I primi i motori di ricerca classificavano le homepage dei siti in ordinate directory. Poi si sono messi a censire tutte le pagine che trovavano di ogni sito web. Quindi immagini, news, blog, video. Fino a fornire direttamente delle risposte, piuttosto che elencare solo link. Ora tocca a Twitter e Facebook finire in questi enormi archivi informativi, grandi e articolati come mai si è visto sulla faccia del pianeta.

Ogni volta si aggiunge un ulteriore un pezzo di tutto quello che l’uomo produce in formato digitale. Adesso è la volta del “real web”, delle conversazioni live. Magari in un prossimo futuro ci saranno dentro anche Messenger, Skype. E perché non anche gli SMS? Delegando la funzione di memoria a pochi ma fornitissimi contenitori tecnologici.

Rischioso e fuorviante analizzare il fenomeno con le metriche del passato. Serve una concezione diversa per attribuire un significato nuovo a diverse parole chiave: contenuto, autore, autorevolezza, senso, tempo, e chissà quante altre.

Sicuramente, nel tempo che hai impiegato a leggere questo post, ci sono stati migliaia di interventi da parte di altrettante persone in ogni parte del globo, che avrebbero potuto interessarti più di questo. Forse ci capiterai un giorno, forse no. Ma potenzialmente ne avevi l’accesso. È il disagio che fornisce l’abbondanza

Ed è uno dei prezzi che vale la pena di pagare. Anche se questo “caos rapido”, per alcuni, diventa (più o meno consapevolmente) una licenza per invitare all’omicidio o inneggiare cause becere e offensive. O solo a produrre stupidate. Scorie inevitabili di un mondo che si digitalizza ed i cui strumenti di accesso e filtro (Google, Bing, Yahoo!), non solo contengono “tutto”, ma iniziano a comprendere “tutti”.

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3 commenti per “I motori di ricerca con tutto dentro”

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  1. Pepe scrive:

    Ciao Mauro, qui a San Francisco sia Microsoft che Google hanno presentato queste partnership strategiche come un punto di svolta nella ricerca. Il social entra anche nella rilevanza dei risultati di ricerca, anche se in modo diverso tra i due.
    Penso sia una mossa importante perché scuote un mercato troppo assopito, dove l’unico fornitore si sta identificando sempre di più come il punto di partenza dell’utilizzo di Internet.
    Qui (http://www.youtube.com/watch?v=WT2wqXrBQHI) è possibile vedere il video di QI LU, President Microsoft Online Services Division, dove parla proprio di Bing.
    Pepe

  2. Mauro Lupi scrive:

    Per Bing penso sia un passo cruciale nella competizione sul search. E’ quello che penso da anni e cioè che debbano cambiare scenario competitivo piuttosto che continuare a competere sui “ten blue links”. Ora il social search gli offre questa opportunità. Certo, Google non sta a guardare, ma almeno quetso è un terreno sui cui possono guadagnare davvero.

  3. Marco Cilia scrive:

    Le chat di Google talk sono *già* dentro le ricerche (personali) di Google, così come gli SMS lo sono in quelle di Google Voice ;-)

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