Ci sono luoghi dove fare innovazione è più semplice, anche in ambiti complessi e tradizionalmente lenti ad evolversi. Penso ad Huffington Post e al settore del giornalismo e dei media analogici.

Proprio stamattina Stefano Quintarelli ad un convegno di FIMI, sottolineava come alcuni processi richiedono inesorabilmente tempo. Giusto. L’importante è guardare chi innova (e magari fa anche casini o sfrutta le pieghe delle debolezze altrui), senza l’atteggiamento istintivo e snob del not invented here.

Dicevo di Huffington Post. Già da qualche anno i titoli degli articoli vengono scelti dalla piattaforma dopo che ne ha testati più d’uno misurando quello che buca di più. Ancora oggi penso a cosa significhi dire ad alcuni giornalisti di lasciare che sia “la macchina” a scegliere i titoli degli articoli.

Sul fronte più legato alla relazione di business, segnalo invece questa iniziativa in cui l’Huffington Post si pone a supporto dei brand nella produzione di contenuti editoriali. Non è un’idea nuova ma conferma la convergenza tra il content marketing e le nuove relazioni tra advertiser e publisher, tirandosi dietro modelli economici originali.

Evidentemente ciò bypassa alcuni intermediari (i centri media  le stesse concessionarie di pubblicità) a meno che non riescano ad erogare valore strategico e servizi al di là delle ad units.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...


Nessun commento per “Huffington Post aiuta le aziende a diventare publisher”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

Non ci sono ancora commenti.

Lascia un Commento

Codici HTML ammessi: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>