Archivio: ottobre, 2008

Come già annunciato ai quattro venti, Ad Maiora parteciperà a IAB Forum oltre che nell’area espositiva anche attraverso un workshop che terrò io, esattamente giovedì 6 novembre alle 15.30, sala Blu. Per chi non l’avesse ancora fatto, ci si può iscrivere online indicando i le sessioni a cui pensa di partecipare.

Intanto la pagina del nostro workshop su Facebook ha 83 fan, mentre quella dell’evento ha 96 ospiti confermati e 142 in forse. Una prima anteprima dei contenuti del workshop su Slideshare è stata vista già 530 volte.

Presentazione con audio del workshop sul Content Marketing Da qualche minuto è disponibile anche una presentazione con audio, che spiega un po’ meglio i punti in agenda dell’intervento e accenna ad alcuni dei contenuti che verranno trattati. Come al solito sono benvenuti i feedback. Ci vediamo allo IAB!

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Normalmente non segnalo ricerche che riguardano solo gli Stati Uniti perché non sempre sono significative rispetto al mercato europeo e quello italiano in particolare. Però su ReadWriteWeb ho trovato un post sull’influenza dei social media che riposta alcuni link interessanti:

Su questo post ho anche scoperto l’applicazione Pdfmenot, un visualizzatore online di file PDF ma soprattutto che permette di inserire (embeddare in gergo) questo visualizzatore in un proprio sito.

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Bello vedere quando un’azienda lascia alle persone arricchire liberamente di contenuti i propri prodotti, specie in chiave di personalizzazione.

Raccogliendo una consuetudine di molti loro clienti, Rebook ha lanciato una scarpa da basket su cui si può scrivere con uno speciale pennarello, cancellare e poi scrivere nuovo. Non mancano alcuni gadget digitali tra cui un’applicazione per Facebook. L’unico fastidio è l’audio del minisito che mi pare non possa essere disattivato e che trovo irritante.

Rebook

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Due articoli interessanti nell’inserto Digital Business del Financial Times di ieri. Il primo in cui Lionel Menchaca, chief blogger di Dell e quindi responsabile del progetto Direct2Dell, afferma che da quando è stato incaricato nel 2006 di gestire la reputazione online di Dell, la percentuale di commenti negativi è passata dal 49% al 22%.

Il secondo articolo è scritto da David Bowen (la cui azienda fa un un’interessante analisi dei siti corporate). In pratica si afferma che il modo per spiegare il Web 2.0 è quello di “mapparlo” insieme alle tradizionali attività di comunicazione. Bowen afferma:

“Stop talking about Web 2.0. Extract the useful concepts, classify them in a way non-technical managers understand, and explain how they can be exploited, managed and controlled”

Efficace lo schema che correda l’articolo anche se mette il risalto solo i rischi e non le opportunità dei vari strumenti. Che ve ne pare?

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Web in Tourism Oggi ho partecipato all’ormai consueto appuntamento con Web in Tourism nella sua edizione romana. Oltre 200 persone e degli interventi di ottimo livello a mio parere; per me che non conosco i meandri del business turistico è stato interessante ascoltare di revenue management, sincronizzazione dei sistemi e dei dettagli dei booking engine.

Io ho moderato il convegno e aperto gli interventi parlando del “web 2.0” (ho messo un abstract dell’intervento una pagina ad hoc).

Una cosa mi aveva colpito durante l’edizione dell’anno scorso, fu una schietta domanda di un albergatore che mi chiese come gestire i commenti negativi (nel suo caso erano pochi ma percentualmente significativi per avergli fatto crollare le prenotazioni online). Così quest’anno ho dedicato un paio di chart a questo tema specifico, sottolineando da una parte la rilevanza dell’argomento (ho quotato una citazione di un manager di Venere ad un altro convegno: “I commenti costituiscono il secondo maggior motivo di scelta dell’hotel. Oltre l’80% degli hotel nelle principali città hanno ricevuto commenti”) e poi ho proposto questo schema per come affrontarli.

Come affrontare i commenti online degli utenti

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Quali logiche applicare al settore turistico e quali evitare?

Una premessa: per Web 2.0 qui ci riferiamo in particolare all’evoluzione recente di internet in quando a disponibilità di nuovi servizi online di collaborazione e condivisione e alla relativa opportunità di pubblicare, commentare e catalogare ogni tipo di contenuto multimediale. Tool online come i social network, i blog, i podcast, gli RSS, ecc., hanno di fatto reso gli utenti internet molto più ricchi in termini di quantità e tipologia di informazioni accessibili, comprese quelle derivate dalla relazione con altri individui nelle community online. Tale scenario sta modificando profondamente la relazione tra aziende e consumatori e costringe imprenditori e uomini di marketing a rivedere le loro strategie e attività di comunicazione.

Il settore turistico è uno dei più toccati da questa enorme evoluzione di internet, sia per le rinnovate modalità di selezione e scelta dei servizi turistici da parte dei consumatori, sia per la condivisione di informazioni dettagliatissime su qualsiasi località e su ogni struttura ricettiva e servizio turistico che si sono utilizzati.

Il Web 2.0 è caratterizzato dalla polverizzazione dei contenuti, ormai disponibili su molteplici piattaforme tecnologiche, in grado di veicolare non solo le informazioni sviluppate dai media tradizionali ma soprattutto quelle realizzate dai singoli individui. Per avere un’idea dell’impatto dei contenuti generati dagli utenti, basti pensare che il numero di blog esistenti nel mondo ha superato già da alcuni mesi quello dei siti web e che tra i primi 10 siti più visitati in assoluto, almeno la metà sono social network o siti di condivisione di documenti (immagini, video, ecc.)

In tale contesto, il primo riflesso sul mondo del turismo riguarda le modalità per raggiungere i potenziali clienti. Non bastano più le tradizionali campagne pubblicitarie, comprese quelle sempre efficientissime sui motori di ricerca. Occorre raggiungere gli utenti lì dove passano sempre più tempo, ossia nelle aree in cui condividono passioni e contenuti con altre persone come loro. Ma questa strategia va sviluppata attraverso nuove modalità di relazione, non più prettamente pubblicitarie ma orientate al dialogo e alla fornitura di servizi e contenuti che catturino l’attenzione (che poi è la vera “valuta” dei nostri tempi ancor più del denaro) dei potenziali clienti.

Lo sviluppo della relazione con gli utenti online, si deve poi confrontare con gli innumerevoli siti, blog, forum, community, ecc. in cui le persone scambiano giudizi e opinioni sui servizi turistici che hanno utilizzato. Si tratta di aree che influenzano ormai in modo decisivo una grandissima parte delle decisioni di acquisto, sia quelle completate online, sia quelle perfezionate nei punti vendita fisici. Un approccio produttivo ai contenuti generati dagli utenti, è quello di aprire un canale di dialogo con le persone, ad esempio attraverso un blog, e mantenere un atteggiamento trasparente ed una comunicazione credibile, cercando di “sintonizzarsi” con nuove regole e con le applicazioni su cui si basa l’internet di questi tempi.

Abstract dell’intervento di Mauro Lupi a Web in Tourism, Roma 16 ottobre 2008


Non mi sovviene dove ho beccato questo link, comunque per tutti gli appassionati di taccuini e annotazioni varie, l’idea di rappresentare l’agenda su due cerchi mi sembra semplice e intelligente. Poi magari dopo si mette tutto in bella copia su Outlook :)


Anch’io come Alessio sopporto sempre meno la categorizzazione dei blogger, specie ora che anche un Premio Nobel ha il suo bel “diario online”. Posso capire chi non è avvezzo della Rete, ma suvvia, siamo solo gente che usa uno strumento di comunicazione; il quale, peraltro, diventa sempre più mainstream.

Notavo che anche il Ministro Zaia ha appena aperto un blog (anche se contiene solo due post in due mesi e ha qualche technicality da migliorare), così come il Presidente Formigioni ne ha uno da diversi mesi (strano che la maggior parte dei post sia senza commenti


Anch’io come Alessio sopporto sempre meno la categorizzazione dei blogger, specie ora che anche un Premio Nobel ha il suo bel “diario online”. Posso capire chi non è avvezzo della Rete, ma suvvia, siamo solo gente che usa uno strumento di comunicazione; il quale, peraltro, diventa sempre più mainstream.

Notavo che anche il Ministro Zaia ha appena aperto un blog (anche se contiene solo due post in due mesi e ha qualche technicality da migliorare), così come il Presidente Formigioni ne ha uno da diversi mesi (strano che la maggior parte dei post sia senza commenti


Come segnalato, abbiamo iniziato ad anticipare qualche contenuto del workshop che terrò durante il prossimo IAB Forum.

Dato che il titolo del workshop è lunghissimo (“Aumentare la visibilità, la credibilità e i risultati delle aziende attraverso i contenuti, valorizzando i digital assets”), il suo titolo abbreviato è “Content marketing”.

Per ora c’è una pagina su Facebook che funge da raccoglitore dei contenuti e da area di discussione, un evento sempre su Facebook a cui ho invitato un po’ dei miei amici, e un estratto della presentazione su Slideshare. A breve altre cosucce

Ricordo i riferimenti del workshop: 6 novembre, ore 15.30, Sala Blu.

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Leggevo (via  Search Engine Land) del progetto di ricerca Microsoft chiamato U Rank. In pratica stanno studiando un’applicazione per agire sui risultati di una ricerca facendo salire un determinato sito in graduatoria, eliminarlo o aggiungergli una nota. L’idea non è male e anche Google pare che già dall’anno scorso ha sperimentato un tool simile. Chissà se e quando li vedremo realizzati; in ogni caso il potere che sta arrivando nelle nostre mani (anzi nelle nostre tastiere: io lo chiamo power to the keyboards) è sempre maggiore.

I motori di ricerca siamo noi

Mi è tornato in mente un articolo che scrissi due anni fa circa (collegato ad un convegno sul web semantico di cui riporto qui a fianco una slide), in cui iniziai a ragionare su quanto i singoli individui stiano caratterizzando, in un modo o nell’altro, anche gli stessi motori di ricerca.

 

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Andrea Boscaro di Pangora, mi segnala che è appena uscito il libro “Tecniche di web marketing. Sviluppare l’e-commerce come opportunità per la piccola e media impresa” che ha scritto insieme a Riccardo Porta per l’editore Franco Angeli. Prefazione di Roberto Liscia.

Ancora non l’ho letto ma l’indice è interessante ed il taglio mi sembra molto pratico e operativo. Andrea mi ha chiesto una breve testimonianza che potrete trovare nel capitolo dedicato al search marketing. Ora non si tratta che di leggerlo!

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Lo scorso weekend dicevo a David Weinberger che rimango stupito davanti ad alcuni degli statement del Cluetrain Manifesto (un testo di cui è coautore) pensando che sono stati scritti nel 1999. Lui si è schernito dicendo che probabilmente alcuni punti potrebbero risultare ingenui o esagerati rileggendoli adesso. Eppure ci sono delle affermazioni illuminanti, un paio delle quali le andrò a riprendere velocemente nel workshop per IAB Forum a proposito dei contenuti generati dalle aziende. Ecco un’anteprima di una chart:

Dal Cluetrain Manifesto

Dopo aver raccolto qualche indiscrezione sul Cluetrain Manifesto (che ho promesso di non riportare) la chiacchierata con David si è spostata sulle persone, protagoniste assolute del nostro tempo, pronte ad impossessarsi degli strumenti tecnologi, dei brand, della pubblicità, per farne ciò che gli pare. Mi diceva come negli Stati Uniti un’applicazione che facilita la scrittura degli SMS, converte la parola “cool” con un’altra (mi pare “boat”, ma non la ricordo adesso con sicurezza): ebbene, ormai la parola suggerita è diventata sinonimo di “cool” e viene usata regolarmente al suo posto.

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Lo scorso weekend dicevo a David Weinberger che rimango stupito davanti ad alcuni degli statement del Cluetrain Manifesto (un testo di cui è coautore) pensando che sono stati scritti nel 1999. Lui si è schernito dicendo che probabilmente alcuni punti potrebbero risultare ingenui o esagerati rileggendoli adesso. Eppure ci sono delle affermazioni illuminanti, un paio delle quali le andrò a riprendere velocemente nel workshop per IAB Forum a proposito dei contenuti generati dalle aziende. Ecco un’anteprima di una chart:

Dal Cluetrain Manifesto

Dopo aver raccolto qualche indiscrezione sul Cluetrain Manifesto (che ho promesso di non riportare) la chiacchierata con David si è spostata sulle persone, protagoniste assolute del nostro tempo, pronte ad impossessarsi degli strumenti tecnologi, dei brand, della pubblicità, per farne ciò che gli pare. Mi diceva come negli Stati Uniti un’applicazione che facilita la scrittura degli SMS, converte la parola “cool” con un’altra (mi pare “boat”, ma non la ricordo adesso con sicurezza): ebbene, ormai la parola suggerita è diventata sinonimo di “cool” e viene usata regolarmente al suo posto.

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Riprendo la frase conclusiva di Giuseppe Granieri in un suo post a proposito dell’impatto dei media sulla percezione dell’attuale crisi economica:

“I media andrebbero "serviti" con un’educazione alla comprensione dei media, che dovrebbe essere materia di insegnamento nelle scuole”

Se è vero che la fruizione dei media in generale andrebbe insegnata, penso sia sempre più necessario aiutare le persone non solo ad interpretare i contenuti ma a saperli cercare, filtrare, elaborare e condividere. E questo vale soprattutto a proposito dei contenuti digitali.

Ribadisco un concetto a proposito dell’ormai classico disagio delle persone verso la quantità eccessiva di informazioni che ci si trova da gestire: io spero che le informazioni disponibili aumentino ancora! Il vero obiettivo è quello di riuscire a filtrare e organizzare queste informazioni e qui penso che abbiamo tutti ancora tanto da capire e imparare

Di fatto ci viene richiesta una maggiore proattività nei confronti dei media, ma anche delle competenze tecnologiche (i giusti tool, ad esempio, per filtrare le informazioni) e operative (saper gestire il proprio tempo, organizzare i documenti, ecc.). Hey, chi se la sente di impostare un percorso accademico all’uopo?

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Sabato pomeriggio ho partecipato all’Internet Tour organizzato nell’ambito di Codice Internet. Mi sembra che l’iniziativa di Marco&Marco sia in crescendo, anche se non è banale portare gli analogici a sentir parlare di internet. Mi auguro che i contenuti delle giornate al Teatro dell’Arte troveranno ampia diffusione e poi un seguito in altre città, perché in effetti a teatro saranno intervenute più o meno 400 persone complessivamente, mentre il progetto merita senza dubbio audience più rilevanti.

Tanti gli amici e i colleghi. C’erano anche Layla con la figlia Beatrice che si vantava di avere tre blog, David Weinberger (di cui scriverò in un altro post) che ha preso a cuore Codice Internet, Pietro neo-boss di Microsoft Italia (e ora pure blogger) accompagnato da Carlo e Luca, Michele ormai blogger scatenato, Lele con le sue pins originali, MCC e il suo dentro/fuori. E poi Marco con mamma e figli in platea, che continua a debordare la sua passione per internet.

Del mio panel mi sembra giusto sottolineare il dato che riguarda le vendite online di Olio Carli arrivate a 12 milioni di Euro l’anno. Occorrono anche elementi concreti come questo per divulgare correttamente l’utilizzo della Rete.


Milano, 6 Novembre 2008, ore 15.30, IAB Forum, Sala Blu.

Sono i riferimenti di un workshop di un’ora che terrò nell’ambito del prossimo IAB Forum. Sarà l’occasione per cercare di capire come orientare la comunicazione online tra “web 2.0”, blog, motori di ricerca, pubblicità, social network e quant’altro. Sarà il momento per analizzare i cambiamenti in atto, ma soprattutto per fornire indicazioni concrete, tangibili, immediatamente applicabili, anche col supporto di testimonianze e casi aziendali.

Per me e per tutta Ad Maiora sarà un’occasione importante, considerando inoltre che da questo workshop si cercherà di stimolare una discussione aperta e costruttiva che proseguirà sulla Rete. Spero veramente di avervi tutti in sala!

Nei prossimi giorni altri dettagli e… qualche anteprima.

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Interessa incrementare le vendite di un prodotto dell’85%?

La Hewlett Packard lo ha fatto attraverso la collaborazione di alcuni blogger selezionati e contattati mediante un’agenzia specializzata, a quanto pare molto brava.

  • Le attività verso i blogger, se sviluppate bene, funzionano
  • Occorrono diversi elementi per far “girare” il meccanismo, a partire da una trasparenza assoluta nei confronti di tutti e dalla capacità di comunicarlo in modo adeguato
  • Naturalmente alcuni prodotti e servizi sono più facilmente promuovibili. Per alcuni non è possibile del tutto
  • Il ruolo delle agenzie o dei consulenti è fondamentale, a patto che siano effettivamente “connessi” con la Rete.

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