Interrompere qualcuno mentre sta parlando è ineducato; farlo pensando di aver capito già quello che intendeva l’altro interlocutore, è anche rischioso (perché si potrebbe non aver compreso davvero) e presuntuoso. Allo stesso modo, un motore di ricerca che dalla prima lettera che digito, si candida ad aver capito ciò che vorrei cercare, mi disturba un po’.

Sono però sicuro che una buona parte degli utenti utilizzerà a piene mani la nuova funzione Google Instant, esaltando ulteriormente l’instant gratification a cui ci ha abituato con il box di ricerca minimalista, e contribuendo alla sensazione di avere disponibile ogni informazione ad una lettera di distanza.

Google enfatizza l’aumento della velocità a cui si potrà accedere alle informazioni, ma andrebbe fatta una riflessioni su “quali informazioni”. Quelle che un software presuppone semplicemente da un paio di lettere? Ma quanto sarà l’inevitabile tempo perso a valutare e poi accedere a siti che invece non c’entrano nulla con ciò che si voleva davvero?

Adoro da sempre la tecnologia, ma quando cerca di aiutarmi non quando pretende di fornirmi delle soluzioni preconfezionate. Mi rendo conto invece che il mondo (o almeno una parte) auspica soluzioni cash and carry, che siano innanzitutto veloci prima che consistenti.

Nota a margine: Google Instant è anche un bel cambio di paradigma per l’intera industria SEO, comprese le metriche con le quali si dimensionano i motori di ricerca, tipicamente basate sulle query. Sarà interessante analizzare nei tool di analytics gli accessi generati da keyword di uno o due caratteri ;-)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...


9 commenti per “Google Instant maleducato o efficace?”

Pui seguire questa conversazione mediante lo specifico feed rss.

  1. Lorenzo scrive:

    Mmhh… non vevo pensato al pargone sul fatto del “non ascolto” di Google, ovvero che “non lascia finire di parlare”, “che cerca di indovinare cosa stai cercando” di dire.

    Bello il paragone! :)

  2. Instant cambia le regole del gioco a favore di... Google | kawakumi.com scrive:

    [...] A Mauro, che si domandava se Google Instant fosse “maleducato o efficace”, rispondo che a mio parere è entrambe le cose: maleducato (nei confronti degli utenti) ed efficace (per le casse di BigG). [...]

  3. Paolo Ratto scrive:

    Non mi voglio ancora esprimere su questioni SEO o SEM perchè a mio avviso è giusto aspettare qualche tempo. In compenso quello che mi piacerebbe condividere è una riflessione sul cambiamento della serendipità, da sempre una delle caratteristiche, a mio avviso, affascinanti della search (e della vita). Ho sviluppato questo pensiero… http://paoloratto.blogspot.com/2010/09/google-instant-e-la-serendipita.html . Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate…

  4. Teodoro scrive:

    Personalmente non ho ancora capito bene quali differenze ci si debbano aspettare a livello SEO.
    Non credo che cambierà più di tanto il modo di digitare su Google ciò che si sta cercando, anche perchè da analisi fatte su un intero network (gestisco una decina di siti, blog, portali che trattano dagli orologi, agli UFO, al forex, a Vasco Rossi ecc) gli utenti cercano al 90% (NOVANTAPERCENTO!!!!) una combinazione di due keywords.
    Inoltre Google suggeriva già (a fondo pagina) dei possibili abbinamenti di keywords che potevano interessare all’utente.
    Insomma, o sono io che non capisco l’utilità e i possibili cambiamenti strategici, oppure semplicemente non ci sono :-)

    Teo

  5. Cosimo Accoto scrive:

    ciao mauro,
    di cambiamenti tecnologici più o meno efficaci, più o meno “educati” immagino che ce ne sono e ce ne saranno sempre in futuro. Non mi preoccupa tanto o solo questo. La dialettica tra dispositivi computazionali e reticolari, affordances e scelte preferenziali degli utenti (ecc.), oltre che regole istituzionali produrrà l’esistente tecnologico in cui vivremo. Quello che mi sta più a cuore è invece il discorso delle literacies che stiamo maturando o non maturando per fronteggiare e comprendere adeguatamente questi passaggi tecnologici. Come dicevo in altro post ospitato sempre nel tuo blog, mi sembra ad oggi mancare lo sforzo di adeguare le nostre scuole e gli apparati educativi allargati per far crescere una consapevolezza vera circa le politiche e le pratiche informazionali contemporanee e future. Oltre quindi a sperare in tecnologie “educate”, sottolineerei la necessità di umani “educati” ai nuovi mondi (intendo educati criticamente, non solo “addomesticati” all’esistente che si viene producendo e si produrrà nel prossimo futuro). Non sono ottimista. Le digital literacies, come come a suo tempo le literacies analogiche, sono territori in genere poco frequentati. Da “hic sunt leones”, si direbbe.. ciaoo ;-) )

  6. Mauro Lupi scrive:

    @Cosimo: pienamente d’accordo, come ci siano detti più volte. E naturalmente i bigplayer giocano a creare dei collettori operativi che omologano utilizzi e pensieri.

    Prendendo ad esempio Google Instant, ho letto da qualche parte “Google Instant aims to cut keystrokes, read minds”

  7. Cosimo Accoto scrive:

    “Read Mind”. In effetti, mi sembra una tendenza generale. L’evoluzione neotecnologica contemporanea e futura mi sembrano orientate sempre più al superamento del “just in time” (non più sufficiente si ritiene) e verso dispositivi diciamo, sia pure in modi diversi, “anticipatori” (dei pensieri, dei desideri, dei comandi, delle aspettative) degli utenti. La definirei una tendenza sempre più pronunciata alla “premediazione” (ambient intelligence, smarth clothes, remote sensoring, to name a few). In prospettiva filosofica, si direbbe che gli oggetti e gli ambienti ci “pensano” (anche se in realtà direbbero i filosofi gli oggetti ci hanno sempre pensano). Per dirne un’altra, anche il mantra dell’augmented reality lascia non indagati questi aspetti. In realtà, lo spazio è sempre stato aumentato come insegnano storici, geografi, antropologi e sociologi (es. cartellonistica, segnaletica, indicazioni stradali, decorazioni, architetture, ecc.). Quello che invece è rilevante è proprio capire che tipo di “augmentation” è quella che deriva dalle tecnologie digitali, di rete e magari geosocializzate. È sempre più rilevante capire, quindi, criticamente a che tipo di “premediazioni” veniamo “domesticati” e, come dici in molti casi, “addomesticati”. ciaoo ;-) )

  8. CANENERO Advertising scrive:

    Hai ragione Mauro, crediamo che questa funzione sarà rivista presto da Google e modificata.

  9. andrea scrive:

    ciao sono andrea :)
    volevo dire che l’osservazione “Sarà interessante analizzare nei tool di analytics gli accessi generati da keyword di uno o due caratteri” purtroppo non è vera.
    non voglio fare il saputo, ma spero che il mio contributo venga letto con la tranquillità con la quale sto scrivendo questo messaggio e dire che analizzando le SERP con e senza instant si nota una sostanziale costanza dei risultati.
    dopo 3 secondi viene lanciata la ricerca per la chiave più “popolare” (e aggiornato l’url di google) nel caso di lettere o chiavi parziali, quindi google analytics non registra mai chiavi o frasi parziali perchè l’accesso al sito la fai con la chiave completa e mai con una parziale. Questo è avvalorato dal fatto che molti presunti specialisti di analytics, che all’inizio avevano scritto i soliti “how to track instant in google analytics”, poi si sono dovuti rimangiare tutto :P
    ad ogni mono ogni fenomeno web, e sopratutto di google, ha tante sfaccettature: quindi spero che il mio messaggio possa aiutare la discussione e magari rianimarla a distanza di qualche settimana… chissà nel frattempo cosa sta tramando Google :P

Lascia un Commento

Codici HTML ammessi: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>