La chiama “Listening economy” Tom Smith nella sue interessanti chart segnalate anche sul blog di IAB. Deriva dal fatto che la Rete, se è vero che permette ad un numero sempre più rilevante di individui di esprimere le proprie opinioni, genera di conseguenza un patrimonio informativo che è utilissimo osservare e analizzare. Peraltro in modo non invasivo.

Tom Smith, peraltro, mi pare di aver capito che lavorava in Universal McCann occupandosi della ricerca periodica Wave Social Media Tracker, giunta ormai alla quarta edizione che è appena stata pubblicata e che potete sfogliare qui sotto oppure scaricare (PDF).

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