dalla sua amica i suggerimenti sul negozio (folksonomy); poi va in camerino (deep linking), prova un vestito e accoglie i commenti della sua amica (social networking) e mette da parte gli abiti che le piacciono di più (tagging). Il discorso diventa più articolato quando Di Bari argomenta l’opinione in base alla quale, per analizzare compiutamente il Web 2.0 sia opportuno affidarsi alla scienza della complessità data l’impossibilità di ricondurne i fenomeni e gli effetti a valutazioni già ingegnerizzate.

Una frase di Stefano Quintarelli sull’evoluzione dei blog rispetto alla società:

“Il passaggio più delicato è l’adattamento di una società nella quale le avanguardie corrono sempre più velocemente e le retroguardie fanno sempre più fatica anche solo a rilevare i segnali di questi mutamenti.”

Molto efficace Granelli a proposito del lato oscuro della tecnologia, che va affrontato con responsabilità e non lasciato “ai demonizzatori e ai catastrofisti”. E a proposito dell’information overload:

“Questa moltiplicazione delle informazioni sta diffondendo sia l’anoressia informativa sia il suo speculare, l’obesità; in entrambi i casi, il crescente proliferare dell’informazione riduce la capacità dell’uomo di assimilare in maniera sana nuova conoscenza, spingendo i giovani a riempirsi in maniera ossessiva di informaizoni “non nutrienti””.

Collegato c’è un pensiero di Michael Wesch a proposito dell’istruzione:

“Oggi il vero problema è come trovare, selezionare, valutare criticare, organizzare e infine creare informazioni. Sono queste le competenze di cui dobbiamo dotarci per essere insegnanti e il modo migliore per trasmetrerle agli studenti è chiedere loro di fare, in prima persona, esattamente quelle cose”.

Massimo Giordani tocca poi l’argomento a me caro dei contenuti generati dalle aziende, invitando ad una visione olistica della comunicazione, superando il concetto di visibilità conquistata solo attraverso la pubblicità, mediante la pubblicazione e la condivisione di contenuti: progetti, disegni, fotografie, filmati, che spesso rimangono sepolti nei loro archivi. Sempre sullo stesso concetto, Jamie Cason (BBC) afferma:

“Il Web 2.0 valorizza tutte quelle persone della vostra azienda che da anni si occupano di ricerche di mercato, contatti con l’esterno, progetti nelle comunità e interfaccia col pubblico. (…)  Le aziende devono cominciare a recitare come personaggi verosimili, anziché rappresentarsi artificiosamente come entità sovrumane e infallibili”.

L’intero capitolo “Fare business con il Web 2.0” è esemplare in quanto a fotografare il vantaggio competitivo a disposizione delle imprese attraverso il Web 2.0 e l’Enterprise 2.0. Gran finale con Di Bari che coraggiosamente traccia quello che potrebbe essere il Web nel 2015 e poi nel 2020 (pubblicato anche sull’Harvard Business Review e disponibile in PDF), teorizzando i concetti della Longer Tail e della Longest Tail che poi saranno la traccia del suo intervento al prossimo IAB Forum a Roma.

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Come ha segnalato Andrea in un commento ad un precedente post, Universal McCann ha realizzato la terza edizione della ricerca sui social network chiamata Social Media Tracker (formato PDF) che avevo già segnalato in un articolo su Punto Informatico l’anno scorso.

La ricerca si è concentrata su un panel di persone tra i 16 e i 54 anni che utilizzano internet almeno una volta ogni due giorni (active users), intervistando complessivamente 17 mila individui in 29 nazioni. È un campione che trovo significativo in quanto esamina chi la Rete la usa davvero e che riguarda 10,2 milioni di italiani.

Molti sono i numeri che vale la pena evidenziare, in particolare sulla quantità di lettori di blog (8 milioni) e sui blogger (3,4 milioni), area in cui l’Italia si posiziona ai vertici continentali. Rispetto agli altri paesi europei, abbiamo la maggiore percentuale di lettori di blog (79%) sul totale degli active users, e siamo anche primi in quanto a persone che li leggono ogni giorno (37%).

Per razionalizzare i principali numeri riguardo il mondo dei blog in Italia, ho realizzato alcune chart elaborando i risultati della ricerca.

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Sabato sera c’è stato un piacevole incontro nel temporary store di Alixir a Roma nel quale Barilla ha voluto incontrare un po’ di blogger. Organizzato da Alex e Mirko di Ninjamarketing, è stato un modo per incontrare amici che con vedevo da tempo (Mafe, Caterina, Lele, Paolo, Luca, Stefano) e dare un volto a persone che conoscevo solo virtualmente (Camillo, Stefano e Marco di Due Spaghi, Gabriele di Spotanatomy).

Facendo l’opportuno disclaimer (Barilla è un nostro cliente), credo che anche questo gruppo sia indirizzato verso l’apertura di un trasparente canale di comunicazione con le persone. Il punto che spesso sfugge agli esperti,ai puristi e a molti operatori del settore, è che si tratta di un processo complesso e delicato, che necessariamente richede tempo e step intermendi.

Proprio in questi giorni ho scambiato delle email con Maurizio che se la prende con i pubblicitari: per me invece è stimolante questa sfida nel saper attualizzare gli importanti cambiamenti nel mondo della comunicazione a casa delle aziende complesse, specie se operano (per scelta o necessità) con strategie a breve/medio termine e con focus sull’Italia. Quindi ben vengano incontri come quello di Alixir nel quale si possono trovare senz’altro delle aree di miglioramento, ma non può non essere colto l’avviamento di una nuova relazione col mondo esterno.

Durante la presentazione, alla domanda “perché non aprite un blog” il padrone di casa Eugenio Perrier di Barilla ha risposto: “semplicemente perché non lo sappiamo fare”. Credo proprio che a fine serata il suo pensiero possa essersi modificato. Si perché dialogando tra persone, sono emerse informazioni utili sul packaging, sul prezzo, sui componenti attivi, ecc. che non solo hanno evidenziato la quantità di contenuti che potrebbe aver senso raccontare (e non vendere), a cui aggiungere l’evidente credibilità che scaturisce delle testimonianze de visu dei manager dell’azienda.

Gli altri post, foto e video dell’evento su Technorati.

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Due anni e mezzo fa la popolare rivista di economia Forbes additava ai blog come un grosso pericolo per le aziende ed il business in generale. Oggi annunciano l’apertura di un network di oltre 400 blog accuratamente selezionati. Interessante, no?

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Queste le chart che ho presentato al convegno di IPSOA sulla muilticanalità.


Inizia la stagione più intensa dell’anno di seminari, convegn, corsi, ecc. Ecco i prossimi eventi nei quali sono coinvolto come relatore:

I primi due sono a pagamento, gli altri no. Se passate… fate un fischio ;-)

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Inizia la stagione più intensa dell’anno di seminari, convegn, corsi, ecc. Ecco i prossimi eventi nei quali sono coinvolto come relatore:

I primi due sono a pagamento, gli altri no. Se passate… fate un fischio ;-)

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blog-in-azienda Con la tipica impostazione pragmatica e diretta degli autori americani, con pochi tecnicismi e divagazioni, questo “Blog in azienda” mi è piaciuto. Il libro è scritto bene, in modo scorrevole e, a tratti, pure divertente.

Debbie Weil è da sempre una delle voci più ascoltate sul business blogging (suo è BlogWriteforCEOs) e qui non si smentisce. L’approccio è quello della consulente che si interfaccia con l’azienda sull’argomento “bloggare o non bloggare?”, compreso un apposito capitolo chiamato “Trucchi per far digerire la quiestione blog al capo”. In questo senso, c’è un po’ di overselling sulle opportunità che derivano dall’aprire un blog aziendale, ma sempre entro limiti di realismo.

Tra i libri che ho letto a proposito diblog aziendali, questo è uno di quelli che consiglio senz’altro. Ben fatta anche la localizzazione in italiano di Leonardo Bellini che mi fa l’onore di citarmi nella postfazione dedicata all’Italia.

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Segnalazione cumulativa di post e discussioni in cui sono infilato, in un modo o in un altro:

  • Primi commenti sul corso sui business blog che ho tenuto venerdì per IlSole24Ore. Francesco mi da dell’appassionato (grazie!) e poi Roberto Andrea che cura il blog del Gruppo Toscano, che ci senz’altro arricchito la giornata portando la sua testimonianza che si è aggiunta a quella di Andrea Andreutti di Samsung.
  • Vanz fornisce qualche suggerimento su come pubblicare gli atti di IAB Forum e offre lo spunto per molti commenti. Gli input sono giusti, è la risorsa che dovrebbe eseguirli quello che attualmente manca a IAB. Ci stiamo lavorando ma mi son permesso di ricordare che quello che attualmente svolge IAB è praticamente frutto del lavoro volontario delle persone del Consiglio Direttivo. La discussione è passata anche da Massimo col contributo di Maurizio, che ringrazio entrambi per il supporto ;-)
  • Segnalo lo speciale di Chips&Salsa di Nicola Bruno sul rapporto tra giornali e Google uscito sul Manifesto del 15 novembre scorso e disponibile online anche un mio breve intervento.
  • Durante IAB Forum mi hanno infilato in un paio di video-interviste, in particolare su DailyOnline e AppuntiDigitali. Ma dove mi sono piaciuto di più è un’intervista tradizionale che Mrs. Purple di Ebola Industries ha appena trascritto: è riuscita anche a farmi prevedere come sarà la comunicazione tra cinque anni…

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Dalla testimonianza di Andrea Andreutti di Samsung al corso sui Business Blog che sto tenendo per il Sole24Ore:

"Perché non facciamo scrivere un testo agli utenti e poi troviamo un cantante che lo suona? Risposta: no, oggi è l’utente che vuole cantare!"

Una paio delle slide di Andrea sono sul suo blog, in particolare delle liste da cui sviluppare il dibattito sul tema dei buisiness blog.


BlogLab Mi fa piacere che ilcomunicatore, il blog di Luca Taddei, sia nella top10 dei blog messi in evidenza dal progetto BlogLab. Purtroppo non ho potuto partecipare all’incontro conclusivo, ma ho cercato di dare qualche indicazione a Luca che ha messo su un progetto interessante.

I professori Epifani e Sofi hanno sviluppato un bel lavoro. Tra i primi dieci blog ce ne sono alcuni di grande spessore: dateci un’occhiata.

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Alcuni appuntamenti di ottobre in cui sono coinvolto:

  • 19 ottobre: Corso di aggiornamento sui Business blog, organizzato da IlSole24Ore Formazione, Roma (ci sarà anche un’edizione a Milano il 16 novembre).
  • 24 ottobre: SKIM, la prima conferenza sul search marketing che si tiene in Slovenia. Il tilo del mio intervento sarà “Iskalniki in marketin


Non che i giornalisti non siano persone comuni (anche se alcuni lo credono),  ma risulta evidente il progressivo allargamento del concetto di “professionisti della comunicazione”, che diventa spesso inclusivo di blogger o influential di nuovo tipo.

Questa volta si tratta di PlayStation che dal blog ufficiale (disclaimer: è un progetto realizzato con la nostra collaborazioneinvita i suoi lettori a partecipare ad una serata a Roma o a Milano per provare nuovi giochi in anteprima, oltre a ricevere materiale e gadget vari. Interessante anche la disponibilità di postazioni per poter pubblicare un commento sul proprio blog o sul blog PlayStation.

Spero che mio figlio non se ne accorga sennò mi tocca portarcelo!

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Lo ricorderemo sicuramente come un momento importante nell’evoluzione della comunicazione pubblica delle aziende. Mi riferisco alla decisione di Sun Microsystem, una delle più grandi aziende americane, di comunicare i dati finanziari ufficiali attraverso il blog del proprio CEO Jonathan Schwartz. Chiarissime le sue parole:

“In riferimento al dialogo che abbiamo avviato con la United States Securities and Exchange Commission e il suo Presidente Cox, questa sarà la prima volta in cui il grande pubblico degli investitori (che utilizza il browser o il cellulare) verrà messo allo stesso identico livello di coloro che accedono ai servizi di abbonamento privato.”

e ancora:

“Credo che questo cambiamento aumenterà la trasparenza del nostro business e ci consentirà di distribuire le informazioni in modo equo, utilizzando la rete per lo scopo per cui è stata creata: collegare le persone e le informazioni.”

Anche se per Sun si tratta di un’evoluzione naturale, tenendo conto degli oltre 3.000 blogger presenti in azienda (Schwartz utilizzò il suo blog anche per comunicare una forte riduzione del personale), si tratta di una decisione che apre una nuova frontiera nel rapporto tra aziende e stakeholder.

Insomma, giù il cappello.

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Il 4 luglio scorso è partito il progetto Decidere.net, la nuova iniziativa dell’On. Daniele Capezzone. Sintetizzandolo, si tratta di un programma politico basato su 13 punti su cui si chiede di aderire e collaborare per portarlo avanti.

Glisso in toto sugli aspetti policiti e sul merito del programma (non mi occupo di politica tanto da poterlo valutare con la dovuta competenza), se non per esprimere la condivisione di molti dei suoi punti, soprattutto in merito a fisco, privatizzazioni, semplificazione della burocrazia.

Vorrei invece segnalare, evidentemente con soddisfazione, che Ad Maiora si è occupata della realizzazione e dello sviluppo del sito-blog Decidere.net, il quale è poi uno degli elementi che caratterizzano l’impostazione dell’iniziativa stessa. Decidere.net infatti, permette (anzi, auspica), il dialogo con chiunque si senta di poter dire la sua. Per cui abbiamo implementato uan serie di funzioni interattive digitali (email, commenti ai post, forum, instant message, file, webcam, ecc.), a cui si aggiungono la possibilità di inviare SMS, MMS e registrare messaggi via telefono fisso o mobile. 

Tra i tool implementati, anche un monitor in tempo reale dei link alle discussioni su altri blog e alle citazioni sui siti di news. Ok, nessuna rivoluzione copernicana, ma probabilmente uno dei progetti più “aperti” tra quelli recenti degli esponenti di rilievo della politica italiana.

Sul comunicato ufficiale sono inoltre riportati alcuni dei primi (ottimi) risultati in termini di visite, adesioni, feedback ricevuti, ecc.

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The Blogging Revolution: Government in the Age of Web 2.0. È questo il titolo di un lungo report (PDF) rilasciato dall’IBM Center for the Business of Government (scoperto qui).

Tanti consigli e indicazioni sul fenomeno dei blog, in particolare sull’utilizzo in politica. Utile un’ampia serie di link a blogger polici o di amministrazioni pubbliche americane. Un po’ formale lo stile, ma è coerente con il target al quale penso sia destinato.